Oggetti - Bacchette magiche
Aveva notato come il mago la osservava mentre compiva facili magie senza l'ausilio della bacchetta ed era arrivato il momento per svelargli il mistero: «No, Xeymus, non sono una strega particolarmente potente. È l'aria di questa valle arcana, permeata in profondità dalla magia, che permette ciò che altrove non è possibile o, forse, non è più possibile, ma un tempo lo era.»
L'interesse balenò immediato negli occhi del mago.
«Potete avere una facile dimostrazione da voi stesso: qui la bacchetta serve solo per incanti particolarmente complessi; per ogni altra cosa, basta solo un gesto per convogliare l'energia necessaria a compiere l'incantesimo» chiosò con un sorriso, soddisfatta di aver incanalato altrove il pericoloso interesse di Xeymus.
Sollevò la bacchetta e riaprì gli occhi, fiamme nere scintillanti, quindi la mosse disegnando nell'aria, con ampie volute, il simbolo di Algiz: «Persigno Algiz!» esclamò determinato.
Un acceso bagliore rosso scaturì dalla bacchetta e percorse l'aria; quando si spense, il simbolo di Algiz ardeva sopra la radura sacra illuminandola.
Sotto gli occhi attenti di Nimue e quelli tesi e preoccupati di Ravi, il mago dispose a terra la lunga fiala con la resina dell'aloe ed estrasse la bacchetta puntandola sul sole che aveva iniziato la discesa pomeridiana, ma sfavillava luminoso, ancora libero dall'oscurità che si stava concentrando ai margini della valle.
«Fortitudo candidae lucis!» declamò stentoreo, evocando l'energia luminosa del sole.
All'inizio non accadde nulla, poi la bacchetta prese a vibrare e la punta s'illuminò sempre più, quasi divenisse incandescente, mentre il sole la alimentava con la sua energia vitale.
«Corrobora elementum!» comandò, stringendo forte il legno magico con le mani e dirigendone con sforzo la punta abbagliante verso terra, sulla resina e gli steli di bardana.
Un raggio di luce accecante eruppe dalla bacchetta, che perse di colpo ogni luminosità: inondò la fiala con la resina e gli steli rendendoli a loro volta incandescenti nel tintinnio dei vetri infranti. Per un attimo un intenso bagliore dorato li avvolse, poi ogni luce svanì.
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