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~18~

Non posso crederci di essermi fidata di lui.
Mentre io mi disperavo, lui era lì a divertirsi con quella ragazza.
"Rosy fermati!"mi urla Alex dietro di me correndo.
Continuo a camminare fregandomene altamente di lui.
"Ti prego..ho bisogno di parlarti.."dice con insistenza.
Mi incammino verso la mia bicicletta e ci salto sopra iniziando a pedalare.
Il vento mi soffia con prepotenza tra i capelli facendomi alzare il vestito.
Rabbrividisco, fa un freddo boia.
Mi giro appena a vedere se lui è ancora dietro di me, ma per fortuna sembro essere sola.
Pedalo più velocemente, non mi piace essere qui da sola, a quest'ora della notte in mezzo ad una strada buia.
Sono arrabbiata, delusa e sconfitta.
Non credevo che fosse capace di questo e poi chi era quella ragazza?
Sento qualcosa urtare contro la mia bici, in un attimo cado con la faccia a terra.
Sento un dolore forte alla fronte provo ad alzarmi ma con gran fatica, dopo pochi secondi crollo a terra.
Ho la vista offuscata mentre le lacrime mi rigano il viso.
Perché tutte a me?
Soffoco un urlo quando mi tocca la fronte e sento un liquido caldo sulla mia mano.
Sto sanguinando.
È l'unica cosa che so, prima di svenire completamente.

Apro lentamente gli occhi, mi bruciano e non riesco a vedere nulla.
È molto buio e non riesco a capire dove sono.
Mi alzo appena perché sento la fronte martellarmi.
"Uhm.."mi lamento.
"Ehi..ti sei svegliata.."sento sussurrare appena.
Nonostante il buio riesco a capire di chi si tratta.
Mi muovo sul letto cercando di scendere ma le sue mani forti e prepotenti mi tengono ferma.
"Sta ferma.."mi ordina."sei ferita devi riposare."
"Dove siamo?"chiedo.
"A casa mia."risponde.
Cosa? Mi ha portato a casa sua?
"Che ora sono? "
"Le tre di notte."dice .
Oh no mio padre mi ammazzerà!
"Devo andarmene subito!"dico quasi urlando.
"Non puoi..non in questo stato.."dice serio.
In un battibaleno mi ritorna in mente tutto quello che è successo questa sera.
"Lasciami stare!"questa volta riesco a stare in piedi.
"Rosy..ti prego resta..è tardi, fuori fa freddo e per di più non stai bene."
"Non ho bisogno delle tue preoccupazioni!"urlo."Dove hai lasciato la tua nuova ragazza?"
"Non è la mia ragazza."risponde seccato."non mi interessa nulla di lei!"
"Già in fondo non c'è da stupirsi da uno come te cos'altro si può aspettare?"
"Da uno come me?"chiede infastidito.
Deve esserlo.
"Hai capito bene Alex..ma sai una cosa non è colpa tua...ma mia..da essere stata così sciocca da credere che tra me e te ci fosse qualcosa."dico trattenendo a stento le lacrime.
Lui mi guarda."hai ragione..ti ho solo usata."dice infine lacerandomi il cuore e la mia dignità.
Sapevo che mi stava solo usando, ma fa uno strano effetto sentirselo dire.
"Allora perché sono qui? Perché hai aggredito Josh?!"chiedo piena di dubbi. 
"Ti stavo seguendo e quando ti ho visto sul ciglio della strada.."dice senza finire la frase.
"Continua."ordino.
"Non ho potuto lasciarti lì. Non potevo e basta."dice allontanandosi da me.
"Non hai ancora risposto alla mia domanda."gli dico attirando la sua attenzione.
"Vuoi sapere perché sono intervenuto? Perché quel fottuto bastardo ti ha messo le mani addosso e non deve più permettersi."dice stringendo i pugni.
"No Alex sei tu che non deve più permettersi di intrometterti nella mia vita. Io non avevo bisogno di tutto questo ..perché mi hai fatto credere di essere importante? Perché lo hai fatto eh?!"chiedo cercando inutilmente di trovare una risposta.
"Perché mi andava e basta."
Non ho più parole per descrivere lo sconforto.
"Stammi lontano!" Urlo infine uscendo dalla stanza e recandomi alla porta.
Non mi importa se è tardi, l'unica cosa che so è che voglio allontanarmi più in fretta possibile da lui e da tutto ciò che lo riguarda.
Le lacrime non hanno più fine e non so come fare per tornare a casa, non ho la bici e sono distante da casa.
L'unica cosa che posso fare è chiamare mio padre e andare contro le conseguenze delle mie azioni.
Al quinto squillo risponde.
"Pronto.."sussurra.
"Papà.."dico con voce tremante cercando di trattenermi dall'urlare.
"Oh mio Dio Rosy sei tu? Dove sei?!"inizia ad urlare.
"Sono fuori.."dico a bassa voce.
"Dove diamine sei?"urla ancora.
Riesco a percepire l'arrabbiatura nella sua voce.
Gli dico il nome della strada e attacco, aspettando seduta sul marciapiede che mi passi a prendere.
Non voglio pensare alla reazione che avrà quando mi vedrà, ma so in fondo di essermela meritata.
Dopo un tempo che sembra interminabile, finalmente vedo arrivare l'auto di mio padre.
Entro velocemente e guardo in basso. Non ho il coraggio di incrociare il suo sguardo.
Per tutto il tragitto stiamo in silenzio senza dire nemmeno una parola.
Quando arriviamo dentro casa, sto per salire in camera mia ma lui mi ferma.
"Non tanta fretta signorina. "
Sapevo che non l'avrei passata liscia.
"Ora ti siedi sul divano e mi racconti per filo e per segno cosa ci facevi a quell'ora di notte così lontana da casa e per di più senza nemmeno avermelo detto."
Lo guardo e noto i suoi occhi rossi e gonfi, sembra aver pianto.
Non è da lui.
"Papà.."dico con filo di voce.
"Non voglio sentire storie."dice freddo.
Gli racconto per filo e per segno ciò che è successo tralasciando l'accaduto con Alex.
Lui per tutto il tempo mi guarda impassibile.
Dov'è finito il mio dolce papà?
Finito il mio racconto, lui si alza e sospira.
Credo stia cercando le parole giuste da usare."Ascoltami molto bene Rosy..sono molto deluso dal tuo comportamento pensavo che ormai non fossi più una bambina..ma il tuo comportamento ha dimostrato il contrario. Mi fidavo di te ti pensavo una ragazza responsabile."
Mi sento uno schifo.
"Perdonami.."
"E ora va di sopra a riposare."dice sfinito.
"Vabbene.."dico salendo sopra e andando in camera mia.
Una volta chiusa in camera cado stanca sul mio letto. Troppe emozioni forti per sta notte, mi fanno crollare poco dopo.

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