03: Shirubia, se ti prendo io...
Anno 1915: Quartier Generale Squadra Ammazza-Demoni, ore 10:00, 21esimo giorno del decimo mese
Mancava poco alla Residenza Shinazugawa, e il fiato sentivo già che stava iniziando ad accorciarsi. In cuor mio sapevo che avrei dovuto assistere alle sue solite incazzature, ma lo stavo facendo per il Capofamiglia e mi bastava questa ragione per tenere i piedi saldi.
Anche Purogu non se la sentiva di avere a che fare col suo corvo del legame, ma incoraggiandolo e dandogli dei grattini sotto il becco lo riuscii a calmare un po'.
«Ecco, siamo arrivati.» Varcai la soglia di una piccola tettoia d'ingresso, rivestita da due colonne in muro bianco e il tetto di tegole rosso scarlatto. Affianco notai una casella per la posta con scritto il cognome del Pilastro, ed era la conferma che ero nel posto giusto.
«Oh cielo mio, promettetemi che andrà tutto bene...» smisi di parlare quando sentii un grosso scoppio provenire dal campo d'allenamento, situato sulla destra rispetto all'ingresso. Feci una leggera corsa fino al giardino accanto, e quando varcai la porta in legno per entrare nel campo, trovai i due.
Muichiro venne scagliato nella direzione opposta alla sua, verso la recinzione, ma riuscì ad atterrare sul terreno in piedi piegandosi verso il basso, rimanendo in posizione difensiva mente stringeva tra le mani il bokken.
Fissava il suo avversario con attenzione, e restava concentrato sulla prossima mossa da adoperare. «Vedo che ci sai fare nonostante ti metti ad allenare quegli smidollati, vorrei capire come fa un ragazzino della tua età a combaciare entrambi gli impegni.» l'atteggiamento sbruffone di Sanemi era riconoscibile ormai, e avvicinandomi mi appartai per osservarli meglio.
«Posso dire lo stesso di te, che nonostante sopporti la debolezza dei cacciatori di demoni e ti alleni con gli altri Pilastri non sei ancora impazzito dal nervoso.» Muichiro non osava distogliere lo sguardo dalla bokken del suo avversario, nonostante era anche concentrato a parlare. La sua posa rimase la stessa, prima di voltarsi verso di me e notare che mi ero seduta inginocchiata ad osservare lo scontro.
«E tu che fai lì? Allenati invece di poltrire!» mi riprese Sanemi, distogliendo la concentrazione dalla lotta per un secondo e mettendosi l'arma sulle spalle, come di suo solito fare.
«Oh, perdonami Sanemi-San, come sono distratta. Dovevo accorgermi poco fa di essere stata scortese a starmene beata e seduta al contrario vostro, che sudate come muli mentre vi allenate. Come posso rimediare?» mi esibii in quel modo stupido sembrando dispiaciuta, facendomi beffe del suo sguardo che stava diventando sempre più pieno di rughe pulsanti.
«Come ti permetti?!» prese la rincorsa per cercare di menarmi, prima che Muichiro mettesse a posto la sua e scattasse velocemente sul corpo del Pilastro del Vento, fermandolo e immobilizzandolo nonostante la differenza fisica. A volte persino io mi stupisco di come faccia lui a fermare persone o demoni più possenti usando solo la forza dei muscoli.
«Avanti Shinazugawa-San, smettila di essere sempre così impulsivo con gli altri, o dovrò schiantarti contro la recinzione.» si espresse con tono pacato Tokito, mentre allo stesso tempo reggeva il suo corpo che faceva di tutto per scagliarsi contro di me, ma fallendo.
«Siete ridicolo, Pilastro del Vento, sapete?» mi alzai da terra spolverando l'haori bianco solito che mettevo per combattere, e avanzai facendo cenno a Muichiro di lasciarlo andare. Lui dallo sguardo non sembrava molto convinto, ma annuii di nuovo e lui tirò sù un grosso respiro di speranza.
Quando lo fece avanzare a grande velocità feci subito un grosso balzo all'indietro, in modo da avere lo spazio sufficiente per effettuare il mio piano. Afferrai la mia bokken con tutta la forza dei muscoli che avevo nelle mani, e iniziai ad inalare i polmoni. Nel mentre Sanemi si stava avvicinando sempre di più a me. «Respirazione della Natura, secondo kata: Crisalide Letale!»
Strinsi la katana, e illuminandosi la roteai a cerchio nell'aria formando un bozzolo verde che mi circondò, facendomi da barriera. Sanemi in tempo prese la bokken ma dimenticandosi che ne possedeva una di legno, al solo contatto con la luce verde venne fatta a pezzi sbriciolandosi tutta fino all'impugnatura.
Accorgendosi dell'errore tornò coi piedi per terra, fissandomi con ancora più nervoso di prima. «Shirubia, se ti prendo io...»
Infatti, il secondo kata Crisalide Letale non solo protegge dagli attacchi nemici, sia umani che demoni, ma rilascia dei fendenti fatti d'aria non visibili a vista, che danneggiano tutte le cose materiali e animali nei dintorni al solo contatto con essa. Vengono create dalla forza della mia katana che sfrutta il proprio potere al contatto con l'ambiente e il vento, creando questi fendenti d'aria molto affilati.
È una mossa adatta negli scontri a distanza, quando il tuo avversario è troppo forte per essere sconfitto a distanza ravvicinata, ma allo stesso tempo per difendersi dagli attacchi nemici.
Atterrai a terra in piedi, inginocchiandomi appena per un atterraggio più sicuro, e rimisi la bokken a posto. «Bene, ti sei calmato ora?»
io e Muichiro osservammo meglio il nostro collega, e più che calmo pareva incavolato il doppio di poco fa. «Mi spieghi perché ti sei voluta difendere da sola? potevo benissimo tenerlo a bada io.»
«Tokito-San, non serve, specie se contro un avversario che ho già battuto tante volte senza nemmeno dover sfoderare al massimo delle sue forze la mia katana.» tirai su un sorriso spavaldo, cosa che ovviamente fece innervosire di più Shinazugawa.
Le sue vene stavano pulsando sempre di più, ma dopo avermi fissato negli occhi smise di stare in posizione d'attacco e camminò via verso l'area, pronto per cominciare gli allenamenti. «Certo che per colpa del moccioso che hai lì dentro non puoi ancora sfoderare davvero la tua vera forza, ti limiti a difenderti. Per oggi chiuderò un occhio, ma se ricapita ti taglio quella cazzo di testa!» fece scrocchiare le dita delle mani, e aspettò che noi due fossimo pronti. A sentir nominare di Daiki strinsi le palpebre, e stetti per assumere la posizione di combattimento ma Tokito mi riprese con lo sguardo, facendomi riprendere la ragione.
«Piuttosto, come proseguono le missioni?» mi chiese quest'ultimo, mentre andava nel suo punto.
«Molto bene, ma te ne parlo meglio quando avremo finito se per te non è un dispiacere.» riafferrai la katana, che mi ero portata dietro per le evenienze, e questa volta la feci girare come se fosse un nastro di danza all'aria, lasciando che si allungasse e mostrasse la sua vera forma.
La spada divenne di un verde più acceso, e quelle che sembravano essere delle spine disegnate sull'acciaio si allungarono e divennero delle piccole lame affilate simili a delle foglie di una liana. La katana infine sulla punta assunse la forma classica di quest'ultima, con tutte le "spine" color argento e lunga quanto la spada di Kanroji. La tenni all'altezza delle ginocchia, mettendomi in posizione difensiva. «Avanti sentiamo, che cosa avete in mente per l'allenamento di oggi?»
«Prevede che ci alleniamo nei riflessi, nelle ultime battaglie abbiamo notato che specialmente noi tre-»
«Voi due!» esclamò Sanemi, interrompendo anche Tokito che lo guardò confuso.
«Shinazugawa, sì sincero con te stesso, nell'ultimo scontro non eri al passo di tutti gli altri e lo stesso vale anche per noi due, ovvio, ma includi anche te stesso. Non sentirti il più forte solo perché il Capofamiglia ti ha decretato tale dopo Gyomei e Shirubia.» lo sgridò con la solita aria pacata il Pilastro della Nebbia, aggrottando un po' le sopracciglia.
«Beh, se proprio ci tieni terrò conto anche di me stesso, ma voi due siete nettamente più scarsi di me in combattimento.» ignorò le parole dette dal Collega Pilastro, e impugnò la katana che aveva portato assieme alla bokken in precedenza, puntandola soprattutto verso di me.
«Questo lo dimostrerà lo scontro.» fecimo lo stesso anch'io e Muichiro, aspettandomi qualsiasi attacco da parte di Sanemi.
«Bene, vedo che ragioni nonostante la tua stupida gravidanza. ALLORA FATTI SOTTO!» scattò velocemente in avanti, partendo e correndo velocemente tenendo stretta la katana verso di me.
Ma mentre gli mancava poco per sfiorarmi, il gracchio di un corvo fermò tutti i presenti e alzammo lo sguardo, vedendo i nostri tre corvi che volevano in cerchio.
«Tokito-San, dirigiti subito a Yoshiwara, il rinnovato Quartiere dei Piaceri. Si dice sia stato avvistato un demone che per lunghe notti rapisce giovani ragazzi tra i nove e dodici anni, ci serve il suo aiuto! arrrggg!» Gracchiò il suo corvo, come sempre con un fare un po' antipatico e fiero.
«Shinazugawa-San, dirigetevi subito nei pressi di un tempio abbandonato del periodo Edo, si dice che da quelle parti si siano infiltrati dei demoni che ogni notte rapiscono giovani cittadini del villaggio vicino. Raggiungete sul posto anche Iguro-Sama.»
«Hashibira-San, dirigetevi subito assieme a Tokito-Sama nella periferia più interna di Yoshiwara, il Quartiere dei piaceri: avvistamento demone! Rimani vigile sulle norme di sicurezza relative agli spadaccini in dolce attesa, o con gravi lesioni permanenti! Arrrggg!» I nostri corvi continuavano a volare sopra le nostre teste, non curanti delle nostre facce che il quel momento erano diventate confuse.
«Aspetta un momento... Non dovevo andare in missione assieme a loro?» Diede al corvo l'appoggio esponendo il braccio, e lui pulendosi sotto un'ala fissò stranito noi due.
«Shinazugawa-San, mi è stato riferito che quello che le ho appena comunicato è la vostra prossima missione. Non sono al corrente di eventuali modifiche ai suoi incarichi, ciò che mi dice Ubuyashiki-Dono io lo riferisco a voi.» riprese il volo, attendendo che il suo padrone lo seguisse.
Sanemi sbuffò, e si sistemò la vita stringendola di più. «Ragazzi, mi sa che dovremo sospendere gli allenamenti. A quanto pare ci sono state delle modifiche, dovrete partecipare alla missione senza di me. Vedete di non morire in mia assenza.» e con fare superiore seguì il suo corvo, non lasciandoci neanche il tempo di rispondere.
Il corvo di Muichiro si appollaiò sulla sua spalla destra, e si lasciò accarezzare sotto il becco dal padrone. «Lascialo perdere, è solo seccato per via dell'annullamento del nostro allenamento. Se vuoi possiamo continuare io e te domani, adesso che ci penso devo preparare le scorte di cibo per la missione con Haruko, mi aveva promesso di aiutarmi. Mi racconterai i dettagli di prima la prossima volta, e miraccomando riposati come si deve.» allungò il braccio lasciando che il suo corvo spiccasse il volo, allontanandosi facendo un cenno di saluto con la mano.
Io sorrisi, e annuendo lo salutai incamminandomi poi verso la Tenuta delle Rose. Durante il cammino riflettevo parecchio su Sanemi, non capivo il perché della sua natura così impulsiva e intimidatoria. In più sembrava avercela con mio figlio, per qualche strano motivo. Era così dal primo giorno che lo avevo conosciuto, ma suo fratello al contrario non è mai stato troppo violento o irascibile con gli altri, possiede anche un lato buono. Che gli sia successo qualcosa durante l'infanzia?
«Dovrei proprio chiederlo a Genya, vero Purogu?» lui rispose con dei versi di piacere dovuti ai grattini sotto al becco. "Bene, torniamo a casa, dobbiamo prepararci anche noi per la prossima missione." e detto ciò mi rimisi a camminare mentre accarezzavo il pancione, pensando solo alla prossima missione che ci attendeva.
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