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- Ehy, tutto ok? -
- Mhm? - Regan interruppe il filo dei pensieri dell'altra ragazza
- Smettila di surriscaldarti, siamo arrivate -
Dejanire alzò lo sguardo sul cancello che Regan stava aprendo liberandolo dalla catena: - Questo è il retro, da qui non passa mai nessuno - disse. Dejanire si guardò intorno: il viale di casette era finito da un pezzo e il cancello s'apriva fra le sterpaglie e una siepe incolta. Le piaceva, sembrava l'ingresso di un giardino segreto; al di là del cancello c'era un vialetto e una villa immensa, con l'edera che si arrampicava intorno alle finestre.
- Esistono posti così in città? - chiese oltrepassando il cancello
- In realtà siamo leggermente fuori San Francisco - Regan richiuse il cancello - A cosa stavi pensando prima, quando ti fumavano le mani? -
Le parole di Regan riportarono Dejanire alla realtà e ai suoi pensieri.
- Hai detto che costa di più e che è illegale se fatto sui minorenni -
- E quindi? -
- Credo di essere minorenne -
- Come fai a dirlo? -
- Quando hai nominato il Trattamento ho ricordato qualcosa... era la vace di un uomo che diceva che sarebbe costato di più data l'età "della ragazzina", quindi era impossibile intendesse perché sono troppo vecchia, e una voce molto simile alla mia che urlava che era illegale, e poi... - Dejanire strinse le labbra. Regan le si avvicinò: - E poi cosa, Dejanire? -
- E poi la voce di quello stesso uomo che diceva a qualcuno di iniettarmi un siero che mi avrebbe fatto dormire e di scaricarmi da qualche parte -
Restarono un secondo in silenzio, i pugni di Dejanire ricominciarono a fumare.
- Che significa? - disse, ma le si spezzò la voce. Stava tremando.
- Vieni dentro - Regan si avviò per il vialetto che portava ad un porticato modesto e tirò ancora fuori le chiavi: - Dobbiamo frugare tra i file di mio padre-
- Che c'entra tuo padre? - chiese Dejanire salendo le scale dietro Regan, stando attente a non farsi sentire
- Lui è... una specie di forza dell'ordine. Stava indagando sul Trattamento - disse Regan cercando di aprire una porta: -Merda, è chiuso -
- Quindi è per questo che sapevi tutte quelle cose - ragionò Dejanire
- Senza chiavi non possiamo vedere i file di mio padre - Regan fece una faccia delusa - Dovremo aspettare che rientri stasera e farlo senza che lui ci senta. -
- Sai almeno la password del computer? -
- so la password di tutti e 5 i computer - rispose Regan soddisfatta, poi rise per l'espressione di Dejanire: - Dai, andiamo in camera così di fai una doccia e ti levi quelle scarpe - disse Regan e Dejanire alzò la suola di plastica sciolta delle sue scarpe, si accorse in quel momento che le facevano male i piedi.
- Ti muovi? - Regan aveva la mano posata su un'altra maniglia la porta era viola, a differenza di tutte le altre sul piano che erano bianche.
Entrarono nella stanza: pareti viola, cuscini viola, mobili viola, tende viola...
- È tutto...
- Sì, viola. È il mio colore preferito. Ti prendo una maglietta e un pantalone della tuta, così stai comoda - disse Regan spiccia - Intanto puoi fare la doccia, gli asciugamani puliti sono nel mobiletto accanto alla doccia -
Dejanire era a disagio: - Ehm... Regan? -
- Si? -
- Dov'è il bagno? -
Regan la oltrepassò e aprì una porta al lato del letto: - Bagno interno. Usa i miei prodotti, tranquilla - e Regan tornò a frugare nell'armadio. Dejanire entrò nel bagno e finalmente, dopo una settimana e forse più, si liberò di tutti quei vestiti luridi e puzzolenti. Aprì l'acqua e ci si fiondò sotto, subito la stanza si riempì di vapore e Dejanire rilassò i muscoli, accarezzando il corpo con il bagnoschiuma e massaggiando la testa con lo schampoo.
- Tutto okay? - bussò Regan. Possibile che non si potesse fare nemmeno una doccia in pace?
- Si - sbuffò Dejanire - Perché? -
- La caldaia non si accende, ti stai lavando con l'acqua gelata da mezz'ora -
Dejanire chiuse l'acqua, uscì dalla doccia e aprì la porta del bagno immerso nel vapore: - Ti sembra che mi sia lavata con l'acqua fredda? -
Regan la fissava a bocca aperta, un po' per tutto quel vapore, dimostrazione che l'acqua usata era stata bollente anche senza la caldai, un po' perché...
- Perché mi guardi così? - Dejanire fece un sorrisino
e Regan non ce la fece più. Si tolse la maglietta e spinse Dejanire nel bagno, questa sorrise; Regan la fece mettere seduta sul lavello e le accarezzò le cosce che le stringevano il bacino, le morse le labbra. Leccò e succhiò tutta la superficie dosponibile dalle labbra, al collo, alle spalle e al seno. Dejanire gemeva mentre Regan le torturava i capezzoli con la lingua e accarezzava la sua intimità
- Stai bene? -
- Eh? - Regan scosse la testa e distolse lo sguardo - Gli asciugamani sono nel mobiletto, così mi allaghi la camera - borbottò lanciandole i vestiti. Dejanire scomparì nel vapore e non disse nulla.
- Quanto cazzo mangi? - esclamò Dejanire uscendo poco dopo dal bagno con indosso i vestiti di Regan mentre lei era al computer
- Sei tu che sei troppo magra -
- Praticamente non ho mangiato per giorni, vedi te - Dejanire si avvicinò con una sedia a Regan e guardò lo schermo del computer
- Ah già - Regan continuava a fissare lo schermo
- Vuoi qualcosa da mangiare? -
- Il sito dei servizi segreti statunitensi? Sei un genio! - Dejanire la abbracciò e le diede un bacio sulla guancia - Forse capiremo chi sono e dove sono i miei genitori! -
Regan fece di tutto per restare impassibile, continuava a scorrere la pagina con il cursore: - Si ma non sarà affatto facile, magari non sono arrivati a quello che hanno fatto a te e... -
- Perché devi rovinarmi la festa? - Dejanire le diede un pugno sulla spalla.
- Ahu - Regan le diede uno schiaffo sulla coscia - Stronza -
- Stronza? Per così poco? - Dejanire si alzò, prese la sedia di Regan e la tirò via dal computer
- Ehi! Ma tu non eri affamata e senza forze? -
Dejanire la prese di peso e la buttò sul letto e le si buttò sopra per bloccarla - Ho abbastanza forze per farti avere le allucinazioni stronzetta -
Regan boccheggiava: - Che... che hai detto? -
- Io non ho detto niente - la guardò Dejanire - Però tu ora puoi dire che sono stronza - finì soddisfatta
Regan rise - Sei stronza -
- Anche tu -
- Regan! Sono a casa! -
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