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...Ma prima che il liquido ambrato potesse toccare le sue labbra, la bottiglia le venne strappata di mano: - Ma dai, sul serio l'avresti fatto? - Dejanire ha un'aria inquietante, tra l'incredulo e il furioso: - Sai probabilmente perché sono finita così? Perché mi sono ubriacata, ho battuto la testa e quelli che erano con me, se c'erano, mi hanno lasciata lì. Non iniziare mai a bere, nemmeno dopo i 21 anni -
- Ma magari... magari stavi solo festeggiando qualcosa con un po' di birra, niente di troppo_ -
- Lo vedi questo? - Dejanire le mostrò il contenuto del bicchiere che Chris aveva di nuovo riempito : - Questo è whisky. Il whisky è forte, brucia la gola e, se non sei abituato, ti leva voce e respiro per qualche secondo - bevve il drink tutto d'un fiato: - A me solletica la gola. Lo butto giù come coca cola e non mi fa nulla - sbatté il bicchiere sul bancone, poi appoggiò il palmo della mano sul legno rovinato: - Non sono una ragazza finita così per un po' di birra, sono un'alcolizzata e mi merito quello che mi è successo -
- Non senti puzza di... bruciato? -
Le due ragazze si voltarono verso la mano di Dejanire accanto al bicchiere. Fumava. La ragazza l'alzò di scatto e l'impronta ben definita delle sue dita e del suo palmo erano una grossa bruciatura sul bancone.
- Cos'è quest'odore di... ma che cazz.. - Chris aveva visto l'impronta, i volti delle due ragazze colpevoli: - Chi è stata di voi due? Voglio sapere chi cazzo è stata a rovinare il mio bancone!- urlò.
- Ma va Chris, il tuo bancone era rovinato già da prima. Sta' calmo - cercò di dire Dejanire, ma lui la guardò come se la potesse uccidere sul momento.
- Tenga, questi sono i soldi - Regan pagò i drink e la birra - Noi ora ce ne andiamo, giusto? -
- Sì andiamo - Dejanire riprese la sua sacca e si avviò verso l'uscita: - Lasciamo sbollire questo cazzone -
- Non farti più vedere Dejanire! Non farti vedere mai più nel mio locale! - e, prima che Regan potesse chiudere la porta dietro di sè: - Tanto facevi schifo pure a succhiare! -
- Puttanone - disse fra sè e sè Dejanire:- Di me non ricordo un cazzo, ma un uomo che gode come un maiale lo so riconoscere- Regan rabbrividì a quelle parole.
- Allora, stronzetta - Dejanire le circondò le spalle con un braccio, senza dar peso al corpo irrigidito della ragazza: - Mi hai messo nei casini sai. Chris era l'unica persona che conoscevo. E per quanto fosse un pezzo di merda, almeno lui poteva raccontarmi qualcosa e farmi ascoltare i telegiornali alla radio. Ora sei tu l'unico umano che conosco, quindi vedi di aiutarmi -
- Aiutarti? A fare cosa? Non ho molti soldi dietro, però...-
- Chissenefrega dei soldi. Io voglio informazioni. Sulle persone scomparse, sui loro famigliari, e anche su questa sigla se possibile. Dovrebbe essere il mio codice fiscale no? -
- Senti, possiamo andare a casa mia e fare delle ricerche su internet - Regan la guardò con circospezione: - Se ti fidi -
Dejanire scoppiò a ridere: - Io non mi fido di nessuno, ma non ho niente da perdere. Sei tu che dovresti avere paura e non fidarti-
- Tu non hai niente da perdere, io amo le avventure; e questa situazione promette proprio di esserlo -
- Se lo dici tu. Andiamo -
Le due ragazze si incamminarono per le vie del quartiere e Regan dovette ammettere che si aspettava di peggio, non sembrava poi così pericoloso.
- Ragazzina - il flusso dei suoi pensieri fu interrotto da Dejanire, che si guardava intorno: erano appena uscite dal Tenderloin e stavano arrivando ad una fermata dell'autobus.
- Che c'è? -
- Non ci sono mai stata - Dejanire era nervosa, si torceva le mani
- Dove? -
- Né fuori dal Tenderloin, né su un autobus o un qualsiasi altro mezzo di trasporto - abbassò la testa.
Stavolta fu Regan a scoppiare a ridere.
- Cazzo ridi. Non è divertente - le mani di Dejanire si stavano facendo sempre più rosse e fumavano, e Regan si accorse anche che emetteva molto più calore di quanto avrebbe dovuto fare un essere umano.
- Che hai? -
- Mh? - Dejanire si accorse delle sue mani - Oh - le nascose dietro la schiena - Niente. Non ho proprio niente - il calore scomparve. Regan ripensò al segno di bruciatura sul bancone del locale di Chris.
- Fammi rivedere il tatuaggio - disse cercando il suo cellulare. Dejanire alzò la manica della giacca e Regan copiò la sigla sul suo telefono nel sito di decodifica del codice fiscale.
- Come pensavo - si morse il labbro - Non è il tuo codice fiscale. Non ha abbastanza elementi -
- Elementi? -
- Si... cifre e lettere. In totale devono essere sedici per fare un codice fiscale. La tua sigla ne ha 10. -
- Oh... - Dejanire era confusa. Quindi cos'era quella sigla? Se se l'era tatuata doveva essere qualcosa di importante no?
Sempre ammesso che se la fosse tatuata di sua spontanea volontà.
- Andiamo - disse Regan tirandola per la giacca, anche lei sovrappensiero
- Dove? Che stai... -
- È arrivato l'autobus, andiamo -
Le due ragazze salirono e si misero sedute, entrambe perse nel rompicapo della sigla sul braccio di Dejanire.

- Non t'impressionare quando la vedi ok? -
Regan le camminava davanti e continuava a parlare gesticolando, ma Dejanire non le faceva caso; era troppo distratta a fissare i jeans attillati di Regan, o meglio, quello che coprivano.
- E poi io... Dejanire? - Regan si voltò - Mi stai ascoltando? -
- Eh? - Dejanire alzò lo sguardo incrociando quello inquisitore di Regan:- No, non ti stavo ascoltando - spostò gli occhi sulle villette che consteggiavano facendo la vaga, anche se le mani già iniziavano a riscaldarsi.
- E che stavi facendo?-
- Camminavo? Tu che dici? Te l'ho detto, non sono mai stata fuori da Tenderloin - fece spallucce - Mi stavo guardando intorno -
- Sicura che non stavi guardando qualcos'altro? -
I pugni chiusi iniziarono a fumare:- Tipo cosa, scusa?-
Regan guardava il fumo liberarsi dai pugni rossi e chiusi dell'altra. Si avvicinò di un passo, sentiva il suo calore corporeo a più di un metro di distanza, ed era molto calore. Si avvicinò fino ad esserle difronte.
Dejanire aveva le sopracciglie alzate: - Che stai facendo?
Regan stava sudando: - Possibile che tu non abbia caldo? -
- Che accidenti...- Dejanire non fece in tempo a finire la frase che Regan le mise una mano sulla spalla: sembrava di aver toccato il forno con i guantoni da cucina.
- Come fai... - Regan lasciò scorrere la mano lungo il braccio di Dejanire coperto dalla giacca, fino ad arrivare al pugno chiuso, lo sfiorò e...
- Cazzo! - Regan fece un balzo indietro: il pugno di Dejanire l'aveva ustionata.

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