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Love You Goodbye

AUTRICE: Moonlight92

La parte del paese che più amo è questa; la vista sull'intera valle, la cima del Sassolungo illuminata dal sole, e il vento fresco che, in ogni periodo dell'anno, mi accarezza il viso.

La amo perché è famigliare, la stessa sensazione che percepisco quando pattino, quando mi lascio andare alla musica e agli insegnamenti che, negli anni, ho fatto miei.

Sono salita fino a qui a piedi, contrariamente a quanto dovrei, ma questi sono gli unici attimi che ho per gestirmi da sola, per fa sì che non sia il mio team a occuparsi di me e delle mie esigenze, e forse è proprio per questo che amo tornare qui. Qui in questo paese, qui in queste vie, qui dove tutto è iniziato e dove tutto finirà. 

Ho questa certezza da sempre, ce l'ho nonostante il mio destino e la mia carriera mi portino sempre più lontano, ma so che, quando tutto si fermerà, quando tutto sarà finito, sarà esattamente questo il luogo in cui tornerò. 

Tornerò qui, ma forse non da lui, e questa è la cosa che fa più male. In cuor mio speravo che ce l'avremmo fatta, che lo avrei trovato esattamente qui, una volta che la mia carriera sarebbe finita, ma stavolta è diverso... Lui lo è, e anche il nostro rapporto. 

Le cose non andranno meglio quando gli comunicherò la novità, so che odia i cambi di programma, soprattutto quelli che riducono il poco tempo che abbiamo per stare insieme, ma devo tornare in Canada per gli allenamenti prima del previsto e, anche quest'anno, festeggeremo il capodanno separati. 

Quindi eccomi qui, davanti al suo resort, davanti a casa sua, per comunicargli quello che succederà; nei prossimi giorni, nella mia vita e, sono sicura, anche nella nostra.

Busso piano alla porta e sono felice che sia proprio lui ad aprirmi. La sua famiglia non ha una buona visione nei miei confronti, nonostante si sforzino ogni volta per dimostrare il contrario, ma contrariamente a tutto il resto del paese, non amano vedere loro figlio soffrire e non posso biasimarli, so che gran parte della sua infelicità, è dovuta a me.

"Gab? Stai bene?"

Sorrido, davanti alla sua preoccupazione. La nostra relazione è scandita da programmi. Li abbiamo fatti sin da quanto abbiamo stabilito di essere ufficialmente fidanzati a sedici anni e, in quel caso erano davvero eccezionali; avremmo vissuto la nostra carriera agonistica insieme, e poi saremmo tornati qui, ci saremmo sposati, e avremmo avuto almeno due bambini. E ora... Ora i programmi sono cambiati, continuano a cambiare e, nonostante questo, riusciamo ancora a stupirci se, qualcosa fuori programma, attraversa le nostre vite.

"Tutto bene, possiamo parlare un attimo, prima che vai al lavoro?"

"Certo, entra pure!"

"Preferirei stare qui fuori se per te non è un problema..."

Mi studia per qualche secondo come fa spesso. Mi ha sempre guardata come se fossi la cosa più bella che potesse capitargli nella vita e questo era sufficiente per farmi stare bene. Ha sempre avuto questo sguardo magnetico, l'ho amato così tanto perché non aveva bisogno di altro; di parole, di spiegazioni, di gesti. Bastava quello sguardo perché io mi sentissi amata e lui, in questo, è sempre stato eccezionale.

Oggi però si limita a studiarmi, come se stesse analizzando una delle tante motoslitte con le quali si trova a trafficare, privandomi di quell'amore incondizionato del quale mi sono sempre cibata. Ma è giusto così... Va bene così... Perché so che, se le cose sono cambiate, è anche colpa mia.

Chiude la porta alle sue spalle, lasciandomi la libertà di anticiparlo. Mi dirigo verso la panchina sistemata a lato del resort e lui semplicemente si siede, accendendosi una sigaretta.

Ho sempre odiato questo vizio. Ho tentato di farglielo perdere in tutti questi anni, ma lui non ha mai ceduto. Mi ha promesso che avrebbe smesso un giorno, quando i nostri figli sarebbero venuti al mondo e lui avrebbe potuto fargli del male... Ora mi chiedo se smetterà mai... Se porrà fine a questo strazio per la sua salute e per se stesso prima o poi, perché quei bambini, con molte probabilità, non arriveranno mai.

"Sei sicura di star bene?"

Me lo domanda, posando una mano sulla mia e io potrei sciogliermi. Amo le sue mani, amo ogni parte del suo corpo, perché per me hanno sempre significato protezione; dal mondo, dal futuro, dall'incertezza forte che ha iniziato a incombere su di noi, quando lui ha deciso di smettere di pattinare.

"Sto bene, non ti preoccupare... Scusa se ti ho disturbato così presto, so che devi andare al lavoro a breve, ma pensavo fosse giusto avvertirti subito... Prima che tu decida di fare programmi o altro..."

"Avvertirmi di cosa?"

"Mi hanno anticipato la partenza... Parto tra due giorni..."

Il silenzio che ci avvolge diventa pesante, soffocante. Il fumo della sigaretta ci circonda, ma non mi sento autorizzata a rimproverarlo o a chiedergli di spegnerla. I suoi silenzi sono pericolosi, sono significativi e io ho una paura incredibile di non sapere affrontare questo. Quello che mi sta dando senza degnarmi di uno sguardo. Quello che, ho il terrore, sia l'unica cosa che mi donerà da ora in poi. "Harry..."

"Ho fatto domanda per degli stage, a Milano e Roma. Ho deciso che non voglio stare qui, che voglio darmi una possibilità a prescindere dai piani che tutti hanno deciso per me..."

Non me l'aspettavo. Di tutte le cose speravo mi dicesse, questa non era contemplata e la mia paura diventa sempre più reale. "Sono felice..."

Mi interrompe anche stavolta, fulminandomi con lo sguardo. "L'ho fatto perché stare qui senza di te è diventato insopportabile, Gab. Non posso più sopportarlo, non ho più le forze per sopportarlo..."

Abbasso lo sguardo. Lo so, l'ho capito anni fa, ma non sono stata in grado di trovare una soluzione che avrebbe reso felici entrambi. Io lo sono, lo sono sempre perché ho la possibilità di rincorrere il mio sogno, nella consapevolezza che, una volta tolti i pattini, a prescindere dal posto del mondo in cui mi trovo, lui c'è. C'è a chilometri di distanza, c'è qui, all'interno di quei programmi che eravamo troppo giovani per concretizzare. Qui, ad aspettare che io chiudessi il cerchio della mia vita... Ma il suo cerchio, non è più compatibile con il mio.

"Mi stai lasciando?"

Glielo domando con un filo di voce, nonostante fossi pronta a questa eventualità. Sono venuta qui, consapevole che sarebbe andata in questo modo, perché lo conosco. Conosco il ragazzo di sedici anni che ha rapito il mio cuore, conosco l'uomo che è diventato lontano da me. Lo conosco e so che, perdere lui, significa perdere un pezzo del mio cuore.

 "No, non lo sto facendo. Diventa solo ogni giorno più difficile andare avanti..."

È tremendamente difficile. È la cosa più difficile del mondo. Lo è dal momento che non ho alternativa, che noi non ce l'abbiamo. "Sono costretta a farlo io allora..."

I suoi occhi verdi sono stupiti su di me. Non parla, non dice nulla, è sconvolto e se non mi fossi preparata a questo tanto tempo fa, probabilmente lo sarei anche io. "Non possiamo continuare così, Harry... Non possiamo a maggior ragione adesso che hai deciso cosa fare del tuo futuro. È giusto che tu lo faccia, sono fiera di te e sono felice per te... Ma io non ho più la forza di andare avanti così."

Sto cercando di trattenere tutto; i sogni che crollano, le speranze che sfumano, le lacrime che lottano per scendere. Ma sono abituata a farlo; mi hanno insegnato a recitare, a mostrare un sorriso di circostanza per le interviste, e quello da atleta per le esibizioni. Mi hanno insegnato a lasciare i problemi fuori dal ghiaccio, a vivere due vite separate; quella da professionista e quella da Gabriella, e non pensavo che, quella da professionista, mi sarebbe stata utile proprio in questa circostanza.

Mi alzo dalla panchina, rivolgendogli il sorriso più difficile del mondo. Come faccio a sorridere all'amore della mia vita, mentre lo sto lasciando? Come farò domani a svegliarmi, nella consapevolezza che lui non ci sarà più?

La verità è che mi sono illusa da sola. Lui non c'è da molto più tempo. Non c'era nelle telefonate, nelle video chiamate, e non c'è stato davvero nemmeno quando mi abbracciava, quando faceva l'amore con me. C'era il ragazzo che è lui oggi... Quello che io non riconosco più, quello che probabilmente, apparterrà a qualcuno che non posso essere io.

Persiste nel guardarmi, senza riuscire a fermarmi, a dirmi qualcosa per impedirmi di andarmene per sempre. Non lo fa perché anche lui, in cuor suo, sa che è l'unica soluzione per noi, quella che lui non aveva abbastanza coraggio da affrontare per primo. 

Il ragazzo che mi ha tenuto per mano per tutti questi anni l'avrebbe fatto. Mi avrebbe baciata, impedendomi di continuare, di dire anche solo una delle parole che ho detto, ma forse quel ragazzo non c'è più... Ed è una piccola consolazione per il mio cuore ferito, che si trova a combattere per non spezzarsi definitivamente.

Mi avvicino a lui, incapace di rimanere qui un secondo di più. Gli lascio un bacio sulla guancia, lo abbraccio brevemente, prima di dargli le spalle e incamminarmi.

Mi incammino verso il mio futuro senza di lui. Mi incammino verso il vuoto che dovrò riuscire a colmare. Mi incammino verso il paese che un giorno mi accoglierà, che mi riabbraccerà, che curerà stanotte il mio dolore.

Mi incammino verso la consapevolezza di aver appena fatto qualcosa per lui. Qualcosa che capirà solo quando sarà pronto ad accettarlo. Ho appena messo lui al primo posto, gli ho appena urlato di amarlo, permettendogli di vivere la sua vita, senza essere legato alla mia. 

Gliel'ho appena detto, l'ho appena fatto. Dovrei essere felice, ma il mio cuore sta piangendo e anch'io, ormai, non ho più ragione di trattenere le lacrime.

So if you love someone 
You should let them know 
The light that you left me will everglow 

 

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