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Capitolo 8

Mi rigirai più volte nel letto, era zuppo di sudore. La testa mi stava scoppiando, e il cuore mi stava battendo all'impazzata. Quel sogno sembrava così vero, pensavo sul serio di stare per morire e adesso ero troppo spaventato per addormentarmi di nuovo. Rimasi sveglio a fissare il soffitto fino a che la sveglia suonò per avvertirmi di prepararmi per la scuola.

Le mie lezioni volarono, ed era finalmente arrivata l'ora di inglese, che era diventata la mia lezione preferita da quando la frequentava anche Harry. Per tutto il tempo ci facevamo i versi e delle facce buffe, e ci passavamo dei bigliettini quando la professoressa non ci guardava. La campanella suonò, e la lezione finì. Harry ed io stavamo per uscire quando la prof disse ad Harry di rimanere. Ci scambiammo degli sguardi confusi, e lui scrollò le spalle. Aspettai che uscisse fuori dalla porta. Quando uscì, aveva la mascella tesa, e i pugni stretti lungo i fianchi.

"Cos'è successo?" Chiesi.

"Ho sotto inglese, cazzo!" Disse arrabbiatissimo.

"Cosa? Perché?" Ero scioccato. Avevo sempre pensato che Harry era un bravo studente. Sembrava come se volesse dare sempre il meglio di sè in ciò che faceva.

"Non lo so, la prof è così fottutamente stupida." Imprecò.

"Beh e come pensi di recuperarla?"

"Ha già chiamato mia mamma per dirglielo, e apparentemente sembra che mi vogliano trovare un tutor, che cosa fottutamente fantastica!" Disse sarcasticamente.

"Beh io sono abbastanza bravo in inglese. Potrei essere io il tuo tutor se vuoi." Proposi.

"Oh si! Sarebbe perfetto! Questo potrebbe essere una scusa per passare più tempo con te." Tirò la testa indietro e iniziò a ridere.

"Okay quando vuoi iniziare?" Chiesi.

"Che ne dici di oggi dopo la scuola? Vengo da te, va bene?" Rispose.

"Sì sì, per me va bene." Gli sorrisi.

Mi baciò la fronte e ci dirigemmo nelle nostre rispettive classi, fino all'ora di pranzo. Lì incontrammo Liam, Zayn e Niall. Harry stette tutto il tempo seduto accanto a me, e strusciava di proposito la sua spalla contro la mia. Almeno credo. Il suo tocco era caldo e mi faceva venire le farfalle bello stomaco. Era davvero strano che mi provocasse una reazione del genere.

Il resto delle lezioni passò velocemente, e dopo 2 ore ero a studiare in casa mia quando il campanello suonò. Guardai fuori dalla finestra di camera mia e vidi l'auto di Harry parcheggiata lì fuori. Corsi giù dalle scale e aprii la porta. Harry era immobile sulla soglia, con un ghigno sul viso e lo zaino sulle spalle.

"Pronto per essere tutorato?" Lo stuzzicai.

"E me lo chiedi anche? Certo che sì." Mi baciò sulla guancia ed entrò.

"Okay, andiamo." Salii le scale verso la camera seguito da Harry. Appena entrato mi buttai sul letto a pancia in giù con i libri difronte a me.

"Su, non rimanere lì impalato, sfaticato, tira fuori i libri." Lo presi scherzosamente in giro. Prese tutto l'occorrente dallo zaino e iniziai a spiegargli delle cose che non aveva capito.

"Ma non riesco ancora a capire." Credo che fosse la 257esima volta che si lamentava.

"Dai, ci riuscirai." Lo incoraggiai.

"No, non è vero, sono stupido." Disse con uno sguardo davvero triste. A quelle parole mi si spezzò il cuore.

"No, non lo sei Harry. Sei intelligente, hai solo bisogno di un po' d'aiuto. Tutti hanno bisogno d'aiuto per fare al meglio il proprio lavoro. Non buttarti giù." Mi avvicinai e lo baciai. Lui sorrise e continuammo a lavorare silenziosamente. Dopo un po' sentivo Harry che mi fissava.

"Harry mi stai fissando." Alzai lo sguardo su di lui e sogghignai.

"No non è vero." Mentì.

"Sì invece." Dissi.

"Scusa ma non so di cosa tu stia parlando." Rise.

"Sì sì certo." Alzai scherzosamente gli occhi al cielo.

"Possiamo fare una pausa per favore? Abbiamo studiato per 2 ore!" Fece il broncio. Dio era così adorabile! Pensavo che da lì a poco il cuore mi sarebbe esploso.

"Sì, tanto devo preparare la cena." Saltai giù dal letto e aprii la porta.

"Ooh allora ti aiuto io." Propose.

"Tu sai cucinare?" Chiesi sorpreso.

"Sì signore." Disse vantandosi.

Preparammo insieme il fritto e ci continuavamo a tirare il cibo addosso. Quando avemmo finito, posizionai il grande piatto di fritto sul tavolo per mio padre, quando sarebbe tornato.

"Perfetto." Dissi.

"Sai cos'è ancora più perfetto?" Chiese Harry.

"Cosa?" Chiesi io di rimando.

"Tu."

"Ecco lo sdolcinato." Lo presi in giro.

"Dai che ti piace." Si avvicinò a me e premette le sue labbra alle mie. Mi prese in braccio per i fianchi e mi poggiò sul bancone, infilandomi la lingua in bocca. Misi le dita tra i suoi ricci e li tirai leggermente. Lui gemette nella mia bocca, e potevo sentire quanto era duro.

All'improvviso sentii lo sbattere di uno sportello, e mi allontanai da lui.

"Oh merda! Mio padre, è meglio che tu vada, mi dispiace."

"Cosa? Perché?" Chiese.

"Lui non sa che sono gay ricordi?"

"Sì, ma non puoi semplicemente presentarmi come un tuo amico?"

"A lui non piace che non gli dica quando invito dei miei amici a casa. Scusami, ma sta per entrare." Lo guidai verso la porta sul retro.

"Ma la mia roba?" Chiese.

"Te la porto domani a scuola." Risposi.

"Oh d'accordo." Rispose, gli si leggeva negli occhi che era dispiaciuto e confuso. Mi sentivo così stronzo a fare così, ma non avevo altra scelta. Se mio padre lo avesse visto mi avrebbe ucciso.

"Scusami tesoro." Lo baciai velocemente sulle labbra. Questo sembrò tirarlo un po' su, e sorrise salutandomi. Mi sentivo così in colpa, ma cercai di scacciar via quella sensazione.

Mio papà entrò dalla porta principale, tirò le chiavi sulla mensola e mise il giacchetto all'attaccapanni.

"Ti ho preparato la cena." Gli dissi.

"Finalmente. Adesso stai diventando utile." Questa era la cosa più vicina a un complimento che mi avesse mai detto.

"È sul tavolo. Ti ho preparato il fritto."

"Okay. Siccome stasera sono buono ti invito a sederti insieme a me a cenare." Disse. Ero sorpreso, di solito mi diceva di andare a mangiare in camera mia. Raramente mi faceva mangiare al tavolo con lui. Mi sederti davanti a lui e iniziammo a mangiare, non volevo rovinare il suo buon umore.

"Questo fritto fa schifo." Disse.

"Scusa, posso portarlo via." Mi alzai e presi il suo piatto. Lui mi tirò per terra e il piatto si ruppe in mille pezzi.

"Ti ho per caso detto di portare via questo fottuto piatto, cretino? Ho solo detto che era orribile. Ora guarda cosa diavolo hai fatto! Hai fatto fottutamente un grosso casino! Pulisci questa merda e dopo fila in camera tua. Non voglio più vedere la tua brutta faccia di merda per tutta la sera." Mi sgridò.

Pulii tutto il più veloce che potevo, che fu una cattiva idea dato che mi tagliai con i pezzi rotti del piatto. Il sangue mi colava dalle mani e dai piedi, perché alcuni li avevo pure pestati, ma non mi interessava pulire il sangue per ora. Avevo perso tutte le energie, e volevo solo andarmene a letto. Dopo aver pulito tutto quel casino, andai su in camera mia. Vidi lo zaino e i libri di Harry per terra, e il senso di colpa tornò. Misi tutta la sua roba nel suo zaino. Prima di andare a letto guardai il cellulare e vidi 2 messaggi da Harry.

"Dovresti farmi da tutor più spesso. È stato divertente :)" Diceva il primo.

"Buonanotte, dormi bene." Diceva il secondo messaggio.

Mi addormentai con un sorriso stampato in faccia. Harry era la luce della mia vita, e con lui, tutto nella mia vita stava andando bene. Con lui, ero finalmente felice.

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