"Louis svegliati!" Sentii dire da una voce familiare. "Louis! Louis svegliati!" Ripetè la voce.

Aprii gli occhi e non potei credere a chi c'era davanti a me. Mia mamma.

"M-mamma come mai sei qui? I-"

"Louis ascoltami." Mi ordinò.

"Okay ti ascolto."

"Mi dispiace."

"Ti dispiace per cosa?"

"Mi dispiace per averti lasciato. Mi dispiace per essere morta. Se non fossi morta, non ti sarebbe mai successo tutto questo. Amore mi dispiace così tanto. Desidero tanto essere qui con te. Des-" La bloccai abbracciandola. Le lacrime rigavano i visi di entrambi. Non potevo credere di star abbracciando mia madre di nuovo. Ho sempre amato i suoi abbracci; erano così caldi e affettuosi. Ogni volta che ero triste, quando ero piccolo, mi bastava un suo abbraccio per mandar via tutta la mia tristezza.

"Louis non posso rimanere qui, devo andare." Disse tristemente.

"Ma non puoi! Devi restare, è una tortura senza di te. Mi manchi tantissimo." Piansi.

"Mi dispiace. Devo. So che stai passando un brutto periodo, ma ce la farai. So che tu sarai in grado di farcela, sei il mio piccolo grande soldato, ti voglio bene Louis." Disse.

"Aspetta!" La richiamai. Provai ad abbracciarla di nuovo, ma lei stava scomparendo ogni secondo di più.

"Ti voglio bene." Mi disse prima di scomparire definitivamente. Appena se ne andò, mio padre si fiondò in camera mia.

"Ho una sorpresa per te." Annunciò. Una sorpresa? Era così strano!

"Cos'è?" Chiesi.

"Questo." Si avvicinò a me, mi mise un panno sulla faccia e io persi i sensi.

***

Quando mi svegliai di nuovo, ero sulla spiaggia, e avevo mani e piedi legati. Avevo addirittura del nastro adesivo sulla bocca.

"Oh guarda si è svegliato." Disse una voce. Guardai dietro di me e vidi mio padre con due uomini sconosciuti. Uno era grosso, calvo e aveva delle macchie di grasso su tutta la maglietta. L'altro era più magro, folti baffi, e dei capelli lunghi e grassi.

"Fate quello che dovete fare ragazzi." Disse mio padre ai due uomini.

Loro mi presero dalle braccia e mi iniziarono a portare verso il mare. Provai a divincolarmi, ma non servì a niente. Urlai, ma il tappo sulla mia bocca lo smorzò. Iniziai a singhiozzare, cercando di scappare dalle loro grinfie, anche se sapevo che non ci sarei riuscito.

"Nessuno può sentirti. Non puoi scappare ragazzo. Non c'è nulla che puoi fare." Disse l'uomo magro.

Mi tirarono sulla sabbia, vicino all'acqua. L'uomo più grosso tirò fuori dalla sua tasca il nastro adesivo mentre quello più magro mi tirò uno zaino sullo stomaco. Cazzo era pesante. Presero il nastro adesivo e scotcharono lo zaino a me. Mi sembrava di non poter più respirare.

"Affogherai sicuramente con uno zaino del genere." L'uomo grasso iniziò a ridere.

"Morirai in men che non si dica, quando ti tireremo in oceano. Mi chiedo chi mai troverà il tuo corpo."

Sghignazzò l'altro. Provai ad urlare di nuovo e lui mi tirò uno schiaffo. "Smettila stupido coglione. Pensi davvero che qualcuno ti sentirà? A nessuno frega un cazzo di te. Sei un coglione." Sbottò.

Iniziarono a trascinarmi di nuovo, poi mi sollevarono e mi tirarono. Il mio corpo colpì l'acqua ed iniziai ad affogare. Il peso dello zaino era davvero troppo pesante. Lottai per respirare. L'acqua sporca mi sovrastò. Provai a scalciare, ma la corda intorno alle mie gambe mi impedì di farlo. In quel momento realizzai che non ce l'avrei fatta a sopravvivere.

Tornai su per qualche secondo, ma subito dopo ricominciai ad affogare. Stavo esaurendo l'ossigeno, e pensavo che da un momento all'altro i miei polmoni sarebbero esplosi. L'ultima cosa che vidi, prima di perdere i sensi, fu mio padre e quei due fottuti bastardi ridere di me e poi andarsene.