Capitolo 20
La settimana successiva, Harry venne a casa mia per aiutarmi con i compiti, cosa che alla fine non fu proprio così, dato che la maggior parte del tempo scherzavamo o ci baciavamo. Le nostre magliette erano sul pavimento accanto al mio letto, e lui stava sorridendo sopra di me. Entrambi stavamo ansimando e la stanza stava diventando alquanto stretta, prima che sentissi sbattere la porta d'ingresso, e una voce possente gridare il mio nome dal piano terra.
"Merda! È mio padre!" Sussurrai.
"Cosa facciamo?" Chiese Harry.
"Tieni." Gli porsi la sua maglietta. "Nasconditi nell'armadio." Ordinai.
Lui scoppiò a ridere, e rimasi confuso per un attimo, poi però si voltò verso l'armadio.
"Sì, sì molto divertente, ma ora entra!" Lo spinsi dentro.
"Louis!" Mi chiamò di nuovo mio padre.
"Qualsiasi cosa tu senta, non scendere giù o uscire da questa stanza, chiaro?" Chiesi velocemente ad Harry.
"Sì, ho capito." Promise.
Mi fiondai fuori dalla camera, mentre mi rimettevo la maglietta e corsi giù per le scale, per vedere mio padre incazzato che mi stava fissando.
"Non hai preparato di nuovo cena, eh?" Disse furiosamente.
Merda, non c'avevo completamente pensato da quando Harry era arrivato. "N-n-no." Balbettai.
"Mmm." Mugolò, prima di avvicinarsi a me. Feci un passo indietro andando a sbattere contro il muro, sapevo cosa sarebbe successo. Chiusi gli occhi e aspettai che la sua cintola venisse a contatto con la mia pelle. Invece, sentii il sapore del fumo e aprii gli occhi, c'era mio padre con una sigaretta in bocca.
"Non ti picchierò stavolta, Louis." Mi disse.
"N-no?" Chiesi.
"No. Sei libero di tornare su." Mi sorrise, anche se fu un sorriso inquietante. Sapevo che c'era sotto qualcosa, ma non feci domande.
"O-okay." Balbettai di nuovo prima di farmi strada verso le scale, ma mentre salivo il primo scalino una mano mi afferrò con forza il braccio e mi tirò giù. In un attimo, mi sbattè contro il muro della sala. Alzai gli occhi sul viso di mio padre, che non smetteva di ridere.
"Eri davvero convinto che ti avrei lasciato andare?" Continuò a ridermi in faccia.
"Sì, pensavo di sì." Balbettai.
"Oh, piccolo ingenuo." Mi prese in giro.
"Cosa mi farai?" Piagnucolai.
Invece di rispondermi, mio padre mi colpì nello stomaco, così forte, che mi fece piegare in due dal dolore. Poi si tolse la sigaretta dalla bocca e con una mano mi bloccò il polso. Pressò su di esso la sigaretta, ed io urlai dal dolore. La sensazione di bruciore era insopportabile, la tenne lì per circa qualche secondo, che sembrarono decenni, prima di toglierla. Le bruciature lasciarono parecchi segni sul mio polso. Mio padre, poi, mi prese l'altro polso, e pressò anche su di esso la sigaretta. Continuai ad urlare dal dolore, mentre le lacrime mi scorrevano sulle guance. Alla fine tolse la sigaretta e mi diede un pugno nello stomaco, prima di incamminarsi verso la cucina, continuando a non fregargli un cazzo di me.
Scivolai a sedere sul pavimento della sala, piangendo in silenzio, prima di ricordarmi che Harry era ancora chiuso in camera mia. Corsi su per le scale e lo trovai seduto sul mio letto, che si stava passando furiosamente le mani tra i capelli. Appena mi vide, si precipitò su di me con uno sguardo preoccupato.
"Louis stai bene? T-ti ho sentito urlare due volte e mi sono spaventato. Volevo scendere, ma mi avevi detto di rimanere qui qualsiasi cosa avessi sentito. Sono stato stupido. Sarei dovuto scendere giù. Ti avrebbe potuto uccidere, o-" Lo interruppi.
"Harry sto bene. Non c'è niente di cui preoccuparsi." Mentii.
"Non mentire." Mi disse.
"Non sto mentendo." Mentii di nuovo.
"Sì, invece." Disse.
"No, sto bene Harry. Te lo giuro." Gli mostrai uno dei sorrisi più falsi.
"Allora perché ti ho sentito urlare?" Chiese.
"Sono andato giù per preparare la cena a mio papà, e mi sono cascati due piatti, e di conseguenza ho urlato due volte. Niente di che, non preoccuparti Harry." Gli mentii un'altra volta. Mi dispiaceva fargli questo, ma non avevo scelta. Non potevo dirgli che mio padre mi picchiava e abusava di me.
Lui mi fissò per qualche secondo, prima di annuire e biascicare un "okay".
"Credo che dovrei andare. È abbastanza tardi." Disse dopo aver dato un'occhiata all'orologio.
"Oh, okay." Dissi a bassa voce.
"Ehi! Che ne dici di andare al carnevale domani?" Propose.
"Che carnevale?"
"Quello in centro."
"Si va bene. Mi piacerebbe molto." Sorrisi, il mio umore era leggermente migliorato.
"Okay, passo a prenderti alle 17.30 allora piccolo." Mi lasciò un casto bacio sulle labbra. Stava per uscire dalla camera, quando lo fermai.
"Mio papà è qui, ricordi? Potrebbe sentire la porta aprirsi e chiudersi." Gli ricordai.
"Già. Allora uscirò dalla finestra."
"Sei sicuro? È parecchio alta da terra. Non voglio che ti faccia male."
"Credo che ti sia dimenticato dell'albero fuori dalla tua finestra. Posso aiutarmi calandomi da quello, amore va tutto bene." Mi sorrise.
"Okay, allora ciao, e non cadere dall'albero." Scherzai.
"Sì sì, ciao, ci vediamo domani." Alzò gli occhi al cielo e mi baciò sulla guancia, prima di andare verso la finestra e calarsi giù.
***
La notte seguente, stavamo passeggiando per le vie del carnevale, tendendoci per mano e mangiando caramelle. Sembrava che a nessuno importasse se due ragazzi si stessero tendendo per mano in pubblico, cosa di cui noi eravamo grati. Non volevo che degli stronzi omofobi venissero a rompere le palle.
"Ehi guarda! La ruota panoramica." Harry indicò in un punto davanti a noi.
"Mmh." Mugolai.
"Andiamoci." Mi strinse la mano.
"Non posso." Risposi.
"Perché?"
"Perché non posso."
"Ma perché?"
"Perché non voglio?"
"Aspetta un attimo. Soffri di vertigini?" Domandò con un leggero sarcarmo.
"No. Di cosa stai parlando?" Mentii.
"Soffri di vertigini, non è vero?"
"Abbassa la voce!"
"Aw, povero Louis, soffre di vertigini."
"Stai zitto!"
Non preoccuparti amore, sarai al sicuro con me. È molto bello, giuro. Prova almeno un giro con me dai, ti prego." Mi chiese con aria triste.
"Uff, va bene." Accettai. Non riuscivo a dire di no ad Harry.
"Sì!" Esultò. Mi guidò verso la ruota panoramica, ma ogni passo che facevamo per avvicinarci, diventavo sempre più nervoso.
"Lascia perdere, non ho più voglia di farlo." Cercai di cambiare strada.
"Su su forza, non fare il cagasotto." Mi prese e mi trascinò fino alla ruota.
Ci sedemmo nel seggiolino e le porte si chiusero. Ero in trappola. Perché ho accettato?
"Calmati Louis. Andrà tutto bene. D'accordo?" Mi rassicurò.
"D'accordo."
La ruota panoramica iniziò a muoversi lentamente, allora strisi forte la mano di Harry. Lui me la strinse di rimando, e questo gesto mi fece calmare leggermente. Chiusi gli occhi e mi poggiai sul sedile, cercando di rilassarmi.
"Apri gli occhi. Questa è la parte più bella." Harry mi avvisò.
Aprii gli occhi e vidi una fantastica vista difronte a me. Il cielo notturno era così bello da togliere il fiato. La luna era alta nel cielo e un barlume di stelle illuminava il paesaggio. Abbassai lo sguardo con timore e vidi il carnevale. Sembrava meraviglioso da lassù. Mi voltai per vedere Harry, e lui mi stava fissando. Ci guardammo negli occhi per qualche momento, fino a che entrambi non ci ritrovammo l'uno contro l'altro. Le nostre labbra si incontrarono, Harry afferrò i miei fianchi, avvicinandomi ancora di più a lui. Avvolsi le braccia attorno al suo collo, mentre giocavo con i suoi capelli. Entrambi ci allontanammo, poggiando la fronte l'una contro l'altra. Il giro era terminato.
Scendemmo per mano, sorridenti. Stavamo andando verso un'altra giostra, quando un ragazzo mi sbattè addosso.
"Ehi, guarda dove vai frocio!" Disse.
"Non provare fottutamente a chiamarmi frocio!" Gridai.
"Beh, la parola sembra giusta, dato che sei gay, no? Te e il tuo ragazzo frocetto del cazzo che vi tenete per mano." Sbottò.
"Cosa cazzo mi hai appena fottutamente detto?" Dissi incazzato.
"Ho chiamato te e il tuo fottuto ragazzo, froci." Disse soddisfatto.
"Chiamaci froci un'altra volta, e ti giuro che.." Ribollii.
"F-R-O-C-I. Froci." Sogghignò.
Non esitai un attimo, il mio pugno si connettè col suo occhio. Sentii Harry irriggidirsi dietro di me.
"Ma che cazzo!" Lo stronzo urlò, mentre si copriva l'occhio colpito con la mano.
"Come cazzo ci si sente, eh? Omofobo del cazzo!" Gli sorrisi. Mi voltai per andarmene quando il ragazzo di prima mi afferrò da dietro, mi voltò, e mi colpì il naso. Lo toccai e mi faceva malissimo. Ed in più il sangue iniziava a sgorgare come una fontana.
"Che diavolo!" Gli urlai contro.
"Come cazzo ti senti adesso te, brutto frocio di merda?" Disse avvicinandosi a me.
"Louis andiamocene prima che la cosa degeneri." Mi sussurrò Harry, ma lo ignorai. Invece, mi avventai di nuovo su quello stronzo e lo colpii nello stomaco. Barcollò un po' indietro, ma riuscì a rimanere in piedi. Fece qualche passo verso di me e mi colpì le palle, il quale gesto mi fece cadere a terra dal dolore. Continuò a tirarmi calci e pugni, mentre a volte lo colpivo anche io. Continuammo a fare a botte, fino a che qualcuno mi allontanò dal mio avversario. Fui portato via da lui, mentre lo continuavo ad insultare, e lui insultava me. Mi voltai e guardai con aria brutale Harry.
"Perchè l'hai fatto? Avrei potuto spaccargli il culo!" Urlai.
"Calmati! Non vuoi essere arrestato per rissa, no?" Chiese. Capii e cercai di calmarmi un po'. Senza dire una parola, montai in macchina e non gli rivolsi la parola per tutto il viaggio. Lui continuava a fissarmi, ma non ricambiai mai lo sguardo. Non mi portò a casa mia, ma invece, mi portò da lui.
Entrammo in casa sua in silenzio. Mentre stavo per allontanarmi da lui, gentilmente mi afferrò il polso e mi condusse verso il bagno. Mi sedetti sul gabinetto e prese un kit di pronto soccorso. Mi osservò il viso e iniziò a pulirmelo in silenzio. C'era della tensione nell'aria, e non sapevo se fosse un bene o un male. Quando finì, posò un casto bacio sulle mie labbra e sorrise.
Mi alzai in piedi, gli chinai la testa e lo baciai. Afferrai i suoi ricci e un profondo gemito vibrò dal suo torace. Gli tolsi la maglia e la lanciai dietro di me, mentre lui fece la stessa cosa con la mia. Iniziai a tirar giù la zip dei suoi jeans, quando lui mi prese in braccio portandomi in camera sua. Mi sdraiò sul letto, ma io capovolsi la situazione, facendo sì che io fossi sopra di lui.
"Adesso è il mio turno amore." Dissi.
Ci spogliammo dai nostri boxer e le nostre erezioni uscirono fuori. Harry raggiunse il suo comodino accanto al letto per prendere il tubetto di lubrificante e porgendomelo, mentre le nostre labbra non si staccavano mai l'una dall'altra. Mi misi la pomata e lentamente entrai dentro di lui. Sobbalzò dal dolore e mi bloccai per un attimo, lasciando che si regolasse, prima di ricominciare. Con ogni mia spinta, i suoi gemiti diventavano sempre più forti. Questa era la prima volta, in cui avemmo fatto del sesso folle, ed era stato fantastico. Portò via tutte le tensioni e c'eravamo solo io ed Harry. La schiena di Harry si inarcò, facendomi capire che era arrivato al culmine, cos' le mie spinte diventarono sempre più forti e veloci, fino a che non venne sul mio stomaco urlando il mio nome. Spinsi dentro di lui ancora una volta, prima di venire, poi mi allontanai e caddi sul letto di fianco a lui.
Poggiai la testa sul suo petto, mentre lui disegnava dei piccoli cerchi sul mio braccio. Tutta la tensione che c'era prima tra noi, era svanita. Chiusi gli occhi e stamo per abbandonarmi al sonno quando Harry parlò.
"Louis?"
"Mmh?"
"Buonanotte."
"Buonanotte."
"Sogni d'oro amore." Disse mentre mi passava le dita tra i capelli.
"Sogni d'oro a te Harry." Dissi prima di cadere in un sonno profondo.
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Scusate per questa lunga attesa ma non è stato un buon periodo per me, e sono riuscita a pubblicare solo adesso, mi scuso ancora con tutti voi, un bacio!
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