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CHARLES LECLERC


"Facciamo scorta di latte" propone Lando Norris, l'ho sempre considerato un po' bambino ma mai fino a questo punto.

Mi porto una mano sulla fronte e sospiro esasperato:"Morirò qui, in un branco di idioti", Daniel si volta verso di me e mima con le labbra un "non sei l'unico".

La signora Elvira, la donna che ci accompagnerà fino alla scuola in cui trascorreremo la quarantena obbligatoria, prosegue dicendo:"Tutti gli armadi presenti nella cucina della scuola sono stati riempiti con viveri di ogni genere. Vi chiedo gentilmente di non assaltarli come dei barbari non appena arrivate"

Lewis Hamilton, rinvenuto dopo il suo svenimento, alza la mano tatuata e domanda:"C'è campo in quella scuola? Altrimenti io non vengo, vi avviso"

La donna fa cenno di no con la testa e Lewis Hamilton spalanca gli occhi, bisbigliando:"Oh no, questo è peggio di un incubo"

Trattengo un sorriso e la donna dai capelli color perla ci intima di seguirla, procediamo in fila indiana e in questo momento sembriamo dei carcerati, come quelli che si vedono nei film americani con le prigioni nel deserto e che lavorano ogni giorno sotto il sole cocente.

La scuola non è molto distante, in meno di cinque minuti siamo arrivati, il cancello di ingresso è aperto e ci sono numerosi fotografi per documentare il nostro arrivo.

Una volta superata la folla di paparazzi, entriamo nella scuola e ci sottopongono tutti a un tampone che mi lascia una strana sensazione all'interno della bocca.

La scuola è accogliente, mi ricorda la scuola dove andavo da piccolo e mi trovo subito a mio agio.

L'aula in cui ci viene detto di rimanere è la più grande della scuola, al centro di essa c'è un tavolo e sui mobili sono disposti diversi giochi di società.

Ci disponiamo tutti attorno al tavolo e per i primi attimi rimaniamo in un silenzio a dir poco imbarazzante, mi guardo le unghie delle mani e mi rammento per l'ennesima volta che devo smettere di spezzarmi le unghie. È un brutto vizio che mi porto dietro da tempo

Lando si alza dalla sua sedia e credo di avere un'idea di dove stia andando, penso che tutti abbiamo idea di quanto sia strano quel ragazzo.

Daniel prende la parola:"Allora... che volete fare? Abbiamo tanto tempo da passare assieme, ci sono i giochi di società oppure possiamo semplicemente stare in silenzio per i prossimi, che ne so, quattordici giorni?"

Zaira guarda la PR di Daniel con uno sguardo bruciante; la ragazza dai capelli biondi, che ho capito chiamarsi Astrid, avverte che qualcuno la sta fissando fin troppo intensamente e alza immediatamente la testa.

"Oppure qualcuno potrebbe ammettere le proprie colpe. Non è così, Astrid?" chiede Zaira in tono gelido, tanto da farmi venire la pelle d'oca.

George cerca di dire:"Posso spiegare..." ma immediatamente viene interrotto dalla ragazza dai capelli azzurri che ringhia:"Tu stanne fuori, hai già fatto abbastanza danni"

Max Verstappen, seduto accanto a me, guarda la scena e ridacchia, per evitare di interrompere il silenzio che alleggia nella stanza mi avvicino all'olandese e sussurro:"Ti piace assistere ai litigi altrui? Come una vecchietta pettegola?"

Il pilota Red Bull afferma:"Si, mi piace assistere a dei litigi. Rido soprattutto perché mi sembra di ricordare che io e te abbiamo avuto tanti litigi quando eravamo ragazzini. Però lasciamelo dire, tu eri proprio testardo e non sei cambiato affatto!"

Al ricordo di noi due quindicenni, io con un taglio di capelli assolutamente orrendo e Max con la faccia da pirla, mi porto una mano sulla bocca ed evito di ridere troppo forte.

"Comunque non era vero che ti avevo spinto fuori, mi sei solo stato troppo incollato e siamo finiti così" dico mentre Max scuote la testa e ridacchia:"Ti ho ricambiato il favore in Austria"

"Quella la pagherai" sussurro e Max riporta lo sguardo sulle due litiganti davanti a noi e scopro che Astrid è più convinta di quanto pensassi.

Le due discutono tra di loro ma seguo poco il discorso, perché sono sicuro di essermi dimenticato qualcosa, ma non mi ricordo perfettamente cosa.

"Aspetta, ti ricordi quella foto che ci hanno scattato a podio in Austria? Tu hai una faccia da incazzato che è pazzesca! Scusa, ma io ho il cellulare scarico perché da bravo stupido non l'ho messo a caricare. Prova guardare sul tuo" mi dice l'olandese e mi tasto le tasche alla ricerca del telefono.

Ma c'è un problema, non c'è traccia del telefono nelle mie tasche e mi sento mancare la terra sotto i piedi, richiamo l'olandese:"Max, ho un problema"

"Fai anche più di uno, amico" ride l'olandese ma il mio sguardo serio lo zittisce sul nascere.

Dopo aver toccato ancora una volta le tasche, per essere sicuro di non essermi sbagliato, constato che il mio cellulare non è magicamente ricomparso nelle mie tasche.

"Credo di aver perso il mio cellulare..."



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