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•Capitolo 61•


/Jackson\

Sospiro.
Respiro.
La nube di fumo mi avvolge, mentre il sudore si é seccato sulla mia pelle.
Sollevo appena lo sguardo e noto il volto di Dean, sbiancare vistosamente.
Le luci mi trafiggono ancora.
Creano giochi multicolore sulla mia figura.
Avanzo su quel perimetro che mi sta aspettando.
I miei amici che chiamano a gran voce, il mio nome.
Sento l'aurea di Kyle, coprirmi come questo mantello.
e appena sono davanti, le dita corrono a sciogliere il nodo che lo tiene fermo sulla gola, e casca con un fruscio ai miei piedi, come un soffio di vento freddo, mostrandomi del tutto.

Salgo sullo Square, e le pupille di Dean, appaiono come due cerchi neri, senza più l'iride.
Il sorriso che mi accompagna é malvagio. Mefistofelico. Una parte oscura di me, come la morte, stanotte mi domina.

«Ci rivediamo, Dean.» Piego con sarcasmo che intona la mia voce, la testa, e Wild Beast sguscia i suoi denti da bestia, in un sorriso che sa di sfottò.

«Credi di potermi, battere? Sul serio, Jackson? Andiamo. Lo sai meglio di me.» Mi avverte sardonico, allargando le braccia per mettersi ancor di più in mostra.
La folla grida i nostri nomi, che diventano una sinfonia mal assortita.

Le mani strette in due pugni, tendono le bende che mi avvolgono, anche se non può vederle dai guantoni, già vogliosi di avere un impatto su ogni parte del suo corpo.
«Ne sono sicuro.» Ribatto fermo. Netto. Deve capire che non mi farò intimorire da lui.

La sua risata vibra con un fremito del pomo d'Adamo, per tornare serio il minuto dopo, e mettersi in posizione.
«Stai sbagliando, ragazzino. E te ne accorgerai presto.» Un'altra minaccia sussurrata con una cadenza bassa e profonda, mi fa sorridere.
Vedremo chi sarà al tappeto, Wild Beast.

Ci mettiamo in posizione. La folla cessa di parlare, e il vocalist si fa sentire dagli altoparlanti.
«Siamo pronti. Il Gong sta scoccando,gente. É l'ora della Battle.» Annuncia euforico, enfatizzando la parola "battaglia".
Come tutto cessa, le luci si fanno ombreggiate, e due occhi di bue, illuminano lo Square, il gong risuona ad eco.

Aggiriamo lo Square, lungo tutto il perimetro.
La folla freme, quando Dean, cerca di caricarmi un pugno sullo zigomo, e mi abbasso d'istinto per sferrare un gancio sulla sua costola destra.
Si piega appena di lato, riuscendo a caricare una pedata sulla mia costola sinistra, dove subisco la botta potente, che mi fa stridere i denti.
Ma non mi lascio abbattere, e sopratutto battere così.
Ergo nuovamente in posizione eretta, facendo una falsa con i guantoni.
Il profumo di Kyle, mi attornia. É tutto dentro di me.
La sua voce risuona nel mio udito, dove la folla diviene muta.

Sposto il bersaglio, torcendo appena il busto e il viso che copro con il guantone sullo zigomo, e come Dean crede che sia indifeso, il braccio libero si sposta e con la mano che copriva il viso, sferro con tutta l'ira un dritto sulla sua mascella.
Un rantolo di dolore, rimbomba nel silenzio che sento solo io, poiché la gente é in delirio.
Il suo volto si gira verso sinistra, sputando un fiotto di sangue carminio, che cola lungo la sua barba che da nera diviene rossiccia.

«Morirai, esattamente come tuo fratello. Il piano perfetto. Il momento esatto, ed entrambi sono morti.» Le sue parole sussurrate con scherno e ilarità, mi accecano.

I fari mi abbagliano. Le mie grida.
"Ma guarda cosa trovo, nella macchina del mio fratellone."
Sorrisi. Battute. Paura. Terrore.
"Kyle, frena."
Le sue mani forti, che si aggrapparono al volante, come ancora, per sterzare.
Una manovra troppo lenta, al contempo brusca.
Il camion che arrivava dal lato opposto. In mezzo a due fuochi.
Il suo accelerare.
L'acceleratore far stridere le ruote, straziandomi i timpani.
Le mie mani sulle orecchie, come a non voler più sentire niente.
Le palpebre serrate tra loro, mentre pregavo che tutto cessasse.
Dio esiste ma non era a vegliare sul nostro cammino.
"Nell'altra macchina, c'era suo padre. É morto."
I lettini che trasportavano le vite esanime, coperte dal telo giallo.
"Vattene ma non lasciarmi."
"Mai, Campione".

La rabbia rinfocola. Arde nel mio corpo.
Il fuoco si anima iracondo, come spire roventi che bruciano le vene del dorso.
Stringo con una potenza inaudita, e la gamba si inalza da sola, per volare sul suo zigomo che subisce un fremito, facendolo cadere a terra.
Gli monto a cavalcioni, senza dargli il tempo di riprendersi.
I miei pugni trasformano il suo viso in una maschera rossa.
Le sue gambe mi bloccano, ribaltando le posizioni.
Faccio scudo con i guantoni sul viso, mentre vengo martoriato sull'addome, con pugni che mi otturano il fiato nei polmoni.
Boccheggiamo entrambi, nel pugno che riesco ad assestare sulla sua costola già colpita.
Il sangue cola su di noi, bollente.
La folla risuona prepotente.
E mentre penso che questa sarà la mia fine, più o meno degna, le sue ali da dea, illuminano l'oscurità del mio pozzo lugubre.

«É la fine, Wild Beast.» Lo avverto sibilante e stenocardico, senza più riserva d'aria.

Rimane attimi frastornato. Solo attimi.
Sono sempre attimi.
Tutto si riduce in quei frammenti di attimi.
Noi stessi siamo, attimi di vita, che fugge via, lasciando ad altri spazio per vivere e veder cessare i loro attimi.

Si volta con il volto ancora a cavalcioni su di me, e i suoi occhi onice, puntano proprio dove brillano le mie iridi, nel bosco fittizio che si illumina con i raggi del sole.

Un varco si crea, come se Mosè stesse aprendo le acque.
I passi che rimbombano delle camminate.
I due agenti incedere in divisa, da ambedue i lati, dove nel mezzo la Dea, avanza come la regina suprema, nel regno del mio cuore riemerso sotto tutte quelle leghe che lo tenevano imprigionato.

«Sei finito, Dean.» La voce tenebrosa della mia Dea, fa rimanere ammutolita la folla, mentre sale sullo Square.
La miro e ammiro, nel vederla.
Sensuale e vendicativa, come non é mai apparsa.
Piega la testa di lato, con un sorriso tronfio, mentre sento Dean, digrignare i denti con un ruggito.

«Tu, Credi?» la riprende con una risata, ma sento quanto puzza di paura, nell'essere braccato.
Estrae dalla tasca dei jeans aderenti un piccolo registratore e il clic che ne segue, dichiara il reato di, Dean.

"Ficcatelo in testa, dolcezza. Se tu non farai ciò che dico, dovrai far ritirare dalle nazionali il tuo ragazzino. O farà la stessa fine del tuo patrigno. Ucciso, per mano mia."

Tutto di colpo smette e si annulla.
Gli agenti salgono sullo Square, correndo verso Dean, per afferrargli con forza le braccia che oppongono una mera resistenza, e il suono metallico delle manette, ammette la resa.

«Signor Dean Powter, leí é in arresto per l'omicidio del Signor Thomson.» Decreta un'agente, sospingendolo avanti, mentre finalmente provo a rialzarmi con l'addome e riprendere un filo di fiato.
Lo stesso che riprendo nel medesimo secondo che le iridi luminose come un cielo che dopo tanta tempesta, lascia spazio alla pace cristallina, si versano dentro le mie.
Un sorriso stende i tratti del mio volto, dove strizzo appena le palpebre, per il dolore allo zigomo e al naso, che sgocciola ancora un po' di sangue.
Si inginocchia sullo Square, e i suoi palmi lisci e di velluto, si poggiano sul mio volto, in una di quelle carezze che ha sempre ammesso la mia caduta.

«Sk...» Non riesco a finire il suo nome sussurrato con amore, che le sue labbra si posano sulle mie, con una delicatezza che mi atterrisce.

«Ti Amo, Jackson. Death Silent. In qualsiasi veste, ti amo.» E non ho tempo per dirle che io sono innamorato di lei, dalla prima volta che varcò il campus e mi squadrò guardinga.
Non ho tempo di ridirle quelle parole.
Ma ho il tempo di fargliele capire con le mie labbra che anche mal ridotte, conquistano le sue in un bacio che esplode come la folla attorno a noi.
Sento le voci dei nostri amici fischiare ed entrambi sorridiamo sulle labbra dell'altro, riprendendo possesso della sua lingua con avidità.
Mescolando il sapore del sangue con quello della ciliegia.
Questa é la fine degna.

E le ultime parole che rimbombano nella mia testa, mentre tengo stretto tra le braccia la mia Dea, e i guantoni le circondano la schiena, sono le ultime che hanno dato inizio e fine a tutto.

Breathe, breathe in the air
don't be afraid to care
leave but don't leave me.

Respira, respira nell'aria
non aver timore di prenderti cura di qualcosa
vattene, ma non lasciarmi.

Siete pronte per l'epilogo?
Ci siamo donne ❤️❤️❤️😘😘😘

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