•Capitolo 38•
/Jackson\
Appena arrivati abbiamo concordato che le donne si dedicassero a rifare letti e roba simile, mentre noi uomini la spesa, per riempire dispensa e il frigorifero.
Steve é stato il primo a rompermi e fratturarmi i coglioni, in meno di venti minuti.
Perché? Semplice, ha letteralmente detto che vorrebbe scoparsi Sky.
«Mi manca una rossa sulla lista.»
A quell'affermazione intrisa di voglia, con tanto di sguardo da allupato, ho stretto le dita attorno al volante di cuoio, per non sbattergli la testa bionda contro il finestrino e sporcarlo di sangue.
Per fortuna per una volta Adam é venuto in mio accorso, benché non lo sappia, che chi si sbatterà Sky in ogni posizione, sarà il sottoscritto.
«Vattela a cercare. Non avvicinare i tuoi tentacoli a mia sorella, o ti seppellisco vivo» Il suo tono freddo e risoluto non ha fatto più aprire bocca a Steve che ha alzato i palmi in aria dichiarando resa.
Mentre dentro esultavo, e ripetevo "Ben detto Bro'"
Ciò che non sospettavo al ritorno, é proprio Henry, che era rimasto rilassato sul divano, quasi volesse scavarci la fossa.
Adam e gli altri sono fuori in giardino, a togliere il telo dalle due piscine, mentre io mi godo dalla soglia la scenetta patetica, prima di attaccare.
Sono entrambi girati. Sky alle prese con il mestolo che gira qualcosa, mentre Henry attaccato di profilo al suo corpo.
Avverto il sangue iniziare a ribollire nelle vene, e le dita serrarsi sulle buste della spesa, come appiglio per non cedere alla tentazione di fare fuori un altro ragazzo.
«Mmmh che buon odorino. Bella e brava a cucinare...potrei anche chiederti di usc...» Con il cazzo! Spezzo ogni suo sogno glorioso sulla mia Dea, che come una furia sbatto con un tonfo netto i sacchi della spesa sul tavolo di legno.
Sento un rantolo di Sky, che sobbalza, ed Henry girarsi fulmineo con le pupille dilatate.
So che le mie sprigionano fuoco, e miro alla sua mano che stava per poggiarsi sul fianco di lei, riprendendo a poco il normale controllo di me stesso.
«Che si dice da queste parti?» Sprezzante pongo la domanda ad entrambi, mentre l'odore di sugo si espande nell'aria.
«Sto cucinando.» Dai? Davvero? Non ci ero arrivato, Dea. Perché non si scompone, e resta girata verso la pentola, brandendo il mestolo come una spada.
Resto minuti interminabili ad ammirare le sue natiche fantastiche, fasciate in un pantaloncino, dove serra di più le cosce tra loro in agitazione, come se sapesse che sto puntando il mio Eden, che violerò molto presto.
Lascio uscire il respiro forzato dalle narici, con le labbra serrate, e riporto lo sguardo glaciale verso Henry, che mi scruta sospettoso.
Non va bene. Per niente.
Non va bene farmi vedere iroso, e sopratutto corroso da una gelosia mai provata, che mi fa sentire frustrato ed esasperato.
Perché lo ammetto. Sono geloso marcio di Sky.
Solo io posso venerarla. Toccarla. Assaporarla. Fotterla con colpi incessanti, finché non implorerà pietà.
«Amico sembri strano. Cazzo, hai lo sguardo di un lupo.» Mi accusa stranito, con una punta anche di ilarità, e fingo il mio miglior sorriso, per mascherare l'inquietudine.
«Invece di sparare stronzate, aiutami a riempire il frigo.» Devo interrompere così le occhiate che mi studiano, e tenermi occupato per non perdere il controllo. E siamo arrivati solo da tre fottute ore.
«Henry, cazzo fratello, vieni ad aiutarci. Non hai fatto un cazzo c'è da pulire il filtro alla piscina.» Sento Lucas sbraitare, imprecando più e più volte, mentre Henry rotea le iridi blu, lasciando la presa sul barattolo di marmellata alle more, per correre fuori.
Faccio un sorrisino che maschero subito, nel vedere Sky, completamente concentrata sul sugo.
Respira a tratti e in affanno, ogni qual volta sfioro per casualità o forse no, il suo corpo da Dea infuocata, che mi risveglia ogni terminazione.
Sto ancora fingendo indifferenza, e riempiendo l'ultimo scaffale con dei pacchi di Cheerios, finché non la sento sbuffare pesantemente e girarsi scocciata e fulminea verso di me.
«Ci stai mettendo un'eternità. Un bradipo sarebbe stato più veloce.» Mi accusa irritata, notando una ciocca sfuggita dallo chignon, adagiarsi sul profilo della sua guancia arrossata.
E non so se sia per la rabbia, o per ciò che le procuro e lei procura a me.
Incurvo lateralmente un angolo delle labbra, sollevandolo verso l'alto, come innalzo un sopracciglio scuro e folto.
Il tipico sorriso da squalo, che presto l'azzannerà.
«Ed é un problema? Non mi sembrava che Henry ti desse noia.» Innalzo le spalle e fingo un tono incolore, quando la verità sarebbe stato un tono appuntito e irto.
Ora é lei ad emettere una risatina calda e tremendamente sensuale, che mi fa stringere il pacco di fette biscottate, che probabilmente troveranno frantumate.
«Ed é un problema?» Riporta sardonica e birichina la mia domanda, sbattendo le lunghe ciglia che incorniciano quegli occhi da gatta selvatica.
Emetto un verso di fastidio dove i denti sfregano tra loro da quanto sbuffo dalle narici.
Sinuosa ancheggia verso di me, con il mestolo in mano che agita a mo' di bacchetta, come una grande direttrice di orchestra, che fa vibrare ogni muscolo del mio corpo.
Lo abbassa lentamente all'altezza del mio sterno, e lo poggia dolcemente sulla maglia, sporcandola lievemente di sugo.
«Com'era Thomson? Indifferenza.» Innalza dubbiosa il sopracciglio sottile e con tono malizioso e di sfottò, ripete un'altra delle mie parole.
Impreco a denti stretti, nel sentire il mestolo che scende più in basso, facendomi contrarre l'addome e le palle.
«Deve essere dura l'astinenza, se stai così ora, pensa tra quattro giorni. Impazzirai.» Bastarda e furba, si appropria di ogni mia frase, facendola completamente sua, mentre mi fotte il cervello.
Serro le palpebre, e mi passo un palmo, esasperato che dal viso arriva ai riccioli, espirando ossigeno che mi manca.
Ma sopratutto mi fa sospirare rumorosamente, quando passa il mestolo sulla patta dei pantaloni della tuta, e la porta sotto come a volermi innalzare i testicoli.
Cazzo, ho una voglia dannata di riempirla in ogni buco, in ogni modo.
Poi tutto svanisce, e sbarro gli occhi di scatto, nel momento peggiore. Proprio quando lei si porta la punta del mestolo vicino a quelle labbra polpose. Esse si allargano in un sorriso perfido, e con le iridi velate di promesse sporche che scintillano, tira fuori la lingua, che passa come fa con la mia asta di carne dura e pulsante, lungo tutta la lunghezza del mestolo.
«Buono.» Merda!
Finiamo il pranzo tra battute e risate, dove le ragazze sparecchiano e noi uomini laviamo i piatti.
É una tortura dover fingere questa cazzo di indifferenza.
Ancor di più sopportare Sky che ride con gli altri, ignorandomi bellamente.
Mi fa girare letteralmente i coglioni.
Perciò se vuole giocare, mi va bene.
Quindi mi lancio anche io a scherzare e sussurrare frasi all'orecchio di Mia, che ride con gusto, ammiccando civettuola.
Non presto neanche attenzione se la Dea mi stia guardando, ma avverto la nuca bruciare, segno che é su di giri.
La situazione peggiora e mi fa implodere, quando fa la sua entrata in scena, in piscina.
Si slega con flemma il pareo arancione, e lo lascia cadere sulla sdraio dove ha già steso il telo azzurro con dei pesciolini disegnati, rivelando un costume striminzito.
Uno che mi fa arrivare una fitta prepotente sotto i pantaloncini del costume, facendomelo rizzare senza controllo.
Sento le palle farsi pesanti, e il glande pulsare bisognoso, immaginando di schizzare sulle sue natiche sode e rotonde, coperte da una piccolissima striscia di quella brasiliana gialla con dei girasoli del cazzo.
Ma é quando si volta e inarca la schiena all'indietro, facendo fluttuare la distesa di fuoco oltre le spalle, che vorrei mandare tutti a fare in culo, e sbattermela a bordo piscina, senza sosta.
Poiché il triangolino é così piccolo, che le gonfia il seno in modo esagerato, e le copre giusto i capezzoli rossi come fragole, che si innalzano gloriosi sotto la stoffa, mentre si raccoglie i capelli in una crocchia scomposta.
«Cristo! É arrapante all'ennesima potenza.» E no! Non é mia quest'affermazione del cazzo, e neanche la voce roca come se gli si fosse seccata la gola.
Ma bensì di Coglione Steve.
Colui seduto accanto alla mia sdraio, e sempre colui che stamattina ho risparmiato per mera pietà.
Volevo essere magnanimo, ma fanculo!
Mi volto iroso come i tratti distorti del mio volto corrugato con una linea che mi solca la fronte, e una che mi serra le labbra, verso di lui che continua ad analizzare la mia Dea.
«Smettila di guardarla, se non vuoi che ti cavo gli occhi con queste dita.» Sputo grezzo e lo avverto minaccioso, mostrandogli due dita puntate verso di lui, che guizza subito gli occhi sbarrati verso di me.
Mi fissa con le sopracciglia aggrottate, come a non capacitarsi del mio comportamento.
E cazzo, lo so, non avrei dovuto.
«Sei serio? Hai per caso l'esclusiva?» Le sue domande sono talmente goliardiche, che vorrei togliergli il ghigno, se Adam non si mettesse in mezzo.
«Chi ha l'esclusiva, su chi?»
IO. SU. TUA. SORELLA. CAZZO!
Invece mi tocca mordermi la lingua, mentre rimbalza le iridi come palline da ping-pong, da me a Steve che ci guardiamo in cagnesco, restando con gli avambracci poggiati sullo schienale rialzato della mia sdraio.
«Una cosa di boxe.» Cede con una menzogna alla fine, Steve, per non farsi riprendere come stamattina, tornando a sdraiarsi e chiudere gli occhi.
Quando invece i miei si riallacciano alla piscina, ed é un vizio? Ma stiamo scherzando?
Coglione due Henry all'attacco.
La osservo sorridere e dimenare la punta dei piedi nell'acqua, per schizzare Henry, mentre é seduta a bordo piscina, con le braccia flesse all'indietro da ambedue i lati del corpo splendido.
Miro con le iridi offuscate, Henry, che si slancia per aggrapparsi alle sue ginocchia, bagnandole e non ci vedo più.
Come un razzo sparato, mi isso dalla sdraio, e sono in procinto di entrare nell'acqua annegandolo, finché non implori di essere risparmiato, ma le voce di Mia, che giunge alle mie orecchie dietro di me, mi frena.
Capto il tocco possessivo della sua mano smaltata di fucsia, poggiarsi sulla mia spalla destra, e lasciare scivolare le unghie, lungo le scapole.
Sono convinto che mi voglia far sentire come potrebbero graffiarmi, mentre la fotto senza freni.
Un sorriso bastardo, mi cattura le labbra, e adesso le darò il ben servito alla Dea che gioca con lo stesso fuoco che emana.
«Mi aiuti a spalmare la crema, dietro la schiena?» Sussurra vogliosa al mio lobo, prendendolo tra le labbra per assaporarmi, e con uno scatto mi volto verso di lei, che mi sorride invitante, camminando verso la sua sdraio.
La seguo, convinto che tra poco Sky, assisterà al suo giramento di ovaie, e la lascio stendersi a pancia in giù.
Devo ammettere che non ha nulla da invidiarle. E il perizoma rosso, fa vedere benissimo il sedere pieno e morbido, pronto ad essere aperto e riempito da un uccello duro.
Porta le mani dietro la schiena, e con il volto arrossato e le iridi castagna puntate sulle mie, si slaccia il cordone dietro del costume, rivelandomi di profilo la pienezza di una quarta, schiacciata sul telo.
«Solo sulla schiena?» Mi abbasso sul suo volto, respirando sul suo collo, mentre un verso di eccitazione languida, schiude le labbra sottili.
«Dove vuoi.» Replica allusiva, mordendosi il labbro inferiore.
Le sorrido di rimando, prendendo il flaconcino di crema, per spruzzarlo sul palmo, e iniziare a cospargerlo sulla sua schiena, dove inarca appena le scapole, per il contatto fresco e bollente dei miei palmi.
La vedo serrate gli occhi estatica, e mentre continuo, osservo di tralice Sky.
Oh mia Dea. Ecco dove ti volevo.
Già perché mi sta incenerendo con gli occhi da gatta, ridotti in due misere fessure, con lo sguardo che minaccia un: Ti ammazzo.
Uno dove mi volto meglio, e innalzo appena il mento come saluto. E non solo. Tanto per fargliela pagare ancor di più, slitto un palmo aperto più in giù, fino ad arrivare a massaggiarle una natica.
Una dove Sky si alza impettita, una dove Mia geme.
Mi aspetto che si avvicini a me, invece va verso l'iphone posizionato sul dispositivo, e accende una canzone che rimbomba per la piscina, iniziando a ballare sensuale davanti agli occhi di tutti.
«Ho finito.» Sbotto crudo, gettandomi in piscina per sbollire il sangue che é defluito tutto sul cazzo. Perché vederla ballare così, mi fa solo immaginare come ondeggerebbe bene sulla mia asta, e perché sta guardando me, come se fossi l'unico a poter beneficiare della bellezza di una Dea.
Astinenza e indifferenza. Merda!
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro