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•Capitolo 22•


/Jackson\

Quanto può essere difficile, camminare sul filo di un rasoio?
È talmente fine che puoi scivolare se non stai in equilibrio.
Ho preferito comunque cadere e cedere alla parte più razionale.

Ho passato settimane splendide in compagnia di Sky, non oso negarlo a me stesso, poiché odio in parte essere menzognero.
Ma preferisco non illuderla, di quello che non potremmo mai essere.
L'unica soluzione è mettere distanza anche come amica.
Lasciarmi odiare in ogni modo possibile.
Ferirla. Tanto da farle dire: Ti Odio.

E forse sarò io a spezzarmi, ma preferisco il suo odio ad un sentimento che non potrei accettare.
Il mio cuore non ha spazio per sentimenti come l'amore. Non conosco neanche l'esistenza, o la conoscevo quando Kyle colorava il mio mondo.

Io collaboro con il buio, e non voglio che il sole mi trafigga dentro con i suoi raggi brucianti.

Con lei ogni volta sono pericoloso, e in pericolo.
Perdo ogni raziocinio, avvicinandomi al fuoco che scotta sulla pelle, quando sfioro la sua delicata e profumata.
Ardo nel pensiero di fotterla.
Mi strazio per il bisogno impellente di affondare dentro le sue grazie.
E quando non puoi sopperire a ciò, puoi solo mettere distanza in ogni modo possibile.
Adam non me lo perdonerebbe, e stasera scommetto che vuole vedermi per parlarmi di questo.
Non posso biasimarlo. Sky è sua sorella. So come ci si sente quando vuoi proteggere qualcuno dalla morte.
Perché io sono questo.
Sono la morte nera, e non voglio colori, scalature, Pantone.

Il suo messaggio era chiaro.
-Stasera all'Old Town, Irish pub.-
Non c'era scritto "dobbiamo parlare." Ma certe cose le intuisco da solo.
Ci sono sempre sottintesi in ogni frase, basta scorgerle e apprendere.

Cosa potrei dirgli?
"Sì, Adam, voglio fottere tua sorella, ma niente relazione seria. Una scopata sana, forse anche di più se mi aggrada la sua bocca attorno al mio cazzo, che in sua presenza è sempre in tiro."?
Direi proprio che sarebbe un'idea di merda.
È un grande amico, lo riconosco.
Lui mi ha sostenuto sulla boxe.
Non mi ha riservato più compassione per la morte di Kyle.
L'unico che quando mi escludo nel campus, riesce a strapparmi un sorriso con il suo straparlare.
Guarda coppie o gruppi, e leggendo il loro labiale inscena false conversazioni, a cui è impossibile restare immuni.
E l'unico che riesce ad aprirmi gli occhi.
"Se non ami, non ferire. Non illudere. Rispetta te stesso ma sopratutto l'altra persona."
Proprio per tali parole, non lo posso fare.
Non posso lasciarmi andare ad un fuoco che dopo tanto tempo che è stato acceso, si consuma e rimane solo l'odore di bruciato, riportando il freddo tra le mura.

Mi sono preparato in fretta, e ora sto varcando la soglia di questa bettola più che pub.
Le luci soffuse, boccalini di birre artigianali di ogni gusto affisse al bancone di legno in parte scheggiato.
Anche i tavolini rotondi sono di legno come gli sgabelli.
E non ci metto molto a trovarlo.
C'è poca gente nei giorni feriali.

Mi avvicino lento, stringendomi nel cappotto doppiopetto nero, mentre lui sta seduto sullo sgabello, toccando intimamente il braccio ad un ragazzo dalla pelle ambrata, che gli rivolge un sorriso dolce.
Non ho bisogno di capire che é il ragazzo, con cui si sta frequentando.
In qualità di amico, non ho bisogno di giudicarlo.
Lui ha bisogno però di giudicare me, e capisco il perché.

Porto le dita per sfilare i bottoni dalle asole, e ormai sono ad un passo, quando il ragazzo si volta e mi vede, regalandomi un sorriso morbido.
Sa chi sono. Immagino le spiegazioni minuziose di Adam.

«É arrivato. Ci vediamo dopo.» Lo sento sussurrare vicino al suo viso. Mi aspetto un bacio, ma so bene che Adam non é uno che manifesta smancerie in pubblico.
Difatti si stringono i palmi, giocando con i pollici, prima di vedere il ragazzo alzare la mano verso di me come saluto, e farsi spazio per uscire da dove sono entrato poco prima.

Scollo gli occhi dalle spalle del ragazzo, per rigirare il volto verso Adam, che ora mi fissa ancora con il sorriso languido di prima.
«É Max. Il ragazzo di cui ti ho parlato.» Inizia subito a snocciolare l'informazione, e lo ringrazio di avermi ricordato il nome.

Annuisco con la testa, sfilandomi e poggiando il giubbotto da un lato del tavolo rotondo.
Vedo che ci sono due pinte già piene di birra, e con una mano me ne passa una.
«Chiara, doppio malto?» Gli chiedo, annusando la scia di zenzero che emana.

«So i tuoi gusti, cazzone.» Wow. Grande appellativo, ma il suo sorriso sghembo mi fa tendere anche a me un ghigno sardonico.

«Volevi parlarmi di Maxwell?» Lo interrogo fingendo una tranquillità, che il mio stomaco non ha.
I suoi occhi si soffermano a guardare la schiuma bianca sulla birra.

«Ti ho visto l'altra sera.» Mi ghiaccia subito con quell'informazione detta secca, e gli occhi prima puntati sulla schiuma, si schiaffano su i miei preoccupati.

«Che cosa hai visto?» Meglio togliere subito il dente dolente, che girare intorno. Il mio tono rispecchia esattamente il suo. Senza carinerie, tagliamo di netto le radici.

Prende un lungo sorso di birra, si pulisce con il dorso dei residui dall'arco di cupido, e lo vedo stringere le palpebre.
«Ti ho visto spalmato su Sky. Non voglio sapere il motivo per il quale eravate in un prato di notte. Anzi...cazzo! Jacky...dimmi che...merda...» Vedo inutile farlo continuare a straparlare con un dialogo che compone più imprecazioni, che il senso di preoccupazione e spavento, che trasmette il suo sguardo.

Vorrei dire che il mio é tramutato. Invece resto impassibile, a questa coltellata.
Potrei chiedere il perché ci ha spiati.
Il motivo per cui ci ha seguiti.
Ma proprio perché vedo le sue dita tremare intorno al manico di vetro del boccale, freno domande e do risposte.
«Pensi che mi sia fottuto, Sky? Su un prato? Di notte, con otto gradi?» L'ultima domanda sarà quella su cui si concentrerà di meno. Ma il gelo alle palle l'ho sentito io, seppur ero vestito.
Ma lui non saprà mai che in presenza di Sky, sono acciaio inossidabile. Sostanza tossica, che vorrebbe intossicare anche quella pelle lattea.

«Non penso niente Jackson. Ma aiutami te. Vedi il tuo migliore amico, spalmato sul corpo di tua sorella, al chiaro di luna...cosa penseresti? Che si stanno raccontando la favola della buona notte?» Domanda brusco e a tratti alterato, stringendo le labbra sottili in una linea dura, che rende le efelidi come dei baffi.

Pianto un palmo sul tavolo, digrignando i denti.
«Darei più fiducia al proprio amico. Sai quanto tengo a tua sorella, dannazione!» Sbotto esasperato dalla sua accusa, che mi provoca una ferita.
Sono peggio, ma sono anche meglio di così.

Lo noto leccarsi le labbra, scuotendo i capelli rossi che gli solleticano la tempia destra, affranto.
«Mi dispiace. So che non avresti fatto niente, ma devi capirmi. Ha sofferto tanto, Sky. Anche se non lo dice, neanche a me. Io so quanto abbia sofferto la morte di nostro padre. Da allora non é stata più la stessa bambina. Era sfuggente. Silenziosa. Strana.» Si ferma un secondo con voce annodata per lo sforzo immane, di ricordare il dolore di sua sorella, che non volendo é diventato anche in parte suo.
Perché non si può spiegare.
Il legame che unisce due persone dello stesso sangue, é qualcosa di indissolubile. Siete una persona sola, con due cuori. E se uno si rompe, si rompe anche l'altro.
Se uno muore, vegeta anche l'altro.

«Adam.» Lo richiamo più pacato, portando la mano a cercare la sua. Potrebbero ora scambiarci a noi per una coppia. Ma sento che ho bisogno di rassicurarlo.

Lo vedo sorridere tristemente, espirando un sospiro trattenuto.
«So che vuoi bene a Sky. So che puó attrarti, ma cosa cerchi da lei? Amicizia? Mi sta bene, ma conosco, Sky. Lei é una ragazza forte al di fuori, fragile dentro. E per quanto se ne convinca, la vedo diversa da quando é con te. É sempre con la testa tra le nuvole, e ho paura Jackson. Paura che nasca un sentimento in lei, a cui tu neanche sei lontanamente vicino. Perciò...» Si sospende nuovamente, ingoiando la bile che serra la sua gola.

Preferisco tacere e ascoltare. Per quanto tali parole mi facciano male, e in parte piacere al contempo, so che dovrò mettere da parte l'egoismo di una smania assetata che mi porta sempre da lei.

«So che é una richiesta bastarda, ma preferisco che tu tronchi di netto questa vostra amicizia. Meglio adesso, che dopo quando sarà troppo coinvolta, e dovrai spezzarle sul serio il cuore.» Lo sento provato nel farmi questa richiesta, veramente bastarda e forse necessaria.
Avverto la sua voce stentata, come adesso potrebbe uscire la mia.
Piena di dolore, per qualcosa che mi sto obbligando di fare, in qualità di amico.
Ma non voglio spezzare il cuore a Sky, fingendomi il cavaliere azzurro.

Non salirò mai sulla sella di un cavallo.
Non indosserò mai una calzamaglia azzurra.
Una giacca del medesimo colore.
Una corona.
Non dispenserò mai frasi poetiche d'amore.

«Mi odierà.» Ammetto cercando di non far notare quanto sia contrariato, e quanto il nodo che mi stringe il petto si faccia più forte ad ogni mio respiro.

«Lo so.» Sono le uniche parole che mi regala, di una consapevolezza che devo mio malgrado apprendere anche io.

~•~•~•~•~•~•~•~•~•~•~•

É passata una settimana. Si dice che una settimana voli in fretta. Questa sembra essere stata una vita intera.
Mi sono allenato con Tyler per tutto il tempo disponibile che avevo, ottenendo almeno i suoi di sorrisi.
"Di questo passo sarai pronto in poco tempo per degli scontri veri."
E posso esserne compiaciuto, da tali parole.
Lo sono, ma non come vorrei.

Ho studiato come un bastardo, ottenendo buoni risultati, solo per non flagellarmi nel pensiero di chi sto facendo soffrire poco a poco.

I suoi messaggi, dove prontamente le dico: Sono impegnato.
E le sue risposte: Ah, va bene.
So anche l'espressione che fa. Non é un "va bene" é più un "Basta dirlo che mi stai evitando."
Non do conferme.

Proprio come stasera. Ho finito il turno da Bern.
Ho fissato di incontrare Nicole.
Una ragazza che mi fa la corte spietata al pub, da più di un mese.
Mi piace? É una bella ragazza.
Castana, alta, belle curve.
Perché ci esco? Per sopperire a chi non posso avere.
Per non distruggere il cuore di una ragazza speciale.

Estraggo il cellulare, mentre fermo la macchina, davanti al marciapiede di casa mia.
Vedo sul display luminoso, che mi abbaglia il volto stanco, due suoi messaggi.

Da Sky.
-Thailandese o cinese?-

-Ok, ho preso entrambi. Ti aspetto alle 21:30, sotto casa tua.

Controllo l'ora e sono le 21:20 precise.
Nicole sarà qui a momenti.
Mi mordo il labbro inferiore con foga, per non tirare Madonne e Santi, digitando in modo furioso e frustrato, con il gancio che sento dritto nello stomaco.

Sky.

-Mi dispiace rimandare. Sono in palestra.-

Nell'esatto istante che premo invio.
In cui mi sento una feccia umana.
Sento lo sportello aprirsi di botto e Nicole infilarsi dentro, come se fosse di norma.
Non ho il tempo di posare il telefono, che mi si lancia contro, e due fari abbagliare il lunotto del pick-up.
Sento il cuore balzarmi in gola, e togliermi l'ossigeno.
L'ora sul cruscotto mi segnala le 21:26.
Ricambio l'abbraccio per cortesia.
La sento annusarmi.
Sento l'odore floreale forte, che non mi aggrada.

E il cellulare vibra.

Da Sky.

-Buon allenamento.-

Mi ha visto. E questa é la sua frecciatina, intesa come doppio senso.

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