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31

Non dormivo un intera notte tranquilla da anni, il respiro pesante e regolare di Ryan mi tranquillizzava. Con la testa appoggiata al suo petto, ascoltavo i battiti del suo cuore mentre con le dita, tracciavo linee invisibili lungo le sue braccia muscolose che mi avvolgevano e che per tutta la notte non mi avevano lasciata nemmeno per un secondo.

"A forza di toccarmi, mi consumerai, ragazzina." mugugnò Ryan ancora assonnato posandomi un leggero bacio tra i capelli.

Soffocai una risatina e ritrassi velocemente la mano.

"Non ti ho mai detto che mi dispiaceva, non smettere, non smettere mai." bofonchiò riprendendo la mia mano e premendosela sul suo petto nudo.

Ero felice come non lo ero stata mai.

Gli accarezzai dolcemente il viso mentre gli posavo il primo bacio della giornata sulla guancia, il secondo sul naso e il terzo sulle labbra.

Ryan, ormai completamente sveglio, mi strinse a se più forte e con un movimento fulmineo mi ritrovai a cavalcioni sopra di lui. Continuò a baciarmi lentamente, fin troppo lentamente per i miei gusti. Sentivo crescere il desiderio dentro di me come un fuoco e Ryan lo sapeva bene.

Mi baciava, sorrideva, faceva scorrere le sue dita impazzite su tutto il mio corpo ma non cedeva alla fretta facendomi scivolare in una dolce agonia.

"Sei un uomo così crudele." sbuffai frastornata.

"Che fretta c'è? Abbiamo tutto il tempo del mondo." mi sussurrò lui a fior di labbra "ma non questa mattina." sorrise perfido.

Le labbra mi si contrassero in una smorfia contrariata, Ryan mi posò entrambe le mani sui fianchi e mi rimise dalla mia parte del letto.

"Devi andare a scuola, sei già in un mare di guai, non voglio che attiri ulteriori attenzioni e poi io ho un appuntamento importante con Aaron."

"Non hai lezione oggi?" chiesi dispiaciuta.

"No, oggi sono libero, ma resto comunque nei paraggi. Puoi chiamarmi per qualsiasi cosa e per favore, dopo la scuola, torna qui ok?"

"Ryan" lo richiamai mentre si avviava verso il bagno "dovrò tornare a casa prima o poi, lo sai vero?"

"Non sono ancora pronto a correre questo rischio, ma troverò presto una soluzione. Te lo prometto Charlie." rispose andandosene e perdendo il sorriso.


- - - - - 


"Come è andata con Evan?" chiesi ad Emily in pausa pranzo.

"Come vuoi che sia andata? Mi ha mentito e non si è fatto vivo per tutta la giornata; poi scopro che si è ubriacato e che ha passato la notte chissà dove e chissà con chi e quando provo a parlargliene nega perfino l'evidenza."

"Mi dispiace tanto Emy." dissi accarezzandole la schiena.

"A me no, sai?" disse respingendo il vassoio del cibo "Sono innamorata di Evan e ci sto malissimo ma è evidente che il sentimento non è ricambiato o non si sarebbe comportato così." le sfuggì una lacrima che si affrettò ad asciugare.

Il suo carattere non le avrebbe mai permesso di mostrarsi fragile, nemmeno con i suoi migliori amici.

"Appena si rifarà vivo gliela farò pagare." disse Mason abbracciando Emily.

"Non sporcarti le mani Mason, ho già tre fratelli furiosi a casa e non me ne serve un quarto." gli rispose sarcastica.

"Oh beh, è un vero peccato, dopo le percosse ricevute dal professor Davis ieri, avevo proprio bisogno di sfogarmi." ammise deluso.

"Che cosa ha fatto il professor Davis??" chiesi sbalordita.

"Credimi Charlie, se quell'uomo ti sbatte a letto come ha sbattuto me contro il muro, hai fatto jackpot."

"Sei sempre il solito idiota." dissi nascondendomi il viso con le mani.

"Non riusciresti a nascondere la tua faccia paonazza nemmeno se ti mettessi una quantità industriale di cerone tesoro." ribadì Emily ridendo.

"E la tua reazione la dice lunga su quello che fate tu e Ryan nel tempo libero." aggiunse Mason.

"Io me ne vado, voi siete due iene." esclamai.

"Vogliamo i dettagli Charlie!" urlò Mason.

"Non contateci troppo." risposi imbarazzata allontanandomi.

Prima di uscire diedi un ultima occhiata alla mensa e quando incrociai gli occhi verdi smeraldo di Aiden mi si attorcigliarono le budella.

Distolsi lo sguardo e uscii, se davvero Aiden si era preso una cotta per me avrei dovuto parlarci.

Estrassi il cellulare e cercai il numero del mio amico dagli occhi verdi e digitai velocemente sui tasti.

Vediamoci questa sera al Serendipity, ho davvero bisogno di parlarti. Charlie.



POV RYAN

"Ryan mi stai ascoltando?" mi chiese Aaron spazientito. "Sono di turno al distretto questa mattina e per quanto mi piaccia la tua compagnia non ho tutto questo tempo da perdere."

"Si si scusami." dissi smettendo di rigirarmi la tazza del caffè tra le mani. "È solo che sto cercando le parole giuste."

"Ma che ti prende ultimamente? Sei tornato a New York ma non ti fai mai vedere, oggi mi chiami e ora che sono qui non mi parli nemmeno. Sono preoccupato per te." mi rimproverò.

"Ho un problema Aaron, in realtà riguarda una mia alunna. So che il padre la maltratta, che è piena di lividi su tutto il corpo e non riesco a vivere con la paura di lasciarla tornare a casa." ammisi.

"Come fai a sapere che è piena di lividi?" mi chiese Aaron.

"Possiamo evitare di entrare nei dettagli?" risposi io nervoso.

"Se non sei sincero con me fino in fondo, non ti posso aiutare." disse alzandosi dalla sedia.

"No Aaron, ti prego fermati." lo supplicai.

"Allora sputa il rospo." mi ordinò spazientito.

"Non è un alunna qualsiasi ok? Mi sono innamorato di lei e ci stiamo frequentando." risposi tutto d'un fiato.

Aaron sospirò profondamente e scosse la testa contrariato.

"Ma non sono qui per farmi giudicare da te. Mi aiuterai oppure no?" aggiunsi prima che potesse aprire bocca.

"L'unica cosa che ti posso consigliare come poliziotto è quello di denunciare il fatto al preside della tua scuola oppure a un consulente scolastico. Loro sapranno cosa fare e verrà aperto un fascicolo." mi spiegò paziente.

"Farlo noto a scuola è fuori discussione. Me la porteranno via e Charlotte non me lo perdonerebbe mai." replicai io.

"Non posso mettermi a indagare da solo senza nessuna prova ma se mi dici il nome di suo padre posso verificare se ha dei precedenti o cose simili."

"Si chiama Michael King."

"Il magnate Michael King?" chiese Aaron strabuzzando gli occhi. "Forse ho una buona notizia per te."

Mi raddrizzai di colpo sulla sedia speranzoso più che mai.

"Il padre di Charlotte è già indagato." sussurrò avvicinandosi a me "Troppi viaggi nei paesi meno sviluppati, container di merce non registrata e documenti contabili mancanti o non aggiornati. È invischiato in qualcosa di grosso ma non siamo mai riusciti a provarlo. Se riuscissimo a incastrarlo anche per violenza su minore finirebbe in carcere per anni. Devi assolutamente farmi parlare con la tua ragazza." esordì Aaron quasi febbrile.

"Qualsiasi cosa pur di risolvere questa situazione." risposi sollevato. "Non so come ringraziarti. Sei un vero amico."

"Ryan, se proprio vuoi rendermi il favore, una volta che chiuderemo questa storia, cerca di lasciare andare quella ragazza. È piccola, si stuferà e ti spezzerà il cuore."

"Charlie non lo farà e tu non hai nessun diritto di chiedermi di abbandonarla." ribattei sostenendo lo sguardo di Aaron.

"Lo sai che Victoria è tornata?" mormorò "Perché non ci riprovate voi due? Lo sai che lei verrà a cercarti."

Mi si bloccò il respiro in gola come se mi avessero appena gettato una cascata di acqua ghiacciata sulla testa.

"Come sai che è tornata?" chiesi stringendo il bordo del tavolo così forte da poterlo spezzare.

"Io e Kyle l'abbiamo incontrata per caso in un bar, ci ha chiesto di te. Sembrava diversa, cresciuta e anche pentita." rispose con moderata cautela.

"Tu mi stai chiedendo di riprovarci con la donna che mi ha mollato all'altare e che è sparita dalla mia vita senza più degnarsi di farsi sentire?" esplosi ridendo nervosamente "Te la dico io una cosa Aaron, quando Victoria verrà a cercarmi, non mi troverà!"

Mi alzai e me ne andai con il cuore che mi esplodeva nel petto. Avrei voluto vomitare, urlare e rompere tutto.

Ma perché, se ormai di Victoria non mi importava più niente, faceva ancora così male?

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