21
Per tutto il resto della mattinata i miei pensieri non fecero altro che vorticare in continuazione su Ryan, su quanto fosse bello e dolce ma soprattutto su quanto fosse uomo.
Ero certa che non fosse la bellezza ad attrarmi, ma i suoi modi gentili e non più da ragazzino, i suoi pensieri, la sua perseveranza e il suo sguardo penetrante capace di sconvolgermi.
L'ora di supplenza l'avevo passata interamente a guardarlo e al contempo a prestare attenzione ad Emily e Mason che, da buoni carnefici quali erano non avevano smesso un minuto di rigirare il coltello nella piaga e a pungolarmi ogni qual volta ne avevano avuto l'occasione.
Anche dopo la fine delle lezioni, mentre mi avviavo verso l'edificio adiacente alla scuola per scontare la mia punizione, non smisi un secondo di stare in guardia, terrorizzata che i miei due amici potessero uscire da qualche cespuglio per tormentarmi ancora.
Ero particolarmente agitata, stavo per rimanere ancora una volta da sola con Ryan e non avevo la minima idea di come mi sarei dovuta comportare dopo tutto quello che era successo tra di noi.
Facevo avanti e indietro per il lungo corridoio vuoto stritolandomi le mani in ansia, e nonostante lì ci fossero tutti i laboratori creativi dei corsi facoltativi, quel pomeriggio non c'era l'ombra di un solo compagno.
"Mi meraviglio che tu ancora non abbia creato un solco nel pavimento, ragazzina."
La voce del "Professor Davis" mi arrivò morbida alle orecchie poco prima che le sue possenti braccia si avvolgessero attorno alle mie spalle per bloccarmi.
Non mi spaventai, anzi, la sua voce scivolò come seta sul mio corpo facendomi dimenticare improvvisamente tutto il nervosismo che avevo accumulato. Aveva come un effetto calmante su di me, una ninna nanna che avrebbe addomesticato anche il mare in tempesta. Mi lasciai andare tra le sue braccia appoggiando la testa sul suo petto e lui di rimando mi strinse più forte.
Eravamo due pezzi di puzzle che finalmente avevano trovato il giusto incastro.
Passai lentamente le mani sulle sue braccia e lo sentii rabbrividire sotto il mio tocco.
"Se il tuo intento era quello di corrompermi...c'eri quasi riuscita sai." mi sussurrò nell'orecchio e toccò a me rabbrividire.
Non riuscii a trattenere una risata.
"Mi hai colta con le mani nel sacco! Sei proprio un tipo sveglio tu." lo presi in giro.
"Ogni battuta che farai su di me, sarà un banco in più che dovrai pulire dai chewingum e da tutte le altre schifezze che i tuoi compagni ci appiccicano sotto." ghignò.
"Non starai parlando seriamente vero? Sapevo che saresti stato tu a scegliere la mia punizione ma credevo ci saresti andato più leggero!" sbuffai.
"Niente favoritismi principessa." esclamò schioccandomi un bacio sulla tempia per poi lasciarmi andare. "Seguimi. Inizieremo dall'aula dove i nostri cari atleti studiano gli schemi per le partite."
"Perché la tua espressione non mi rassicura per nulla?" chiesi titubante.
"Perché io ho già dato un occhiata a quei banchi Charlie." disse disgustato passandomi un secchiello, una piccola spatola e una maschera trasparente per la faccia.
"A cosa dovrebbe servirmi la maschera?" domandai non del tutto sicura di voler sentire la risposta.
"Ci tengo abbastanza a te, per non volerti vedere strozzare accidentalmente con una gomma." mormorò divertito.
Lo spintonai scuotendo la testa e mi infilai sotto il primo banco che vidi; Ryan fece altrettanto con il banco di fianco al mio.
"Perché non mi racconti qualcosa di te?" chiesi bramosa di conoscerlo più a fondo.
Mi guardò stupito per un paio di secondi con i suoi profondi occhi azzurri e accennò un piccolo sorriso che mi fece perdere un battito.
"Facciamo così, per ogni gomma che riusciamo a staccare avremo diritto ad una domanda, ok?" propose speranzoso.
Era una proposta pericolosa, avrebbe voluto sapere più di quello che ero disposta a raccontare ma volevo correre il rischio. Come se una parte di me fosse stufa di reggere in piedi una sceneggiata che durava da troppo tempo.
"Ci sto prof.! Cominci pure." lo incoraggiai elettrizzata.
"Mason è veramente così idiota da aver scritto il suo nome sopra tutte le sue gomme?" chiese allucinato.
Mi sporsi verso di lui per dare un occhiata di persona.
"Mi meraviglio che tu abbia sprecato una domanda per una cosa tanto ovvia. Mason non smetterà mai di stupirmi." mormorai "Tienile da parte per favore, quando lo vedrò gliele farò rimangiare una dopo l'altra personalmente." esordii alzando gli occhi al cielo.
"Non temere, con tutte le gomme che ci sono qui sotto, potrei sommergerti di domande. Comunque non ti facevo così vendicativa Charlie." ammise.
"E' perché tutti vi fermate alla prima impressione. In una società moderna come la nostra nessuno si prende più la briga di conoscere veramente qualcuno." esclamai quasi seccata nel mentre che una gomma cadeva pericolosamente vicino ai miei capelli.
"Ti sbagli Charlotte, io con te non l'ho fatto." disse il più teneramente possibile.
Nessuno dei due stava più staccando gomme dal banco, spatola e maschera a terra, ora ci guardavamo negli occhi così intensamente che sentivo un fuoco ardermi dentro.
"Perché sei così interessato a me?" chiesi senza distogliere lo sguardo dai suoi occhi. "Non ho nulla di speciale da offrire, anzi, tutto il contrario."
"Non sai quanto ti sbagli ragazzina. Come fai a non accorgerti di tutti gli sguardi che catturi? Io ci ho provato a starti lontano, a convincermi che era tutto sbagliato, ma dalla prima volta che ci siamo incontrati, o meglio scontrati, è stato tutto un crescendo di emozioni."
"La mia vita è un casino Ryan, non potrei mai darti il meglio di me in questo momento."
Lui allungò una mano e intrecciò le sue dita alle mie.
"Io non voglio il meglio di te, ragazzina, io voglio te e basta."
Ci eravamo talmente avvicinati che sentivo il suo fiato caldo sulle labbra.
Mi avvicinai ancora di più a lui.
"Ne sei proprio sicuro?" chiesi con il cuore a mille.
"Si! Voglio il pacchetto completo Charlie."
Fui io questa volta a prendere l'iniziativa. Gli passai una mano tra i capelli castani, per poi scendere lentamente sulla sua guancia. Sentii il suo respiro accelerare e in un attimo una delle sue mani fu dietro la mia nuca. Gli diedi un leggero bacio all'angolo della bocca e subito dopo, impaziente, fui sulle sue labbra. Improvvisamente il fuoco che avevo dentro si spense e fu come se sbocciasse la primavera. Le nostre lingue si cercavano, si esploravano, si tormentavano in un tempo infinito.
Fu lo sbattere lontano di una porta che ci fece riprendere fiato e ritornare alla realtà. Ryan scattò in piedi così velocemente che batté la testa sul banco, soffocò un gemito di dolore e si sedette fulmineo alla cattedra. Io altrettanto velocemente ripresi mascherina e spatola e ricominciai a togliere gomme da masticare.
Eravamo entrambi terrorizzati, il petto di Ryan si alzava e abbassava ad una velocità inaudita e si toccava le labbra ancora gonfie di desiderio.
Qualche secondo più tardi sulla soglia della classe apparve la figura del preside Scott nel suo solito completo scuro.
Uscii da sotto il banco e mi tirai in piedi.
"Professor Davis, signorina King." accennò un saluto "come procedono i lavori forzati?"
"Molto bene preside Scott; Charlotte si è data un gran da fare oggi." esordì imbarazzato, accorgendosi in seguito del brutto gioco di parole che aveva appena usato.
I miei vasi sanguigni avrebbero dovuto esplodere per farmi diventare più rossa, dall'imbarazzo, di quello che già ero mentre sventolavo in aria i due secchi pieni di gomme.
"Ottimo lavoro. Ho già congedato tutti gli altri, potete andare anche voi ora." rispose soddisfatto dandoci la schiena e allontanandosi nel corridoio.
Tenemmo il fiato sospeso finché non udimmo la porta sbattere.
"Pomeriggio interessante, non credi?" disse Ryan imbarazzato grattandosi la nuca.
Annuii altrettanto imbarazzata.
Si avvicinò a me lentamente, mi prese per i fianchi e mi attirò a se.
"Sei impazzito? E se il preside tornasse?" chiesi cercando di allontanarmi.
"Odio il modo in cui ci ha interrotti." sbuffò stringendomi fra le sue braccia.
"Perché questa sera non passi al Serendipity? Suonerà una band dal vivo e mi piacerebbe se ci fossi anche tu." sussurrai nell'incavo del suo collo.
"Mi stai invitando ad uscire?" chiese divertito.
"Beh non proprio...però ti svelo un segreto...anche io mi sento maledettamente incompleta senza di te."
"Oh, la piccola Elsa si sta finalmente sciogliendo vedo."
"Sei proprio un buffone!" ridacchiai. "Ci vediamo più tardi...sempre se ci sarai."
Mi bloccò prima che me ne andassi e mi diede un altro lungo bacio.
"Ne avevo bisogno per resistere fino a questa sera." disse soddisfatto lasciandomi andare, ancora intontita.
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro