10
Per tutto il resto del pomeriggio fui tormentata dai miei pensieri. Pensieri tanto complessi che non riuscii a confidarmi nemmeno con i miei amici.
Quante altre pessime giornate mi sarei dovuta sorbire? Mi ero quasi arresa all'idea che la vita mi avrebbe presa a calci per sempre quindi che senso aveva sforzarsi tanto? Non volevo ammetterlo ma quel tema mi aveva completamente messa in crisi. Da quanto non passavo un pomeriggio intero a leggere i miei libri preferiti, fare una scappatella al mare, andare a un concerto o semplicemente a comportarmi da adolescente? Mi ero sentita in dovere di sorreggere l'intero universo e mi ero sotterrata di responsabilità che nessuno mi aveva obbligata a prendere. Mi stavo punendo da sola da troppo tempo e avevo perso di vista me stessa.
Forse chiedere a Lilian una pausa dal lavoro mi avrebbe aiutata a riprendere un po' di fiato, riposare e ritrovare la vecchia Charlie. Avevo messo da parte un bel po' di soldi per qualsiasi evenienza e per ora la borsa di studio era quasi una certezza dovevo solo continuare a studiare sodo e forse con meno pressione avrei anche allontanato i sospetti dei professori e trovato più tempo per aiutare Noah.
Spinta da quell'aria di cambiamento mi avviai spedita verso il Serendipity per comunicare la mia decisione. Corsi per quasi tutto il tragitto per evitare di cambiare idea e quando varcai la soglia dovetti aspettare parecchio prima di riprendermi.
Dovevo ricordarmi di aggiungere fare sport alla lista dei miei nuovi hobby.
A passo svelto raggiunsi il piccolo ufficio di Lilian nel retro e bussai titubante.
"Avanti" rispose poco dopo Lily sempre cordiale.
Entrai per poi richiudermi la porta alle spalle.
"Ei Charlie! Che sorpresa accomodati"
La guardai per alcuni secondi.
"Va tutto bene?" chiese preoccupata.
"Ti prego non arrabbiarti ok?" fu l'unica cosa che uscii dalla mia bocca.
Mi guardò visibilmente sull'attenti cercando di capire cosa non andasse e prima che aprisse bocca presi il coraggio a due mani e mi costrinsi a parlare.
"Ho fatto un tema oggi in classe...dovevamo parlare del nostro futuro e mentre scrivevo mi sono accorta di non sapere proprio nulla. Credo di dover riprendere in mano la mia vita Lily ma per farlo mi serve del tempo che ovviamente non ho. Non voglio offenderti ne farti arrabbiare perché tu mi hai aiutata più di qualsiasi altra persona qui, però..." deglutii nervosa incapace di continuare.
"Mi hai fatta preoccupare per niente Charlie!" mi ammonì lei con lo sguardo. "Sono mesi che ti dico di prenderti il tuo tempo ma sei cocciuta come un mulo bambina mia." sospirò.
"Lo so. Ma non sono ancora sicura di voler lasciare l'unico posto sicuro che ho Lilian."
"Charlie, ascoltami. Hai un infinità di possibilità fuori di qui e non sarò di certo io a impedirti di provarle tutte quante. Avrò sempre bisogno di te qui dentro ma anche il mondo fuori ne ha bisogno tesoro."
Mi sfuggì un sorriso grato.
"Prometti di chiamarmi ogni volta che ne avrai bisogno?" chiedo speranzosa.
"Lo sai già che lo farò. Sei comunque già prenotata per i prossimi eventi che faremo tesoro. Ora esci da questa porta e vai a conquistarti la vita." disse sorridendo raggiante.
La stritolai in un abbraccio.
"Sarai fiera di me vedrai." Le dico mentre a grandi falcate raggiungo la porta.
"Lo sono già!"
Le rivolsi un ultima occhiata veloce ed uscii entusiasta.
Una volta fuori dal locale respirai a pieni polmoni sollevata. Chiamai subito Emily, per una volta avrei avuto tutto il tempo per stare con i miei amici senza limiti.
"Ei, ragazza! Che combini?" rispose pochi secondi dopo.
Non persi tempo.
"Emy dove sei? Ho delle novità!"
"Sono ancora a scuola. Evan mi ha chiesto se mi andava di fermarmi a vedere l'allenamento. Non potevo rifiutare!" ridacchiò contenta.
"Ti posso raggiungere?" chiesi io sbrigativa.
"E me lo chiedi? Ma oggi non dovevi lavorare?"
"Ti spiego tutto quando arrivo. A fra poco, un bacio."
Non le detti il tempo di rispondere che attaccai la chiamata e mi avviai verso il campo. Scorsi Emily in lontananza seduta sulle gradinate sbraitare qualcosa verso un ammasso di ragazzi che correvano lanciandosi una palla ovale. Era una vera appassionata di qualsiasi sport e con tre fratelli maggiori si poteva capire anche il perché.
"Con chi ce l'hai oggi Emy?" le chiedo ridendo una volta raggiunta.
Mi sedetti accanto a lei.
"Con Mason! Oggi proprio non esiste in campo." sbuffò "Dai Mason corri santo cielo muovi quel culo." Sbraitò poi alzandosi in piedi.
Il ragazzone dal canto suo le rivolse un occhiataccia da sotto il casco e quando vide anche me mi mandò un bacio con la mano.
"Allora queste grandi novità?" chiese poi tutta pimpante.
"Ho detto a Lilian che mi prendo una pausa, le darò una mano solo per le serate evento!"
"Nooo veramente? E quindi sarai tutta per noi? In qualsiasi momento? Mattina, pomeriggio e sera? Sempre?" Emily lanciava urletti tra una domanda e l'altra saltellando per tutti i gradini.
Non potei fare a meno di ridere.
"Si quando vorrete." sorrisi sorniona.
"Non sai quante cose ti sei persa fino ad ora! Dobbiamo fartele recuperare tutte quante! Ed è pure ora di conoscere qualche ragazzo mi hai capito bene?" mi rimbeccò subito.
Feci una smorfia.
"Sono d'accordo su tutto ma sui ragazzi andiamoci piano ok? Sto bene libera come sono."
"Hai il cuore di ghiaccio!" sbuffò.
"Non è vero!" brontolai io.
"Ritieniti già impegnata questa sera. Dopo l'allenamento la squadra si ferma a mangiare una pizza, non credo che faranno storie se ci aggiungiamo a loro." propose Emily.
"Ma tu fai sempre così?" chiesi sbalordita.
"Si! Ormai sono di casa, anche gli allenatori mi hanno presa in simpatia. Dicono che sono molto brava a spronare i ragazzi in campo." Dichiarò sicura di se.
"Io penso che tu li terrorizzi." Ribattei sicura di farla arrabbiare.
Mi guadagnai una piccola spinta e risi di gusto.
Tornai a guardare i ragazzi ormai intenti ad avviarsi negli spogliatoi e anche io mi e Emily ci alzammo per andare ad aspettarli nel parcheggio.
"Perché non mi racconti un po' come sta andando con Evan?" chiesi prendendo la mia amica sotto braccio.
La vidi arrossire leggermente.
"Oh beh, lui è veramente molto dolce Charlie. Usciamo spesso, e parliamo per ore e il tempo vola. Mi tiene sempre la mano ovunque andiamo, anche a scuola, però ancora non siamo andati oltre. Nemmeno un bacio e non abbiamo ancora parlato di cosa c'è esattamente tra di noi ma so di esserne innamorata." Disse le ultime parole quasi sussurrandole.
Emily, se possibile, avvampò ancora di più.
"Sono così felice per te Emy, comunque puoi sempre fare tu la prima mossa. Lo sai che i maschietti non colgono molto in fretta i segnali." dissi continuando a camminare.
"Credo tu abbia ragione; e comunque è per questo che dovresti provare anche tu ad uscire con qualcuno, voglio vederti felice." Insisté caparbia.
"Prometto che ci proverò, ok?"
"Evviva sapevo che ti avrei convinta!" disse facendomi una linguaccia.
Mi sembrò di aver aspettato un eternità prima di vedere qualcuno uscire dall'edificio.
"Credo che il tuo Evan stia arrivando." bisbigliai tra i denti poco dopo dando un occhiata al gruppetto di ragazzi che si stava avvicinando.
Emily non perse tempo, si voltò di scatto e raggiunse Evan a passo svelto.
Lui fece per prenderle la mano ma inaspettatamente Emy gli passò un braccio attorno al collo e le schioccò un bacio leggero sulle labbra.
"Sei stato il migliore in campo tesoro."
Evan incredulo lasciò cadere il borsone a terra ma non perse tempo a stringerla a se e darle un altro lungo bacio.
Leggermente in imbarazzo mi allontanai con la scusa di andare a vedere che fine avesse fatto Mason, convinta che, tanto, nessuno dei due mi avesse minimamente sentita.
La scuola era deserta e affrettai il passo per raggiungere velocemente gli spogliatoi. Quando fui davanti alla porta, senza pensarci troppo, afferrai la maniglia per entrare ma nello stesso esatto momento la porta si aprì e io sbattei dritta contro il petto di qualcuno.
"Mas..." mi bloccai e sgranai gli occhi.
"Ragazzina, dovremmo smetterla di incontrarci così. Ti ho fatto male?" chiese un professor Davis sorridente.
Non riuscii a staccargli gli occhi di dosso. Aveva i capelli spettinati e leggermente bagnati, portava una leggera maglietta a maniche lunghe che aderiva perfettamente al suo corpo muscoloso e un paio di pantaloni neri della tuta.
"Pronto? c'è nessuno?" mi sventolò una mano davanti agli occhi e non potei fare altro che arrossire violentemente.
"I-io n-no t-tutto bene s-si." Balbettai incerta.
"Scusami Charlotte non volevo metterti in imbarazzo, sono il nuovo aiuto del Coach, se stai cercando il tuo ragazzo è ancora dentro. Ma ti sconsiglio di entrare ci sono ancora parecchi ragazzi in mutande." rise divertito.
Ritrovai velocemente lucidità come se la sua frase mi avesse colpito come una frusta.
"Mason non è il mio ragazzo!" dissi con urgenza senza nemmeno sapere perché avevo trovato importante dirlo.
Non distolse lo sguardo e sfoggiò il suo perfetto sorriso.
"Oh, scusa ne ero quasi convinto."
"Siamo solo buoni amici professor Davis." Rimarcai determinata.
"Mi fa piacere che siate così uniti, gli amici rendono la vita meno amara ragazzina."
"La smetta di chiamarmi ragazzina." lo implorai con lo sguardo.
"No." Fu la sua unica risposta prima di avviarsi verso l'uscita facendomi poi cenno di seguirlo.
"Credo che domani avrò una gran voglia di ciambelle...e qualcuno potrebbe portarmene una prima che tutta la scuola sappia che una graziosa ragazza ha provato a fare irruzione in uno spogliatoio maschile." commentò sogghignando.
"Noo, lei non lo farebbe!" sbottai incredula.
"Mi stai sottovalutando." rispose tranquillo.
"Mi dispiace veramente molto, professor Davis, ma dovrà andare a prendersele da solo, facendo finta di andare a correre naturalmente" lo stuzzicai io.
"Non puoi capire Charlotte, da quando ho mangiato quella ciambella la sogno ogni notte, mi devi aiutare." mi guardò serio.
"Dovrebbe farsi aiutare da uno veramente bravo non da me, lo sa questo?" dissi io di rimando "Comunque vedrò che posso fare, dopo il suo tema ho deciso di prendermi una pausa dal locale. Ha colpito il bersaglio prof., è stato più potente di quanto lei creda." confessai.
Tornò a guardarmi negli occhi.
"Ci avevo sperato Charlotte e ora sono molto soddisfatto! Sto cercando di aiutarvi con ogni mezzo possibile prima che il mondo la fuori vi schiacci. Più sarete consapevoli e meno farete fatica a trovare il vostro posto. Comunque mi puoi chiamare Ryan fuori dalla scuola. Mi fate sentire così dannatamente vecchio!" sospirò.
"Non vorrei contraddirla ma tecnicamente ci siamo ancora dentro." precisai.
Si guardò intorno perplesso.
"Hai ragione, non hai tutti i torti ragazzina."
Alzai gli occhi al cielo contrariata per l'ennesima volta.
Riprese a camminare e per restare dietro alle sue enormi falcate mi ritrovai quasi a rincorrerlo.
"Sei lenta Charlotte." esordì piccato.
"Oh ma che ha oggi che non va?" chiesi esasperata
Ormai ero tentata di prendere in considerazione che avesse qualche serio problema di personalità.
"Non darmi del lei e poi credo sia per la fame, divento irascibile quando non mangio." sogghignò. "Per quanto mi faccia piacere intrattenermi con te non vedo l'ora di arrivare in pizzeria!"
"Perché ci viene anche lei, ehm, tu in pizzeria?" balbettai incerta.
"Io ci vado sempre con la squadra, scommetto che la signorina Emily si è imbucata di nuovo non è forse così?" chiese senza fermarsi.
"Ehm sì, è quello che penso io, sì. Ma lei dice di essere ben accetta tra di voi."
"Lo è infatti, ma voglio rivelarti un segreto..."
Si fermò e tornò a piantare i suoi occhi azzurri nei miei.
"Tante volte mi mette i brividi. Ho paura anche solo a contraddirla potrebbe facilmente picchiarmi." disse sprigionando un grandissimo sorriso.
Non riuscii a trattenermi e scoppiai in una grande risata.
"Oh lo sapevo, sapevo di avere ragione." dissi tra le lacrime continuando a ridere.
Quando riuscii a fermarmi notai che il professor Davis mi stava ancora fissando.
"Che c'è?" chiesi imbarazzata.
"I tuoi occhi hanno cambiato colore, blu, mi piace il blu." bisbigliò talmente piano che faticai a sentirlo.
Restai di sasso, avevo sicuramente sentito male.
"Credo di non aver capito professore." dissi tentando di fargli ripetere la frase.
Si riscosse.
"Nulla credo sia la prima volta che ti vedo ridere così." disse serio.
Restai senza fiato incapace di proferire parola ma lui si affrettò a parlare di nuovo.
"Pensavo solamente che non ne fossi capace ragazzina. Ero convinto al 99% che tu fossi un robot." esordì facendo una smorfia.
"Ah-ah, molto simpatico." ribadii io.
Pensai tra me e me se quel dannato corridoio fosse sempre stato così lungo e quando vidi l'uscita non riuscii a trattenere un sospiro di sollievo. Varcammo la porta insieme, e ci avviammo verso il gruppetto di ragazzi che aspettava paziente nel parcheggio.
Mi rivolse un ultimo sguardo.
"Ci vediamo dopo, imbucata." disse facendomi l'occhiolino.
Tenni gli occhi puntati su di lui finché non raggiunsi Emily.
"Ma dove eri finita?" chiese interrogativa.
"Te l'ho detto che sarei andata a cercare Mason."
"E sei tornata con il professor. Davis?" mi sollecitò lei alzando un sopracciglio.
Pregai di non arrossire.
"Si, l'ho incontrato per caso. Non voleva farmi entrare negli spogliatoi. Ha detto che i ragazzi erano ancora tutti in mutande." bisbigliai.
"Hai provato ad entrare negli spogliatoi?? Nemmeno io mi spingo così il là Charlie!" ridacchiò.
Sbuffai incrociando le braccia.
"Ecco che arriva Mason la signorina!" rimbeccò Emy pochi secondi più tardi.
"Oh, Emily ma che vuoi? Oggi ce l'hai con me per caso?" ribatté Mason avvicinandosi.
Emily non si trattenne più e iniziò a fargli un resoconto dettagliato di tutti gli errori e i passaggi che aveva sbagliato durante l'allenamento; io nel mentre li seguivo a ruota, verso la macchina, fissando Mason il quale di nascosto si era infilato due cuffie nelle orecchie e annuiva di tanto in tanto.
Il tragitto in auto fu più breve del previsto, scesi volentieri e in fretta con le orecchie fumanti per tutte le chiacchiere che Emily riuscì a fare in così poco tempo. Mi avviai verso la pizzeria seguendo Evan mentre i due stavano ancora battibeccando ma mano a mano che si avvicinavano riuscii a sentire un botta e risposta che mi riguardava sicuramente.
"Dobbiamo farla sedere vicino al signor Davis"
"Ma sei pazzo? No! si siederà vicino ad Aiden."
"Aiden? Ma per favore, non è il suo tipo."
"Che ne sai tu di chi è il suo tipo?"
"Lo so e basta Emy!"
Mi fermai di botto guardandoli entrambi con aria truce e puntai il mio indice ossuto prima su Emily e poi su Mason.
"Non so cosa diavolo stiate confabulando voi due ma spero per voi che non mi riguardi!" li minacciai entrambi.
Aprirono bocca all'unisono per dire qualcosa ma li zittii con un'occhiata.
"Primo: sono grande abbastanza per decidere dove sedermi. Secondo: scordati che mi sieda vicino al professor Davis! E terzo: chi diavolo è Aiden?" bisbigliai minacciosa.
"Aiden Mitchell, il ragazzo moro che parlava con Evan prima." dichiarò Emily.
Scrollai le spalle non ricordandomi affatto del ragazzo in questione.
"Vi avverto...niente scherzi, sono stata chiara?" dissi fulminandoli con lo sguardo.
Annuirono come due bravi soldatini e si avviarono a passo svelto verso la pizzeria.
Quando entrai e raggiunsi il tavolo che il cameriere mi aveva gentilmente indicato restai di sasso.
L'unico posto libero a sedere era tra il professor Davis e un ragazzo moro che non avevo mai visto.
Ordinai alle mie gambe di camminare fino all'unica sedia libera rimasta per evitare ulteriori brutte figure.
Mi sedetti di peso promettendomi mentalmente di uccidere i miei due aguzzini e di non partecipare mai più a cene del genere.
Sarebbe stata una lunghissima serata.
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