Londra, 13 Marzo

Caro Jared,
Oggi mi sei venuto a parlare.
Nei tuoi occhi non vedevo più quella rabbia che c'era fino a qualche tempo fa. Sinceramente, non so se la cosa mi preoccupi o mi faccia sentire meglio.
Ti sei seduto sulla sedia vicino al mio banco, e mi hai fissato con quei profondi, bellissimi occhi verdi.
"Dimmi una cosa."
Il tuo tono faceva quasi paura. Ma tu tremavi. Ho visto le tue mani tremare, e la tua voce vacillare per un brevissimo secondo. E nei tuoi occhi leggevo un sentimento nuovo: paura.
"Cosa vuoi sapere?"
Volevo fare l'indifferente, sì. Volevo anche che te ne andassi.
Non devi starmi vicino. Non puoi, Jared, perché più mi stai vicino più io sento la tua mancanza.
"Perché piangevi ieri sera?"
"Chi ti ha detto che ho pianto?"
"Dimmi solo il perché. Quello che fa domande sono io."
Ho fatto una smorfia, e una risatina amara. "Non sei un detective, e io non sono la colpevole di un omicidio."
"Hai ucciso il mio cuore, ti basta?"
Il mio cuore è sprofondato.
Il tuo sguardo ferito mi uccideva. Se ci penso, potrei morire sul momento.
"Jared..."
"Rispondi solo alla mia domanda." Hai detto con la voce strozzata.
A quel punto ho tirato fuori dalla tasca della felpa oversize il bigliettino stropicciato.
Dandogli una veloce occhiata, il tuo sguardo si è fatto glaciale. Le spalle rigide, la mascella contratta.
Volevo soffocarti in un abbraccio e dirti che andava tutto bene. Che se restavi con me non sarebbe più successo niente.
In quel momento non ho pensato alle conseguenze. Non ho nemmeno calcolato che fra meno di un mese non sarò più in questa città.
Lo avrei fatto, ti avrei abbracciato, se in quel momento non fosse arrivato Ryan.
Appena mi ha dato un bacio tu ti sei alzato e sei andato via.
Ci siamo rivisti solo all'uscita della scuola, quando i nostri sguardi si sono incontrati da qualche armadietto di distanza.
Avevi un occhio nero, e le nocche spaccate.
Hai fatto a botte per me?
Gesù, Jared. Se fossi ancora il mio migliore amico ti prenderei a calci nel sedere. E poi ti abbraccerei, tanto forte da spezzarti una costola.
Mi manchi.
Con infinito amore,

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