Andrea era in camera sua.

"Ho paura di essere beccato ancora" stava pensando. "Oggi mia mamma torna in ritardo da lavoro, quindi posso comunque fumare, ne ho bisogno".

Il pavimento era disseminato da vestiti sporchi. Il letto era sfatto e il ragazzo sembrava fregarsene. Portò fuori dalla tasca il purino e il Clipper. L'accese. Un tiro profondo e la calma con il fumo lo permeava. Una gioia debole, insaziante, che pareva essere la sua unica forma di godimento. Ormai dipendeva da quella roba, ma ne era soddisfatto. Forse infelice, ma soddisfatto.

"Louis mi ha dato ordini chiari, devo riuscire a finire tutto o non mi passa più la roba". Temeva molto quell'italo-francese, ma dopotutto era l'unico ad avere la indoor lì intorno. Aveva sentito di un altro, ma distava circa 50 km e poi costava il quadruplo.

Louis era un uomo sulla trentina, alto e secco. Capelli poco curati castani, occhi azzurri, naso abbastanza grande. L'accento poteva anche sembrare buffo, però non si rideva mai con lui. Spacciava da almeno 3 anni. La coltivava a poco da casa sua, dietro il canneto di un caneletto. "Domani lo faccio, ho deciso".

Il giorno seguente, alla fine delle lezioni, si precipitó in centro. Louis gli aveva detto: -Devi andare dietro l'edicola, quella in piazza-. Si recò nel posto indicato e lì trovò la persona che stava cercando. Doveva solo ricordarsi la parola per testimoniare che lui non era dei "carramba".

- Che Guevara -. Andrea lo disse pacatamente.
- Bella! Andrea? -. Era un trentenne bassetto, con capelli medio-lunghi corvini e occhi piccoli nocciola - Immagino che Louis non ti abbia detto cosa devi fare... Non è così? -.

Andrea scosse la testa.
- Che figlio di pu... Oh, scusa il mio provincialismo. A me toccherà informarti... Bè... -. Lo fissò intensamente negli occhi, poi proseguì:
- Devi recarti domani a questo indirizzo e parlare con l'uomo che ti aprirà la porta. Tutto chiaro? -.

Mentre lo diceva, allungò un biglietto al sedicenne.