Capitolo 27: Recita
OCTAVIA
«Eravamo lì, con le spalle al muro senza alcuna via di fuga. E lui che fa?» la voce della ragazza riccioluta divenne più acuta all'ultima domanda.
«Parte col monologo» rispose Simon.
«Parte col monologo!» confermò ridendo la ragazza, Denise «Inizia una specie di discorso preparato su quanto noi siamo deboli rispetto a lui, di quanto sia inevitabile la nostra sconfitta e bla bla bla. Chiacchiere! Insomma, ci aveva, lì su un piatto d'argento e non stava zitto» continuò, seguita da una risata generale.
Ho già sentito qualcosa del genere, pensai, mentre, ascoltandoli distrattamente, fingevo di ridere.
Stavamo nella sala comune dove ero stata trascinata da Simon poco prima. Al tavolo con noi c'erano i famosi Elia e Denise, di cui già mi aveva parlato il mio nuovo/vecchio amico, più altri due ragazzi non ancora ben identificati.
Stavo giochicchiando un una ciocca di capelli in modo da tenere occupate le mani che altrimenti avrei automaticamente portato alla testa per massaggiarmi le tempie.
Mi ero immaginata i soldati del Regno della Foresta come delle macchine pronte per combattere, un po' come i Cloni di Star Wars e invece mi trovavo di fronte dei normalissimi e chiacchierosissimi ragazzi.
Avevo provato a seguire le loro conversazioni, e per un po' ci ero anche riuscita. In fondo era quasi come tornare a scuola: gruppi di ragazzi che scherzavano e parlavano degli argomenti più disparati. Che gioia.
Ma quando passarono a parlare dal nuovo taglio ridicolo di Shape a missioni, battaglie e villaggi occupati come se nulla fosse fui immediatamente riportata alla realtà. Spensi il cervello prima che il mio istinto prendesse il sopravvento facendo finire il mio pugno sul naso di uno dei presenti.
Cercai di non pensare a quello che Hikari aveva raccontato a Lydia durante il viaggio verso Eira, cercai di non pensare all'attacco alla Base di Arjuna, di non pensare a quel ragazzo morto trafitto da parte a parte da una lama affilata.
Dovevo pensare al piano di fuga. Ecco cosa dovevo fare. Da Simon ero riuscita a scoprire che ogni due giorni quei carri trasportanti viveri e rifornimenti tornavano ai vari paesi di provenienza, partendo puntuali tutti alle sei del mattino. Il che voleva dire che un carro sarebbe partito l'indomani mattina ed uno tre giorni dopo. Ecco, quello sarebbe stato il nostro biglietto per Ynda. Dovevo solo trovare il modo di avvisare gli altri.
«Ci si rincontra, tenente. Ancora complimenti per come ha agito oggi.»
Queste parole richiamarono la mia attenzione. Anche gli altri si erano azzittiti e stavano guardando in un punto alle mie spalle.
Conscia del fatto di essere l'unica tenente seduta a quel tavolo, mi voltai nella direzione di provenienza della voce.
In piedi dietro di me stava un ragazzo dal viso familiare. Fissai per un po' quei suoi occhi blu prima di capire chi fosse: il ragazzo che aveva riconosciuto Chris.
«Non è poi così grande questa Base» risposi con voce piatta.
«Ehi, Michael, giornataccia eh?» rise Simon.
«Lasciamo perdere: cinque ore di allenamento, due richiami, un litigio con Gilda e per finire l'incontro con Chris» rispose il ragazzo, poggiandosi al tavolo.
«Come ha fatto a entrare, mi chiedo io. Bella batosta per il Generale, non credete?» rise divertita Denise.
Roteai gli occhi.
«Il Generale non è stato l'unico a farsi ingannare» aggiunse, fissandomi, un ragazzo biondo seduto al nostro tavolo.
Sentii la mano di Simon stringersi attorno alla mia. Forse in quanto a pazienza Aylen ed io eravamo uguali.
«E non contento si è portato dietro due compagni spedendoli in prigione lui stesso... si può essere più idioti?» continuò Michael.
I suoi occhi blu guizzavano divertiti da un volto all'altro in cerca di consenso.
«Ilan Harvey ha pure dato il suo vero nome. Gli ci mancava un insegna a caratteri cubitali con su scritto "Siamo ribelli" e sarebbero stati a posto» scherzò Elia «La ragazza invece non l'ho mai vista, né ne ho mai sentito parlare. Tu la conoscevi?» chiese poi, rivolgendosi nuovamente a Michael.
«No, e di ribelli nei Villaggi delle Montagne ne ho visti tanti.»
«Voci di corridoio dicono che abbia dato un nome falso. C'è chi dice che lei sia la ragazza che tutti cercano. La ragazza di cui Knight parlava.»
Una ragazza spuntata da chissà dove aveva preso una sedia e sedendocisi a cavalcioni si era messa accanto a Denise.
«Non ci crederei neanche se la vedessi usare il Dono davanti ai miei occhi» rise Elia.
«Una Munus venuta dalla Terra, che assurdità» continuò Denise.
Che deliziosa coppia di vipere.
«Vero o no che sia, il Generale andrà a verificare di persona» si aggiunse un altro ragazzo.
Ma cos'è, un party?
La gente continuava a spuntare dal nulla, come margherite.
«L'ho sentito dire anche io. Dovrebbe andare domani, primo mattino, non appena avrà del tempo» confermò il ragazzo biondo.
Domani mattina?
Quello rappresentava decisamente un problema. Avrei dovuto anticipare la fuga al mattino seguente.
«E gli altri due?» chiese una voce indistinta.
«Li manderanno in uno dei centri» rispose qualcun altro.
«Dovunque li mandino, spero di rincontrare gli occhi di Christallino un'altra volta. Tanto per gustarmi un po' più a lungo la vittoria. L'ultima volta mi aveva giocato veramente un brutto scherzo.»
Nel senso che ti aveva battuto, conclusi mentalmente.
«Christallino?» ripeté il ragazzo biondo divertito.
«Christallino, Christelmio, nessuno sa il suo nome» continuò con aria scocciata Michael.
«Chrisciosualdo?» tentò qualcun altro.
«Spero per lui non Chrisostabolo, come mio nonno» rise Elia.
«Chrisenefrega!» chiuse il discorso, ridendo, Michael «L'importante è che gli strappino quel sorrisetto arrogante dal viso.»
«Chrisostabolo» sghignazzò a bassa voce Denise.
Non bastava Lydia a cercare di indovinare il nome d Chris, ora ci si mettevano pure questi. Cos'era, un'epidemia?!
Decisi di andarmene per evitare che mi partisse il tic all'occhio. Nell'alzarmi mi trascinai dietro la sedia, provocando più rumore di quanto avessi voluto. Un paio di occhi guizzarono nella mia direzione.
«Io... vado in bagno» dissi, indicando un punto a caso e sperando che in quella direzione ci fosse una toilette.
Devo trovare il modo di parlare con gli altri. Non resta molto tempo.
Vidi una finestra aperta e mi ci diressi senza pensarci due volte. Avevo bisogno di ossigeno.
«Aylen, va tutto bene? Sembri... diversa. C'è qualcosa che devi dirmi?»
Ma perché a me? Questo è più appiccicoso di una sottiletta Kraft!
«Sì Simon, sì. Va tutto bene» riposi secca.
«Veramente? Eppure non mi era sembrato andasse tutto bene quando casualmente sentivi di dover "andare in bagno" proprio nel momento in cui avevamo iniziato a parlare di Chris Hale» disse in tono accusatorio.
Guarda un po' se uno adesso non può andare in bagno quando gli pare.
«Perché sei così interessato a quello che faccio?» sbottai.
«Perché io...» si interruppe, soppesando evidentemente le parole da pronunciare «Ci tengo a te, e non voglio vederti rovinare la vita a causa di una persona qualsiasi» concluse alla fine, in tono diplomatico.
Oddio, sta veramente ancora parlando di Chris? Ma è una fissa la sua! Non mi pare di aver dato in alcun modo l'impressione di... Bingo.
Finalmente avevo trovato il tassello mancante del puzzle.
«Lui non è una persona qualsiasi»dissi con tono scioccamente colpevole. Mi feci schifo da sola. «Simon, posso fidarmi di te, vero?» dissi, sbattendo giusto un paio di volte di troppo le palpebre, ma senza esagerare.
«Aylen che cosa stai dicendo? Non dirmi che...» iniziò Simon.
Sembrava più scioccato di quanto pensassi.
«Invece sì. In queste due settimane tra me e Will, cioè Chris...» pronunciai il suo vero nome con quanto più disgusto fossi in grado di esprimere «Si era creato un rapporto... diciamo più intimo di quello tra due semplici colleghi» finii la frase, abbassando lo sguardo, ma cercando di mantenere i lineamenti del viso duri, quasi fossi arrabbiata più che triste.
Del resto Aylen non è una rammollita.
Vidi Simon un attimo frastornato, ma non appena sembrò pronto a replicare lo interruppi, anticipando le sue parole «Lo so, lo so. Era sicuramente tutta una finzione, una strategia per potersi avvicinare a me. Eppure sembrava tutto così... vero. Non posso continuare a dormire tranquillamente senza sapere la verità. Questo dubbio continuerà a logorarmi fino a quando quel serpente dagli occhi verdi non mi avrà detto in faccia chiaro e tondo che era tutta una finzione e niente più» feci un profondo respiro, cercando di caricare al massimo l'ultima frase «Io voglio parlare un'ultima volta con lui. Devo farlo.»
***
Dovrei fare un corso di recitazione.
Cercai di reprimere il sorrisetto vittorioso che cercava di farsi spazio sul mio volto.
Stavo discendendo in silenzio le scale che portavano alle prigioni sotterranee. Pochi passi più avanti Simon mi faceva strada.
Ci era voluto un po' di tempo per convincerlo, soprattutto perché lui sosteneva che vedere Chris mi avrebbe solo fatto star peggio. Ma dopo avergli promesso più volte che un solo incontro mi sarebbe bastato e che non ne avrei mai chiesti altri aveva acconsentito ad aiutarmi.
Vidi la chioma castana voltare a destra e scomparire dietro un angolo; lo seguii senza pensarci. Era da un po' che aveva smesso di parlare. Non che mi mancasse il suo continuo chiacchierio. Tuttavia il modo in cui i suoi occhi si erano spenti non appena avevo iniziato a parlare di Chris era stato evidente, anche se nascosti dietro uno spesso paio di lenti. Era come se qualcuno gli avesse premuto il tasto "off".
Rimandai in dentro quel pensiero, facendolo scendere giù sotto i piedi fino a calpestarlo.
Da dove salta fuori questo tuo lato tenero? Dai su, non sei una bimba di cinque anni a cui hanno rubato la Barbie.
Non che ne abbia mai posseduta una, preferivo di gran lunga i giochi da maschio, per la gioia di Zack.
«Entra qui» Simon si era fermato di colpo ed aveva aperto una porta in legno.
Mi sporsi per guardarci dentro e... «È uno sgabuzzino!»
«Molto perspicace Aylen, ora vuoi entrare?» mi rispose sarcastico.
Strinsi la mano in un pugno per scaricare la tensione.
Se il tuo pugno finisce sul suo naso tu non vedi Chris.
Semplice e lineare come ragionamento.
Rilassai le dita, entrando senza fare altre domande e prima di avere il tempo di voltarmi Simon aveva già chiuso la porta.
«Ehi, Denver, ti ricordi il favore che ti avevo fatto un mese fa?» la voce di Simon arrivava ovattata attraverso la spessa porta di legno «Credo sia giunto il momento di ricambiare.»
Passarono alcuni minuti di puro silenzio. Temetti per alcuni secondi una trappola da parte del ragazzo, ma accantonai velocemente quell'ipotesi e ben presto la tensione che mi aveva assalito scemò sostituita da una tremenda noia che mi portò a leggere le etichette dei vari detergenti presenti nello sgabuzzino.
...Contenuto altamente infiammabile, tenere lontano dagli occhi...
Un rumore improvviso mi fece sobbalzare facendomi quasi cadere dalle mani il flacone che tenevo in mano.
«Cinque minuti, non più» disse Simon, spingendo subito dopo Chris all'interno dello stanzino e richiudendo immediatamente la porta.
«Wingwash, lo usavamo anche noi alla Base per pulire i tavoli della mensa» furono le prime parole di Chris.
Abbassai lo sguardo sulla bottiglia di detersivo che ancora tenevo tra le mani. Con un gesto rapido riposai il contenitore, sbattendolo forse un po'troppo violentemente sulla mensola alla mia destra.
Seriamente? Di tutte le cose che ha da dirmi la prima è che cosa usano per pulire i tavoli alla sua Base?
«Kari è in grado di controllare il vetro della nostra prigione» aggiunse poi sottovoce, ritrovando fortunatamente un po' di serietà. Le sue labbra si avvicinarono a me, solleticandomi l'orecchio.
Persino quel lieve contatto fisico per me era troppo. Mi scostai rimanendo comunque a distanza di sussurro da lui.
«Il Generale sa di Lydia, e domani vuole passare a prenderla. Dobbiamo fuggire prima che questo accada. Ci son dei carri che portano i rifornimenti dai villaggi alla Base e viceversa. Domani alle sei ripartono puntuali, e noi dobbiamo essere lì per riuscire a prenderne uno.»
Pronunciavo così piano le parole che a stento riuscivo a udirle io stessa.
«Alle sei? Del mattino?»
Si sta lamentando per l'orario? Ma io ora lo ammazzo.
Il mio sguardo era così duro che sentivo i muscoli delle sopracciglia dolere.
«Ok, ottimo lavoro Anderson, sapevamo di poter contare su di te» si affrettò ad aggiungere, dandomi un lieve pugno sul braccio.
«Ricordi il cortile interno che si vedeva dalla mensa?» appena vidi Chris annuire continuai «C'è un collegamento, una specie di galleria, che unisce quel cortile ad uno più piccolo posto di lato all'edificio. È lì che sono parcheggiati i carri. Vedete di trovarvi lì un quarto alle sei, al resto ci penso io. Non so ancora come, ma ci penso io» dissi convinta, non sapendo in realtà neanche a cosa dovessi pensare. Al cocchiere? Alle guardie? A Simon?
Sarà una lunghissima nottata.
«Senti un po', sbaglio o quello lì fuori è il tuo amichetto della mensa?» chiese Chris in tono malizioso.
«Lascia perdere, soffiami negli occhi, piuttosto» tagliai corto.
«Cosa?»
«Soffiami negli occhi, veloce!»
Ancora con uno sguardo interrogativo il ragazzo iniziò a soffiarmi negli occhi finché non li sentii pizzicare; a quel punto mi sporsi in avanti.
«A domani.»
Cercai di farlo suonare più come un ordine che come un saluto.
«A domani» lo sentii rispondere alle mie spalle, mentre io già stavo aprendo la porta dello sgabuzzino.
Volontariamente inciampai, finendo esattamente addosso a Simon al quale mi aggrappai con entrambe le mani. Alzai lo sguardo lentamente, ed asciugandomi le lacrime che il soffio di Chris mi aveva procurato sussurrai un "Grazie" mezzo mozzato. Poi, fingendo di ritrovare un po' di contegno, mi scansai dal mio amico e, sollevando la testa fieramente, mi diressi in cima alle scale.
In sottofondo sentii i passi di Simon avvicinarci a me e Chris esser riportato in cella da qualcuno, ma io avevo una serie di cose da fare e non potevo lasciarmi distrarre.
Primo passo, pensai, recuperare il mio arco.
Angolo autrice
Per cominciare questo capitolo ci ho messo un'ora tonda tonda... che poi sapevo già cosa doveva succedere, eppure rimanevo lì ferma a fissare la pagina ma questa magicamente non si scriveva... "Cose strane succedono ad Altrove, e tocca a Leone salvare..." Ah no, scusate, ho sbagliato. Sto lentamente, inesorabilmente impazzendo.
100 punti a Grifondoro per chi mi riconosce la citazione con cui ho aperto il capitolo! (e altri 10 punti a chi mi trova le altre)... Lo sapete che non riesco a scrivere un capitolo senza inserirne almeno una. Non so perché, ma ogni tanto Wattpad impazzisce, e più persone mi hanno detto che non gli è arrivata alcuna notifica dell'ultimo aggiornamento... quindi niente: esiste un capitolo 26 prima di questo 27. Lo so, è banale come cosa, ma già un'altra volta è successo.
Amo questo social... ma ogni tanto vorrei trovarmelo di fronte in forma umana per prenderlo a capocciate.
Vorrei ringraziarvi tanto tanto per i meravigliosi nomi che mi suggerite per Chris... veramente, senza di voi avrei finito le idee già da un pezzo! E quindi per oggi ringrazio in particolare:
@02lovebooks e @Phoenixfire99 per Christallino (ottima collaborazione!)
@MagicMad_Madness per Chrisciosualdo
5sos_take_me_away per Chrisostabolo
Ultimamente faccio degli angoli autrice lunghissimi! Chiedo venia, veramente. Ma lo sapere che non siete obbligati a leggerli, vero?
TRIVIA
Le canzoni che Lydia ascolta o canticchia durante la storia (fatta eccezione per "Il Pescatore") sono le canzoni che la riproduzione casuale di iTunes stava mandando in quel momento. Dunque sono state inserite senza alcuna premeditazione dietro. Perché si, io scrivo sempre con la musica... beh io faccio sempre tutto con la musica... studio, cucino, mi lavo i denti...
Quindi possiamo anche dire che Lydia ha gli stessi miei gusti musicali... oh toh.
Un bacione a tutti! E alla prossima!!! :*
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