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Capitolo 24: Tenenti

OCTAVIA

«Aprite, sono il Tenente Aylen Coltrow. Abbiamo prigionieri.»

Una voce risuonò sola in quel deserto. Una voce dura ed imperativa. La mia voce.

Non un singolo fremito aveva tradito l'insicurezza che si celava in me. Ero sempre stata brava a mentire, mi bastava immedesimarmi così tanto nella menzogna da crederci io stessa. 

Sono Aylen Coltrow, mi ripetevo.

Dubitavo ancora fortemente della riuscita del piano, ma ero anche consapevole che quella fosse l'ultima arma a nostra disposizione.

Inoltre, farci prendere dal panico non ci avrebbe portati da nessuna parte, era inutile arrovellarsi la testa coi "se" e coi "ma". Ormai non potevamo più tornare indietro.

Ci trovavamo di fronte all'ingresso principale della Fortezza A113-Est, una delle tante Fortezze del Regno della Foresta disseminate lungo il confine. Una fortezza come le altre, senza lode e senza infamia.

Di fronte a noi si parava uno dei più grandi cancelli che avessi mai visto. Non c'era alcuna strada che collegasse l'interno della base col mondo esterno; pertanto, le spesse barre d'acciaio che costituivano il cancello s'immergevano direttamente nella sabbia, penetrando in profondità.

Allungai il collo, sollevando lentamente il mento alla ricerca di una sentinella che mi desse ascolto. Il sole si stava levando alto nel cielo, facendo capolino oltre le mura della Fortezza. Il bagliore dei raggi solari mi costrinse a socchiudere gli occhi e a portare una mano alla fronte per farmi ombra.

Nessuno. Non riuscivo a vedere nemmeno uno straccio di figura. 

Diedi una strattonata alla corda che tenevo con l'altra mano, costringendo così Hikari ad avanzare. Probabilmente non se lo aspettava poiché la sentii inciampare sui propri piedi a seguito del colpo improvviso, ma non potei girarmi a chiederle scusa. Non si chiede scusa ai propri prigionieri.

Chris era poco dietro di me, non riuscivo a vederlo, ma percepivo la sua presenza. Con lui Ilan e Lydia viaggiavano legati.

Feci un profondo respiro. «Sono il Tenente Aylen Coltrow. Vi ordino di aprire» ripetei, non appena mi sentii sicura.

Ancora niente, nemmeno una risposta. Forse avevo esagerato con quel "vi ordino".

"Non riusciranno a imbrogliare neanche le sentinelle, è un piano destinato a fallire" le parole di quel ragazzo imprigionato assieme ad Aylen mi rimbombarono in testa.

Mi stavo già preparando a ricevere in pieno petto una freccia scagliata da una delle vedette quando dal cancello si udì provenire un rumore greve e  piuttosto sinistro.

Voltammo tutti la testa in direzione dell'imponente cancello. Per un breve momento non accadde nulla. Poi, molto lentamente, le sbarre di acciaio iniziarono a sollevarsi accompagnate da un costante e fastidiosissimo stridio. Solo allora mi accorsi di star trattenendo il fiato; scuotendo la testa mi costrinsi a riprendere a respirare regolarmente.

Non appena il cancello fu completamente sollevato iniziai a muovermi verso l'interno della fortezza trascinandomi dietro Kari.

Siccome ero stata abbagliata dalla luce del sole fino a quel momento, ci misi un po' ad abituarmi alla penombra dell'ingresso. Proprio per questo dovetti usare tutto il mio autocontrollo per non sussultare quando mi ritrovai a due centimetri da una guardia in divisa nera.

«La base A113-Est vi dà il benvenuto, Tenenti» disse senza muovere neanche un muscolo all'infuori di quelli della bocca.

«Tenente Aylen Coltrow, base A116-NordEst» asserii, ripetendo le poche informazioni che Sebastian era riuscito a darci.

«Tenente William Nale, base B124-Nord» la voce di Chris si aggiunse alla mia. 

Avevamo deciso di non utilizzare il nome di Laio, ma di un Tenente catturato tempo fa da Arjuna ed imprigionato nella base di Chris ed Ilan. Non che Chris somigliasse a questo Williame Nale, ma speravamo che in quella base non fossero noti almeno i volti dei Tenenti a controllo del confine coi Villaggi delle Montagne.

La guardia continuava a rimanere impassibile. Mi chiedevo se ci avesse ascoltati.

«Prendete questi tre prigionieri e rinchiudeteli nelle celle» continuò Chris, porgendo alla guardia le corde che tenevano legati Ilan e Lydia «E mi raccomando,» aggiunse prima di lasciare la presa «sono Rheol di Terra, prendete le dovute precauzioni.»

«Tutti e tre?»  chiese la guardia indicando anche Hikari.

«Tutti e tre» mentii, porgendogli anche la corda che legava strette le mani della mia compagna.

La base A113-Est, sebbene non fosse una delle più importanti del Regno, era decisamente più grande della Fortezza di Capo. Non appena lasciammo i nostri compagni nelle mani della guardia, io e Chris fummo affidati ad un altro uomo. Si chiamava Nikki, avrà avuto una quarantina d'anni, aveva una moglie, due figlie e un paio di scarpe, a suo dire, un pelino troppo strette.

Dopo essersi accertato che la corrispondenza tra i nomi e le basi che avevamo dato fosse corretta ci fece fare un breve giro della fortezza. Visitammo i dormitori, l'armeria, le palestre per l'allenamento, le cucine e per finire la mensa comune.

La base, a differenza di quello che pensavo, era piena di vita: nelle palestre molti uomini si allenavano duramente, nei corridoi più volte incontrammo gruppi di ragazzi che chiacchieravano rumorosamente ed anche nella mensa in cui ci trovavamo alcuni tavoli erano già occupati pur non essendo ancora ora di pranzo.

Per tutto il tempo Nikki aveva continuato a parlarci della sua vita, dei suoi litigi con sua moglie e degli imbrogli che il suo amico Paul gli aveva fatto negli ultimi anni. La testa aveva iniziando a farmi male, odiavo le persone logorroiche. Mi sarei sognata la sua voce quella notte. Ciononostante non lo avevo interrotto mai poiché, seppur fastidioso, il suo chiacchiericcio aveva evitato a me e Chris qualsiasi tipo di conversazione.

Una volta arrivati alla mensa fummo finalmente lasciati soli.

«Una vita veramente complicata la sua, eh?» scherzò Chris, mentre ci sedevamo ad un tavolo vuoto.

«Allora? Come procediamo?» chiesi diretta.

«Come da programma: cerchiamo i registri» mi rispose «In fin dei conti il "giro turistico" non è stato così inutile, penso di aver individuato la sala di cui abbiamo bisogno.»

«Aylen!»

Mi si gelò il sangue. Istintivamente mi chinai, fingendo di allacciarmi le scarpe.

Sentii una mano poggiarsi sulla mia schiena. 

«Aylen?»

Maledizione. 

Mi alzai lentamente cercando di assumere la faccia più fredda possibile, il che devo ammettere non mi risultò troppo complesso.

In realtà ero indecisa su come comportarmi, se essere espansiva o fredda; tuttavia, Aylen non mi era sembrata esattamente un raggio di sole, perciò optai per la seconda.

Di fronte a me si parava un ragazzo molto alto, coi capelli castani tagliati corti ed una spruzzata di lentiggini sulle guance. Gli occhi erano nascosti dietro uno spesso paio di occhiali arrotondati.

Quando alzai lo sguardo sul suo viso si dipinse un sorriso «Avevo sentito che eri scomparsa! Ed ora, quando mi hanno detto che eri arrivata in questa base, non ci potevo credere!»

«Sono stata catturata» risposi solamente. 

Chi diavolo è questo adesso? Lo conosco bene? O è solo un conoscente?

«Simon sbrigati, l'allenamento inizia tra tre minuti» un ragazzo poco più basso di lui e dai capelli neri gli si avvicinò richiamando la sua attenzione. Non sapevo chi fosse il nuovo arrivato, ma lo identificai subito come "il salvatore".

«Devo andare, ci vediamo dopo» disse il mio "amico".

Non risposi, rimasi in silenzio a fissarlo finché non ebbe svoltato l'angolo.

«Tu non aiutarmi, mi raccomando» punzecchiai Chris che era rimasto per tutto il tempo con lo sguardo abbassato.

«Cosa avrei dovuto fare se non cercare di non farmi riconoscere?»

Sbuffai non sapendo cosa rispondere «Meglio darci una mossa, prima di incontrare anche il ragazzo di Aylen.»

«Sarebbe una scena interessante» rise Chris.

«Muoviti!» risposi, tirandolo per un braccio.

Incredibilmente, per la prima volta in tutta la sua vita, Chris non si perse. Credetti quasi di star sognando quando ci trovammo effettivamente di fronte alla sala registri.

Non so bene come, ma Chris riuscì a modellare con la pietra una specie di chiave con cui riuscì a forzare la serratura prima che qualcuno ci vedesse lì nel corridoio.

«Io cerco alla "E", tu alla "G", ok?»

Annuii mentre iniziavo a cercare i registri di cattura e trasferimento. 

Erick Gray, Erick Gray, mi ripetevo mentre sfogliavo le pagine.

«Sebastian dice che è stato preso circa due anni fa, quindi salta tutti i registri più recenti» mi ricordò Chris mentre già aveva in mano un plico di fogli e sfogliava le pagine alla velocità della luce. 

Si vedeva che era abituato a questo tipo di indagini, mentre io, a confronto, mi sentivo lenta più di un bradipo. Ci misi un po', ma alla fine trovai i registri dei trasferimenti.  A quanto pareva su Ddaear Arall esistevano ben ventisei Erick Gray catturati dal Regno.

Richiamai Chris ed insieme iniziammo a scartare gli "Erick sbagliati". Iniziammo dall'età, poi dal luogo di provenienza ed in fine... 

«Altezza: 1.83 , capelli: castani, occhi: eterocromatici. Ecco il nostro Erick!» disse euforico Chris. Sembrava più sorpreso di me di essere riuscito nella nostra ricerca.

«Catturato ad Enw e trasferito alla prigione della base C818-Ovest» lesse Chris «Dannazione!»

«Che c'è?» domandai.

«È lontano, si trova in una base al confine con la Città di Metallo.»

«La conosci?»

«No, ma vedi le lettere a inizio della base? Ti danno un idea della loro locazione: A: Tribù della Sabbia; B: Villaggi delle Montagne; C: Città di Metallo» mi spiegò «In qualche modo lo riporteremo a casa. D'altronde, se riusciamo fino in fondo nella nostra impresa, riusciremo a portare tutti a casa» concluse Chris, chiudendo il registro e rimettendo in ordine tutti i fogli che avevamo sparso.

Uscimmo dalla sala richiudendo la porta a chiave e ci dirigemmo verso la mensa cercando di risultare il più tranquilli possibili.

Forse possiamo farcela. In fondo Chris sembra sapere come muoversi in queste situazioni. 

Stavo riacquistando lentamente fiducia sulla riuscita del nostro piano quando, svoltando un angolo, Chris non andò a sbattere contro un ragazzo che veniva nel senso opposto coi suoi compagni.

«Scusa» disse Chris, mentre lo afferrava per non fargli perdere l'equilibrio.

«Non ti preoccupare» rispose l'altro, riacquistando l'equilibrio e alzando la testa «Sono io che dovrei iniziare a guardare dove...» si interruppe, rimanendo con lo sguardo fisso negli occhi di Chris. «Ehi, ma io ti conosco» aggiunse con tono dubbioso «Ci siamo già visti da qualche parte?»

Vidi Chris irrigidirsi completamente «No, non ricordo sinceramente.»

«Chris!» esclamò il ragazzo, sgranando gli occhi «Chris Hall!»

Merda.

Senza aspettare un secondo di più il ragazzo si gettò in avanti, cercando di atterrare il mio compagno che all'ultimo riuscì a scansarsi, evitandolo.

«È un impostore, un ribelle!» urlò il ragazzo ai suoi compagni.

Mi sembrò di assistere ad un attacco degli unni. Un serie di figure il nero si gettò contro Chris, cercando in tutti i modi di immobilizzarlo. Erano in molti ma lui, controllando le pareti ed il pavimento di roccia, riuscì inizialmente a tenere testa a tutti.

Io dal mio canto non sapevo cosa fare. Se lo avessi aiutato avrei mandato in rovina anche la mia copertura, ma rimanere lì senza poter fare nulla era comunque straziante.

Ad un tratto lo vidi correre nella mia direzione in cerca di una via di fuga. Mi voltai e vidi dietro di me altri soldati accorrere nella nostra direzione. Non ce l'avrebbe fatta. Così, non appena si trovò di fronte a me, lo bloccai dandogli una spallata ed afferrandogli i polsi. 

Per un istante intravidi il suo sguardo scioccato, ma non potei soffermarmici a lungo. Gli torsi un polso e glielo portai dietro la schiena costringendolo a voltarsi e spingendolo in avanti contro il muro.

Altri ragazzi giunsero in mio aiuto bloccandolo completamente.

«Portatelo in cella, Rheol di terra» ordinò il ragazzo che lo aveva riconosciuto «Buon lavoro, Tenente» aggiunse, voltandosi verso di me.

Non gli risposi, mi limitai a fare un breve cenno col capo. E cosa avrei mai potuto dirgli? Le uniche parole che il mio cervello aveva a disposizione in quel momento erano: merda, e adesso?

Angolo autrice

Buongiorno a tutti ragazzi! Sapevate che quando ero piccola pensavo che 24 fosse IL numero perfetto? E invece guardate che pastrocchio che vi ho combinato con questo capitolo! Ve lo aspettavate? Alcuni si, altri no...
Sto ancora pensando alla mia fissa col 24, non so bene perché ma ho sempre creduto che a 24 anni mi sarebbe successo qualcosa di stupendo... chi lo sa, staremo a vedere. In caso contrario userò tutti i miei risparmi per andare da un analista... uno bravo.
Volevo ringraziarvi veramente tanto per essere sempre così deliziosi! E grazie per le idee che mi avete dato nel capitolo precedente... come ho già detto in un commento, penso che creerò un esercito di ragazzi con occhi eterogromatici dopo tutte le meravigliose idee che mi avete dato! Io, non so se lo avete notato leggendo i capitoli, amo gli occhi! Penso siano la parte più affascinante e veritiera di una persona.
Un bacione a tutti, e grazie ancora di tutto! :*

TRIVIA
Su dolce richiesta di @Angela_eff questo trivia sarà su...
*rullo di tamburi*
Ilan
Ilan è l'unico personaggio, almeno fino ad oggi, che si basa sia fisicamente che (abbastanza) caratterialmente su di un personaggio già esistente: Grayson Spencer, della Trilogia dei Sogni di Kerstin Gier
Voi mi direte "ma scusa, ma non ti eri ispirata anche per Lydia ed Octavia a personaggi esistenti?"... si ma qui è l'opposto: nel caso di Lydia ed Octavia mi sono ispirata ai personaggi per il nome, ma i caratteri sono diversi... invece nel caso di Ilan ho preso il carattere e l'aspetto e, come avrete notato, ho cambiato il nome. (Con ciò però non pensiate che abbia voluto riproporvi un'esatta copia di Grayson priva di personalità propria... volevo solo creare un personaggio che mi ispirasse le stesse  emozioni che provavo leggendo di Grayson, spero di essere  riuscita a spiegarmi :) )
Beh, che dire? Grayson è in pratica il mio ragazzo ideale (di solito tutti i personaggi della Gier sono "i miei ragazzi ideali"). Dolce, protettivo, furbo, bello (il che, mettetevela come vi pare, ma non è da sottovalutare quando si descrive un ragazzo ideale, anche se sono la prima a dire che l'aspetto fisico non  è la cosa più importante) e buono. Ecco, per me un ragazzo ideale deve essere buono, e Grayson (e di conseguenza Ilan) di certo lo è.

.... E il nome Ilan?
Ehhh per il nome aspettiamo il prossimo trivia! ;) 

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