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Tredicesima Parte - La Battaglia per la Terra

Tornata alla Chiesa del Sangue, maneggiando con cura il diamante nero di Eclipso, Agata si chiuse nella sua piccola e buia camera da letto per riporlo sotto il proprio cuscino, lasciando poi la stanza senza destare sospetti. Nel corridoio incontrò Fratello Sangue, che la scrutò dalla testa ai piedi, notando qualcosa nei suoi occhi.

- Cos'è che turba il tuo animo, Agata? - chiese lui, accennando un sorrisetto.
- Nulla, mio signore. Probabilmente è la stanchezza dovuta all'atmosfera opprimente di questi giorni - dissimulò lei.
- Allora dovresti prenderti un momento per rilassarti, per liberarti delle preoccupazioni - le consigliò l'uomo.

Egli le si avvicinò e pose le sue labbra vicino al lobo, mordendoglielo dolcemente.

- Aspettami nella mia stanza... - le sussurrò.

Senza dire una parola e col volto del tutto inespressivo, Agata si limitò ad annuire e a recarsi nella camera da letto di Fratello Sangue.

Nel frattempo John, Zatanna, Sebastian e Asa erano intenti a cercare un modo per annullare la maledizione di Circe su Xanadu, senza però ottenere risultati concreti.

- Azzeps al enoizidelam! - esclamò la maga dai capelli neri, constatando delusa che la sua magia non aveva avuto alcun effetto su quella della dea, esattamente come la prima volta. - Niente da fare... Mi sento inutile!
- Calmati, Zee - le disse lo stregone inglese. - Un modo lo troveremo, fidati.
- Lasciate che vi aiuti. La visione dei vostri fallimenti è divertente, ma ancor prima è patetica... - intervenne l'Incantatrice, prendendo inaspettatamente il controllo del corpo di June.

La strega oscura prese le mani di Constantine, di Faust e di Nightmare Nurse e dal centro del cerchio da loro creato si levò una sfera di vapore che viaggiò verso la chiromante, avvolgendola in un abbraccio etereo e spettrale. In quel preciso istante, ella ebbe una premonizione che vide protagonisti Circe, Black Adam e Fratello Sangue mentre attaccavano tre città diverse. Conclusa la visione, l'incantesimo della dea si riattivò e i poteri di Madame Xanadu scomparvero di nuovo.

- Hai perso un'altra volta i poteri?! - borbottò Zatanna, notando il progressivo ringiovanimento e il successivo invecchiamento della donna.
- Ahimè sì... Ma ho avuto una visione...
- Che cos'hai visto? - la interrogò Sebastian.
- Circe attaccava Gotham. Black Adam invadeva Metropolis. E infine Fratello Sangue colpiva proprio qui, a New York.
- Dopo la stronza narcisista e Adam, anche il vampiro fetish - sospirò John. - Può andare peggio di così?
- Non chiamartela, dolcezza - lo fermò Nightmare Nurse. - Perché non c'è mai fine al peggio. Piuttosto, come pensate di agire, miei prodi cavalieri?
- Adam è mio... - ringhiò Lucifer.
- No, angioletto - lo corresse Asa. - Sei il più potente tra noi, quindi resterai qui e difenderai Xanadu a qualunque costo.
- Proprio perché sono il più potente non dovresti permetterti di opporti al mio volere.
- I deliri di onnipotenza mi eccitano...
- Serrate le vostre bocche, dementi! - gridò l'Incantatrice.
- Zitti e fate come dico io! - li riprese Madame Xanadu. - Sebastian andrà con Billy a Metropolis. John e Zatanna andranno a Times Square e affronteranno Fratello Sangue e i suoi accoliti. Asa e l'Incantatrice combatteranno Circe a Gotham. Lucifer, tu resterai con me - ordinò loro la donna.
- Io passerò da un campo di battaglia all'altro e guarirò le vostre ferite - promise Nightmare Nurse. - Stabilisco un legame magico fra noi, così sentirò quando vi colpiranno.

- Pochi minuti prima -
Circe e il resto del gruppo si riunirono nel tempio antico sotto Gotham. Quando la dea spalancò la porta della stanza segreta, constatò con orrore che il diamante nero era stato trafugato.

- DOV'È IL CUORE DI TENEBRA!? - urlò a pieni polmoni, mentre il collo le diventava rosso e si riempiva di vene pulsanti. Cacciò un altro gridò disumano, la cui eco magica fece esplodere le fiamme azzurre attorno a cui si trovavano i suoi alleati. - DOV'È FINITO!?
- Lo hanno rubato? - domandò un allarmato Adam.
- SÌ, PER LE SABBIE DI OGIGIA!! - berciò ancora la strega furente.
- Lo dobbiamo assolutamente ritrovare... È la nostra carta vincente - asserì Fratello Sangue.
- OH, MA DAVVERO!? - rispose Circe. - CHIUNQUE SIA IL LADRO, FARÒ PIOMBARE SU DI LUI LA MIA FEROCE VENDETTA E CREERÒ UN ARAZZO CON LE SUE VISCERE!! GIURO IN NOME DI ECATE CHE PATIRÀ LE PENE DELL'INFERNO!!
- Cerchiamo di mantenere la calma e di elaborare--
- NON AZZARDARTI A SUGGERIRE ALLA SOMMA DEA CIRCE COSA DOVREBBE FARE! - proruppe, sgridando Agata. - ATTACCHEREMO GOTHAM, METROPOLIS E NEW YORK... E SMASCHEREREMO L'ANIMALE CHE HA OSATO PRENDERMI CIÒ CHE È MIO!!

Dopo aver dato sfogo alla sua collera, Circe si teletrasportò a Gotham e coprì il cielo notturno con nubi mistiche da cui saettarono scariche elettriche dall'enorme potere distruttivo. Le grida irate della strega sembravano incrementare a dismisura la potenza già inaudita dei fulmini che si abbattevano sulla città, radendo al suolo tutto ciò che colpivano. Attorno a lei si radunarono folte schiere di Bestiamorfi.

- EROI, SO CHE MI SENTITE! CONSEGNATEMI IL CUORE DI TENEBRA SEDUTA STANTE, O NON AVRÒ PIETÀ PER NESSUNO!!

Dinanzi a lei apparvero Nightmare Nurse e l'Incantatrice, spavalde più che mai.

- Ah, eccovi! - esclamò Circe. - Restituitemi il diamante nero o sterminerò l'umanità!
- Ma come siamo ambiziose... - ridacchiò Asa. - Ma, vedi, non l'abbiamo preso noi.
- E anche in quel caso, non te lo daremmo di certo.
- Allora... Morirete! - sentenziò la dea.

In quel momento ebbe luogo uno scontro molto acceso tra Circe e l'Incantatrice, e Nightmare Nurse dovette vedersela con i Bestiamorfi.

Prima di raggiungere Times Square, Fratello Sangue si perse in una riflessione, mentre fissava imperterrito Agata.

- Sei stata tu a rubarlo, non è vero?

Un riflesso involontario della suora rossa la fece sussultare.

- N-no, mio signore. Certo che no...
- Non mentirmi, Agata - disse lui, mettendole le mani sulle spalle. - Potrai aver ingannato quegli stolti... Ma con me le menzogne non funzionano, visto che io stesso ne sono prodigo.

L'uomo le sollevò il mento, tenendolo tra il pollice e l'indice, e incrociò il suo sguardo senza sottrarvisi mai. Sembrava quasi che le stesse scavando dentro con i suoi occhi penetranti, come se volesse risalire alla verità senza che fosse Agata a confessarla.

- Sono stata io - ammise lei, stringendo i denti. Per la prima volta, aveva timore che il suo signore le avrebbe fatto del male per l'atto che lei si era permessa di compiere.

Fratello Sangue fece trascorrere qualche istante e poi parlò nuovamente.

- Sei stata brava - le disse. - Il Cuore di Tenebra non può essere maneggiato da quei ciarlatani. Noi della Chiesa del Sangue ne faremo buon uso - sogghignò, per poi raggiungere Times Square con la magia, portandosi dietro anche la donna.

Ad attenderli c'erano Constantine, con le mani nelle tasche del cappotto e una sigaretta accesa in bocca, e Zatanna, che per l'occasione si era tolta il suo cilindro di scena.

- Sei fottuto, amico - disse lui.
- Gli umani che credono di essere potenti mi fanno sorridere - ridacchiò lui.

Il vampiro schioccò le dita. Alla sua destra e alla sua sinistra si spalancarono dei portali di sangue e tutti i suoi sacerdoti si lanciarono verso i due maghi. John fece per attaccare, ma Zatanna lo fermò.

- Risparmia le forze - gli consigliò. - Li edeipaicram iv ettoihgni! - pronunciò la prestigiatrice, tramutando la strada sotto i piedi dei fedeli in sabbie mobili, facendo sprofondare l'intera armata nel vuoto.

- Bel trucchetto... Ma non ho finito gli assi nella manica. Vai, cara - disse l'uomo, sguinzagliando Agata contro Zatanna. La sacerdotessa compì una sorta di danza e due piccoli tagli apparvero sui suoi polsi. Il sangue che ne uscì si trasformò in dardi ed ella li scagliò contro la maga, che riuscì a evitarli all'ultimo secondo.

- Amref! - esclamò la donna dalla chioma corvina.
- È inutile. Circe ci ha protetto con uno scudo magico che riflette ogni attacco diretto - rise Fratello Sangue, mentre John cercava di ustionarlo con la fiamma del suo accendino ingigantita con la magia.

A Metropolis, Shazam e Black Adam si stavano riempiendo di pugni e calci e alternavano lo scontro fisico a quello a distanza, lanciando potenti folgori dorate. Sebastian non aveva idea di come intervenire, temendo che con un attacco magico avrebbe potuto colpire il suo compagno anziché l'avversario.

Xanadu e Lucifer erano in attesa, mentre si chiedevano come si sarebbero conclusi i combattimenti.

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