Quarta Parte - Caos
Tutti gli eroi assistettero sconvolti all'arrivo della misteriosa ed inquietante creatura arcana nota come Uomo Capovolto. Sembrava calmo, ma al tempo stesso pronto a sferrare un attacco a sorpresa. Nessuno poteva prevedere quale sarebbe stata la sua preda.
- La vostra energia sembra succulenta... - sussurrò l'Uomo Capovolto con una voce da far accapponare la pelle.
- Nessuno si metta in testa strane idee, chiaro? È troppo potente! - urlò Zatanna rivolgendosi ai presenti.
- Zee, ti conviene riportare questi squinternati sulla loro casetta nello spazio - consigliò John parlando della Torre di Guardia, la stazione spaziale che fungeva da secondo quartier generale della Justice League.
- Non potete escluderci dalla battaglia in questo modo! - esclamò Wonder Woman, alterata. - Siamo qui per proteggere i civili, è il nostro dovere.
- Basta con queste inutili chiacchiere! - gracchiò l'Incantatrice con le sue molteplici voci demoniache. Con un gesto circolare della mano, ella fece scomparire tutta la Justice League in una nube verde luminosa.
- Dove li hai mandati? - chiese Sebastian, sinceramente preoccupato.
- A Star City. Ci vorrà un bel po' prima che possano tornare. Anche perché quel bamboccione col mantello rosso di certo preferirà aspettare i suoi amichetti piuttosto che precipitarsi qui.
L'Uomo Capovolto, scatenando i suoi poteri, fece piombare sul terreno una pioggia di saette mistiche, che fecero saltare in aria qualunque cosa con cui entrassero in contatto. Si crearono voragini sull'asfalto, caddero palazzi, esplosero macchine... Un vero e proprio inferno. La squadra ingaggiò uno scontro con l'essere, ma nonostante le loro capacità, si ritrovarono in netto svantaggio. John e Zatanna furono tramortiti dall'onda d'urto di una delle deflagrazioni; Swamp Thing provò a riparare se stesso e Sebastian dagli incantesimi del mostro con uno scudo di rami, ma non fu sufficiente e vennero colpiti; l'Incantatrice si chiuse in una cupola di energia negativa, ma bastarono una decina di attacchi magici dell'Uomo Capovolto per abbatterla.
- Che facciamo? Non possiamo gestirlo in alcun modo! - berciò Sebastian.
- L'unica cosa da fare è darsela a gambe, amore. Ma prima dobbiamo trovare la maniera di impedirgli di trasformare la città in un colabrodo di cemento - rispose Constantine.
- Ho notato che mentre lo affrontavamo, lui era immobile. Come se le sue gambe fossero vincolate al varco dimensionale - constatò Zatanna. - John! Sebastian! Incantatrice! Datemi una mano! Dobbiamo far sì che l'Uomo Capovolto torni nel portale!
- Alec, coprici! - esclamò Sebastian.
Mentre i quattro maghi preparavano l'incantesimo, Swamp Thing eresse un muro molto resistente fatto di rami, viticci e foglie. L'Uomo Capovolto cominciò a colpirlo con i suoi poteri, ma ogni volta che uno strato dello scudo veniva distrutto, Alec ne creava uno nuovo.
Con dei gesti e dei canti magici, John, Sebastian e l'Incantatrice trasferirono parte della loro energia arcana a Zatanna, che la incanalò per completare il rituale.
- Alligis li ocrav e accolb al arutaerc! - declamò la prestigiatrice, riversando contro l'Uomo Capovolto un vortice di rune bianche luminose. Il mostro tentò con tutto se stesso di opporsi, ma la magia di relegazione era troppo forte, dal momento che egli non aveva ancora acquisito del tutto le forze. Pur non sconfitto per sempre, l'essere malefico era stato temporaneamente bloccato.
- I miei complimenti, Zee... - disse Constantine, accendendosi un'altra sigaretta.
- Che fatica... - sospirò Zatanna. - Era da parecchio che non praticavo magie così grandi.
- Ci stanno fissando tutti - notò Sebastian.
- Meglio cancellare loro la memoria. Una mente primitiva come quella umana non può gestire l'esistenza di entità come l'Uomo Capovolto - asserì la strega dai luccicanti occhi verdi e la voce demoniaca. Con un semplice schiocco delle dita, ella strappò a quelle persone i ricordi dell'invasione. Dopodiché, con un altro incanto, ricondusse se stessa e il resto del gruppo al complesso abbandonato della ACE Chemicals.
Di colpo, l'Incantatrice svanì in una coltre nera e dalle tenebre riemerse l'innocente June Moone.
- Ah, ma guarda. La strega è andata in letargo - ridacchiò John con la sigaretta tra i denti.
- Va tutto bene, June? - le chiese Faust.
- Io... Io credo di sì - balbettò la fanciulla. - Non è mai particolarmente piacevole far uscire la strega, ma a quanto pare era necessario - proseguì con un accenno di rassegnazione nella voce.
- Vieni, tesoro. Siediti qui - disse dolcemente Zatanna, facendola accomodare su una delle sedie vicino al tavolo d'acciaio. La maga dai capelli neri carezzò le guance di June, per poi sedersi accanto a lei.
Nella stanza calò uno strano silenzio. Erano tutti scossi a causa di ciò che era successo. L'invasione dell'Altra Genia era stata davvero un evento tremendo.
- Chi avrebbe mai immaginato che sarebbero passati subito all'offensiva - affermò Sebastian in preda allo stupore.
- Questo significa che non c'è un minuto da perdere - intervenne Swamp Thing. - La Terra... Il Verde... Tutto è a rischio adesso.
- Finiscila di frignare, abominevole uomo-pianta! - berciò l'Incantatrice, prendendo per un istante possesso di June. - Oh no! Scusami, Swamp Thing! Mi dispiace! L'ha detto lei, non io...! - spiegò lei, singhiozzando per lo spavento e sperando con tutto il cuore che Alec non si arrabbiasse con lei.
- Non preoccuparti, umana. So che non sei stata tu - la rassicurò il difensore del Verde con la sua voce incredibilmente profonda.
- Vabbè, comunque... - li interruppe lo stregone inglese, ancora intento a fumare. - In tutto ciò, non abbiamo ancora scoperto chi sia il responsabile della liberazione dell'Altra Genia - puntualizzò, continuando imperterrito a mandare il fumo in faccia a Faust.
- Chi può avere un tale potere da penetrare il Muro della Fonte? - si interrogò Zatanna, ancora scioccata dal fatto.
- Pochi - rispose tempestivamente Swamp Thing, mettendosi a braccia conserte.
- Possiamo fare qualche nome... Mio padre, Circe, Morgana... O lo stesso Dottor Fate, come sospetta Wonder Woman... - iniziò Sebastian.
- Non ne sono sicura - lo fermò la prestigiatrice. - Pur possedendo poteri incredibili, nessuno di loro potrebbe creare un buco nel Muro.
- Non da soli - disse Constantine. - Ma chiunque di loro potrebbe riuscirci col potenziamento adeguato. Basta la giusta reliquia per aumentare a dismisura il potere di un mago o di una strega.
- Ma anche in quel caso, si deve possedere un potere immenso già dal principio - ribatté Zatanna.
D'un tratto, delle sfere cariche di magia nera si radunarono dinanzi al gruppo. Quei globi mistici volteggiarono a gran velocità, creando una raffica di vento molto potente e dei rombi di tuono spaventosi riecheggiarono nella grande stanza. Da quel turbine incontrollabile uscì una donna dal fisico slanciato, dotata del classico fascino da femme fatale, con capelli lisci di un colore tra il rosso scuro e il castano e con un tatuaggio sul petto. I suoi occhi erano estremamente chiari, quasi vitrei.
- Che piacere incontrarvi. Mi presento, il mio nome... È Tala.
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