Capitolo 5
Quella stessa notte, una volta nascoste le cose rubate sul fondo della sua valigia, Catwoman uscì di nuovo dall'albergo per chiedere aiuto all'unica persona che avrebbe potuto offrirglielo: il Dottor Fate.
Catwoman: Kent, devi assolutamente aiutarmi.
Dottor Fate: Che succede, signorina Kyle?
Catwoman: Dick Grayson e Dinah Lance mi hanno attaccata. Sono riuscita a batterli, ma credo che non fossero in loro. Non mi avrebbero mai attaccata senza motivo.
Dottor Fate: Ipotizzi, quindi, che si tratti di un controllo mentale, vero?
Catwoman: Lo sto prendendo in considerazione, sì.
Dottor Fate: Potresti condurmi da loro? Per comprendere l'entità del controllo devo essere in prossimità di coloro che ne sono vittime.
Catwoman: Sì, vieni con me.
La donna saltò di palazzo in palazzo, con lo stregone che la seguiva volando. Raggiunsero la stanza dei due, che erano ancora svenuti. Il mago li mise sui loro letti e si sedette a gambe incrociate sulla moquette in mezzo ad essi. Cominciò a levitare e strani simboli apparvero nella camera, fluttuando e scintillando. Selina rimase attonita dinanzi a tutta quella magia. Il Dottor Fate tornò a terra.
Catwoman: Che cosa è successo?
Dottor Fate: Mi hai appena visto mentre lanciavo uno dei più antichi incantesimi presenti nell'universo. Ti posso confermare, in qualità di mago più forte della galassia, che è davvero complicato. Sono riuscito ad individuare la fonte del controllo mentale e a neutralizzarla, con molto impegno.
Catwoman: Da chi era esercitato?
Dottor Fate: Dall'Incantatrice in persona.
Catwoman: June Moone?
Dottor Fate: Sì. Una strega potente e malvagia. È stato tutt'altro che semplice sconfiggerla.
Catwoman: Ma ci hai messo pochissimo tempo a terminare l'incantesimo!
Dottor Fate: Non esiste solo il tempo terrestre, signorina Kyle. Esiste anche...
Catwoman: Mi risparmi la lezione mistica, professore. Con tutta franchezza, preferisco annegare nella mia ignoranza.
Dick e Dinah si risvegliarono e ringraziarono il mago e la gatta per il salvataggio in extremis. Selina si recò nella sua stanza e si mise a dormire, soddisfatta dell'atto compiuto. Si svegliò il mattino dopo verso mezzogiorno, e cominciò a sospettare di tutto l'albergo. Ne parlò con gli altri.
Selina: Devo parlarvi.
Dick: Che succede?
Dinah: Niente di grave, spero.
Selina: Sono già tre giorni che siamo qui e io non ho visto nessuna donna delle pulizie venire a pulire la mia stanza dopo colazione. Mi sembra un po' insolito, non trovate?
Dick: In effetti, neanche noi abbiamo visto nessuno. Decisamente la cosa è strana.
Dinah: Mmhh...
Dick: A che pensi?
Dinah: Mi sono accorta, guardandolo attentamente, che il tipo alla reception non è lo stesso che ci ha accolto il primo giorno. Mi ci è voluto del tempo per capirlo, perché si somigliano, ma... Il modo di parlare, l'atteggiamento con i clienti... Sono due persone diverse.
Selina: Impostori?
Dinah: Precisamente.
Dick: Sì, ma perché rimpiazzare il receptionist e non farlo sparire come con il resto dello staff?
Selina: Forse per sfizio? Non è detto che ogni cosa abbia una spiegazione sinistra.
Dinah: Andiamo a dare un'occhiata di sotto. Vediamo se ci sono tutti oppure no.
I tre controllarono al pianterreno. Il receptionist era scomparso. Andarono dietro al bancone e una porta con su scritto "Staff Only" era socchiusa. Entrarono e scesero delle scale che portavano ad un seminterrato inquietante e buio.
Selina: Bel posticino. È da film dell'orrore. Chi ci abita qui, Hannibal Lecter?
Dick: Spero proprio di no.
Girarono a destra e imboccarono un corridoio lungo e soffocante. Arrivarono in una stanza ancor più buia di tutto il resto del posto. Accesero la luce e trovarono dei corpi mutilati appesi ai muri con delle catene. Erano i cadaveri dello staff dell'albergo. Di colpo, si poterono udire degli strani rumori che rimbombarono per tutto il sotterraneo.
Dinah: Lo sentite anche voi?
Dick: Eccome. Sembra che qualcuno stia combattendo...
Selina: Allora forza, sbrighiamoci!
Dinah aveva ragione. Il suono era prodotto da una lotta fra due persone e Victor Zsasz, potenziatosi con una piccola dose di Venom. Era stato lui a massacrare quegli innocenti. I due avversari di quest'ultimo erano Batwoman e Jaime Reyes, cioè Blue Beetle, accorso in aiuto di Kate per mettere al fresco il criminale. Riuscirono a batterlo e gli eroi se ne andarono, salutando Selina, Dick e Dinah. Quella sera, la ladra dovette salutare i suoi due "amici", che sarebbero partiti di lì a poco per tornare a Gotham.
Dick: Ci è piaciuto molto collaborare con te.
Dinah: Speriamo di rivederci presto.
Selina: Cosa farete, una volta tornati?
Dick: Io mi rimetterò a lavorare per mantenere sicura Blüdhaven, lasciando così libero il povero Tim, a cui ho dovuto appioppare temporaneamente quell'incarico.
Dinah: Io arriverò a Gotham, ma poi mi sposterò a Star City per supportare mio marito. Il mio caro Green Arrow può cavarsela da solo, ma il mio aiuto non può che fargli comodo.
Selina: Bene. Allora... Buon viaggio a entrambi. Mi sono divertita a stare con voi, soprattutto quando ho avuto l'occasione di picchiarvi.
Dick: Vuoi che saluti Bruce da parte tua?
Selina: Sì... E digli anche che... Che presto ritornerò.
Dick: Lo farò.
Con queste parole Dick fece sorridere Selina, che li salutò di nuovo e uscì dall'aeroporto. Quella notte, lei non indossò il suo costume da Catwoman, ma rimase seduta sul letto a pensare a tutte le sue scelte e a Batman, con il chiaro di Luna che le accarezzava il viso. Niente riusciva a far scomparire la nostalgia che la donna provava per Bruce Wayne. Lui non c'era, eppure era sempre lì. Il suo ricordo volteggiava nella mente di Selina senza mai fermarsi. Era una parte di lei che non sarebbe mai sparita. Era questo quello che lei ha sentito quando se n'è andata da Gotham, quando a rubato articoli costosi, quando ha affrontato Talia e persino poco fa, quando ha salutato Dick Grayson. Bruce Wayne è figura indelebile che rappresentava la felicità e la disperazione di Selina Kyle. Lei lo ama, lo odia, vorrebbe averlo e vorrebbe dimenticarlo, ma non può permettersi di fare nessuna delle due cose, perché loro due hanno vite troppo diverse, e il loro lavoro li obbliga a essere rivali, non amanti. Questo ha fatto soffrire entrambi, e sarà così per sempre. Baci, lacrime, abbracci, carezze... Niente di tutto ciò riuscirà mai a riparare la crepa che c'è fra loro.
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