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9) Riunione finita male

Mi fiondai di schiena sul pavimento e feci per strusciare via, mentre una voce disturbante continuava a deconcentrarmi. Hulk ruggì più forte che poté, facendomi rabbrividire. Distrusse il tavolo dinanzi a sé ed iniziò ad agitarsi.

Sgranai gli occhi e mi alzai, correndo verso l'uscita. La porta era chiusa da un codice, che ricordai perfettamente. Lo digitai, ma la porta di metallo della sala riunioni non si aprì. Imprecai. Hulk dietro di me si catapultò per colpirmi, mai io lo schivai, finendo di lato sul pavimento una seconda volta. Strusciai sulle ginocchia e chiamai F.R.I.D.A.Y.

«Allarme intruso. Allarme intruso.» disse la voce robotica di F.R.I.D.A.Y.
Tirai un sospiro di sollievo, finché il mostro verde non distrusse varie sedie che erano sulla sua via per raggiungermi.

Mi voltai e portai le mani avanti. Nat mi aveva insegnato come calmarlo, ma dubitai che quel metodo funzionasse anche con me. «Bel fusto, calma. Il... il sole sta calando!» balbettai.

Avevo le ginocchia tremolanti e il cuore che batteva come un tamburo. Hulk ruggì lievemente, guardandomi con aria interrogativa.

"Dio, vorrei che Nat fosse qui!" Pensai, cercando poi Loki con lo sguardo. "Dove è andato quello?!"

Mi avvicinai con cautela per toccargli la mano verde e gigante, ma Banner non ne volle sapere di calmarsi. Non pensavo di averlo urtato così tanto. Me ne pentii amaramente. Di scatto, feci un salto all'indietro, aiutandomi coi miei poteri, evitando un colpo mortale da parte di Banner. Esso colpì il pavimento con una forza tale da creare un profondo solco.

Deglutii a fatica e lo guardai negli occhi. Dovevo usare il mio potere, non avevo alternativa. Mi concentrai al massimo e lo fissai, cercando di trovare il suo punto debole. Mi intrufolai nella sua mente e mormorai: «Scusami, Bruce. Non ho altra scelta.»

Hulk avanzò, ma fu costretto a fermarsi non appena lasciai che il suo incubo venisse sprigionato davanti ai suoi occhi. Lo scenario attorno a noi mutò: vidi Nat sull'orlo di un baratro, intenta a scavalcarlo per salvarsi. Era sudata e nei suoi occhi c'era il terrore.

Davanti a lei, un secondo Hulk privo di senno ruggì sonoramente. Nat si aggrappò più saldamente ad una sporgenza, risalendo con facilità. Ciò che ottenne fu una sfuriata di Hulk, che la colpì con forza dall'alto, facendola accasciare a terra, priva di sensi.

La mia stessa sensibilità mi tradì. Quella visione mi spezzò il cuore e creai un blackout generale, interrompendo il contatto. Caddi in ginocchio con gli occhi lucidi, fissando il pavimento bianco e freddo sotto le mie mani.

"Bruce ha paura di sé stesso e di ferire le persone a lui care."

In tutto ciò, ottenni un Hulk ancora più incazzato e con i bordi delle guance rigati da lacrime. Mi alzai, ma il gigante verde mi scagliò sedie e residui di metallo contro. Non feci in tempo a creare una barriera che un pezzo di metallo mi colpì di striscio in testa, facendomi trasalire. Avvertii del sangue scorrere lungo la mia fronte e il respiro mancarmi. Per fortuna, non fu un colpo letale. Avevo solo preso uno spavento.

Hulk scagliò pugni e calci contro tutto ciò che aveva attorno, probabilmente ancora sotto shock. Mi sentii terribilmente in colpa... di nuovo.

A causa dell'interruzione del contatto, la mia testa vacillò ed ebbi la nausea. Prima che potessi rendermene conto, Loki si materializzò davanti ad Hulk, fermando un pezzo di metallo a mezz'aria che stava per colpirmi.

Mi toccai la tempia. Le vertigini mi stavano facendo impazzire e le voci in testa non smettevano di strillare e darmi la colpa. Loki si voltò e mi porse la mano. «Sei una calamita per le calamità!» ridacchiò.

«Perché sei nella tua forma normale?» domandai, alzandomi. «Ti vedranno!»
Non fece in tempo a rispondermi che dovette fronteggiare il mostro verde, prima che ci potesse colpire.

Il dio dell'inganno creò una barriera verde e poi tornò a guardarmi.
«Sei ferita?!» chiese.
Scossi il capo. «Sto bene.»
«Sanguini!»
«Sto bene, io...» non riuscii a finire la frase che dovetti chinarmi per vomitare in maniera del tutto indecorosa.

"Che imbarazzo!"

Non vidi cosa stesse facendo Loki. Sentii solo la sua magia che veniva scagliata e i ruggiti di Bruce. Io ero china in avanti, una mano sulla pancia, e un forte dolore al lato destro della mia testa. Odiavo il mio potere sia per le conseguenze di un'interruzione che per le voci ininterrotte che sbraitavano minacce e grida.

«Ennie, esiste un siero per questo simpaticone o...?» domandò Loki con voce tremante. «Non andiamo molto d'accordo, noi due, sai? E io non amo per nulla questo Grinch troppo cresciuto e sbarbato!»

Avrei voluto ridere, in particolare per la cultura Natalizia che si era fatto Loki durante la sua permanenza a casa mia, ma non c'era tempo. Mi voltai e dissi a Loki: «Tienilo fermo, per favore.»
Loki fece apparire delle catene ai polsi e alle gambe del fusto verde, costringendolo ad accasciarsi al suolo. Mi avvicinai velocemente stavolta e gli presi la mano tra le mie. Ovviamente, lui non gradì. Si dimenò e grugnì, cercando di liberarsi, ma altrettante catene lo ricoprirono dal collo alle ginocchia.

«Il sole sta calando, il sole sta calando, il sole sta calando!» esclamai.
«Sarebbe questo il siero?!» esclamò perplesso Loki.
«Non l'ho inventato io, okay?!»
Hulk respirò a fatica, cominciando a riprendere un colore "umano". Battei le palpebre. «Non c'è voluto molto.»

Loki scosse il capo e mise le mani sui fianchi. «Bastava dire quella cantilena orripilante per calmarlo?»
Annuii. «Me l'ha insegnato Natasha.»
Il dio si tramutò in Nat in un batter d'occhio e iniziò a ripetere "il sole sta calando" in maniera irritante, aggiungendo infine: «L'avessi saputo nel 2012 mi sarei risparmiato di essere sbatacchiato come un martello!»

Alzai gli occhi al cielo, mentre dietro di noi ci fu un'esplosione. Mi misi sulla difensiva, finché non notai un Iron Man selvatico penetrare nella sala, dopo aver distrutto la porta serrata.

«Che diavolo...?» chiese.
«Hai laserato la porta della sala riunioni?» domandai perplessa.
«Il codice non funzionava.» si giustificò. «Credo sia andato in tilt il sistema. Poi F.R.I.D.A.Y. mi ha chiamato per un'emergenza. Credevo fossero altri paparazzi entrati senza permesso
Incrociai le braccia. «Non hai sentito il casino?»
«La mia sala è insonorizzata, non ricordi
«Ah.» riuscii solo a dire, finendo poi in ginocchio per la stanchezza.
«Ehi, ehi!» esclamò Tony, uscendo poi dall'armatura e venendomi in contro.

«Bruce ha perso il senno. Ho esagerato e l'ho fatto incazzare.» spiegai, massaggiandomi la tempia.
«Stai bene?» domandò Tony, fissando la mia ferita sulla testa.
«Sì, ho solo avuto un po' di paura.»

«Strano. Bruce non perde mai il controllo, se c'è Nat accanto a lui.» disse Tony, indicando Romanoff. «A proposito, quando saresti arrivata?»
Nat/Loki esitò. Parlai io per lui. «L'ho chiamata per aiutarmi, non appena ho notato dei cambiamenti dell'atteggiamento di Bruce.»

Avrei voluto mentire meglio. Tony non parve per nulla convinto, ma ignorò la situazione per aiutarmi a rialzarmi. «Ora mi spieghi, signorina. Nat, puoi portare Banner nella sua stanza? Si sentirà in colpa di sicuro.»

Nat/Loki annuì e sorrise in maniera ammaliante.

Lanciai uno sguardo a Nat/Loki, del tipo: «Spero per te che se la sia bevuta.»

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