29.
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Niall la osservò e si sorrisero. Intrecciò la sua mano con quella della ragazza e le baciò la fronte. Si avvicinò più a lei e le cinse la vita con un braccio, mentre con l'altro le accarezzava il ventre dolcemente. Abigail mugolò, sentendosi rilassata e abbandonandosi al piacere che la sua mano calda diffondeva lungo il suo stomaco. Si voltò verso di lui e gli accarezzò i capelli, per poi chiudere nuovamente gli occhi, e il biondo gemette sotto il tocco della mora. Il modo in cui le sue dita gli toccavano le punte o semplicemente li sfiorava, lo faceva sentire in paradiso. Ma non c'era paradiso migliore di lei, del suo piccolo angelo che amava alla follia.
Un amore scoppiato all'improvviso, a prima vista. E sapeva sin dal primo giorno che non avrebbe mai trovato una ragazza che amasse così tanto, come amava lei. Era praticamente impossibile. Lei gli aveva rubato il cuore e lo aveva plasmato con il suo, affinché fossero uno solo. Se lei se ne sarebbe andata, lui sarebbe scomparso. Entrambi continuarono i loro movimenti, fino a quando Liam non entrò correndo.
"Niall, Simon vuole parlarti." Riprese fiato. "E sembra anche piuttosto incazzato." Poggiò le mani sulle ginocchia e respirò a pieni polmoni.
"Ci sarà mai una volta in cui posso stare solo con la mia ragazza?" Domandò a sé stesso, più che agli altri. "Io vado, ci vediamo dopo." Si alzò lentamente e sbuffò per la seconda volta. "Riposati, piccola." Le lasciò vari baci sulle labbra, per poi uscire dalla stanza.
Si precipitò di sotto, sapendo quanto lui odiasse i ritardatari e prese un respiro profondo, impartendosi quel poco coraggio che ancora aveva.
"Volevi parlarmi?"
"Chi diavolo è Abigail?" Sbraitò. "Ti ho detto che potevi conoscerla, non portartela a letto!" Gridò e tutti si spaventarono.
Era raro che andasse fuori di sé, se non impossibile, ma lui aveva superato ogni limite.
"Non si sceglie di chi innamorarsi." Si difese. "E non me la porto a letto, come dici tu. Al massimo, facciamo l'amore."
"Il contratto parlava chiaro, cazzo." Cercò di trattenersi. "Ma fai sempre come vuoi, Niall."
"Sai che ti dico?" Chiese retorico. "Se non accetti la mia ragazza, io me ne vado. E giuro che lo faccio." Disse serio.
"Non puoi farlo, lo sai benissimo anche tu."
"Resta il fatto che io da lei non mi separo, qualsiasi cosa farai."
"Rovinerà la tua immagine." Contestò. "Perché, invece, non esci con qualcuno alla tua portata?" Fece una smorfia di disapprovazione e disgusto.
"Mai. Piuttosto me ne vado triste, ma con lei." Simon sbuffò e alla fine capì.
"Nessuno deve saperlo, intesi?" Si arrese ed acconsentì. "Non fare cazzate, mi fido di te."
"Non accadrà."
Gli sorrise e si fiondò al piano di sopra, per poi aprire la porta raggiante. Ma lo spettacolo che gli si presentò, non era così piacevole.
Abigail aveva sentito le loro grida ed iniziò a piangere, fino a scoppiare in singhiozzi. Si era chiesta perché la odiassero tutti e sapeva che prima o poi l'avrebbe fatto anche lui, il ragazzo che amava più di ogni altra cosa al mondo. Niall aprì la porta e la vide in lacrime, con gli occhi lucidi e le guance arrossate dal pianto. Si avvicinò a lei e la abbracciò fortemente.
"È tutta colpa mia." Singhiozzò. "Senza di me, tutto questo non sarebbe mai accaduto."
"Ehi, va tutto bene." La strinse.
"Io vi ho sentiti." Sussurrò. "Vuole cacciarti, non è vero?" Lo guardò negli occhi blu.
"No, principessa." Sorrise e le baciò la fronte. "Tu resterai con me, perché ha accettato." La mora si coprì la bocca, stupita.
"Davvero?"
"Davvero." La baciò a stampo ripetutamente. "Non voglio più vedere questo faccino triste, ok?" Annuì. "Adesso, vai a farti un bel bagno, ti vesti ed usciamo." Sorrise. "Solo noi due."
"Dove mi porti?" Un enorme sorriso si fece spazio sulle sue labbra.
"A pendere un gelato e poi a fare una passeggiata. Così, ti rilassi." Le baciò la punta del naso. "A proposito, come va il mal di pancia?"
"Mi fa ancora male." Sbuffò. "Ho bevuto anche un the e ci ho persino applicato la borsa dell'acqua calda, ma niente." Sospirò.
"Magari, hai l'influenza." Poggiò le labbra sulla sua fronte, ma non scottava. "Eppure, non hai la febbre."
"Sono così stanca." Mormorò contro il suo petto e prontamente il biondo alzò la maglia, per poi intrappolarla al suo interno. "Dai, si romperà."
"Non importa, ne ho altre." Sollevò le spalle e le cinse i fianchi, attirandola a sé. "Restiamo a casa e ci guardiamo un film, allora?"
"Si!" Esultò. "Colpa delle stelle?" Tirò fuori il labbro inferiore e congiunse le mani, pregandolo.
"Oh, dio." Roteò gli occhi al cielo. "È strappalacrime." Fece una smorfia.
"Parla quello che ha pianto per Nemo." Ridacchiò.
"Ehi!" Disse offeso. "Hai mai visto quel cartone? È troppo commovente, specialmente quando quel pesce gigante si manga tutte le uova."
"Lo so, amore." Gli baciò la guancia. "Ma voglio vedere la tua parte sensibile." Si giustificò.
"Pensavo volessi guardare altro..." Ammiccò, leccandosi le labbra.
"Niall!" Gridò scioccata. "Sei un pervertito."
"Andiamo, era solo una battuta. Anche se, la cosa non mi dispiacerebbe."
"Dio." Si staccò da lui e si allontanò.
"Siamo permalosette." Canticchiò.
"Sei uno stupido." Si dimenò, ridendo.
"Forse." La fece voltare e la baciò con dolcezza. "Sarò anche uno sciocco, ma almeno sono sincero quando ti dico che ti amo." La baciò di nuovo e si distesero nel letto.
[...]
"Andiamo, dalle questo cazzo di bacio!" Esclamò.
"Shh." Lo ammonì Abigail. "Non sento così."
"Ma guardalo, è un tale coglione."
"Zitto!" Gli mise una mano sulla bocca, ma la leccò. "Niall!" Si pulì sulla sua maglia. "Bleah."
"Se il premio è fare l'amore con te, allora sì." Si avvicinò a lei e la baciò, leccandole il labbro inferiore e mordendolo, per poi far scontrare le loro lingue gioiosamente.
"Basta." Si staccò e il bacio finì, nonostante i continui morsi di Niall pe convincerla a non allontanarsi. "Ora c'è la parte più bella."
Sbuffò e tornarono a guardare il film. Qualche minuto dopo, delle lacrime caddero dalle guance dei due.
"Cucciolo, ma stai piangendo." Sussurrò. "Che amore." Lo baciò di nuovo e si sorrisero.
"La nostra storia è bella quanto la loro?" Chiese Niall, sorridendo.
"No." Scosse la testa, ridacchiando. "Di più." Le lasciò un bacio sul naso.
"Quindi... Vorresti venire con me in Irlanda?"
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