27.
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"Cosa intendeva Liam?" Chiese confusa.
"Niente, non preoccuparti." Le sorrise.
"Niall, non mentirmi."
"Amore mio, non è importante." Si sollevò dal bordo del letto e la abbracciò. "Sai che ti amo, vero?"
"Sì." La strinse più forte, lasciandole un piccolo bacio sulla fronte. "E tu sai che ti amo?"
"Mmh... No." Alzò le spalle. Gli diede un pugno sulla spalla e ridacchiò.
"Stanotte dormirai sul divano, allora."
"Non puoi farmi questo." Si inginocchiò davanti a lei. "Io non dormo senza di te."
"Come no." Ridacchiò.
"Perdonami." La supplicò.
"No." Rispose secca.
"Farò tutto ciò che vuoi." Congiunse le mani, facendole gli occhi dolci e tirando fuori il labbro inferiore.
"Tutto?"
"Sì, chiedimi qualcosa." La incitò. Lo prese per mano e lo sollevò da terra, per poi abbracciarlo.
"A me basti tu." L'irlandese sorrise e la strinse a sé.
"Sei tutto per me. Senza di te non saprei che fare, mi sentirei perso." Arrossì e Niall poggiò le labbra sulle sue, approfondendo il bacio. "Sei l'unica ragazza che amo e che amerò."
"Anche tu, piccolo."
[...]
Il giorno dopo, i due ragazzi erano abbracciati e con le gambe unite. La schiena della ragazza era sostenuta dal corpo del biondo, il quale la stringeva a sé circondandole la vita con le braccia e con le mani intrecciate. I loro petti si alzavano e si abbassavano lentamente. Le labbra erano socchiuse e da esse fuoriuscivano dei piccoli, ma adorabili sbuffi. Dormivano tranquillamente, con un sorriso impresso su entrambi i volti dei due innamorati. La maglia di Niall le arrivava poco sopra la metà coscia e aveva sbavato, vedendola. Ma si limitò a baciarla e coccolarla fino a che non si addormentarono.
La mora si voltò e si distese su di lui lentamente. Era svegliò da qualche minuti, forse dieci, ma non voleva che lei sapesse o lo avrebbe sgridato. La strinse al suo petto e le accarezzò la base della schiena, fino alle spalle dolcemente. Le sue dita percorsero la pelle scoperta dalla maglia e ne tracciò ogni lineamenti del volto. La riempì di piccoli e innocenti baci sul collo, senza alcun segno di malizia.
"Buongiorno, piccola." Le accarezzò i capelli e mugolò qualcosa di incomprensibile. Gli strinse il collo con le braccia e lui la tenne per i fianchi, per poi donarle un bacio a stampo.
"Buongiorno, amore." Sorrise e si sedettero sul letto. "Hai delle interviste oggi?" Chiese poggiandosi a lui.
"Sì, ma stasera. Perché?"
"Sei o non sei il mio ragazzo?"
"Ma certo che lo sono." La mise sotto di lui e la fece distendere, ridendo. "Gelosa."
"Non lo sono." Finse indifferenza.
"Lo sei, lo sei."
"Ok, forse un pochino."
"Sì, diciamo un pochino." Risero e finirono per baciarsi, senza muoversi da quella posizione.
In quel momento, Harry aprì la porta e li vide scambiarsi effusioni. Rise sommessamente, ma i due sembrarono non accorgersene. Il suono dello schiocco dei loro baci riempiva la stanza e sorrisero. Si sentivano bene, ma solo se stavano insieme. Così, il riccio si schiarì la gola.
"Mio dio!" Esclamò Niall, coprendo la sua ragazza.
"Pardon." Rise. "Comunque, la colazione è pronta."
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