21.
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Abigail iniziò a tremare e si allontanò di più dal suo sguardo, che la spogliava con gli occhi. La ragazza si alzò per cambiare posto, ma le afferrò il polso e lo strinse. Niall si voltò non appena cercava di avvicinarla al suo corpo, contro la volontà della mora. Il sangue gli ribbolì nelle vene e strinse i pugni lungo i fianchi, fino a far diventare le nocche bianche. Camminò verso di loro e riuscì a togliere la sua lurida mano dal suo braccio, per poi mettersi davanti a lei, facendole da scudo. Abby si poggiò a lui e gli strinse la vita, circondandola con le sue braccia.
"Lasciala in pace." Pronunciò, livido di rabbia.
Sentiva che sarebbe scoppiato da un momento all'altro e aspettava solo un suo passo falso.
"E tu chi sei?" Lo schernì, ridendo.
"Il suo ragazzo." Il castano sgranò gli occhi. "Ora, se non ti dispiace, avremmo da fare." Si voltò e la baciò davanti ai suoi occhi, trasmettendole tutto l'amore che aveva con quel contatto. Quando si staccarono, la prese per mano e si allontanarono da Leonardo. "Non te lo ripeterò la prossima volta e spera che non ci sia." Disse, guardandolo minacciosamente ed annuì.
La portò fuori dalla palestra e si sedette sul bordo del campetto di calcio. Niall la guardò e le lasciò un veloce bacio sulle labbra, per poi andare a giocare. Abigail si incantò a osservarlo mentre calciava il pallone ed esultò quando segnò. Il biondo corse da lei euforico e la abbracciò, sollevandola e facendola volteggiare.
"Era per te, piccola." Le sussurrò all'orecchio e arrossì, nascondendosi nel suo petto. "Ti amo."
"Anche io, tanto." Gli sorrise.
"Più di me?"
"Ovvio." Trattenne una risata.
"Credimi, non sai quanto io ti ami." Strofinò il naso sul suo collo e rise per il solletico. "Vado a cambiarmi. Nel frattempo, aspettami fuori dallo spogliatoio."
"Va bene, vai." Lo incitò. "Ci vediamo dopo."
"Qui tra dieci minuti." Parlò, prima baciarla e sparire dietro la porta.
[...]
Abby sbuffò rumorosamente. Niall era in ritardo di dieci minuti ed era stanca di aspettare. Poco dopo, si udirono delle voci dallo spogliatoio maschile e si avvicinò per entrare, quando la porta fu spalancata e vide il suo ragazzo che litigava con Leonardo.
"Sei un fottuto pezzo di merda!" Gridò il biondo. "Toccala di nuovo e ti ammazzo." Disse a denti stretti.
"Sei arrivato tardi, l'ho già fatto." Ammiccò e per lui fu troppo.
Iniziarono a picchiarsi ferocemente, mentre la mora li scrutava in silenzio. Niall lo afferrò per il colletto della maglia e lo sbattè al muro.
"Lei è solo mia e se ti vedo che la stai guardando, ti rovino."
Il castano fece una smorfia di dolore. Aveva una morsa potente, lo ammetteva. Gli doleva la testa e la spalla, per l'improvvisa piega che aveva preso la discussione.
"Fanculo, prenditela. Te la regalo, non mi interessa più."
"Forse non ti è chiaro il concetto, ma cercherò di dirtelo in maniera che tu possa capirlo." Prese fiato. "Non è un giocattolo, ma una persona con dei sentimenti. E secondo, non è mai stata tua e ma lo sarà. Ora sta con me e tu devi starle alla larga. Sono stato chiaro?"
"S-sì." Rispose e lo lasciò andare. Si voltò a guardarla per qualche secondo, ma lei abbassò gli occhi e si morse il labbro.
Leonardo se ne andò e lui la attrasse a sé per un bacio bollente, che durò per qualche minuto. Si sorrisero e le accarezzò una guancia, per poi stringerle la mano ed uscire dalla scuola. Non potevano essere più felici.
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