09.

Erano trascorse diverse ore, ma di Abigail nemmeno l'ombra. Niall camminava nervosamente sul pavimento di casa, avanti e indietro, sperando in un suo segnale. Ma niente. Le aveva inviato dei messaggi ed aveva sperato fino all'ultimo, ma lei non rispose. Agitato, afferrò il telefono sul bancone della cucina e digitò il suo numero, che ormai sapeva a memoria, per quante volte le scriveva, premendo infine il tasto di chiamata. Il telefono squillava e sorrise appena, sapendo che almeno avrebbe potuto contattarla. Uno, due, tre, quattro squilli e attaccò.

"Dove diavolo sei?" Il ragazzo sbuffò e fece mente locale di tutti i luoghi in cui l'aveva cercata. Eppure, doveva essercene uno in cui non aveva ancora controllato. "Il mare!" Esclamò.

Si alzò in piedi e corse fuori. Erano le otto di sera e era dalla mattina che le scriveva e la chiamava, sempre senza risultati. Ora, forse, aveva capito dove aveva sbagliato nel cercarla. Gli aveva accennato di amare il mare. Quello specchio di acqua blu, che tanto somigliava al colore degli occhi di Niall.

"Sto arrivando." Sussurrò.

[...]

Camminò sulla sabbia e scrutò attentamente ogni angolo della spiaggia. Doveva essere per forza lì. Non poteva essere andata lontana, essendo a piedi. Inoltre, il mare era vicino a casa di entrambi i ragazzi, perciò era facile raggiungerlo. Dopo quella che gli sembrò un'ora, la vide. Era seduta, ma voltata di spalle. C'era vento e lei indossava solo un leggero vestitino, che però lui amava. Aveva un bel fisico, doveva ammetterlo. I capelli volavano e notò che rabbrividì per la folata di vento improvvisa. Si avvicinò lentamente, per non spaventarla.

"Abby." La ragazza si voltò e si stupì nel vederlo. Come aveva fatto a trovarla? Non gli aveva mai parlato di questo posto... O sì? "Mi hai fatto morire per lo spavento. Quando non ti ho trovata a scuola, ti ho cercata ovunque nel quartiere. Anche nei posti più strani ed improbabili, ma potevi essere ovunque e tentar non nuoce." Le sorrise.

Abigail restò in silenzio, non sapendo che dirgli. Si alzò da terra e il ragazzo la imitò. Senza perdere tempo, la abbracciò fortemente.

"Mi sei mancata così tanto." Abby si poggiò a lui e scoppiò in lacrime. "Shh, va tutto bene. Ci sono io, adesso." Sciolse l'abbraccio, ma solo per togliersi la felpa e mettergliela. "Non voglio che ti ammali." Le sorrise.

"Mi dispiace, sono un disastro." Singhiozzò. "Tu sei così dolce a stare con me, e guarda come ti ho ringraziato." Le lasciò un lungo, ma dolce bacio sulla fronte.

"Non lo sei, hai agito di impulso."

"Ma non ho giustificazioni..." Niall scosse la testa, facendola ridacchiare. "Mi sei mancato anche tu."

"Torniamo a casa?" Le sussurrò sul collo.

"Sì, grazie."

"Stai bene o vuoi che ti aiuti?" Abigail scosse la testa ma lui non era convinto, così la prese in braccio, come una sposa.

"Dai, mettimi giù." Rise.

"No, sono il tuo cavaliere e quindi ti porterò a casa." Calò il silenzio. Si udivano solo i loro respiri.

"Ti voglio bene anche io, Darren." Gli cinse il collo e sorrise.

"Allora, hai letto i miei messaggi." Si stupì.

"Certo, e ho riso. Sei buffo, a volte." Scosse la testa, ridendo.

[...]

"Posso coccolarti?" Chiese Niall.

"Oh... Sì." Ridacchiò, e lo accolse tra le sue braccia.

Le accarezzò i capelli e li odorò. Sapevano di cannella, la sua spezia preferita. La strinse da dietro e fece aderire la sua schiena al petto. Abigail chiuse gli occhi, godendosi le coccole più dolci che avesse mai ricevuto. Le baciò le spalle e la clavicola, per poi passare al collo e alla guancia. Infine, ne diede uno sul suo naso. La ragazza sorrise e si voltò, guardandolo negli occhi. Si avvicinò e si strinse al suo petto; così paradisiaco quel contatto, che Niall non poté non ricambiare.