06.
Niall
Dimmi dove abiti, così vengo da te. Vuoi che porti una vaschetta enorme di gelato?
Ok, forse è meglio due o tre... Sì, mangio troppo.
Nel dubbio, ne porto quattro.
La ragazza rise, leggendoli. Più li leggeva e più si rendeva conto della premura di questo piccolo irlandese nei suoi confronti.
Sei il migliore. Comunque, abito vicino scuola. Più o meno a quattro isolati.
Arrivo, tesoro.
Si morse il labbro e cercò di pulirsi gli occhi dal trucco o quello che ne era rimasto. Qualche minuto dopo, sentì il suono del campanello e scese le scale. Aprì la porta e Niall si trovò stretto tra le braccia della mora, facendo cadere le buste a terra. La strinse a sé ed inalò il suo profumo.
"Hai portato davvero i gelati." Si meravigliò. "Pensavo mi prendessi in giro."
"Non lo farei mai." Sorrise, baciandole la guancia. "Ehi, ma hai pianto." Abigail si voltò di scatto, cercando di nascondersi dai suoi occhi blu.
"N-no." Balbettò.
"Sono venuto fin qui solo per te e mi sono consumato le scarpe. Mi fanno male i piedi, mi rubi un abbraccio e poi mi menti?" La guardò, con un espressione triste.
"Scusa." Chinò la testa ed il ragazzo sorrise. La sollevò poco dopo e lo osservò. "Oh, ti ho fatto consumare le tue scarpine preferite? Povero cucciolo." Lo derise. "Stai attenta a come mi parli." Si difese.
"Altrimenti?" Lo sfidò con gli occhi. Niall afferrò un cuscino e lo lanciò alla ragazza. "Questo non dovevi farlo!" Esclamò.
Ne prese due e li lanciò a suo volta. Ma l'irlandese fu previdente e li schivò, per poi bloccarle le braccia.
"Ora?" Ridacchiò. "Farai ancora la superiore?"
"Dai, lasciami." Si dimenò. "Perdonami." ridacchiò.
"Va bene." Abigail si allontanò, ma inciampò su un cuscino e cadde sul corpo del ragazzo. Si guardarono negli occhi e la mora arrossì, tirandosi su. "Dove vorresti andare?" La riportò su di lui e la strinse a sé, fortemente.
"Mi ha rubato un abbraccio." Sentenziò, con la testa poggiata al suo petto.
"Beh, ora siamo pari."
[...]
"Hai insultato i tuoi genitori?" Chiese.
"Io..." Guardò verso il soffitto ed iniziò piangere.
Niall si alzò e la mora lo guardò confusa, ma quando tornò con dei fazzoletti ed il gelato, un sorriso si stampò sulle sue labbra.
"Grazie." Sussurrò.
"Racconta." Abigail rivelò tutto al ragazzo di fronte ed osservò come Darren la ascoltasse, senza fare domande. "Mi dispiace tanto." Scrollò le spalle e prese un'altra cucchiaiata, del gelato al cioccolato.
Non erano nemmeno a metà conversazione, che già due vaschette erano finite.
"Quanto mangi?" Si stupì. "Scoppierai di questo passo." Sconvolta, adagiò il gelato sul tavolino davanti al divano nero. Si voltò ed il ragazzo giurò stesse singhiozzando.
"Dio, sono uno stupido." Si guardò attorno e prese un fiore da un vaso lì vicino. "Mi perdoneresti mai?" Si inginocchiò e gli porse la rosa. Abby gli sorrise, arrossendo.
"Sì." Niall sorrise e la fece alzare.
"Balla con me." Le strinse la mano.
"Tu sei pazzo." Ridacchiò. "E poi, non so ballare."
"Nemmeno io." Alzò le spalle. "Siamo soli, non ci vedrà nessuno." Le sorrise.
Scoppiò a ridere e lo abbracciò. La strinse a sé dai fianchi ed unirono le loro fronti, muovendosi alle note della canzone. Ormai era terminata, ma i due non scioglievano il contatto e lui le canticchiò un'altra canzone. Stavolta, dei suoi idoli.
"Hai una bella voce." Il ragazzo sorrise ampiamente. Ecco perché amava le italiane. "Ma come fai a conoscere questa canzone?"
Se non sapeva chi fossero gli One Direction, perché intonava le loro canzoni?
"Ho i miei segreti, amore."
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