03.

"Ci vediamo domani, allora." Disse Darren. 

"Certo." Arrossì e guardò a terra. 

"Stesso posto, stessa ora." Le sussurrò all'orecchio. "Ciao, Abby." Si avvicinò, lasciandole un bacio sulla guancia. 

Il ragazzo si allontanò, sotto i suoi occhi  attenti. Non poteva credere che l'aveva baciata, anche se in una parte innocente come quella. Si toccò il punto in cui le labbra del moro poggiarono, qualche secondo fa, e sorrise ampiamente.

Aveva trovato un amico, un vero amico.

[...]

Il giorno seguente, Darren entrò nell'aula e vide Abigail, seduta e voltata di spalle, intenta a scrivere su un quadernino azzurro. 

"Giorno." La ragazza si spaventò, sussultando. "Non pensavo di essere così orrendo."

"No, non è come credi. Io non ti avevo visto e-" Il dito del moro si poggiò sulle sue labbra. 

"Va tutto bene." Ridacchiò, e le diede un bacio sulla guancia.

La ragazza avvampò, sorridendo. Non riusciva a non arrossire ogniqualvolta lui era accanto a lei, era inevitabile. Non ne era innamorata, ma non aveva mai avuto amici, tanto meno maschi. 

"Giorno anche a te." Ruppe il silenzio. 

"Che si fa oggi?" Chiese entusiasta il ragazzo.

"Educazione fisica." Sbuffò, e sollevò gli occhi al cielo. 

"Da quel che vedo, non ti piace molto."

"Non è per la materia in sé, ma..." Si interruppe. 

"Ma?" La incitò Darren. "Ehi, c'è qualcosa che non va?" Si voltò verso di lei, accarezzandole la guancia. "A me puoi dirlo."

"Mi toccano..." Sussurrò. "Mi molestano." I suoi occhi si velarono di lacrime, e la abbracciò. 

"Dimmi tutta la verità." Singhiozzò, e la fece sedere sulle sue gambe.

Abby strinse la sua maglia piangendo, come non aveva mai fatto. Raramente si lasciava andare, ma nessuno lo sapeva e voleva liberarsi di quell'opprimente segreto.

"Mi prendono in giro, mi umiliano e spesso mi picchiano." La strinse più forte a sé.  "Aiutami." Singhiozzò, tremando. 

"Non meriti tutto ciò e cercherò di fare tutto il possibile affinché ciò non accada nuovamente." Si tranquillizzò, smettendo di piangere, ma ancora stretta tra le sue braccia. 

"Hai un buon profumo." Ridacchiò, e l'odore le invase le narici. "One Million."

"Come hai fatto ad indovinare?" Si stupì. 

"È uno dei miei preferiti." Si poggiò al suo petto. 

"È anche il mio." Risero e tornò a regnare il silenzio. "Vuoi saltare la lezione? Potrei portarti fuori o a casa mia."

"Mi piacerebbe, ma no." Sussurrò. "Non voglio essere castigata."

"Non accadrà. Dai, andiamo." La fece alzare e la prese per mano. "Ho notato che i cancelli della scuola sono ancora aperti. Se ci sbrighiamo, possiamo fare in tempo."

I due ragazzi iniziarono a correre e riuscirono ad uscire, qualche minuto prima che il bidello chiudesse le entrate. Appena fuori, Niall osservò la sua fan.

Non poteva essere più fortunato.