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6 - Edward Cullen

Mi sveglio su un letto che non è il mio, in una camera che non è la mia di una casa che... be', palesemente non è la mia.

L'attimo di stordimento è seguito dalla familiarità della stanza, che appartiene a Michael. Sul suo grande letto ci sono io e accanto a me c'è lui che dorme in una posizione molto contorta, russando ogni tanto. Noto il mio abitino nero appoggiato sulla sedia della scrivania, le mie Converse sotto e il cuscino sporco di trucco. Avrò una faccia da mostro dei film horror.

Mi alzo con cautela, abbasso per quanto possibile la t-shirt che il mio migliore amico si è sicuramente premurato di mettermi addosso ed esco a piedi nudi per raggiungere il bagno. Invece del bagno, però, finisco erroneamente in salotto e sui divani vedo spalmati Luke, Ashton e la ragazza dai capelli neri che quest'ultimo avrà rimorchiato.

Faccio dietro-front ed entro in bagno.

- Mio Dio, Hailee, fai proprio schifo stamattina. - mi dico.

Il mascara è sbavato intorno agli occhi ma soprattutto sotto, formando due chiazze nere spaventose, ho dei capelli incollati alle guance perché il trucco si è sciolto e il rossetto, oltre ad essere uscito dal contorno delle labbra, mi ha macchiato anche i denti.

Lego il groviglio che sono diventati i miei capelli, mi strucco con i prodotti che appartengono alla madre di Michael, mi sciacquo per bene e decido che farò una bella doccia a casa mia. Il problema è arrivarci: da qui sono distante.

Sento bussare alla porta.

- Chi è? - domando.

- Apri.

La voce graffiante e scocciata di Luke giunge chiara alle mie orecchie.

Faccio qualche passo e apro di pochissimo la porta.

- Hailee, se non apri questa porta la sfondo e ti sbatto al muro. - tuona, minaccioso.

Mi faccio un po' indietro ed eseguo i suoi ordini.

- Prego, Mr. Allegria. Il cesso è tutto suo. - sorrido amabilmente.

Luke sospira, poi mi afferra un braccio e mi tiene ferma a distanza ravvicinata.

- Senti, verginella ammuffita, smettila con questa ironia del cazzo o ti sbatto per davvero. Ieri sera avrei potuto farlo, mentre blateravi stronzate su stronzate, con tanto di Edward il figo e "baciami perché io lo farei". - mi rinfaccia.

Ora, mentre le sue iridi azzurre mi fissano cupe, la sua voce tenebrosa mi fa tremare e il suo profumo tenta di distrarmi, ho due possibilità: rispondere come vuole lui o fare a modo mio.

- Non ricordo cosa ho detto ieri sera, ma di tutte le cose che mi rinfacci adesso ce ne sono di vere e di false. - sentenzio, liberandomi dalla sua presa per varcare la soglia del corridoio - Ironico per te non sapere quali sono quelle vere e quali quelle false, no?

Percorro il corridoio in silenzio, sapendo di avergli rifilato un colpo basso. D'altronde, chi si crede di essere lui per parlarmi in quel modo?

Incrocio Ashton in cucina, davanti alla macchinetta del caffè.

- Ne vuoi? - domanda.

- No, grazie. Vado a casa e ci penso da sola a rimpinzarmi e tracannare caffè. - rifiuto gentilmente.

Nell'appartamento regna una quiete che mi tranquillizza e mi rende serena. Adoro le mattinate in cui posso prendermela comoda, svegliarmi con i miei tempi e fare tutto al mio ritmo.

- Chi ti riporta a casa? - chiede Ashton, sorseggiando il caffè bollente.

- Io. - interviene Luke.

Mi volto.

Non esattamente fresco come un fiore ma di aspetto ordinario, il nostro amico biondo fa il suo ingresso con scioltezza e serietà in volto. Sembra non divertirsi da una vita, con quell'espressione tediata da chissà quali tormenti interiori. Dorme la notte, almeno?

- Ho una conversazione in sospeso con Hailee. - afferma.

Ashton corruccia il viso.

- Tu non sei un tipo da conversazioni. Hailee, mi auguro che non vogliate procreare... - osserva, sottintendendo l'avvertimento ben preciso di Calum.

- Dio, Ash! Non è che se tu "procrei" con la tizia dai capelli neri allora tutti pensano a quello. - esclamo, mimando le virgolette del termine da lui utilizzato.

Lo sguardo severo che non accenna ad abbandonare mi suggerisce che non ci crede.

- Forse tu no, - mi risponde, per poi volgersi verso il biondo - ma io ti conosco, Luke, e tu ci pensi eccome. Non fare cazzate.

La frase ha impatto su di lui, anche se apparentemente non si nota. Al fine di mascherare l'effetto subito, acuisce la noia che lo caratterizza solitamente e sfora in una forzatura.

Lo sento sospirare.

- Andiamo, Hailee.

Torno in camera di Michael per recuperare il vestito e le scarpe e, purtroppo, lo sveglio.

- Buongiorno... - mormora lui, con la voce impastata dal sonno.

- Buongiorno. Scusami se ti ho svegliato, ho cercato di fare piano. - sussurro.

Il mio amico scuote il capo.

- Non preoccuparti, Hay-Hay. Vai di già?

- Sì, Luke mi porta a casa. - annuisco.

Michael si stropiccia gli occhi e si tira su a sedere.

Èa petto nudo.

- Come... Come mai? Resta, tanto tuo padre non c'è. - protesta.

- Devo andare a darmi una sistemata almeno...

- Stai bene con la mia maglietta addosso. - sorride.

Faccio un respiro profondo.

Perché andare via e passare quei cinque minuti in macchina con Luke è diventata improvvisamente la mia priorità?

- Grazie, quasi quasi me la tengo. Però ci vediamo... magari più tardi. Ti scrivo.

A congedo terminato, nonostante le proteste ancora insistenti di Michael, mi cambio e raggiungo Luke all'ingresso. Usciamo insieme dal palazzo e, visto che l'auto è dall'altra parte della strada, attraversiamo sulle strisce pedonali. Fosse stato per lui, in realtà, avremmo attraversato in un punto imprecisato della strada.

Prendo posto sul sedile accanto al suo, allaccio la cintura e inizio a pensare a cosa fare oggi. Potrei portarmi avanti con chimica, fare qualche esercizio di matematica e poi tornare da Michael. Immagino che Ashton sarà ancora a casa sua, quindi potrei contattare Janice, capire che fine ha fatto e magari andare da loro insieme a lei.

- A che pensi? - domanda Luke, di punto in bianco.

Lo guardo come per chiedergli da quando gli interessa, ma la sua tacita risposta è piuttosto irritante, quindi decido di non toccare quel punto.

- A Edward Cullen. Credo che sia stato il mio primo amore... Prima ancora di Cedric Diggory, forse. - rifletto.

- Ce l'hai proprio con quel vampiro del cazzo. - replica Luke, sbuffando qualcosa di vagamente simile ad una risata.

- Te lo stacco a colpi di manganello il cazzo, se lo apostrofi ancora così. - lo minaccio.

- Preferirei che me lo staccassi a morsi. - mormora lui, in risposta.

Mi volto di scatto verso di lui, sbalordita.

- Che hai detto?

- Niente, non capisco perché proprio Edward Cullen. - si corregge Luke.

Colgo l'ombra della presa in giro nell'innocenza che simula guardando a destra e sinistra.

- Be', potrei pensarci a staccarlo a morsi a lui. - controbatto, soppesando l'alternativa.

Luke ridacchia.

Sta ridacchiando... Per davvero. Incredibile.

- Quindi io ti faccio ridere. Non sono una maga? Insomma, fino a tre secondi fa pensavo fosse impossibile! - esulto.

- 'Sta zitta, Hailee.

Sorrido in maniera angelica.

- Non mi piace stare zitta.

- Ho notato, sai?

Continuo a sorridere.

- Ma io so come farti stare zitta. - aggiunge Luke.

- Cioè? - domando, curiosa.

Il biondo mi scocca un'occhiata intensa, che brucia sulla mia pelle e mi riscuote.

- Aspetta e vedrai...

__________

Hailee sembra stupire Luke con le sue controrisposte, ma lui ha sempre un asso nella manica. Sì, è esattamente quello a cui state pensando 😏

Love you 🎀

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