LUKE'S POV

Lenzuola fresche di bucato.

Profumo di carne speziata.

Melodie improvvisate.

È domenica mattina e mia madre è in casa: ogni tanto capita. Ultimamente, capita spesso.

Ha cominciato a fare cose strane, tipo affermare di voler recuperare il tempo perso. Ma il tempo non si recupera. Quel che è perso, non torna più indietro.

- Luke, c'è un tuo amico qui per te! - urla mia madre.

Anche questo è strano.

Mi butto giù dal letto e lancio il pigiama sulla sedia, poi indosso dei vestiti e faccio una sosta in bagno prima di andare in salotto.

Non sono poi tanto sorpreso di vedere Michael: tra i pochi amici che mi sono rimasti, è quello più propenso a cercarmi di solito.

- Ciao, Luke. - mi saluta.

Faccio un cenno col capo.

- Dobbiamo fare un discorso serio. - chiarisce.

Mi siedo sul divano e apro le braccia per invitarlo a prendere posto dove gli è più comodo. Sceglie la poltrona.

- Io c'ero quando Mary Anne era ancora in vita. Non ero in Italia. E ci sono stato anche adesso, in questi mesi. Non ero in Francia. Ci sono sempre stato. Ho visto come hai iniziato a trattare le ragazze nella prima adolescenza, ho visto come ti sei eclissato dopo che quella squilibrata ti ha preso davvero e ho visto come continui a guardare Hailee anche mentre fingi che ti piaccia la compagnia di un'altra. Una qualsiasi, per inciso. Dio, Luke, ma quanto sei andato per girare insieme a Becky Higgs? L'hai rifiutata di brutto al secondo anno!

Oh, è venuto a farmi la paternale. Gli brucia il culo che ho trattato male la sua preziosa Hailee.

Sbuffo una risata amara.

- E chi era l'ultima? Julie Sanders? Santo cielo, era un cesso alle medie. Ogni volta che passava ridevi per il suo apparecchio e scommetto che sarai sorpreso di scoprire che aveva un problema particolare ai denti. Ecco perché era costretta a girare con quell'apparecchio strano. - continua Michael.

- E quindi? Cos'è che ti preme? Dillo.

Lui mi lancia un'occhiataccia.

- Dillo che non ti va giù che io mi sia scopato la ragazza di cui sei innamorato. Anch'io me la prenderei, soprattutto se sapessi che a letto supera le aspettative. - ghigno.

Michael scatta in piedi e si lancia su di me, prendendomi per la gola con le mani.

- Prova a dire solo un'altra parola e ti spacco la faccia. Non giocare con me. -sibila, incazzato nero.

- L'abbiamo quasi fatto nel tuo bagno, ma lei non voleva per rispetto... - continuo.

Il colpo arriva più potente di quanto immaginassi, allo stesso zigomo su cui quella piccola stronza ha infierito qualche mese fa.

Secondo un meccanismo piuttosto perverso, ho adorato la sua scelta di farmi male dove già ero ferito. La sofferenza effettiva che ne è sgorgata poi è un altro conto. Avrei sopportato altre cento torture se fosse stata lei ad attuarle.

- Stai zitto. Lurido stronzo che non sei altro. Sai perché ancora non ti ho ficcato un vaso in gola? - mi minaccia ancora Michael, tremante di rabbia.

Taccio in attesa che prosegua.

- Perché voglio che tu faccia qualcosa di molto più difficile che stare lì e soffrire come la merda che sei, inerme. Voglio che tu vada a chiederle scusa, per tutto quello che hai fatto per farla soffrire e per tutto quello che non hai fatto per renderla felice.

Non lo farò. Neanche per sogno.

Michael stringe la presa sul mio collo e respiro sempre più a fatica.

- Lo farai. Altrimenti ti verrò a cercare. E sarò il tuo tormento. Perché se io non posso darle quello che le manca, fidati che troverò il modo di costringere te. Disgraziatamente, tiene ad uno stronzo nato. - sputa fuori.

Annaspo.

So che tiene a me. Le ragazze non riescono ad essere distaccate, per quanto l'apparenza e le parole ingannino.

- Okay. - riesco a dire.

Inaspettatamente, Michael mi assesta una gomitata sugli stinchi.

Cazzo.

- Questa è perché hai la ragazza che vorrei io e non hai fatto niente per meritartela. Dovresti ringraziare Dio ogni giorno per la fortuna che hai, invece di fare il coglione.

Mentre soffro, penso che ho immaginato più volte come sarebbe stare con lei senza secondi fini, ma ogni volta vedo solo lei che mi sbatte la porta in faccia e mi urla che non vuole più vedermi.

La verità è che è più facile fingere che io stia bene così, con una ragazza diversa ogni volta, piuttosto che ammettere di aver sbagliato e di voler tornare indietro per correggere gli errori. Non saprei neanche da dove partire.

- Hai tempo tre giorni. Se non fai quello che ti ho chiesto, diventerò la tua persecuzione. - stabilisce Michael, poi se ne va.

La porta si chiude e io rimango solo sul divano di casa mia. Il corpo ammaccato, il cervello impallato, il cuore inginocchiato.

Prima di mettere in pratica il mio piano, ho studiato bene Hailee come tipo di persona e di atteggiamento: mesi di spionaggio puro e ben celato. Mi è parsa la classica brava ragazza studiosa, obbediente e ingenua al punto giusto. Chi avrebbe mai detto che invece quel guscio le stava troppo stretto e che aveva bisogno di dar voce ad una testa ironica ed una tensione sessuale crescente?

È vero, ho imparato che le ragazze timide e riservate sono le più selvagge a letto, ma Hailee ha avuto il coraggio di respingermi più volte pur di tener fede ai suoi principi. Avrebbe dovuto calpestarli per me, cadere inesorabilmente ai miei piedi, innamorarsi alla follia. Invece sembra solo che ci sia rimasta male, il che non è la distruzione che avevo previsto per una vendetta perfettamente riuscita. Sarebbe dovuta crollare a tal punto da impietosirmi.

Invece l'unica pena che provo è quella per me stesso. E per tutte le mie maschere inutili.

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Tutte d'accordo nel proclamare Michael il personaggio migliore? Anche se qualcuna premerebbe in favore di Harry, ne sono certa.

Love you 🎀