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35 - Promise

Se c'è una cosa su cui non avrei mai scommesso è la complicità che è nata fra me e Nali. Ero convintissima che la sua presenza mi avrebbe infastidita irrimediabilmente.

Chiamasi amicizia, alleanza femminile o come si voglia, è comunque qualcosa di inaspettato.

Un po' come Luke che mi insulta per messaggio perché ho peggiorato la condizione del suo zigomo livido e non mi chiede scusa per come si è comportato. Okay, forse questo c'era da aspettarselo.

Ho applicato ad ogni suo singolo messaggio il classico "visualizzato senza risposta", rigorosa come un teorema matematico.

Indecisi su come festeggiare l'arrivo dell'anno nuovo, a quattro giorni dalla scadenza di quello vecchio io e i miei amici ci incontriamo tutti quanti al Donuts per parlarne davanti ad una tazza fumante di cioccolata calda. Questa rappresenta anche l'ultima occasione in cui loro vedranno Calum prima che torni a Parigi: ha il volo domani sera.

Luke fa per sedersi vicino a me.

- È occupato. - lo anticipo, gelida.

Si siede ugualmente.

- Sai quanto me ne frega... - liquida la questione.

Sono sul punto di ribattere che a me interessa non averlo vicino, ma così gli consegnerei la vittoria su un piatto d'argento. Finisco per tacere e guardare altrove, irritata.

A prendere le nostre ordinazioni giunge Harry, con i ricci rigogliosi in testa e un'aria allegra che ben si addice alle festività in corso.

- Cosa vi porto? Haiz? - si rivolge innanzitutto a me, abbassando lievemente la voce.

- Cioccolata calda con tanta panna. - sorrido.

Annota con cura e mi sorride a sua volta, caloroso.

- Cioccolata calda. - tuona Luke, non appena Harry lo guarda.

- Panna?

- Ho detto solo "cioccolata calda". Ci senti? - replica il biondo, scontroso.

Lo trafiggo con gli occhi.

- Ma ti sembra il modo? Voleva solo essere d'aiuto. E gentile. Sai, per il resto del mondo è normale. - lo attacco.

- Sono a posto così. - dice Luke con un tono zuccheroso che stona moltissimo con l'espressione dura che torna sul suo volto un secondo dopo.

Harry lo lascia perdere e si dedica al resto del tavolo.

Prima di andare a preparare tutto, però, mi lancia un'ultima occhiata e io capisco che devo trovare un momento per sentire cos'ha da dirmi.

- Mi spieghi perché ce l'hai con Harry? - domando a Luke.

Lui mi guarda come se fossi stupida.

- È una mezza sega. Mi danno sui nervi quelli come lui.

- Quindi non ha niente a che vedere col fatto che siamo amici?

- Amici? Voi non siete amici, cazzo. Ci prova con te da una vita. - borbotta Luke in risposta.

Annuisco. Era la conferma di cui avevo bisogno.

Luke estrae il telefono dalla tasca e non riesco a fare a meno di guardare le conversazioni aperte sulla schermata. Ci sono diversi messaggi non visualizzati di ragazze diverse e la mia immaginazione non può portarmi tanto lontana dalla realtà, se penso al comportamento di Luke.

Risponde ad una certa "Cecilia R.", che gli ha scritto che non vede l'ora di rivederlo a gennaio, un piatto "anch'io".

- Sai cosa non capisco ancora di te? - gli parlo.

Lui volta il capo verso di me e solleva le sopracciglia.

- Sentiamo, intelligentona.

- Perché ti ostini ancora a cercarmi quando non fatichi a trovarne altre. Voglio dire, è chiaro che io e te siamo totalmente incompatibili. Non c'è coppia meno azzeccata di noi. - spiego.

Luke punta gli occhi azzurri verso un punto indistinto della parete giallina del Donuts.

- Te l'ho detto, nessuna delle "altre" - mima le virgolette - ha la tua lingua biforcuta.

Scuoto la testa.

Non mi convince.

Non può essere solo questo, perché, a ben cercare, le ragazze dotate di ironia, sarcasmo e un pizzico di cattiveria ci sono. 

Da una parte, la mia domanda era finalizzata a trovare un motivo per staccarlo a forza da me; dall'altra parte, volevo capire se vale la pena, invece, tenermelo vicino e cercare di smussare i suoi angoli per evitare che mi feriscano.

Questa risposta non mi basta.

- Sì, ma voi due partecipate o no? Qua fioccano idee e voi non dite niente. - ci richiama Janice.

Ashton volge lo sguardo verso di noi, ma non è sospettoso come qualche tempo fa, bensì sembra provare apprensione nei miei confronti. Chissà che espressione ho in questo momento.

Michael e Calum prestano attenzione a noi per la prima volta da quando siamo entrati, l'uno in attesa di un nostro verdetto sulla questione di capodanno e l'altro improvvisamente astioso. Quasi dimenticavo che Calum e Luke non si parlano più.

- Sì, scusate... Dunque, quali sono le opzioni? - domando.

Al mio fianco, Luke tace. Michael riepiloga.

Mi arrogo la responsabilità di far pendere l'ago della bilancia verso una serata sulla spiaggia piuttosto che in montagna. Ashton ha sentito parlare di una festa in un locale a poco più di mezz'ora da qui, con vista sull'oceano.

- Okay, è deciso allora. - decreta il mio migliore amico.

Nel frattempo, Harry serve ognuno di noi con la propria cioccolata calda e posa accanto a me la porzione più generosa di panna. Mi fa l'occhiolino.

Gli sorrido di rimando e, di nuovo, Luke manifesta una reazione palesemente dettata dalla gelosia.

- Manca solo che ti scriva "ti amo" nella tazza. - borbotta, rabbioso.

Alzo gli occhi al cielo.

Quando arriva il momento di pagare, mi offro di andare io in cassa, così posso scambiare due parole da sola con Harry, lontana da orecchie indiscrete.

- Dovresti accorciare un po' i capelli. - mi faccio avanti.

Harry mi nota e solleva gli angoli delle labbra, dando vita a due fossette adorabili.

- Me lo diceva sempre anche la mia ex. - commenta.

- Su questo aveva ragione, allora. 

Lui inizia a digitare sulla macchinetta per creare lo scontrino.

- Solo su questo, credo.

- Io non la conosco, mi fido della tua parola. - alzo le mani.

Harry annuisce.

- Tu cosa fai a capodanno? - domando.

- Tyson darà una festa, ma non mi alletta molto l'idea di andarci. 

- Perché?

- Perché ho sentito che non ci sarai. - ammette il riccio.

Deglutisco, un po' incerta di quello che sto per fare.

- Forse... Potresti venire alla festa di cui parlava Ashton. Non serve di certo un invito speciale. - ridacchio.

- Il tuo invito è speciale. E... okay, ci penserò. Magari ne parlo anche con Eric e Jacob. - concorda.

- Perfetto. 

Gli passo i soldi raccolti al tavolo e lui distribuisce banconote e monete nei vari scomparti.

Esita qualche istante con le iridi verdi nelle mie.

- Io... Haiz, io ho riflettuto un po' su quello che ci siamo detti riguardo... sai, riguardo Mary Anne e tutta la faccenda. Ecco, magari è stato Luke a tediarla tanto da condurla al suicidio. È un'ipotesi e anche piuttosto azzardata, ma inizio ad avere paura per te. Prima ha chiaramente avuto un attacco di gelosia, il che mi porta a pensare che potrebbe essere persino troppo tardi. Però tu provaci, non farti condizionare da lui. È pericoloso. - mi avverte.

La sua voce non mi dà modo di dubitare della concretezza dei suoi timori: Harry è seriamente preoccupato per me e per la mia incolumità.

Le parole di Michael, tuttavia, tornano a vorticare per la mia mente.

- Mary Anne era una squilibrata, a detta di Michael. Lui l'ha conosciuta e mi ha raccontato che ad un certo punto ha smesso di farsi seguire dagli psicologi. Mi ha fatto intendere, insomma, che è probabile che si sia tolta la vita senza volerlo veramente. - rivelo, sottovoce.

Harry sgrana gli occhi.

- Okay, questo era decisamente inaspettato... Ma tu stai attenta, promettimelo. Per favore. - insiste.

- Te lo prometto.

__________

Prima o poi sapremo la verità su Mary Anne 😇

Love you 🎀

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