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34 - She

Al mio risveglio l'indomani mattina, manca ancora mezz'ora scarsa alle dieci, l'ora impostata per la sveglia. Mi rotolo nelle coperte e fisso la finestra, oltre cui il cielo è terso.

Splende il sole oggi e la neve si scioglierà.

Sospiro.

Mi ripiombano addosso tutti gli eventi della serata, e anche qualcuno precedente. 

Perché Luke si è comportato così?

Stavamo andando bene insieme. Ero quasi arrivata a credere che c'era la possibilità di avere una relazione normale con lui.

Tu non lo cambierai, abbandona questa convinzione. Nessuno lo cambierà. È fatto così: stronzo, sgarbato, irriverente. Non farà altro che ferirti. E tu, ingenua come sei, penserai di poterlo cambiare.

Pensavo che potessimo essere adatti l'uno all'altra. A me Luke piace, difetti compresi, ma soltanto finché sono io l'unica con cui vuole stare. Se il suo intento è farsela sempre con più ragazze contemporaneamente, allora devo convincermi a lasciarlo andare. Devo mettere me stessa e il mio cuore integro sopra il suo carattere stronzo e polimorfo.

E tornerai, lo so. Ti conosco ormai. Sei tu che non mi conosci ancora.

Luke ha conosciuto il lato espansivo di me, quello perverso, quello teso a nuove esperienze, quello che battibecca fino ad averla vinta per gioco. Non sa che ho anche il senso della disciplina, che nutro amor proprio e che so essere determinata invece che cedevole.

Non mi resta che aspettare che torni.

- Hailee! Sveglia! - urla mio fratello dall'altra parte della porta, bussando.

- CI SONO. - rispondo, alzando il volume della voce affinché mi senta per certo.

- OKAY. - replica, a tono.

Lascio cadere la testa sul cuscino e mi riavvolgo nelle coperte per qualche minuto extra di relax, ma sento già le avvisaglie di un fratello rompiscatole in arrivo.

La porta cigola e so che la mia pace è terminata.

Mio fratello si butta letteralmente di peso su di me, che ho solo le coperte come difesa, e inizia a torturarmi con solletico e punzecchiature. Inevitabilmente, scoppio a ridere.

- Cretino, volevo sonnecchiare ancora un po'. - dico infine.

- Ma se hai dormito tutto il tempo ieri! E anche ieri sera stavi praticamente dormendo nella macchina di Michael. - protesta lui.

Affondo di più tra le coperte, poi riemergo stiracchiandomi. Mio fratello si stende di fianco a me.

- Cal, io e il sonno andiamo molto d'accordo. Perché dovresti rovinare ciò che funziona? 

- Esisto apposta per disturbarti. - afferma lui con ovvietà.

Ridacchio e gli tiro addosso un cuscino, poi mi avvolgo nella vestaglia di pile e mi faccio trascinare in cucina per fare colazione insieme.

Calum è sempre stato così: più gesti che parole. La misura della vicinanza cui ci si trova da lui va ricercata nelle dimostrazioni pratiche d'affetto e nelle battute scherzose che fa, non nei discorsi. Ho imparato, dunque, in tutti questi anni, a pormi sulla sua stessa lunghezza d'onda per stabilire una connessione efficace: qualora litigassimo, era scherzando e spintonandoci in giro per casa che ritrovavamo complicità. 

Forse non cambierà mai. Dentro ci porteremo sempre l'esperienza di due individui legati dal sangue comune che crescono insieme, seppur portando avanti la propria vita.

Alle undici spaccate interviene mio padre a spezzare l'atmosfera che mi stavo godendo. Al suo seguito, una statuaria donna con i lunghi capelli neri intrecciati dal collo alla vita e due ciocche più corte libere di contornarle il volto. Oltre alla chioma, anche gli occhi scuri risaltano grazie all'incarnato particolarmente chiaro e il trucco leggero e studiato contribuisce a donare eleganza e raffinatezza all'intera figura. L'abbigliamento è di classe: cappotto viola aperto su un abito lilla che segue la struttura del corpo.

- Ciao, ragazzi. Questa è Nali. - esordisce mio padre.

Chiaramente.

Evito di fare la sarcastica e mi avvicino per abbracciarla: dopotutto, passeremo insieme due settimane.

Mio fratello fa altrettanto, poi lasciamo che Nali si metta a suo agio e si rinfreschi.

- Quindi... Tu lavori a Bangkok, giusto? - domando a tavola, per propiziare la conversazione.

- Sì, ho sempre vissuto lì e, anche se ultimamente viaggio spesso, mi piace tornarci. - rivela Nali.

Annuisco.

- Come ti è sembrata l'America a confronto, la prima volta che ci hai messo piede? - domanda mio fratello.

- Ehm... Fredda? - ridacchia Nali - Scherzi a parte, ha un impatto molto moderno e proiettato verso il futuro... Affascinante. Si respira aria di progresso costante.

Le pietanze gentilmente preparate da Rosa trovano posto sulla tavola e ognuno inizia a colmare il piatto di ciò che più lo ispira. Personalmente, il pollo mi ispirerà sempre, in qualunque modo venga cucinato.

- Hai fratelli o sorelle? - chiedo.

- Due fratelli e tre sorelle. I miei fratelli sono emigrati in Inghilterra molti anni fa, le mie sorelle invece sono sposate e hanno messo su famiglia. - racconta Nali.

Nali ha trentaquattro anni e mio padre mi ha raccontato che è difficile che qualcuno si faccia ancora avanti là, avendo a disposizione chissà quante ragazze giovani ben disposte a sposarsi per essere sistemate. Nonostante ciò, io non gliene darei neanche trenta e trovo assurdamente retrogrado escludere una bella donna, per giunta indipendente dal punto di vista economico, dal gruppo delle nubili che hanno ancora l'opportunità e il desiderio di sposarsi.

È un peccato che esistano ancora aree geografiche in cui la mentalità è questa.

- Cosa fanno oltre a dedicarsi alla propria famiglia? - domando ancora.

L'espressione di Nali si indurisce.

- Non molto. Si fanno mantenere e sparlano di chi lo fa da sé. - risponde, alludendo chiaramente a se stessa.

Immagino che si senta costantemente giudicata perché non ha ancora la fede al dito. Fra tutte, è quella che dovrebbe sentirsi più beneficiata del potere che l'indipendenza conferisce, invece credo che ne avverta solo il peso. Che paradosso: costruirsi una vita ed essere giudicate male per questo.

Naturalmente, il discorso si applica perché è una donna. Le sue sorelle non avrebbero niente da ridire se Nali fosse un uomo, ne sono certa al cento per cento.

- Sparlano alle tue spalle? - indago.

- Soprattutto. Ovviamente sanno che verrò a sapere tutto. 

- Sono alle tue spalle e non davanti a te per un motivo. - evidenzio.

Nali mi sorride. Per la prima volta da quando è entrata in casa nostra, il suo volto è perfettamente disteso.

__________

Niente matrigna odiosa come sospettavate. E Calum è tornato.

Cosa succederà?

Love you 🎀

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