Now I need someone to hold
Be my fire in the cold
But it's hard to tell if this is just a fling
Or if it's true love that he thinks of

I vocalizzi melodiosi di Ariana Grande accompagnano la mia mattinata indaffarata: riporto l'ordine in camera dopo più di una settimana passata unicamente in funzione dello studio, aggiungo qualche decorazione natalizia finale qua e là e dispongo i regali vicino all'albero in salone.

Un'area recondita della mia mente sogna di un Natale passato davanti al fuocherello accanto a Luke, complici le battute, gli sguardi, le dita che si sfiorano e che poi prendono coraggio per esplorare, specchi della nostra audacia interiore.

Al contrario, l'idea di un Natale con Harry mi dà l'impressione di una giornata insipida. Recentemente ho scoperto che mi piace osare, soprattutto se la persona con cui oso lo fa a sua volta. Harry, invece, tiene le mani a posto e plana su territori sicuri anche quando una battuta più azzardata permetterebbe di vivacizzare la conversazione.

Dopo pranzo, mi tocca andare a prendere Calum all'aeroporto con mio padre e, onde evitare l'imbarazzo da conversazione povera di argomenti, infilo subito le cuffiette nelle orecchie e faccio partire una playlist creata appositamente per questo viaggio.

Attraverso il finestrino dell'auto vedo scorrere davanti ai miei occhi sprazzi di vegetazione velata di neve bianca contro un cielo cosparso di nuvole argentee. È il tipico paesaggio invernale che chiunque ci si aspetterebbe di trovare intorno ai collegamenti stradali del Nord America e delle regioni fredde in generale.

I just want you for my own
More than you could ever know
Make my wish come true
All I want for Christmas is you

Rilascio un sospiro, poi mi accorgo che siamo praticamente arrivati.

Calum non è cambiato affatto dall'ultima volta che l'ho visto: capelli neri identici da una vita, forse leggermente più lunghi del solito, sopracciglia folte e scure, naso largo e fisico invariato.

- Ciao Cal! - lo abbraccio con dolcezza.

- Hay-Hay, ciao... - ricambia lui, con fare affettuoso.

Scambia una pacca sulla spalla con nostro padre, poi carica la valigia nel bagagliaio e prende il mio posto sul sedile del passeggero davanti.

Lascio correre perché, in verità, starò da Dio per conto mio sui sedili posteriori, senza dover fingere che mi importi fare conversazione.

Sonnecchio con pigrizia mentre Cal si lancia in un racconto avvincente di tutte le novità da Parigi e delle sue esperienze da studente in una città meravigliosa come quella. Evito di dire ad alta voce che, a parer mio, l'Italia è nettamente più bella e ospitale della Francia, nonostante Parigi abbia certamente motivo di essere così famosa.

- Dormigliona, siamo a casa. - mi scuote Calum.

Alzo lentamente la testa e noto che l'auto è ferma. Mi guardo attorno. Sì, siamo decisamente a casa.

Mi stiracchio, poi esco dall'auto e mi trascino in casa, più svogliata che mai, per indossare la mia comoda tuta di pile e appisolarmi sul divano.

- Nali arriva domani mattina. Purtroppo, sarà abbastanza presto, quindi ho pensato di andare a prenderla io e poi presentarvela con calma più avanti in mattinata. Voi però fatevi trovare pronti... Non so, per le dieci. - istruisce nostro padre.

- Mmh... Fai le undici. Tempo che mi sveglio e prendo effettivamente coscienza del mondo... - contratta Calum.

Mio padre fa una smorfia che comunica qualcosa come "se proprio non riuscite, mi adeguerò".

- Okay. Mi raccomando, eh. - aggiunge.

Come se ci volesse una laurea per capire che vuole evitare brutte figure!

Torno ad appisolarmi e non mi sveglio fino all'ora di cena, quando trovo due cartoni di pizza sul tavolino basso del salotto. Uno dei due è vuoto, segno che sicuramente le ha ordinate Calum e aveva talmente tanta fame che ha già divorato la sua.

Allungo la mano per prendere in mano il telefono e leggo il messaggio che mi ha lasciato.

Papà è a cena con dei colleghi, gli ho detto io del compleanno di Ashton. Passa a prenderti Mike quando vuoi. Entro le due dobbiamo essere entrambi a dormire altrimenti si incazza perché facciamo una brutta figura con la thailandese.

Il mio coprifuoco per le feste si aggira intorno all'una di solito, quindi immagino che Calum abbia insistito per un accordo comodo per tutti e, internamente, lo ringrazio.

Mangio la mia pizza con calma (margherita perché Cal non ricorda mai qual'è la mia preferita), poi mi rendo conto che si stanno facendo le nove e che devo sbrigarmi se voglio godermi la festa per un po'.

Passo poi in rassegna i vestiti che potrei indossare e, nel frattempo, chiamo Michael.

- Chi sei? - domanda sdegnosa una voce sconosciuta.

- Ehm... Hailee, un'amica di Michael. Tu invece sei... ?

- Amica. Vai a farti un giro, amica. Lui è mio stasera. - esclama al ragazza, probabilmente brilla.

- Passamelo.

- Ma neanche morta! - strilla, poi interrompe la chiamata.

Per qualche secondo, resto interdetta.

Non so come sia entrata in possesso del suo telefono, ma questa ridicola ochetta pagherà per la sceneggiata.

Rifletto sul da farsi: chiamare Ashton significherebbe privare la festa del suo festeggiato, chiamare Harry significherebbe coinvolgere qualcuno che forse non è neanche stato invitato alla festa. Non mi resta che l'ultima spiaggia, ovvero Luke. Con me stessa posso ammettere che avrei voluto rivolgermi a lui prima di tutti?

Faccio partire la chiamata.

- Pronto? - risponde dopo qualche squillo, in chiaro allontanamento dal rumore della festa.

No, non ero pronta ad un tono di voce così basso e sexy.

Deglutisco.

- Ciao, Luke. - riesco a dire.

- Ciao, Hailee. - ricalca lui.

- Uhm... Mi servirebbe un passaggio.

Qualcuno schiamazza nelle sue vicinanze.

- Certo. Arrivo. - scandisce solamente.

Mette giù prima che io possa ringraziarlo, ma immagino di poterlo fare direttamente quando lo vedo.

Intanto riduco la scelta dell'outfit a due opzioni: bralette nera di pizzo abbinata a pantaloni a vita alta e stoffa morbida dello stesso colore oppure camicetta bianca a maniche corte infilata in una gonna bordeaux svasata.

Luke arriva prima che io riesca a decidere, perciò rubo dalla pila di vestiti lavati una maglia blu di Calum e vado ad aprire.

Il biondo mi squadra.

- Molto studiato il tuo look, devo dire.

- Zitto, devo scegliere cosa mettermi. - mi lamento.

Lui chiude la porta alle sue spalle e mi segue in camera.

- Questo o quello? - gli chiedo, indicando i due abbinamenti.

Prende la bralette in mano e passa il pizzo tra le dita.

Eloquente, direi.

- L'altro. Con questo addosso mi verrebbe solo voglia di svestirti. - ammette.

Ridacchio.

Luke adagia il capo intimo sul mio letto, poi mi tira per la maglietta e mi bacia.

Ormai è diventato naturale come respirare: baciarlo, prendergli il viso tra le mani, sentire le sue dita premere sui miei fianchi, essere a stretto contatto col suo corpo, riconoscere il suo odore caratteristico.

Più le sue parti basse si strusciano contro le mie, più mi è chiaro che non usciremo di qui senza aver fatto sesso. Il suo desiderio diventa il mio e più rimbalza da una parte all'altra, più si intensifica e diviene portavoce di due essenze che attendono solamente di fondersi in una sola, su un piano superiore che regala sensazioni paradisiache.

La maglia di Calum finisce sulla scrivania e io, in slip, cado sul mio letto con Luke che mi sovrasta. Gli alzo la maglia e interrompo il bacio solo per togliergliela, dopodiché sposto le labbra sul suo collo.

Slaccio i suoi pantaloni passando appositamente la mano sul suo membro, al che è lui a levarseli in fretta e ad abbassarsi i boxer. Tira giù i miei slip con poca grazia, ma non mi dispiace. Sono già tornata alle sue labbra quando entra in me e gli mordo quello inferiore non appena sfrega contro il mio punto sensibile mentre spinge.

Fianchi in sincrono, respiro pesante, temperatura in salita: esplosione di due orgasmi prorompenti uno dopo l'altro. I nostri corpi vibrano di vita.

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Ormoni impazziti, cercate di capire.

Love you 🎀