26 - Nutella
Se c'è una cosa che ho imparato negli ultimi mesi, è che Luke riesce davvero a sorprendermi. L'ho sentito ridere, chiedermi scusa e adesso sono qui, sulla soglia di casa sua. Per me che l'ho sempre ritenuto un bad boy di prima categoria, è elettrizzante.
Il suo appartamento è luminoso, arredato interamente di bianco e colori tenui che ben si adattano al candore predominante. Non mi sarei mai aspettata uno stile classico ed elegante come questo da lui.
- Scommetto che le ragazze si innamorano di casa tua più che di te. - scherzo.
- Le ragazze non vedono com'è fatta casa mia: entrano al buio, avvinghiate al mio corpo... Quello sì che sanno com'è fatto. - ridacchia lui.
Sollevo le sopracciglia, per nulla impressionata.
- E te ne vanti? - lo schernisco.
- Ovviamente. Non vedo perché non dovrei. - asserisce Luke in risposta.
Lascio la borsa e il cappotto sul divano più vicino all'ingresso, poi lo raggiungo in cucina. Prendo posto su una sedia e lo osservo andare avanti e indietro per preparare la merenda.
- Perché non hai nulla di speciale. Capirei se avessi gli addominali scolpiti... - azzardo a prenderlo in giro.
Il biondo si volta verso di me e assottiglia lo sguardo, punto nel vivo.
- Taci un po', Miss Fingo Una Terza Che Non Ho. - rimbecca.
- Che ne sai? Potrei averla raggiunta. Non puoi fare affidamento soltanto su quello che dice l'etichetta di un reggiseno.
Luke mi rivolge uno sguardo piatto.
- Non hai una terza, Hailee.
- Non puoi saperlo. - insisto, con fare saccente.
- Fidati che lo so.
- Hai tenuto il mio seno in osservazione? - lo provoco.
- Lo tengo sempre in osservazione. - regge il gioco.
- Vergognati.
- Non vedo perché dovrei. - controbatte.
- Smettila.
- Hai cominciato tu.
- Non è vero! - ridacchio.
- Sì che è vero! Mi hai criticato gli addominali! - ricorda, offeso.
- Che non hai. - sottolineo.
- Stronza.
- Vorresti negare?
- Naturalmente.
- Illuso. - mi prendo gioco di lui.
- Vaffanculo.
Scoppio a ridere e, magicamente, ride anche lui.
Mi prendo qualche istante per bearmi della sua risata, un suono che vorrei sentire molto più spesso.
- Burro d'arachidi o Nutella? - domanda poi, riferendosi alla merenda.
Con un sorriso furbo, mi approprio del barattolo di Nutella e ne spalmo una quantità molto generosa sulle fette di pane a mia disposizione. Non ho sempre la Nutella in casa, ma quando ce l'ho finisce in fretta.
Luke mi studia attentamente e io cerco di non focalizzarmi sulla consapevolezza che lui è lì e mi fissa mentre mangio. Ho una merenda da consacrare.
- Tuo padre sa che sei qui con me? - chiede dopo un po'.
- No. - rispondo semplicemente, sincera.
Il biondo divide un po' di succo d'arancia con me. Strano che stia consumando qualcosa.
Risolverò mai il mistero della sua alimentazione? Magari Luke è un cugino lontano di Edward Cullen.
- Cosa gli hai detto?
- Come mai ti interessa tanto? - indago.
Luke fa spallucce.
- Se mangi una fetta di pane te lo dico.
- Non mi va. - declina lui.
- Non mangi mai? - domando.
- Stavamo parlando di tuo padre.
- Veramente, parlavamo di cosa io ho detto a mio padre. - preciso.
Il biondo sbuffa.
- Non ti ricordavo così pesante. - commenta.
- Io mi chiedo perché non mangi. Cioè, come fai a vivere? - proseguo per la mia strada.
Luke trattiene una risata.
- Io mi chiedo perché perdo ancora tempo con te.
- Sì, in effetti sono proprio insopportabile. Certe volte me lo dico da sola, sai? - lo assecondo, palesemente autoironica.
- Davvero? - domanda lui, ridendo sotto i baffi.
- No. Voglio bene a me stessa e mi perdono sempre, anche dopo le peggiori cazzate. - rivelo, con un sorriso dolce.
Luke scoppia a ridere.
- Tu sei veramente assurda. - dice, scuotendo la testa.
Sarà, ma ho della deliziosa Nutella spalmata sul pane da finire e parlare mi rallenta. Finita anche questa fetta, noto che lo sguardo di Luke è puntato sulle mie labbra. Allora prendo un cucchiaino e lo immergo nel barattolo di Nutella, poi lo estraggo piano piano e, sempre con estenuante lentezza, lo porto alla bocca. Chiudo gli occhi per assaporare tutta la Nutella catturata col cucchiaino e passo la lingua intorno all'oggetto per non lasciarne nemmeno un grammo.
Il padrone di casa mi si avvicina e assume il controllo della situazione: estrae il cucchiaino dalla mia bocca, lo immerge nuovamente nel barattolo e mi imbocca, per poi ripulirlo da sé e baciarmi.
Il sapore dolce della crema rende il contatto più piacevole. La lingua di Luke si attorciglia alla mia, rapida, infuocata, prepotente. Afferro i lembi del suo maglione per attirarlo più vicino e lui mi solleva ponendo le mani sui miei glutei, al che intreccio le gambe al suo bacino per un miglior sostegno. È lingua contro lingua fino al divano più grande del salotto, di un bel bianco con rifinitura di tessuto dorato a conferire lucentezza. Luke mi adagia con cura su di esso e prende a mordicchiarmi il collo, baciarlo e succhiare fino a farmi girare la testa. Mi sembra quasi di svenire e perdere i sensi ad un certo punto.
- È troppo buona la tua pelle... - sussurra Luke.
Gli angoli delle mie labbra si incurvano all'insù, ma non riesco a parlare perché sono completamente assorbita dalle emozioni intense che percepisco.
Il biondo si accinge a marcarmi anche l'altro lato del collo, ma lo fermo per invertire le posizioni e passare dalla parte attiva. Le mie dita pinzano i lembi del suo maglione e mi sollevano lentamente, fino a privare il ragazzo disteso sotto di me dell'indumento. Un ragazzo eccitato in trepidazione per la mia prossima mossa, tra parentesi.
I suoi occhi blu mi desiderano, lo sento.
Stampo le mie labbra sulle sue, poi traccio un percorso che dissemina fuocherelli lungo il collo e le clavicole, infine giù dritta verso lo scrigno del tesoro.
Mi prendo tutto il tempo per slacciargli i pantaloni e toglierglieli, fin troppo conscia dell'eccitazione che sfrigola sulla sua pelle al mio tocco.
Sapere che effetto si ha su qualcuno fa sentire potenti. Ed è molto appagante questa sensazione.
Eliminata anche la barriera costituita dai boxer, mi sorprende un pensiero divertito: fortuna che è dotato, altrimenti non avrebbe davvero nulla di cui vantarsi.
Mi abbasso sul suo membro già perfettamente eretto e immagino di assaporare ancora la Nutella sul cucchiaino. Paradisiaca.
Luke smania dalla voglia di venire. Era pronto già mezz'ora fa. Asseconda vigorosamente i miei movimenti e non si trattiene affatto: esplode nella mia bocca.
Non ero pronta, a dire il vero. E avrei dovuto essere abbastanza sveglia da individuare il bagno, invece di vagare freneticamente come una deficiente con il liquido bianco in bocca. Luke in post-coito è poco d'aiuto.
Spalanco la prima porta e non ho fortuna, ma alla seconda sì: mi fiondo sul lavandino e sputo più volte.
Cinque minuti abbondanti dopo, grazie a litri d'acqua corrente e mezza bottiglietta di colluttorio, mi sento finalmente abbastanza pulita.
Quando Luke riprende a baciarmi, odo un verso di protesta.
- Ti preferivo quando sapevi di Nutella.
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Dolce e piccante allo stesso tempo 👀
Personalmente, vivo per i botta e risposta di Hailee e Luke.
Love you 🎀
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