17 - Sour
Caschetto color cioccolato curato al millimetro, schiena perlacea completamente scoperta dalla stoffa argentata che le ricopre solo il fondoschiena, gambe chilometriche e al limite della magrezza. Potrebbe essere una modella, anche se non l'ho vista in viso.
Non credo di poter scoprire di che colore sono i suoi occhi nell'immediato presente, perché Luke sembra intento a divorarle la faccia con tale enfasi da destabilizzarmi. Chissà se qualcuno si è accorto che sono pietrificata. Mi muovevo piuttosto lentamente fino a poco fa.
Distolgo lo sguardo e catturo le iridi calde di Ashton, in un angolo, fisse su di me.
Non potevo davvero sperare di passare inosservata al cento per cento. Era utopico.
- Stai bene, ragazzina? - domanda una voce fredda e scomposta dietro di me.
Mi giro e non riesco a fare a meno di notare il gigantesco neo sulla guancia del mio interlocutore. Alto come le pareti della stanza, per niente atletico e, a dirla tutta, piuttosto insipido all'apparenza, mi getta nello sconforto più totale.
Perché a lui le pseudomodelle e a me i pali scombinati?
- Certo. - taglio corto, più cattiva di quanto volessi sembrare.
- Sei sicura? Bevi un po' di questo, è buono. Ti tirerà su il morale.
La sua voce non riesce ad essere accomodante e io non posso frenare il disprezzo nell'unica sillaba che pronuncio, con una smorfia che mi si addice poco: "no".
Spintono qualcuno fregandomene del tutto e raggiungo la stanza opposta, oltre Luke e la sua pseudomodella. Non voglio vederli. Non voglio vederlo. Mai più.
Una vocina fastidiosa e irritante nella mia testa prova a convincermi che devo divertirmi lo stesso, che Luke è fatto così, che dovrei stargli alla larga e che, se fossi stata intelligente, non mi sarei mai avvicinata a lui. Evidentemente, i buoni voti scolastici non implicano ottime scelte di vita.
- Piaciuto lo spettacolino, darling? Cindy mi ha aiutato volentieri. - sussurra una voce ben nota alle mie orecchie.
Spettacolino.
Patetico quanto me, ecco cos'è Luke.
Decido di far finta di non averlo sentito e, col mio drink azzurrino in mano, sguscio alla sua destra in direzione della sala da cui sono fuggita.
Mi blocca un braccio con presa ferrea e io, stupita, non riesco ad evitare che parte del mio bicchiere imbratti la camicia perfetta di un ragazzo... perfetto anche lui, all'apparenza. Alzo lo sguardo e incontro un paio di occhi verdi.
- Harry! - esclamo, improvvisamente contenta di vederlo - Oh, scusa. Non volevo.
- Io sì. - tuona, lapidario, lo stronzo biondo.
Harry è troppo lontano da lui per sentirlo, perciò mi sorride e accetta le mie scuse con un gesto distratto. Mi attira a sé e mi stringe in un rapido e goffo abbraccio.
- Non ti vedo da un po'... - abbozza.
- Scusami... Casa mia è stata troppo ben fornita di dolci da colazione, ultimamente. Ma tornerò a farti visita, non temere! - sorrido.
Il volto di Harry si illumina tutto d'un colpo.
- Magnifico! Manca un po' di gente interessante al bar... - commenta.
- Ci penso io a riportare un po' di vita. E di casino. A proposito, scusami di nuovo. Spero che la macchia possa andar via... Era una bella camicia. - ridacchio.
Improvvisamente, la mano di Luke si posa sul mio fianco e stringe forte.
- Ahia. - sibilo, nella sua direzione.
- Be', allora ci si vede... - dice Harry, a disagio dopo essersi di Luke.
Annuisco, sforzandomi di non perdere il sorriso.
Ci salutiamo definitivamente e la presa di Luke perde forza.
- Si può sapere che cazzo ti prende? - sbotto.
In risposta, lo stronzo imita le mie frasi rivolte a Harry.
- Piantala, tu hai appena limonato con Cindy PseudoModella. - gli rinfaccio.
- E ti dà fastidio? - mi sfida lui, divertito.
Per un attimo, penso a qualche risposta acida da rifilargli, ma poi penso che lui ha bisogno di qualcosa di più convincente per capire.
Lo trascino con me al piano di sopra e lo inchiodo contro la parete del corridoio. Qui Ashton non ci vedrà. E neanche Michael.
Poggio le mani sulle sue spalle e gli assalto il collo con le labbra, iniziando a leccare e mordicchiare lembi di pelle. Mi fermo quando percepisco il suo pomo d'Adamo muoversi.
- Ti ha fatto sentire così quella pseudomodella del cazzo? - sussurro al suo orecchio, sfiorandogli il lobo.
- Mmh... No...
- Bene. Prova a baciarla di nuovo e te lo stacco, il collo. Non ti dà fastidio girare con la testa penzolante, vero? - continuo, con voce tagliente.
Luke pare aver colto la scintilla e mi trascina nella prima stanza vuota che trova: un bagno. Splendido.
Mi inchioda contro la porta sbattuta violentemente e mi bacia, impetuoso come suo solito.
Il problema è che non mi stanco mai di cavalcare l'onda impazzita della tempesta che gli si legge negli occhi chiari. Occhi tormentati. Labbra furiose. Pelle candida, ma non innocente. Ha commesso più peccati lui del diavolo, ci scommetto.
Ogni volta mi sento attraversare da nuove emozioni, brividi inaspettati, pulsioni di vita al di là della mia immaginazione.
- Quando ti ho vista... - ansima - ho pensato solo ad una cosa.
- Mmh... Cioè? - domando, lasciva.
Luke mi palpeggia ovunque e si sofferma sui miei seni, cupo di desiderio. Va alla ricerca del laccetto sulla mia schiena e disfa il fiocco, al che il corsetto allenta la tensione sul mio busto. Me lo sfila dalla testa.
- Scoparti. - risponde, senza mezzi termini.
Qualcosa mi dice che dovrei fargli notare com'è rude, ma in questo momento sono completamente rapita dall'eccitazione che parte dalla mia intimità e si irradia velocemente in tutto il mio corpo.
Luke bacia i miei capezzoli turgidi, li mordicchia e il suo anellino metallico sfrega contro la mia pelle. Forse potrei farmi un piercing anch'io...
Le sue mani non si accontentano dei miei seni, ma scendono giù sulla mia gonna, dietro e si infilano sotto per palparmi il fondoschiena. Inspiegabilmente, la mia gonna finisce a terra e io mi adopero affinché anche la sua maglia segua lo stesso destino.
Stavolta non mi lascio sfuggire l'occasione di accarezzare i suoi pettorali e addominali poco scolpiti. Percorro l'intera superficie con le dita come se l'avessi fatto milioni di volte, mordicchio il labbro e risalgo sulle spalle. Luke mi stampa un bacio sulle labbra, poi mi sposta davanti alla lavatrice, sopra la quale c'è un grande specchio. Chi diavolo mette uno specchio sopra la lavatrice?
Mi guarda attraverso lo specchio e stringe i miei fianchi, poi abbassa le mani verso l'inguine. Le sue dita si portano giù i miei slip neri di pizzo: un onore per il pavimento.
La risalita è sofferta: fa scorrere lentamente le labbra dal mio tallone, libero dagli stivali, su per la gamba fino all'interno coscia. Posa un bacio sul mio gluteo sinistro prima di rimettersi in piedi.
Nei miei occhi legge l''interrogativo, ma non risponde se non con un ghigno.
Si slaccia i pantaloni, tira giù i boxer e mi accarezza le spalle. Scosta i capelli per godersi la pelle nuda.
- Pronta, darling? Reggiti forte. - mi avverte.
Non sono esattamente pronta, ma passa poco tempo dal momento in cui il mio busto viene adagiato sulla lavatrice a quello in cui il membro di Luke mi penetra da dietro. Tira piano i miei capelli per far sì che io veda, attraverso lo specchio.
Luke spinge e io soffro.
Fa dannatamente male, ma mi nutro della sua espressione impaziente per sopportare il dolore. Quando mi ero quasi arresa a non provare nient'altro, invece, una pungente sensazione di piacere mi stuzzica e allora il mio bacino si muove per adattarsi al ritmo di Luke.
Vengo investita da un orgasmo potente, tanto che credo di essermi fatta sentire anche da fuori. Oops.
Luke si accascia poco dopo su di me e scosta la mia chioma castana per baciarmi la schiena, in corrispondenza della colonna vertebrale, più o meno al centro.
- Sapevo che il tuo bel culo non mi avrebbe deluso. - mormora, stanco.
E, nonostante mi sia piaciuto a dispetto di com'è iniziato, le sue parole hanno un retrogusto amaro per me.
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Spero di non aver urtato nessuno con quest'ultima parte del capitolo 🙈
Love you 🎀
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