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12 - Stars

Al mio risveglio, sono circondata dal silenzio. Mi sento piuttosto sola qui in casa e l'idea di guardare un film dozzinale mentre aspetto di riprendere sonno mi fa corrucciare. Ho bisogno di aria fresca.

Il rumore dei miei passi è l'unico che odo, mentre esco dalla cucina dove mi appisolata e mi dirigo in camera per cambiarmi. Indosso un paio di shorts in jeans, una felpa scura e un paio di Converse nere, poi esco. 

Vago per la cittadina di Golding senza una vera e propria meta, calpestando l'asfalto delle strade larghe quasi in silenzio. Le case residenziali si susseguono e io noto soltanto dove le luci sono ancora accese e dove invece tutto pare dormire.

Giungo infine ad un incrocio e proseguo dritta, per la via che porta su in collina. Non si tratta di un'altezza spaventosa, ma dal punto più elevato si gode di un'ottima vista sulla città.

Le mie Converse camminano sull'erba soffice e, più salgo, più percepisco l'arietta fresca accarezzarmi. 

Resto spiazzata quando vedo una sagoma distesa qui sulla vetta. Sul cumulo costituito da una giacca di pelle nera poggia una testa dalla chioma dorata, che riflette la luce lunare, e il viso diafano. L'espressione rilassata e la posa naturale suggeriscono un senso di pace etereo.

- Cosa ci fai qui? - domanda, freddo come il vento che improvvisamente tira.

- Ci sono finita. Un po' per caso, un po' perché mi piace. - rispondo, neutra.

Luke non muove altro che le labbra. Per il resto è immobile.

- Perché ti piace?

Sospiro. Mi siedo e infine mi sdraio accanto a lui.

- Perché sa di pace. Qui il silenzio non ti soffoca, non ti grava addosso, non... Insomma, ti fa sentire come se ogni cosa fosse esattamente al suo posto. - rivelo.

Ora l'aria è statica. Tutto tace, anche i nostri respiri.

- E dov'è che le cose non sono al loro posto? - domanda ancora Luke.

Inspiro a pieni polmoni e mi sento rigenerare.

Il ragazzo al mio fianco attende una risposta.

- Non lo so... Ovunque. - sussurro.

- Quindi stai fuggendo da tutto. 

La conclusione è un po' azzardata, ma suppongo che faccia fede ad un'interpretazione plausibile.

In un certo senso, mi convince.

- E da tutti. - aggiungo.

- Ma non da me, a quanto pare.

- Tu non eri previsto. Credevo di essere sola. - mi difendo.

Segue qualche momento di silenzio.

Una brezza fresca ci attraversa e sento la pelle d'oca sulle gambe. Un brivido mi percorre tutta, poi scatto non appena qualcosa di appuntito mi sfiora.

Sono inavvertitamente finita addosso a Luke, cacciando un urlo.

- Ma che cazzo ti prende? - lo sento dire.

- C'è qualcosa... Lì! Dov'ero prima! Giuro, voleva pungermi! - mi lagno.

Luke ride.

È strano come il suono della sua risata mi tranquillizzi. Ed è inusuale sentirlo... Luke non ride mai.

- Che fifona del cazzo che sei. - commenta.

Ancora aggrappata al suo corpo, mi rendo conto solo ora di quanto sia imbarazzante la mia scenata. Devo allontanarmi e cercare di assumere un atteggiamento dignitoso.

Le mani di Luke, però, mi prendono per i fianchi e mi fanno rotolare giù, dalla parte opposta. Il biondo si affretta a sovrastarmi col suo corpo, portando a compimento l'inversione delle posizioni.

- Però sei eccitante. Anche quando hai paura di un filo d'erba secca. - sussurra, malizioso.

Erba secca? Dio, voglio sotterrarmi. Ho fatto una figuraccia colossale.

Chiudo gli occhi, sicuramente rossa in viso ma contenta che Luke non possa notarlo nell'oscurità in cui siamo immersi.

Non li riapro neanche quando sento le sue labbra posarsi sulle mie, fameliche e irruente. L'anellino che ha al labbro mi stuzzica e io ricambio il bacio, nonostante quel che ci siamo detti. Gli mordicchio le labbra e giocherello con la lingua intorno al piercing, stranamente audace.

Luke non sembra fare caso alla dissonanza che avverto io mentre continua a baciarmi e a tenere le mani salde sul mio corpo: si è dimenticato che quella distesa sull'erba è Hailee Steinfeld, la sorellina piccola e indifesa di Calum che pensa a solo studiare e ad essere una figlia modello?

Io non mi sento una figlia modello, però. Non sono più piccola né indifesa e, anche se continuo a studiare, l'immagine linda e immacolata che mi ha raffigurata fino adesso non mi rappresenta più. Forse è questo che significa diventare grandi: accettare l'idea che non saremo mai all'altezza di aspettative inverosimili e continuare a vivere con tale consapevolezza.

Mio padre mi considererebbe un fallimento, se sapesse che quando non c'è vado alle feste e bevo alcol, che esco di notte fregandomene di ogni rischio, che in una notte come tante, fredda e buia, mi sono imbattuta nel ragazzo più misterioso della città e che sono riuscita a baciarlo. E a farlo ridere. Dio, mi sembra ancora un miracolo!

Chissà se le penso solo io tutte queste cose. Chissà se Rosa mi vuole bene lo stesso, sapendo che c'è la dolce Hailee educata e gentile in casa con suo padre, ma anche quella trasgressiva e a tratti volgare in giro.

Chissà cosa pensa Luke di me.

Chissà se pensa, mentre è con me e mi bacia.

- Mmh... Penso di avere un profilattico di emergenza in qualche tasca. - mormora.

Ah, ecco a cosa pensa. Devo dire che ha un senso, in effetti.

- Luke... Non faremo sesso. - rispondo, piano.

- Sì che lo faremo. - insiste, persuasivo.

Le sue labbra scendono sul mio collo e si soffermano sulla zona più delicata e sensibile, trattenendomi in uno stato di sospensione estatica.

La parte di me che vuole rifiutare ha la voce da orco, mentre quella che mi dice di non fermarlo sembra una sirena, dal canto melodioso ed ipnotico.

Sospiro.

È proprio in questo attimo privo di difese, in cui vorrei valutare seriamente la scelta più opportuna, che Luke risucchia e inumidisce il contatto sul mio collo. E io assaporo la sensazione, un calore che si propaga attorno al punto su cui insiste dolcemente.

Non riesco più ad oppormi.

Più preme le mani sul mio corpo, dappertutto, alla ricerca del bordo della felpa per sfilarmela, più vorrei che non smettesse. Solleva l'indumento e lo mette sotto la mia testa, poi si toglie la maglia e mi bacia a lungo. Il suo corpo contro il mio è un potente incentivo.

Slaccio la cintura dei suoi jeans e tiro giù la zip, poi abbasso i pantaloni e lui li scaccia via. Con rapidi movimenti precisi toglie anche i miei shorts ed è un attimo prima che si denudi totalmente per infilare la protezione. Abbassa i miei slip con un gesto secco ed entra in me, impaziente. Le sue dita trovano il gancetto del mio reggiseno risalendo per la schiena nuda e l'ultimo indumento finisce di lato, in un punto impreciso.

- Luke... - mormoro.

Mi guarda negli occhi e le sue iridi chiare sembrano quasi traslucide, attraversate dal pallore lunare. Stiamo unendo i nostri corpi sotto le stelle, all'aria aperta, distesi sull'erba soffice e completamente liberi. È una sensazione da brivido.

Spinge con maggior forza e inarco la schiena, adattandomi al suo ritmo con velocità crescente: la sua pelle calda accende un fuoco dentro di me.

Getto la testa all'indietro e lui, senza smettere di andare sempre più a fondo, mi mordicchia il collo e i seni. Niente conta più dell'intensità di ciò che mi trasmette, ora.

Mi sento viva.

Le spinte finali sono decisamente fuori controllo, ma lui viene con un gemito soffocato e poco dopo anch'io, urlando alla collina il suo nome.

La sua testa bionda si appoggia fra i miei seni e io poso una mano sul suo capo, le mie dita fra i suoi capelli, gli occhi puntati al cielo notturno. Le stelle sembrano brillare un po' di più.

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Questa è una delle scene che preferisco di tutta la storia 🙈

Spero vi sia piaciuto il capitolo!

Love you 🎀

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