10 - Best friend
Quando torno dagli altri, sembra che non sia successo nulla. Capelli ordinati, vestiti a posto, labbra normali, calore svanito. Nessuno dei miei amici sa che nel bagno di Michael ho appena dato nuovamente sfogo alla mia perversione con Luke. Questi, d'altronde, ci mette molto più di me a tornare e racconta di una sua ex che lo ha tenuto inutilmente a lungo al telefono per quasi un quarto d'ora. Mi chiedo cos'abbia realmente fatto nel lasso di tempo restante.
La serata scorre rapida grazie ad un film lungo ma avvincente scelto da Janice, che mescola abilmente mistero e intrecci amorosi. Michael sembra trovarlo noioso, a giudicare dal sonno dipinto sul suo viso contro la mia spalla.
- Hailee, ti serve un passaggio a casa? - domanda Ashton, non appena compaiono i titoli di coda.
- Uhm...
- La riporto io. - chiarisce Luke.
Ashton assottiglia lo sguardo.
- Perché ci tieni tanto?
- Tu porti a casa Janice, di solito. Non mi sembra giusto farti fare più strada.
La scusa non pare convincere il ragazzo dai ricci biondo miele.
- Non mi pesa occuparmi anche di Hailee. - si impunta quest'ultimo, infatti.
- Non per dire, Ash, ma sarebbe anche giusto lasciare a me la scelta, visto che vi battete tanto. - mi intrometto.
Il riccio mi sferra un'occhiataccia che, se traduco bene, vorrebbe dire "stanne fuori, donna: sto affrontando uno scontro uomo a uomo".
Ignoro l'avvertimento.
- Quindi? - incalza lui.
- Se ci tieni tanto, vengo con te.
La mia non è una scelta dettata dalla sincerità e dal sentimento, ma dalla convenienza. Vorrei soltanto evitare che si intestardisse a sospettare di noi.
- Perfetto, la questione è risolta. - conclude lui, vittorioso.
Saluto Michael con un bacio sulla fronte, mentre lui è appisolato sul divano, e Luke con un cenno della mano. Ashton e Janice mi precedono.
Salgo sui sedili posteriori e sopporto una conversazione inutile su chi, secondo i miei due amici, avrebbe il diritto di vincere America's Got Talent.
Scaricata per prima, entro in casa e infilo il pigiama, poi perdo almeno mezz'ora sui social, finché non sento le palpebre calare. Lascio il telefono in carica sul comodino e mi addormento.
Il risveglio non è dei migliori, perché i miei occhi tirano e reclamano qualche ora di sonno extra, ma devo prepararmi per andare a scuola e non posso indugiare.
Lego i capelli in una coda alta, applico il solito trucco leggero e indosso un comunissimo abbinamento t-shirt e blue jeans, poi dedico il tempo che mi rimane per fare colazione. C'è chi la salta, chi la fa solo quando c'è qualcosa di buono da mangiare e c'è chi, come me, lo ritiene il pasto più importante della giornata. Non ricordo neanche più l'ultima volta che l'ho saltata.
Faccio un salto in camera per prendere lo zaino, il telefono e le chiavi e, mentre scendo le scale, guardo le notifiche.
Sessantasette messaggi sul gruppo?
La polemica è su chi si incaricherà di scarrozzarmi in auto da casa a scuola e viceversa, ma visto che non ho tempo di leggere tutto né di ascoltare ogni singolo audio, mi limito a bloccare lo schermo e uscire di casa. Ci sono sia la macchina di Ashton sia quella di Luke.
- Mi spiegate qual è il problema? - domando, scuotendo il telefono per attirare l'attenzione dei due sull'oggetto.
- Non c'è nessun problema, Hailee. Sali in macchina. - dice Ashton.
Mi dirigo verso quella di Luke e apro la portiera.
- Non quella macchina, Hailee.
- Senti, Ashton, non so che cazzo hai ultimamente, ma è un passaggio come un altro. Mettiti l'anima in pace. - taglio corto, scazzata.
Lui fa il giro della sua e sale sbattendo la portiera.
Vaffanculo, paranoico del cazzo.
- Si può sapere perché dà di matto in quel modo? - sbotto.
Luke prende posto al volante e io allaccio la cintura.
Mette in moto.
- È terrorizzato all'idea che io e te scopiamo. - rivela, senza mezzi termini.
- La smetti di essere così rude? - mi altero.
Luke fissa la strada.
- Luke.
- Non rompere il cazzo, Hailee. È quello che facciamo. - insiste.
Stringo le labbra e lascio che si instauri il silenzio.
Non dico niente finché la macchina non entra nel parcheggio della scuola.
- È quello che non faremo più. - sibilo, prima di aprire la portiera e chiuderla con forza.
Mi affretto verso l'ingresso della scuola con la rabbia che mi ribolle dentro.
Come osa parlare in maniera così volgare di qualcosa che... sì, non sarà l'azione più raffinata del mondo, ma che è espressione di attrazione e sentimenti puramente umani? Non si tratta di riproduzione animale, dannazione!
Ad incrementare la mia rabbia c'è l'indifferenza di Janice: ha raggiunto il suo gruppo di cheerleaders senza minimamente chiedersi perché sono scappata via come un razzo infuocato.
Arrivo al mio armadietto. Sbatto il pugno contro il metallo due volte, una per Luke e una per Janice. Alla terza, dedicata ad Ashton, vengo bloccata.
- Mi spieghi che cazzo stai facendo? - domanda Michael, la voce profonda e rassicurante.
Inspiro a fondo.
Espiro.
- La giornata non è iniziata nel migliore dei modi. - spiego.
Apro l'armadietto, continuando a non guardarlo negli occhi, e prendo i libri che mi servono per le prossime tre ore.
Chiudo con il lucchetto e faccio un altro respiro profondo.
- Perché?
Ecco, Michael è esattamente il tipo di persona a cui potrei riversare tutte le mie frustrazioni senza ricevere l'ombra di un rifiuto, ma non mi sembra il caso di dirgli quanto mi innervosisce Luke quando parla di noi due.
Punto su Ashton e Janice nella mia invettiva.
- Tanto per cominciare, i capelli si sono spiegazzati tutti durante la notte e ho dovuto improvvisare una coda. Sai che preferisco lasciarli sciolti, così non mi fa male la testa. - esordisco, iniziando a camminare.
Michael mi affianca.
- Poi se ne esce Ashton con questa improvvisa follia senza senso. Si può sapere che cazzo gli prende? - mi sfogo.
- Non so, non mi ha detto niente. - si giustifica Michael, totalmente sincero.
A questo punto mi domando perché tenerlo fuori. Qual è l'obiettivo di Ashton?
Silenzio quel flusso di pensieri e affronto l'ultimo punto su cui mi è concesso lamentarmi. Michael sa meglio di me quanto Janice sia una pessima amica. Voglio dire, se si tratta di divertirsi tutti insieme o fare cazzate, è la prima a presentarsi; quando invece ho bisogno di lei per davvero, che sia per qualcosa in particolare o per semplice cattivo umore, non c'è mai. O meglio, scappa consciamente lontana da me. E lo sappiamo entrambe.
- E per ultima, Janice. Odio quando non c'è e si vede lontano un miglio che ho bisogno di qualcuno. Dio, adesso ci sono pure quelle cheerleader del cazzo! - sbuffo.
- Janice c'è quando le conviene, Hailee. Te l'ho detto un miliardo di volte. - mi ricorda Michael, con dolcezza infinita.
Mi fermo e lo abbraccio.
Anche se solo per pochi minuti, avevo bisogno di un po' di tatto e dolcezza.
- Grazie, Michael. Tu sì che sei un amico, ci sei sempre. Non vorrei nessun altro accanto a me che non sia tu. - confesso, accorata.
Le sue mani mi accarezzano la schiena.
- Ci sarò sempre per te, Hay-Hay. Non dubitarne mai. - sussurra.
Mi scolpisco queste parole nel cuore.
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Hands up for Michael! Anche voi lo vorreste nella vostra vita? 😍
Love you 🎀
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