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27. Festa inizio anno 2022

Un anno prima aveva ucciso Noah, nella sua mente stava rivivendo quel momento, attimo per attimo.
Questo è quello che stava pensando Mia, inginocchiata sulla tomba del suo migliore amico, del suo fidanzato, di suo fratello.
Era tutte quelle cose per lei, ma aveva fatto quello che doveva per proteggere se stessa e Eva, ora aspettava proprio lei per mettere un punto una volta per tutte a quella storia, aveva bisogno della mora in quel momento e non di Katherine, solo Eva Valenti poteva capirla nel fatidico giorno della ricorrenza di quando tutto il suo incubo era cominciato.
Le ginocchia erano umide per via del terriccio bagnato, i jeans facevano trasparire l'acqua torbida e il vento che tirava forte portava l'odore acre della pioggia, anche se il cielo era sereno nonostante nero.
Oscuro come l'Ombra che era appoggiata con il mento alla lapide e con le braccia ne abbracciava il marmo, nel mentre la fissava con espressione diabolica, i capelli davanti agli occhi le permettevano di non doverla vedere per intero, ma lei era lì.
Lo era dalla notte in cui aveva compiuto quel gesto disumano.

«Dobbiamo andare avanti, potremmo pure rifarlo, tutto sommato so che ti e piaciuto!» squillò la sua parte malvagia, Mia cercò di ignorarla strizzando forte gli occhi per poi tirare fuori lo smartphone mentre si scostava i boccoli bruni dal viso.

Eva era in ritardo, le scrisse un messaggio con mano tremante, ignorando la chiamata persa di Katherine e la sua chat che notificava tre messaggi non letti.

La giovane sentì dei passi alle sue spalle e, lentamente, si voltò a vedere chi fosse ad avanzare tra le tenebre del cimitero.

«Molto strano che proprio oggi tu venga sulla tomba di Noah. Non ci sei mai venuta, mi sono sempre chiesta perché... » esordì Yuna camminando verso di lei, incappucciata e completamente vestita di nero sembrava una delle Ombre.

Lo era stata in passato, tutti sono l'Ombra e l'Ombra è tutti.

Mia indietreggiò spaesata, fino a toccare con la zona lombare la lapida grigia.

«Non so di cosa...» balbettò, mettendo le mani avanti, quasi come se temesse di venire aggredita.

«Taglia corto con le stronzate! Ho sempre saputo che sei stata tu!» gridò Yuna puntandole contro l'indice facendo dei passi verso la bruna.

«Ti sbagli. Io non c'entro!» si giustifico l'altra ma con tono poco convincente, deglutendo a fatica scosse la testa ormai terrorizzata.

«Mi hai portato via la persona più importante della mia vita. L'hai portata via alla sua famiglia, a tutti i suoi amici e anche a te stessa!» la cheerleader si avvicinò con due ampie falcate arrivandole vicino al viso.

Mia iniziò a piangere e a singhiozzare ma non disse nulla.

Yuna l' afferrò dalla maglia verde scuro che indossava e la spinse con il viso vicino alla foto di Noah incastonata nella lapide.

«Per colpa tua, lui non c'è più!» sbraitò mettendo la faccia di mia attaccata al freddo marmo, in corrispondenza della data di nascita e di morte del ragazzo.

«Io non volevo. Tutto è successo così in fretta...»

Mia si liberò di un peso che portava nel cuore da un anno.

«Sei patetica, cazzo! Dobbiamo far fuori anche la giapponesina, adesso! Spediamola dal suo fidanzato del cazzo morto!» squittì l'Ombra di Mia appollaiandosi sulla lapide.

«Cos'hai fatto, Mia? Rispondimi!» sbraitò fuori controllo la mora urlando furibonda.

Mia tremò e pianse, ignorò anche l'Ombra che continuava a blaterare, ma non poteva sentirla, a malapena era udibile qualsiasi suono in quel momento.

«Lui voleva dire ogni cosa, io non volevo che lo sapessero tutti...» piagnucolò Mia e Yuna la lasciò andare per farla parlare.

«Eva sarebbe stata nei guai per via della sua famiglia, lui sarebbe finito in galera per quello che ha fatto Leah, io avrei dovuto rivivere un incubo parlando con la polizia. Avrei perso tutto e tutti, non potevo...» si sfogò completamente tra le lacrime, a quel punto anche la sua ex amica pianse.

Eva aveva ragione su tutto, Noah aveva spinto Leah giù da quel tetto.

Yuna barcollò all'indietro, stordita dalla verità, le venne un conato di vomito e rigettò tutto tenendosi a un cipresso lì vicino.

Lo smartphone le cadde dalla tasca e finì nell'erba umida, sullo schermo si vedeva che c'era una registrazione in corso.
Mia dopo qualche istante notò questa cosa e Yuna non fu da meno dopo aver finito di svuotare lo stomaco dalla tristezza.

«Maledetta...» ringhiò la bruna e si lanciò verso il telefono a terra, ma così fece anche l'altra ragazza.

Si strattonarono per raggiungere in fretta l'apparecchio elettronico e, durante la colluttazione, Yuna scivolò sul fango che si era formato dopo le precedenti giornate di pioggia.
La giovane andò a impattare con la fronte sulla lapide di Noah.
Iniziò a vedere sfocato, notò la sua avversaria raggiungere lo smartphone, ma lo schermo nel frattempo si era bloccato.
Mia raggiunse la sua vecchia amica e le mise una mano al sotto al mento stringendoglielo con le dita. Le guance di Yuna iniziarono a dolere per via quella presa decisa.

«Come cazzo si sblocca?» le disse mettendosi a cavalcioni su di lei.

La cheerleader iniziò a sentire una fitta alla testa e il calore del sangue che le colava dalla ferita che si era procurata poco prima.

«Non sappiamo a chi l' ha mandato! Non possiamo spaccare il telefono e basta! Pero lei la possiamo buttare in una fossa qui vicino, per un po' non la troveranno» suggerì l'Ombra sempre più emozionata da come si era evoluta la situazione.

«Baciami il culo!» le rispose Yuna, faticando a mantenere la lucidità visto la ferita aperta.
Dopo quelle parole Mia le strinse il collo e la colpì con lo smartphone sul testa.
La mora ebbe una reazione istintiva a quel colpo e le tirò un pugnò in pieno visto, stordendola.
Riuscì ,scalciando a fatica, a togliersela di dosso e a riprendere fiato mentre la rivale rotolava ferita qualche metro più in la.

Era il momento giusto per provare a muoversi, raccogliendo tutte le sue forze.

Una scarpa però le pestò l'avambraccio a terra appena cercò di alzarsi.
La riconobbe subito, era un paio di scarpe da ginnastica personalizzate delle Succussis, le avevano solo loro cheerleader.
La punta metallica di una pala le fermò il polso dell'altra mano contro il terreno fangoso, non poteva vedere la sua seconda nemica, ma poté udirne la voce.

«Piccola Mia, devo sempre venire a salvare il tuo bel culetto quando finisci nei guai. Anche quello di lei non è male, ma non ne sentiremo la mancanza» affermò Eva con tono arrogante, facendo la sua trionfale entrata in scena.

Mia aveva l'occhio mezzo chiuso dopo quel poderoso pugno e guardò la sua salvatrice con aria sognante, mentre si teneva lo zigomo gonfio con una mano.

«Cosa facciamo?» le chiese in preda al panico e barcollando per rimettersi dritta in piedi.

«Quello che hai fatto con Noah...» ribatté sensualmente Eva, passandosi una lingua sulle generose labbra tinte di scarlatto.

Mia esitò un attimo e poi scosse la testa mettendosi nuovamente a cavalcioni su Yuna che sembrava avesse perso la voglia di combattere dopo il tradimento di Eva.

Oltre alla ferita sulla fronte gliene si aprì una metaforica all'altezza del petto, era la sua vecchia e più fidata amica che la stava realmente uccidendo. Era come se stesse ammazzando Noah una seconda volta, lui voleva bene anche a lei.

«Mi fidavo di te. Era una trappola...» sussurrò e la fissò come poteva dal basso verso l'alto.

Pianse pensando che almeno avrebbe rivisto Noah.

«Hai fatto male a fidarti di me» la derise l'altra, mandandole un bacio mentre premeva forte col piede sul suo braccio per tenerla ferma e lasciare alla sua malata complice spazio di manovra.

«Non c'è altra soluzione, Non c'è altra soluzione!» ripeté in maniera ossessiva Mia mentre stringeva le dita attorno al collo della sua ex amica più che poteva.
« Sono una brava persona, sono una brava persona, sono una brava persona» borbottò mentre ormai la sua vittima iniziava a fare fatica a trovare l'ossigeno nei polmoni.

All'improvviso la pala saettò dal polso di Yuna alla faccia di Mia in una frazione di secondo.
L'impatto fu micidiale e rumoroso.
La bruna perse i sensi sul colpo data forza con cui il metallo l'aveva centrata senza preavviso sulla tempia.

«Maifidarsi di nessuno...» mormorò Eva lasciando andare l'oggetto e chinandosi su Yuna per soccorrerla. Quest'ultima cercò aria facendo un grande respiro, come se fosse riemersa da sotto l'acqua dopo una lunga apnea.

«Stai bene?» le domandò accarezzandole i capelli e reggendole la testa sul proprio grembo.
La sorresse mettendole un braccio attorno alle spalle.

Chazz arrivò di corsa e recuperò lo smartphone della sua ragazza da terra e poiprese il suo componendo il numero di emergenza.
Yuna non capì bene cosa stesse succedendo, perché perse i sensi tra le braccia di Eva che la stava soccorrendo come poteva, tamponandole la ferita sulla fronte con qualcosa che le aveva passato Chazz.

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