Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

14. Aprile 2022

Yuna osservava inorridita il balletto delle Succusis. Non aveva mai accettato di ballare canzoni K-pop o approvare esibizioni che riguardassero il mondo orientale.

Non voleva che le ragazze asiatiche venissero feticizzate in quel modo.
Era sempre stata irremovibile su questo punto, infatti la scelta di Eva di scuotere i pon pon a ritmo delle Black Pink aveva reso la ex capitana piuttosto inviperita.
La palestra della scuola la metteva a disagio da quando non era più in carica della Succusis.

«Pausa di dieci minuti!» gridò la nuova leader, invitando Jennifer a spegnere la musica che veniva riprodotta tramite il suo smartphone, per poi venire ampliata dalle grosse casse montate sugli appositi supporti metallici.

Dopo aver bevuto un goccio d'acqua, Eva corse dietro alla sua vecchia amica che si stava dirigendo verso l'uscita.
I passi affrettati della nuova capitana sembrarono quasi rimbombare sul pavimento verde chiaro che copriva buona parte dell'ampia area adibita per gli eventi sportivi di basket.

«Ehy,aspetta!» le gridò alzando una mano per richiamare la sua attenzione, notò che aveva i pon pon tra le dita e li lascio cadere, quasi come se si sentisse in colpa a indossarli in presenza dell'altra.

«Cosa vuoi? Questo spettacolino è patetico, hai anche fatto una cosa di cattivo gusto e razzista» sbottò furiosa Yuna alzando le braccia al cielo per poi farle ricadere pesanti lungo i fianchi.
Non poteva credere che Eva fosse caduta così in basso pur di ferirla.

L'altra si morse un labbro e annuì solenne per poi prendere un lungo respiro e fissare l'ex amica negli occhi.

«Mi manchi, ok? Volevo attirare la tua attenzione, così ho messo insieme questo spettacolino per darti un motivo per venire qui e parlarti. Ti saresti presentata in palestra per insultarmi e finalmente avremmo avuto un confronto» confidò con tono serio, per poi deglutire.

L'asiatica alzò un sopracciglio e la squadrò infastidita, se avesse potuto l'avrebbe incenerito con lo sguardo.

«Io me ne vado, non m'importa quello che hai a dire» disse gelida, poi si voltò di scatto e fece due ampie falcate per lasciarsi quella stronza alle spalle, perché stavolta aveva superato il limite.
Non poteva tollerare quel colpo basso.

Eva la rincorse afferrandole un polso, la trascinò di forza nello spogliatoio vicino e chiuse la porta poggiandosi contro essa con la schiena.
Yuna era furibonda, era sul punto di aggredirla fisicamente. Fermò uno schiaffo a mezz'aria quando la vide mettersi le mani dei capelli e iniziare singhiozzare.

Aveva raggiunto il suo punto di rottura, non poteva più tenersi tutto dentro.

«Noah mi manca! Io gli volevo bene e è colpa mia se non c'è più. Mi dispiace, te lo giuro mi dispiace!» la voce di Eva era flebile, rotta al pianto. Si strinse i pugni al petto per poi scivolare giù seduta lunga la porta chiusa a chiave.

La gola di Yuna arse, sentiva il dolore di quella che era stata sua amica per tutta la vita, si domandò se fosse stata lei a fare del male al suo ragazzo?
Il suo sesto senso le diceva che quelle scuse erano sincere, odiava ammetterlo ma le dispiaceva per lei. Perché stava empatizzando con chi era coinvolto nella morte di Noah? Sapeva solo che non voleva vedere Eva stare male.

«Tu sai cosa è successo?» le chiese sedendosi sui talloni, prendendole il viso con le mani.
Provava talmente tante emozioni che il caos interiore sembrava annullarle tutte, fino a non riuscire quasi a non sentire nulla.

Eva posò la fronte contro quella dell'altra ragazza e annuì senza smettere di versare lacrime amare.

Yuna sospirò, dentro di sé sentì di volerla abbracciare, anche se l'aveva odiata per mesi, tuttavia era sollevata nel sapere che non si era mai sbagliata.

Lei sapeva.

«Non posso dirti nulla, mi dispiace. La mia famiglia non può ... » mormorò con un filo di voce l'italoamericana, poi riprese a piangere come mai l'aveva vista fare prima.

«Sei stata tu?» domandò sempre più vicina a un crollo emotivo l'ex capitana delle Succusis.

Eva scosse violentemente la testa e abbracciò forte Yuna, le fece perdere l'equilibrio e si ritrovarono strette l'una all'altra e in ginocchio, sostenendosi a vicenda.
L'abbraccio fu ricambiato e piansero insieme, avvolte dal calore umano scaturito dal loro forte legame che sembrava ricongiunto.

Eva sussurrò qualcosa nell'orecchio dell'amica e lei resto immobile per un lungo istante, poi la fissò negli occhi e annuì più volte, lasciandole un bacio sulla fronte e stringendola al petto con più forza, accarezzandole con dolcezza i lunghi capelli neri.





Zoey fissava Chazz con un sorriso che lui riteneva fastidioso.

«Sei contento che siamo tornati insieme?» gli domandò mentre fumava una sigaretta, seduta scomposta sulle scale degli spalti che si affacciavano sul campo da football.

«Non stiamo insieme, prima lo capisci e meglio è» ribatte secco, buttando fuori una nube densa dalla bocca.

Lo sguardo del ragazzo si andò perdere verso le nuvole che ogni tanto coprivano il sole, per lui Zoey era così, una nuvola che ogni tanto lo offuscava.

«Perché allora scopi con me e passiamo il tempo insieme?» chiese accostandosi a lui toccandogli il ciuffo corvino.

«Perché siamo invischiati in una relazione tossica, scaturita da una disturbante dipendenza emotiva» mormorò Chazz monocorde facendo un altro tiro dalla sigaretta, scostandosi dal tocco di lei.

Zoey si attaccò al suo braccio e posò la guancia contro la sua spalla.

«La cosa quindi ti piace?» chiese con un sorriso malizioso.

«No».

La mora rimase dispiaciuta, lo sguardo fisso e gelido sul terreno i gioco deserto davanti a loro.
Senza di lui si sentiva vuota come quel campo, ma quando c'era, invece, era come quando si giocava una partita importante e il caos era insostenibile tra i giocatori e il pubblico che li incitava.

«Allora posso fare sesso con chi voglio?» domandò perversa, girandogli il viso verso di lei, tenendo il suo mento tra le dita.

Lui le sbuffò il fumo in faccia e scosse la testa con un sorriso amaro.

«No, perché non voglio che ti fai mettere incinta e poi mi rompi i coglioni perché da sola non te la sai cavare con un bambino» brontolò scocciato, finendo con un ultimo tiro il mozzicone della sigaretta per poi lanciarlo via con le dita.

Zoey lo fissò infastidita e poi si alzò dai gradini metallici.

«Allora ingravidami tu stanotte, così almeno sai che è tuo. L'idea mi eccita da morire» disse la giovane per provocarlo.

«Tu hai bisogno di aiuto, solo che non lo capisci, mi dispiace che...»

«Perché non mi lasci autodistruggermi invece che continuare a cercare di salvarmi?»

Chazz si mise lo zaino in spalla e osservò ancora una volta il cielo plumbeo con sprazzi di celeste, laddove si erano dissolte le nuvole.

«Lo devo a mia sorella e tu sai il perché» sentenziò infine solenne per poi allontanarsi scendendo le scale degli spalti, dandole una leggera spallata per farla.

Zoey cambiò espressione, a perversa e maliziosa divenne cupa e triste, il suo sole era tramontato con quelle parole, lasciandole solo il bio, come era successo poco prima alla cittadina.






L'ultima ripetizione lasciò Izan senza forze, le sue braccia muscolose vibrarono e Xavier lo aiutò a rimettere a posto il pesante bilanciere.

«Grazie amico! Stavo rischiando di ammazzarmi, forse ho esagerato copi pesi» affermò il giocatore di football una volta che riuscì a recuperare fiato.

«Non c'è di che! Era veramente pesante, sei una forza!» si complimentò il francese alzano il pollice nella sua direzione, battendosi poi una mano sul petto ampio.

«Tu sei il nuovo amico di Ethan, giusto?» chiese Izan, per poi bere dalla sua boraccia, rilassando il corpo atletico ancora in tensione per gli sforzi.

La sala degli attrezzi della scuola era piccola, inoltre non c'era nessuno quel pomeriggio, non dovette alzare molto la voce per farsi sentire.

Xavier rise di gusto.

«Amico è un parolone, io e la mia ragazza andiamo d'accordo con Skylar e lui è il suo fidanzato!» rispose mentre iniziava a usare le corde per allenare i trapezi già ben definiti.

«Vedo spesso Amelie e lei insieme ... a te sta bene che loro, insomma. So per certo che a Ethan certe libertà amorose vanno benissimo» affermò un po' impacciato l'ispanico dissetandosi ancora.

L'altro atleta finì le sue ripetizioni in silenzio e poi si voltò dubbioso.

«In che senso? Ti riferisci al fatto che a lui piacciono anche i ragazzi?»

«Diciamo che è più complicato di così, io e lui, abbiamo trascorsi».

Xavier sorrise amaramente e poi annuì.

«Siete stati insieme? Io non giudico, amico!» disse sincero dandogli una pacca sulla spalla.

«Io, lui e Chase stavamo insieme tutti e tre» confidò Izan ricambiando il sorriso, alzandosi dalla panca piana.

L'altro ragazzo lo fissò stupido ma poi spalancò le braccia.

«Beh è un' esperienza particolare!»

«Lui è stato anche con Yuna e Chase e stavano anche lì insieme in tre e quindi so che spesso si ficca in queste situazioni, tutto qui» ridacchiò alzando le spalle

Xavier prese il suo asciugamano e si terse del sudore dalla fronte, la sua espressione era comunque perplessa.

«Tranquillo! Io e Amelie siamo una noiosa coppia etero monogama. Ci sta bene così, lei e Skylar sono solo amiche».

Izan sorrise malizioso e lo guardò negli occhi.

«Però ha baciato Eva ... ma anche io ho baciato Eva quindi non fa testo. Sì, forse hai ragione!»

Il bruno lo guardò stranito.

«Scusami, ma tu non sei gay?» domandò incredulo.

«Non hai mai provato a baciare un ragazzo?»ribatté al brucio il moro.

«Certo che no!» rincalzò prontamente l'altro.

Izan alzò le mani in segno di resa facendo un largo sorriso.

«Non fraintendere, non ci stavo provando con te! Vado a farmi una doccia e ti lascio finire i tuoi esercizi. Se vuoi ancora fare due chiacchiere sono nella doccia!» affermò il giocatore dei Reapesr per poi corrucciare la sua espressione.

«Mi è uscita male anche questa ... » provò a rimediare invano.

Xavier scoppiò a ridere di gusto, in maniera molto spontanea e genuina.

«Tranquillo non ti devi giustificare con me!» lo tranquillizzò.

L'ispanico annuì e si voltò per andare negli spogliatoi.

«Posso farti un'ultima domanda?» chiese curioso il nuotatore.

Izan si girò nuovamente verso di lui e annuì.

«Come lo hai capito che ti piacevano i ragazzi?»

Era una delle domande che gli facevano più spesso e non aveva mai avuto a parlarne apertamente, lo avrebbe semplicemente fatto l'ennesima volta.

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro