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5. Tra i cattivi

La testa mi girava come se me l'avessero staccata dal collo e fatta girare come una trottola, per poi riattaccarla al corpo. Ero sicura di trovarmi su un pavimento di marmo, per via del fatto che la mia guancia, a contatto con una superficie fredda, stava diventando un ghiacciolo.
Mi sforzai di aprire gli occhi. La prima cosa che vidi fu qualcosa di nero e lucido, un pavimento. Ruotai la testa e puntando le mani mi tirai a sedere, raccogliendo le ginocchia al petto.

Mi tastai la fronte con una mano, raggiungendo con le dita un punto sopra la tempia. Niente bernoccolo o sangue, ma faceva male lo stesso. Osservai l'ambiente tetro che mi circondava: Una stanza non molto larga arredata solo con un lungo tavolo affiancato da sei sedie e alcuni mobili, tutto fabbricato con un legno molto scuro.

La mia sacca era sparita. Non che m'importasse di quella stupida palla di stoffa. Non avevo idea di dove mi trovassi. Nell'aria c'era un odore stantio e di muffa, come se quella struttura fosse lì da millenni senza che nessuna l'avesse mai pulita... Ma quel luogo non era disabitato.

Gattonando mi avvicinai ad una parete e vi appoggiai l'orecchio. Non riuscivo a distinguere i suoni ma di certo c'erano delle persone nell'altra stanza, che mormoravano qualcosa.
Dopo un paio di minuti ad attendere qualche segnale di pericolo o di presenza umana si udì un rumore di passi. Scollai immediatamente l'orecchio dalla parete e inchiodai lo sguardo sulla porta, appena in tempo per vedere una ragazza, alta, vestita con pantaloni e maglietta, che entrò di gran carriera nella stanza. Aveva dei capelli neri come pece che le cadevano lungo la schiena come una cascata. Non dimostrava più di diciassette anni.

La ragazza mi rivolse uno sguardo annoiato prima di venire nella mia direzione. Dalle mie conoscenze di autrice della storia potevo dedurre che lei fosse la Regina Cattiva... E questo mi metteva una certa ansia. Però sembrava gentile.

Mi fissò a lungo, studiandomi nei dettagli. Poi disse:

- Sì, è lei. -

- Chi? - chiesi tossicchiando sangue.

Un'altra ragazza, che era di sicuro Malefica arrivò nella stanza con passo svelto.

- Lei? -

- Sì... -

- Sicura..? -

- Ehi?! Vi sento! - gridai con le braccia in alto, come se così potessero vedermi.

- Ti dico che è lei. Ha la cicatrice. -

Malefica sbirciò da dietro Regina, osservandomi il petto. Poi si avvicinò ad una sedia e prese una coperta. Me la porse. Sembravano simpatiche, ma diffidenti. Talmente diffidenti da essere quasi asociali.

-Copriti. - disse soltanto. Mi accorsi avere il petto completamente scoperto e anche parte del seno. Mi avvolsi nella coperta appoggiando il mento sulle ginocchia. Allora capii. Ebbi la conferma di ciò che avevo pensato, che all'inizio non mi era sembrato del tutto vero: mi trovavo veramente nel mio libro, solo che era all'inizio e tutto dipendeva da me.

- Sì, sono io. - dissi tirandomi in piedi non senza fatica.

- Eh! Te l'avevo detto!-

A me, quelle due, non sembravano streghe malvagie che complottavano per resuscitare un esercito intero... Parevano più che altro due adolescenti che non avevano niente di meglio da fare che litigare.

- E allora sbrighiamoci! -

- Qualcuno ha intenzione di spiegarmi qualcosa?! - poteva pure essere il mio libro, ma ditemi se non sareste andati nel panico in una situazione del genere...

- Possiamo fidarci di lei? -

- Ehi?! Sono qui! Semmai dovrei essere io a non dovermi fidare di voi! -

- Sì. Dobbiamo spiegarle il piano. -

- Primo: dove sono? Secondo: dove state andando?-

-Primo: a casa nostra. Secondo: vieni con noi- fece Malefica. 

Mi portai una mano alla fronte sbuffando e mormorando offese. Sapevo in che situazione ero... E forze anche ciò che avrei dovuto fare, ma volevo delle spiegazioni. Così porsi a Regina il foglietto. Lei mi guardò meravigliata e rivolse la sua attenzione alla compagna.

- So chi siete e cosa volete da me- dichiarai, quasi per sembrare più sicura di me.

- Come lo sai...? -

- Be' semplice! Siamo dentro ad un libro che io avevo iniziato a scrivere! - spiegai con la semplicità che potrebbe usare solo un bambino di quattro anni per spiegare ad un adulto perché ci si scaccola.

- Eh? - Le due streghe mi guardarono come se mi stessero spuntando i tentacoli dalla testa al posto dei capelli.

- Dico che sono stata risucchiata in un libro di cui sono l'autrice e che ora, noi tre, siamo le "eroine" che devono salvare il mondo e bla bla bla. Solo che dobbiamo riportare qui i "cattivi" dalla terra dei morti... - Era come se stessi parlando della scoperta dell'America alla prof di storia durante un'interrogazione. Altro che bambini che si scaccolano.

- Ma... Hem...? - disse Regina rivolta alla compagna.

- La volete smettere di parlare come se non ci fossi!? - diciamo che le avevo spaventate di brutto perché mi fissavano come se fossi un fantasma. - E ora che sono quelle facce? -

- Lei ha la magia? - Sembrava quasi "gara a chi ignora per più tempo la povera Elena".

- Che? Io, la magia... Nah - e invece sì. Mi guardai le mani... Iniziai ad urlare e a correre per la stanza come un'ossessa, cercando di levarmi dai palmi delle cose che sembravano tanto delle fiammelle gialle luccicanti. - Toglietemele! - implorai. Ma invece di pianti mezzi soffocati dalla mia bocca fuoriuscì solo una risata sarcastica e amara che sul mio viso si tramutò in un'espressione inorridita. Io avevo la magia... Inaccettabile. Presi a sventolare le mani per aria con quelle due che stavano a guardarmi imbambolate. Poi arrivarono le ultime risorse. Mi misi a soffiare sulle mani sperando che il fuoco si sarebbe spento, ma le fiamme non davano segno di indebolimento.

- Dipende da te. Le controlli tu, puoi dire loro di spegnersi. - Spiegò Regina tranquillamente.

- O...ok - Ok? In una situazione così critica e io rispondevo "ok"? Avevo dei problemi.

Mi concentrai, inchiodando lo sguardo sulle mani e le Fiammelle Gialle Luccicanti. "Spegniti, spegniti, spegniti, spegniti!" pensai. Ma niente. E poi... PUF! Sparirono. Come per magia, be', in effetti era magia. La cosa mi inquietò molto, tanto che guardai le due streghe con un espressione mista tra "uccidetemi, non reggo" e "oh mio Dio, ho la magia!".

-No, seriamente, è stato troppo divertente!- esclamò Regina.

-Vedere una persona che si brucia da sola tu lo chiami divertente?-

-No, intendevo: farti credere di avere la magia è stato divertente- fulminai la ragazza con un'occhiataccia assassina, per poi abbassare lo sguardo a quella apocalittica di Malefica.

- Sbrighiamoci- disse quest'ultima.

- A fare che? - domandai.

- Zitta e vieni con noi - ribadì Regina con aria annoiata. A me non restava che fare come mi dicevano, se non volevo rimanere da sola in un castello già abbastanza lugubre senza che quelle due si mettessero a fare magie. Considerando che io non avevo nessun tipo di poteri magici, a quanto pareva.

Trotterellai dietro alle due donne trascinandomi i piedi, le braccia molli lungo i fianchi.

Dopo un quarto d'ora di cammino arrivammo davanti ad una porta. Regina la sfiorò con una mano e sentii la serratura scattare. Un fascio di oscurità fece capolino dalla stanza che si apriva dopo l'infisso. Entrammo. Era buio e i miei occhi non si abituarono mai abbastanza per poter vedere con precisione ciò che fecero Malefica e Regina.

Inizialmente le sentii mormorare qualcosa di talmente strano e incomprensibile che mi venne spontaneo di tapparmi le orecchie. Dopo un paio di minuti mi arrivò alle narici una puzza nauseante di uova marce e organi in putrefazione... E poi esplose. Non sapevo neanche cosa fosse saltato in aria, ma produsse uno strano odore di alcol.
Veloce come era venuta la puzza se ne andò, lasciando il posto ad una luce accecante che invase la stanza accecandomi.

- Cosa. Cavolo. Era !? - urlai

- Incantesimo di localizzazione, modificato, per trovare la mappa. -

- Un GPS ? -

- Un GPche? -

- Incantesimo di localizzazione versione satellite. -

- Non ti capisco... -

- Meglio così. - Risposi mentre Regina mi guardava con la faccia a punto di domanda.

Uno strano senso di smarrimento si impadronì di me, facendomi improvvisamente sudare le mani. Avvertii un forte dolore alla pancia, come se una mano invisibile mi stesse schiacciando lo stomaco. Infine si aggiunse un bruciore insopportabile al petto, di nuovo la cicatrice... Mi bruciava da impazzire. Sollevai una mano e provai a tastare. Urlai. Mi guardai la mano e la vidi inzuppata di sangue. Osservai Regina con gli occhi colmi di terrore. Lei ricambiò lo sguardo.
Sentii le gambe che mi cedevano e il mio corpo che cozzava contro il pavimento freddo, ma senza produrre alcun rumore. Poi mi trovai a precipitare nel vuoto. Un fruscio di stoffa su un pavimento mi costrinse ad aprire gli occhi. Ero in piedi in una stanza. Era la sala in cui mi ero svegliata poco prima. Malefica stava camminando lungo il perimetro della stanza, con indosso una vestaglia nera che strusciava sul pavimento. Sembrava decisamente più giovane e triste... La ragazza si voltò di scatto verso di me. Indietreggiai automaticamente ma lei sembrò non calcolarmi per niente. Anzi, mi passò di fianco senza accorgersi della mia presenza. La seguii fino ad un caminetto. Con un movimento del polso accese il fuoco, che era di uno strano verde acido. Iniziò a mormorare parole strane... Mi piegai da un lato perché credetti di stare per vomitare. Un odore nauseante invase la stanza, costringendomi a tapparmi il naso e a respirare dalla bocca per non inalare quel fetore.

Mi svegliai nella stanza insieme a Malefica e Regina, il dolore al petto non accennava a diminuire.

- Scoperto qualcosa? - Chiese Regina. Senza dire una parola mi alzai sbatacchiando di lato. In qualche modo lo dissi con lo sguardo; non avevo la minima voglia di parlare dopo quel dolore atroce. Gli ultimi due giorni mi avevano distrutta. Però loro sembrarono non capire minimamente. Così mi sforzai.

- Puzza soffocante e caminetto acceso significano qualcosa per voi? - Mi guardarono interdette come se avessi detto chissà che cosa strana. Regina mi guardò per un istante. Mi squadrò da capo a piedi osservandomi centimetro per centimetro. Poi disse in tono fermo e inquietante:

-Ohh certo. Ogni persona, quando è sottoposta a questo tipo di incantesimo, vede una cosa diversa in base a quello che si vuole trovare e al legame con esso. Tu, con il mal di stomaco, ci hai appena aiutate a svelare questa- spiegò. Mi si avvicinò e mi fece vedere il dorso della sua mano: vi erano delle scritte, dei segni e altri ghirigori per me incomprensibili. -Ce l'ha anche lei- indicò con il mento la compagna. 

-Ora che abbiamo sia te che la mappa, direi che possiamo partire!- esclamò Malefica, tutta pimpante.

*Angolo Scrittrice*

Ciao a tutti! Ho visto che mi avete bombardata di commenti e questo mi rende molto molto molto molto felice! Vi sta piacendo la storia? Io spero di si.

Comunque... Se siete fan dei romanzi Distopici, come me, passate a leggere il mio nuovo libro: The Shadow. Pubblicherò appena potrò il primo capitolo, non mi rimane molto tempo. Ma ce la farò... spero.

But now I saluto voi ( il mio inglese è bello quanto una cacca di mucca)!

Con ciò... Ciao muchacos! Al prossimo capitolo! Abbracci pucciosi e tanto sonno a tutti! Baci Aury :)

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