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1. Prologo. (scritto da Elena)

Le mura nerastre del palazzo si stagliavano nell'ombra isolata delle montagne. Era di un colorito nero e opaco. Non rifletteva la luce. Nessuno lo vedeva. Le alte guglie non superavano le vette che avevano alle spalle. In basso, alla base, si intravedeva una porticina.

Alyson attraversò la stanza a grandi falcate, il lungo abito nero e viola che strusciava silenzioso sul pavimento liscio. Intanto Elise la guardava con aria annoiata e una smorfia in faccia. Era accasciata su una poltrona, il lungo vestito rosso sangue che sfiorava il marmo nero. La ragazza picchettava un'unghia sul tavolo di legno scuro, ancora una volta stavano facendo finta di niente.

Pensava alla loro situazione problematica. Si erano barricate nel palazzo, in attesta del momento giusto per andarsene, che però sembrava non arrivare mai. Se avessero soltanto messo un piede fuori dal Rifugio si sarebbero trovate un'orda di soldati incavolati alle calcagna. Loro erano "cattive". E il resto di loro era stato spazzato via dalla Parte Distrutta. Tutte le altre persone, i così detti "buoni" (o quello che ne rimaneva) si erano dedicati con anima e corpo per spedirli nella Terra della Morte. Ma avevano tralasciato qualcuno... Elise e Alyson, meglio conosciute come La Regina Cattiva e Malefica. A non più di vent'anni avevano visto i loro compagni cadere a terra e dissolversi in una nuvola biancastra... Avrebbero voluto uscire di lì e andare nella Terra della Morte e riportare in vita gli altri. Ma non potevano. Almeno finché non fosse arrivata quella ragazza.

- Ahhhhr! Io no ce la faccio! - sbottò Elise dopo alcuni minuti di silenzio.

- Che vuoi fare di grazia!? - disse Alyson.

- Vado a prendere quella stupida mappa per... - si interruppe. C'era un rumore di passi, ma le ragazze erano immobili. Qualcuno stava entrando. Erano riuscito a trovare il palazzo. Cinque uomini armati di spada fecero irruzione nella stanza.

- Vai. Prendi la mappa. Questi qua me li gestisco io. - disse Elise rivolta alla compagna. La strega allora si dileguò in un corridoio.

La ragazza guardò gli uomini che aveva davanti. Se erano determinati ed ucciderle non lo davano a vedere. A quei poveretti tremavano le gambe per la paura.

La strega, con un movimento del polso e della mano destri preparò una sfera di fuoco che scagliò contro a uno a caso degli uomini. Questi cadde inerte con i vestiti in fiamme. Si girò verso gli altri due e con noncuranza gli strangolò con un laccio di magia. Ne restavano due. Elise si avvicinò ad uno di loro con un sorriso stampato in volto. Poi gli strappò il cuore. Quella era la sua specialità: infilare la mano nel petto delle persone ed estrarne il cuore ancora luminoso e pulsante. Poi premette le dita attorno al cuore, riducendolo in briciole. L'uomo a cui apparteneva il cuore si contorse e cadde a terra con gli arti disposti in una posizione inconsueta.

***

Alyson percorreva il corridoio buio con passo deciso, senza esitazione. Le pareti erano nere e lucide, e riflettevano la luce della sfera di fuoco che la strega faceva fluttuare davanti a se il cunicolo era stretto e basso, tanto che lei dovette piegarsi.

Si fermò davanti ad un vicolo cieco. Sfiorò la parete nerastra che aveva davanti con la punta delle dita affusolate, e questa si trasformò in uno specchio, lucido e decorato da un cerchio di spine nere lungo tutto il bordo.

Ma lei non era riflessa nello specchio. Almeno non nelle sue sembianze di quel momento. Si vide con i lunghi capelli neri sciolti, con indosso solo dei vecchi stracci, sporchi e sgualciti. Il suo volto era terrorizzato, il trucco che indossava ogni giorno completamente sbavato, il mascara che le imbrattava le ciglia.

Quello specchio rifletteva la paura di ogni persona che vi guardava dentro. Ma lei non hanno paura. Tranne che di una cosa: avere paura. Il timore più grande di ogni cattivo era di venire spaventati da qualcosa o qualcuno.

Quello specchio era una delle prove da superare per arrivare alla Mappa.

Ma quella prova era difficile. Non bastava superare la propria paura, bisognava distruggerne la fonte. Quindi erano due le scelte della strega: o distrugge la paura, cosa impossibile; o distrugge se stessa. Non si sarebbe distrutta davvero, quella era solo una prova da superare... o forse non era così. Si sedette sul freddo pavimento del corridoio e rimuginò sul da farsi.

Poi decise di non indugiare oltre. Se c'è un ostacolo un cattivo lo distrugge, checché ne dicessero tutte quelle stupide prove.

Preparò una sfera di fuoco e la scagliò contro lo specchio. Questo si infranse sbriciolandosi in piccole schegge di vetro bianco. Alyson eliminò le parti residue dello specchio sfiorandole con una mano. Davanti a lei si presentò una porta, bianca. Conduceva esattamente nel posto in cui si desiderava andare. La strega pensò alla stanza in cui voleva recarsi, girò la maniglia e aprì la porta.

Niente. Solo la parete. La ragazza sbottò di rabbia, allora si rese conto che stava ragionando come una dei buoni: se c'era un ostacolo, loro cercavano il modo di superarlo, seguendo le regole. Ma no. I cattivi, quando si trovavano di fronte ad un ostacolo, lo facevano a pezzi. Regole un po' antiche, ma cosa puoi farci se vivi in un regno antico?

La strega prese a scagliare palle di fuoco contro la porta, ma questa non dava segno di cedimento.

Però c'era un altro modo: vinci sempre, se non puoi vincere bara. Con un cenno della mano Alyson si smaterializzò in una nuvola di fumo verdastro. "Che stupida a non averci pensato prima" constatò tra sé e sé.

Ora la strega si trovava in una grande stanza, nera e con il soffitto a volta. Al centro vi era un cerchio di fuoco. In mezzo alle fiamme vi era un piedistallo di cristallo nero con una teca di vetro, con dentro la tanto cercata mappa.

Impassibile, Alyson attraversò la stanza di gran carriera arrivando al cerchio di fiamme.

Provò a toccarle con una mano ma fu sbalzata indietro.

Allora fece comparire il suo scettro, un lungo bastone nero intarsiato di fili nerastri con la cima a forma di ali e testa di drago, e lo sollevò. Tra le ali vi era una sfera di colore violaceo, che iniziò ad emanare una forte luce. La strega fu presto avvolta da una nuvola verdastra. Quando questa si diradò, un maestoso drago aveva preso il posto di Alyson.

Era alto una decina di metri, con il petto verde ed il dorso viola scuro, con le grandi ali membranose tendenti al nero. La testa era dotata di mascelle possenti e dalla bocca sporgevano due paia di lunghe e affilate zanne biancastre. Il drago-Alyson studiò il fuoco con gli occhi intelligenti, neri come pozzi. Si avvicinò alle fiamme e le inspirò profondamente. Dal suo ventre si poteva scorgere il fuoco di un rosso vivo che veniva risucchiato. Quando ogni singola scintilla fu svanita, lei ritornò alla sua forma originaria. Recuperò lo scettro, posato a terra accanto a lei. Nella sfera sull'estremità si potevano scorgere i guizzi delle fiamme intrappolate.

Si avvicinò al piedistallo e con uno schiocco delle dita, il vetro che proteggeva la mappa esplose in una miriade di pezzettini taglienti e scintillanti come gocce d'acqua. La strega afferrò il pezzo di carta ingiallita e spiegazzata e si smaterializzò.

Arrivò nella stanza in da cui se n'era andata mezz'ora prima. Trovò Elise seduta pigramente su una sedia, intenta a controllarsi le unghie dipinte di nero. I quattro corpi degli uomini che aveva ucciso erano rimasti esattamente nel punto in cui la vita gli aveva abbandonati.

- E il quinto? - domandò Alyson

- Gli ho strappato il cuore e l'ho mandato dai plebei con un messaggio.-

-Plebei?- chiese inarcando un sopracciglio.

- Quella marmaglia di buoni a nulla che si fanno chiamare Buoni- spiegò senza staccare lo sguardo dalle unghie.

Alyson trovò l'amica un po' brusca, ma non disse niente. -Cosa diceva il messaggio?- chiese infine, mantenendo un'espressione neutra e impassibile.

- Vinci sempre. E se non puoi vincere bara. I cattivi torneranno. Quelli veri. - La ragazza approvò con un ghigno, scoprendo gli incisivi bianchi come latte, abbandonando ogni dubbio sulla crudeltà della compagna.

Aveva ragione. I cattivi sarebbero tornati. Al diavolo quelle mammolette che tentavano di attaccarle. I Veri cattivi, con tanto di esercito.

Elise afferrò la mappa che la sua compagna stringeva nel pugno. Mancava un pezzo.

- E' bianca. - disse secca La Regina Cattiva.

- E allora... -

- C'è solo una persona che può leggerla... -

- Ma è morta -

- No. - riprese calma Elise. - Semplicemente non è ancora arrivata. Ma sono sicura che sarà qui a breve.

- Dipende quant'è, "a breve" -

*Angolo Scrittrice*

Hey muchachos!

Come state?

Spero che il questo capitolo vi sia piaciuto (ma perché lo ripeto sempre!? Spiegazioni please! Donate una spiegazione alla sottoscritta!)

Il quinto libro.... ma da dove saltano fuori 'ste idee? Cervello rispondi? No eh? Ok, lasciamo perdere...

Io vi saluto per poi tornare a disturbarvi alla fine del prossimo lunghissimo capitolo...

Baci... Aury! (?!)

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