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CAPITOLO VENTINOVE - Who saves me?

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Buona lettura! 🌸

Sono seduta sul prato del parco ad aspettare che uno di quei due idioti arrivi quando mi suona il cellulare e vedo le facce buffe di me e Matty sullo sfondo del mio IPhone.

Rispondo ridendo perché so già che cosa dirà.
"Prontoooooo?"

"Sky, sei davvero un cazzo di genio, ho impiegato un'ora solo per capire la prima canzone, te lo giuro ti stimo. Ora sono diretto verso il nostro parco, ho capito per l'ultimo biglietto che mi porterà da te. Dimmi che quel coglione del mio amico non è ancora arrivato."

Sono stupita dalle sue parole e forse anche un pò delusa perché pensavo che Nate arrivasse prima di Matt.

"Tranquillo Matty, non l'ho ancora sentito. Ora lo chiamerò per sapere dove si è cacciato."

"Vinco io, vinco io!" dice ridendo e con quella frase mette fine alla nostra conversazione.

Scuoto la testa divertita e scorro la rubrica cercando il numero di Nate. Inoltro la chiamata ma il suo telefono non squilla nemmeno, così frustrata getto il telefono a terra e mi alzo andando verso la staccionata che si affaccia Sull'oceano di Seattle.

Ho uno strano magone e ad essere sincera mi sento anche arrabbiata, pensavo che Nate mi conoscesse bene e si ricordasse ogni dettaglio della nostra relazione, ma a quanto pare non è così.

Estraggo il cellulare e faccio partire 'Happier' di Ed Sheeran, alzo il volume al massimo e lascio che i miei capelli volino nel vento, lascio che la musica mi entri nella mente e non mi faccia pensare a nulla fuorché ad essa.
Mi sporgo dalla staccionata per guardare giù, voglio vedere cosa c'è sotto.

Sono a testa in giù e con il busto tutto sporto verso il basso quando sento due grandi braccia tirarmi su di peso e un dolce profumo invadermi i sensi. Mi volto e trovo gli occhi di ghiaccio di Nate, le sue mani mi prendono il viso e mi bacia con forza, gli getto le braccia al collo e lui mi prende in braccio a koala, andando verso il salviettone e sedendosi sopra con me in braccio. Sono a cavalcioni su di lui e mi sento un pò in imbarazzo perché qualcuno potrebbe vederci e pensare che stiamo facendo chissà quale cosa oscena, ma non riesco a fermarmi, Nate è come la mia droga e più ne ho più ne sento il bisogno. Mi stacco da lui affannata e sento che sto andando a fuoco, abbasso lo sguardo sulle sue mani che stanno accarezzando le mie cosce e lui poggia la fronte sulla mia. Continuo a non capire cosa sta facendo, ma non mi importa, voglio che continui, mi piace sentire le sue mani addosso, mi sento come un gatto che fa le fusa. Chiudo gli occhi e mi godo questa sensazione meravigliosa e metto la testa tra il suo collo e la sua spalla ascoltando il battito accelerato del suo cuore ed il suo respiro affannato. Non so per quanto restiamo così ma ad un certo punto mi solleva il viso e punta i suoi occhi su di me.

"Cosa facevi così sporta dalla staccionata scimmietta? Non avrai pensato di lasciarmi qui da solo vero?" mi dice strisciando il suo naso contro il mio.

Faccio spallucce e sorrido "Stavo solo guardando cosa c'era qua sotto, non ci sono mai stata e quindi volevo vedere, non volevo suicidarmi tranquillo."

Sospira di sollievo e mi prende il viso tra le mani "Principessa, davvero pensavi che avrei lasciato vincere quell'idiota di Matt?"

Alzo gli occhi al cielo e rido divertita, ha ragione. Come ho potuto dubitare di lui? È perfetto, non fa mai un errore che sia uno. Neanche una stupidata, non mi fa mai arrabbiare, litighiamo raramente e per le stronzate, mai nulla di serio.

"Matty mi ha chiamata 15 minuti fa annunciando la sua vittoria, ma credo non abbia ancora capito l'ultimo biglietto. A quest'ora sarà seduto sul marciapiede ascoltando la canzone convinto che contenga qualche indizio."

Ride di gusto ed io faccio lo stesso. Quando sente la mia risata si blocca per un attimo e mi guarda con aria sognante che mi fa ridere ancora di più.

"Eeeehi ciccino, riprenditi suuu"

Schiocco le dita sulla sua faccia e lui mi lancia a terra cominciando a farmi il solletico. Urlo e rido contemporaneamente scalciando disperata, sto ridendo così tanto che mi manca il respiro e mi scendono le lacrime.

Nate si ferma all'improvviso ed io riprendo a respirare, giro la testa per vedere che cosa caspita sta guardando e vedo i piedi di Matt davanti alla mia testa, ha la faccia frustrata e con le braccia conserte. Mi alzo e gli getto le braccia al collo dandogli un bacio sulla guancia.

"Matty! Sei arrivato finalmente!"

Quando lo abbraccio sorride e mi stringe a sua volta facendomi girare, mi riposa a terra e si volta verso il suo amico.

"Tu hai barato stronzo!" Fa puntandogli il dito contro.

Nate aggrotta la fronte confuso e si gratta la testa. "Ma che cazzo dici?" si alza e ride.

"Si perchè sei il suo ragazzo ed è ovvio che la conosci meglio!"

Mi avvicino a lui e gli sussurro all'orecchio "Lui è il mio ragazzo ma tu il mio principe azzurro Matty" scoppia in una fragorosa risata e Nate sbuffa e alza le mani facendogli segno di smettere, ma proprio non ce la fa.

"Smettetela con questa storia, sei la mia ragazza e non la sua!"

"Amico sei geloso per caso? Lo sai che io Sky ci sposeremo, quante volte te lo dobbiamo dire?"

"Sky è sola mia" fa un sorriso fiero mette le mani sulla sua vita.

"Ehi, io appartengo a Verci!"

"Verci?" chiede Nate.

"Mio marito!"

Matt scoppia a ridere al ricordo della celebrazione del mio matrimonio con quell'albero. Glielo avevamo già raccontato ma a quanto pare non lo ricorda, così gli ripetiamo che io ho sposato un albero e lui un sasso.

Mentre continuiamo a ridere ci sediamo a mangiare. Mi è venuta voglia di una coca cola così mi alzo e vado a prenderla al bar qui accanto. 

Quando torno al salviettone quasi mi soffoco. Una ragazza è seduta insieme a loro e fa la gatta morta con Nate. Stringo la presa sulla lattina e mi dirigo a passo felpato verso il mio ragazzo. 

Si avvicina e gli fa gli occhi dolci mettendo in mostra quelle poche tette che ha e lo fissa sbattendo le palpebre, poi dice "Ehi, non mi inviti a fare un giro?"

Lui e Matt si voltano a guardarmi ridendo sotto i baffi, la ragazza gli tocca un braccio con fare civettuolo e gli accarezza il viso. A quel punto non ci vedo più dalla rabbia così apro la lattina di coca e gliela verso in testa.

Lei rimane senza parole e Matt scoppia a ridere incapace di trattenersi oltre mentre Nate si alza e viene verso di me. La ragazza è furiosa e mi punta un dito addosso spingendomi e facendomi fare un passo indietro.

"Ma che ti prende? Sei impazzita per caso? Perché non ci provi con il ragazzo che sembra un lemure qui in parte a me piace lui!" si avvicina a Nate e lo tira per un braccio tornando a guardarlo con occhi sognanti.

Ora sono arrabbiata per due motivi. Numero uno: ci sta provando con il mio ragazzo, numero due: ha dato del lemure al mio amico.
Stiamo calme Sky, se la uccidiamo andiamo in carcere.
Non mi importa, io la uccido davvero, non devo toccare Nate, non lo deve toccare.
Un respiro per volta, magari non facciamole troppo male.
La morte no,lo stato vegetativo si.
Calmati.

Sto cercando di mantenere la calma ma più la guardo, più mi sale la rabbia. Quando poi si sporge per dargli un bacio sulla guancia divento paonazza e la spingo via.

"SENTI BELLA O LEVI LE MANI DAL MIO RAGAZZO O PRENDERÒ LA TUA FACCIA E TE LA FARÒ STRISCIARE SULL'ASFALTO SFIGURANDOTI FINO A FARTI DIVENTARE BELLA! ORA LEVATI DAI COGLIONI E VAI A TROIEGGIARE CON QUALCUN ALTRO CHE QUI STAI SOLO FACENDO UN BUCO NELL'ACQUA."

Mi guarda senza dire una parola e a bocca spalancata. Resta lì impalata e si guarda intorno mangiandosi le unghie.

"Allora? Mi hai sentita o te lo devo ripetere?"

"No no, ti ho sentita, scusa.. Io.."

Si volta verso Matty e sorride da gatta morta qual è. "Non ero un lemure io? Evapora troietta del cazzo!" si avvicina a noi e scoppia a ridere, la ragazza pesta il piede e se ne va.

"Evapora troietta" lo scimmiotta Nate.

"Una Sky agguerrita come ora non si è mai vista" dice invece Matt.

Ridacchio come una scolaretta e gli Netro una mano sulla spalla con l'indice all'insù e dico "Il motto di Sky dice: 'Tu tocca ciò che è mio, poi vedi come ti tocco io'"

Matt Scoppia a ridere mentre Nate mi si piazza davanti con fare curioso "Ah quindi, sono tuo?"

Alzo un sopracciglio e metto le mani sui fianchi "Non lo sei?"

"Solo se tu sei mia"

"Io sono solo di Matty" dico saltandogli a spalle.

"Okei bene, ora comincia a correre Matt prima che ti uccida per la frase che ha appena detto la MIA ragazza" ribatte lui marcando la parola 'mia'.

Comincio a ridere e Matt se ne resta a guardarlo imbambolato per qualche secondo con le sue mani sotto le mie cosce. Roteo gli occhi e scalcio bruscamente facendogli anche male, stringe la presa sulla mia coscia per farmi intendere che ha capito e comincia a correre.

"Corri lumaca corri" Urlo ridendo.

"Vuoi correre tu con me a spalle? Guarda che non sei un peso piuma, anche se sei stupenda."

Sono adirata dalle sue parole e così gli mordo il collo facendolo fermare. Mi posa a terra con delicatezza mentre Nate si ferma dietro di me.

Ora sono tra due fuochi, ma in fondo è divertente. Ridacchio e saltello come una stupida battendo le mani tutta contenta. Si avvicinano entrambi facendomi ridere ancora di più e io da stronza quale sono, appena sono abbastanza vicini scatto in avanti e gli faccio fare un frontale terribile, anche perché erano pronti a placcarmi entrambi.
Mentre si massaggiano entrambi la fronte si voltano a guardarmi e Matty fa uno scatto verso di me atterrandomi. Arriva Nate che mi tiene ferma e Matt attacca facendomi il solletico. Inizio ad urlare e a divincolarmi ridendo e per poco non muoio dato che non respiro più. Quando decidono che è abbastanza si fermano e si sdraiano nell'erba accanto a me ridendo allegramente.

Hanno entrambi una risata cristallina e genuina, così pura e semplice, stanno ridendo con il cuore. Ricordo che qualche anno fa ridevo davvero pochissimo, ancora meno di ora. Feci preoccupare Luca perché diceva che la risata del cuore era una cosa molto importante, e si preoccupò così che mi portò ad un corso di risoterapia.
La cosa che mi stupì fu che funzionò davvero, perché quando tornammo a casa continuammo a ridere fino allo sfinimento, ci mettemmo davanti ad uno specchio e cominciammo ad elencare uno per uno i nostri difetti, ridendo di essi e prendendoci in giro a vicenda. Così ho imparato a riconoscere la risata di cuore, quella vera, che prende tutto il corpo e mi sta catturando in questo momento. Sto ridendo di Cuore ora e non con il mio migliore amico o mio fratello, ma con il mio ragazzo ed un ragazzo fantastico dal cuore d'oro.

Se non fosse che ho già un migliore amico e non lo cambierei nemmeno per tutto l'oro del mondo, Matt potrebbe diventarlo.
Certo non sarebbe mai a livello di Luca, con lui è un'altra storia, abbiamo un nostro passato, un nostro vissuto e nessun rapporto di amicizia potrà essere paragonato al nostro, siamo inseparabili, abbiamo fatto anche un tatuaggio insieme. Questo consiste in una frase sul costato, quella che recitiamo quando siamo consapevoli che l'altro ha bisogno di noi: 'Che tu possa avere sempre il vento in poppa,che il sole ti risplenda in viso e che il vento del destino ti porti in alto a danzare con le stelle.'

Con Matt sto creando un legame speciale, come un filo che ci connette e sto imparando a capirlo piano piano. Matt è una di quelle persone che quando si affeziona a te è in grado di donarti tutto ciò che ha, anche quando non possiede niente.

Ci alziamo e metto le braccia sulle loro spalle facendo l'altalena. Sono una nana in confronto a loro. Quando le persone ci passano accanto e ci vedono, alcuni ci osservano sorridendo, mentre altri sbuffano dicendo che facciamo troppo casino. A noi però non importa, continuiamo a comportarci da scemi quali siamo e ce ne freghiamo del resto del mondo. È come se in questo parco ci fossimo solo noi tre a divertirci.

Avevo bisogno di una giornata così, avevo bisogno di respirare per qualche minuto, anche se so che poi tornerò in apnea per non so quanto tempo.
Avevo bisogno di riscoprire che non serve ubriacarsi per divertirsi, che la compagnia di persone vere può salvarti, a volte, dall'abisso in cui stai cadendo.
Voglio anche io il mio finale felice, voglio uscire da questa gabbia in cui sono rinchiusa, voglio smettere di affondare in questo oceano di sensi di colpa, voglio tornare a vivere e smettere di sopravvivere.

Mi alzo su con il busto e passando una mano fra i capelli dico "Vi ho mai parlato di Greta?"

Si alzano entrambi incrociando le gambe e osservandomi, hanno lo sguardo che va dal cuorioso al confuso. Scuotono la testa e Nate intreccia le dite alle mie, mentre Matt sorride raggiante.

"Beh se avete tempo da perdere vi posso raccontare tutto di lei."

Annuiscono insieme e mi intimano a parlare. Così inizio a raccontare l'ennesima parte del mio passato che vorrei cancellare. Faccio un respiro profondo e comincio.

"L'ultima volta che ci siamo parlate è stato sei mesi prima che partissi per venire qui. Lei era una sorta di Luca al femminile per me, ma con l'ultima cosa che mi ha fatto volevo solo prenderla a calci e cavarle quei due occhi azzurri che mi sono sempre sembrati così sinceri e così pieni di amore nei miei confronti. Dopo quella volta, mi resi conto del mio errore, e che in realtà Greta non era la persona che immaginavo, o che forse desideravo che fosse.
Sapete quando donate il vostro cuore ad una persona e questa lo prende in mano e lo getta a terra come se fosse merda? Ecco, lei ha fatto proprio questo.
Ho passato 15 anni della mia vita a starle accanto, a prendermi cura di lei, per evitare che soffrisse.
Tutto ha iniziato ad andare a rotoli da quando io mi sono messa con Paolo. A lei non andava mai bene nulla di quello che faceva, di quello che diceva, continuava a ripetermi che era un altro come Caleb, che si stava prendendo gioco di me, che non era quello giusto, che mi usava per raggiungere un solo obiettivo. All'inizio magari, avrai potuto darle anche ragione, ma del resto non mi potevo lamentare, perché io lo stavo usando per dimenticare Caleb.
In quel periodo nella mia mente e nei miei sogni lui era sopra tutto e tutti, non c'era istante della mia giornata in cui non mi soffermassi a pensare 'e se fossi rimasta con lui?', 'se non ci fossimo lasciati? Se non lo avessi lasciato?', ma con il passare del tempo mi resi conto che se le cose erano andate in un certo modo ci doveva essere un motivo.
Ci doveva essere per forza una spiegazione se la mia vita stava facendo così schifo, ci doveva essere una spiegazione se tutti mi abbandonavano ed io rimanevo da sola, da sola a piangere in un angolino, fino al punto di credere di essere un terribile scherzo della natura.
Avevo bisogno di ritrovare la serenità e la pace, volevo tornare a vedere la mia vita a colori, renderla più bella, e così, decisi di dare una possibilità a Paolo,soprattutto a me stessa, per essere felice o almeno provarci. Non credevo di meritarlo, a quel Tempo, ma pensavo che, in fondo, ognuno di noi ha bisogno del suo attimo di felicità, giusto per sapere che gusto ha, quali sintomi ha.
Insomma Greta iniziò ad ingelosirsi e ogni volta che nominavo Paolo era un buon pretesto per aggredirlo oppure per litigare, per dirmi che mi stavo comportando di merda e per dirmi che davo per scontata la nostra amicizia perché ci conoscevamo da una vita, per dirmi che la stavo mettendo da parte e che per me esisteva solo Paolo. Beh, forse aveva ragione, Paolo mi stava dimostrando il suo amore che a lungo andare aveva maturato nei miei confronti, ed io, beh, ero rimasta incantata da quei magnifici occhi verdi. Mi ci perdevo all'interno di quelle iridi, molte volte ho immaginato di affogarci e trovare la pace, vedevo il mio riflesso e per una volta mi trovavo a pensare che non facevo così schifo, che meritavo l'amore di qualcuno, mi sentivo amata, protetta, al sicuro. Lei lo sapeva, ogni giorno che passava si rendeva conto del sentimento che maturavo nei suoi confronti, e del fatto che, come ogni ragazza fa, dedicavo sempre più tempo alla nostra relazione, ma come giusto che fosse.
Paolo era diventato in poco tempo tutto il mio mondo, ma questo non significava che avevo dimenticato le mie amiche. Le mie ragazze non si sono mai lamentate una volta in quasi cinque anni sul fatto che io non dedicassi loro più tanto tempo, anzi mentre stavo con lui sentivo la necessità di uscire con le mie amiche, perché ovviamente quando hai un ragazzo e ci litighi devi confidarti con qualcuno in modo che possa darti consigli ed esprimere il suo pensiero. Mentre le altre dicevano che lui mi amava davvero, lei si ostinava a dire il contrario. Poi un giorno, anche lei ha avuto la gioia di fidanzarsi, ma si comportava nello stesso modo in cui diceva che mi comportavo io. Mi dava buca, uscivamo e quando lui chiamava lei mi mollava in mezzo alla strada, non gliene fregava nulla del discorso che stavamo facendo, importante o meno che fosse. Ci mettevamo d'accordo per uscire e lei 5 minuti prima che uscissi di casa mi chiamava per dirmi che non potevamo vederci, che era con lui, che doveva vedere lui. Non mi scriveva per settimane e quando lo faceva mi accusava perché io non l'avevo cercata. È arrivata anche Chiara, quella che poi più passava il tempo più prendeva il mio posto. Non sono mai stata gelosa, non le ho mai fatto scenate, non importava se lei preferiva il suo ragazzo a me o questa sua amica conosciuta da nemmeno un anno. Lei era sua sorella, così diceva, ed era più amica di quello che ero io, perché si vedevano tutti i giorni e perchè lei la cercava, non come facevo io. Si, avevo smesso di farlo e forse è stato proprio questo il mio errore, ma che senso aveva cercare una persona che non ti dava più importanza? O meglio lo faceva, ma solo quando litigava con il suo ragazzo per chiedermi aiuto, mi chiamava piangendo dicendo che aveva bisogno della sua psicologa" faccio un ghigno e guardo loro per un momento prima di tornare a fissare il vuoto "ma lei nemmeno si rendeva conto della merda da cui ero circondata. Tra la scuola, era l'ultimo anno, la maturità era vicina. Fra quello che stava passando la mia famiglia, tutte le perdite che avevo subito, non mi ha mai chiesto come stavo.
Quel giorno abbiamo litigato, pesantemente. Mi ha presa in giro quando le ho raccontato degli attacchi di panico ed io per tutta risposta ne ho avuto uno proprio in quel momento, non ho mai avuto la soddisfazione di dirle quanto egoista e testa di cazzo fosse. Mi ha dato della complessata dicendo che un ragazzo con un tumore era meno complessato di me, diceva che dovevo riprendermi perché a parte lei io non avevo nessuno. La rabbia saliva mentre lei rideva di me, ma io non riuscivo a reagire, ero inerme, incassavo e basta. Sono scappata via piangendo, urlando che doveva smetterla, che io non ero una complessata, ma nella mia mente, nel mio cervello, ero consapevole che fosse la verità.
Certo, magari non avevo un tumore, ma chi mi diceva che la mia vita doveva essere per forza perfetta?
Solo perché avevo un ragazzo non significava che io fossi felice, che tutto andava bene. Avevo una compagnia si, un migliore amico, ma la mia vita stava facendo schifo lo stesso.
Ed in quel momento, quando ha sfoderato tutta quella cattiveria, con quel sorriso da emerita egoista qual è mi sono sentita davvero quella diversa, il mio mondo è andato in pezzi, i miei pilastri sono crollati. 'Ed ora come vado avanti?' Pensai nella mia testa. Era tutto un se, tutto un 'io non merito il vostro amore, lei ha ragione, lasciatemi affogare nella mia fossa da sola come deve essere.' Mi sono resa conto dello schifo che era questa persona, di chi era la ragazza dai bellissimi occhi azzurri che avevo amato per 15 anni della mia vita, e del fatto che lei non mi è mai stata amica, che le ho sempre fatto comodo perché sono brava a dare consigli.
Io salvo sempre tutti, ma chi salva me?
Speravo potesse aiutarmi lei, ma invece avevo incassato un'altra pugnalata, guadagnato un altro attacco di panico, avevo rotto una nocca dando un pugno al muro, rotto dei piatti e dei bicchieri ed ero passata di nuovo per la debole, senza palle e complessata.
È stato in quel momento, quell'esatto momento che ho deciso che sarei diventata la persona più stronza presente sulla faccia della terra, e da lì in poi ho costruito questa corazza che vedete, e che ancora cercate di buttare giù. A volte vi sembra di averlo fatto, ma credetemi non è così. Voi credete che io sia forte, ma come ho detto a Paige sono il contrario. Proprio perché sono debole mi sono costruita questo muro e non permetterò più a nessuno di ferirmi per non apparire debole ai vostri occhi, perché non voglio più essere quella compatita o quella che fa pena. Se fino ad un anno fa ero quella che incassava, ora sono quella che attacca prima di passare alla difesa."

Finisco di parlare e mi alzo. I due ragazzi alle mie spalle mi prendono per mano e me la stringono. Matt mi da un bacio sulla guancia, mentre invece Nate si limita ad intrecciare le nostre dita e a guardare nei miei occhi, dove adesso sta trapelando tutta la mia debolezza.
Distolgo lo sguardo e comincio a camminare verso una meta sconosciuta, con il mio ragazzo e il mio amico dietro di me, pronti a prendermi se dovessi crollare.

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