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CAPITOLO UNO - Eyes of ice.

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Buona lettura! 🌸

Ansia. Ah no, non è la parola adatta. Terrorizzata, questa suona molto meglio. Sono sempre stata una persona molto ansiosa, la mia personalità è costituita per il 10% da sentimenti, il restante 90% è pura ansia. Non ho chiuso occhio pensando al mio primo giorno nella mia nuova scuola. Ci ho pensato molto, perchè non essendo una ragazza molto socievole sarà dura farmi degli amici e soprattutto fare buona impressione sulle persone dato che sono molto scontrosa e agli occhi di chi non mi conosce potrei apparire maleducata.

Sarah come al solito, non vuole aprire gli occhi così decido di svegliarla con le maniere forti. Corro in cucina, prendo una bottiglia di acqua dal frigo e torno in camera sperando che ancora dorma. È una ragazza molto pigra, non si sveglierebbe nemmeno se un elicottero decidesse di entrare in casa nostra provocando un frastuono assurdo. E infatti come sospettavo, al mio ritorno la trovo sotterrata nelle coperte. Mi avvicino con passo felino, sperando non mi senta, e le rovescio il contenuto della bottiglia in piena faccia. Salta giù dal letto facendo una faccia alquanto buffa e provoca in me una grandissima risata.

"SEI UNA GRANDISSIMA STRONZA!" urla.

"Buongiorno anche a te fiorellino"

"Ma buongiorno un cazzo Sky, dopo questo bellissimo risveglio la mia faccia sarà un incubo. Grazie ancora tesoro!"

"Sarah, non serve che mi ringrazi, so che mi ami proprio per questo. Fatti una doccia e sbrigati a vestirti, dobbiamo andare al college."

"Bla bla bla, sempre frettolosa. Datti una calmata e non contagiarmi con la tua ansia. Keep calm bitch."

"Vaffanculo Sarah, muoviti, non farmelo ripetere."

Nel frattempo mi reco a preparare dei pancakes per colazione. Per noi era stato facile abituarci alle routine americane e ai loro modi, soprattutto al cibo. Su quello noi due non ci facciamo nessun tipo di problema, dire che abbiamo fame ogni 5 minuti è dire poco. Siamo qua da due settimane e in questo tempo abbiamo girato tutti i fast food possibili e immaginabili.

La mia intenzione stamattina era quella di andare a fare colazione da Starbucks, ma visto che Sarah è in ritardo come al solito, opterò per i pancakes.
Mangio la mia dose di zuccheri mattutina mentre Sarah si lava e si veste, e mi reco subito in camera a scegliere cosa mettermi. Non sono una a cui importa molto di come vestirsi e cose del genere, non guardo la moda e mi vesto semplicemente come capita. Stamattina ho optato per un paio di jeans e una felpa nera della adidas, enorme come ognuna delle felpe che indosso. Infilo le stansmith che tanto amo e comincio a strillare addosso a Sarah per farla uscire.

"Calmati fiorellino, abbiamo ancora 15 minuti per arrivare in tempo." disse Sarah.

Roteo gli occhi al cielo come al mio solito e vado in bagno.
Mi lavo la faccia e i denti, spruzzo del profumo, il mio amato Lady Million, e mi trucco velocemente.
Ho pochissimo tempo perciò metto solo del mascara e mi pettino velocemente.
Corro di la e trovo Sarah seduta sul divano ad aspettarmi.

"Oh ciao tesorino, non ci hai messo molto" dice ridendo di me come al solito.

"Dai Sarah, metti il cappotto e usciamo altrimenti faremo tardi."
Sbuffo e usciamo di casa.

La nostra bellissima macchina, almeno per me è bellissima, ci aspetta nel garage della casa. Audi A3 bianca, una meraviglia. Salgo al posto del conducente, metto in moto e partiamo.

Durante il viaggio Sarah accende la radio e parte 'Alarm' così cominciamo a cantare a squarcia gola fino all'arrivo davanti all'edificio.

"And there goes the alarm ringing in my head
Like somebody said, "don't you trust him, no"
Texting from his ex, what did you expect?
Now you're lying here knowing where he goes
Now he gotta getcha
Karma is a bitch, yeah
Same way they come that's the way they go
Now he gotta getcha
Rewinding the picture
There goes the alarm and the siren's go"

L'ingresso nel parcheggio è a dir poco imbarazzante dato che abbiamo i finestrini abbassati, la musica altissima e stiamo letteralmente urlando, ma pazienza ci facciamo sempre riconoscere.

Entriamo nell'edificio e con grande sorpresa per Sarah, rimango a bocca spalancata per qualche secondo. È tutto come me lo sono sempre immaginata, il corridoio con gli armadietti, la folla e il caos generato dal primo giorno di scuola.
Sbatto le palpebre ripetutamente e sento Sarah ridere immensamente e la vedo scattarmi una foto.

"Sei una fottuta stronza, cancella subito quella foto!!"

"No Sky la tua faccia era imperdibile, la manderò a Paolo per rallegrargli la giornata quando si sveglia"

Roteo gli occhi. "Sarah, me la pagherai. Forza andiamo in segreteria a prendere gli orari dei nostri corsi, e magari una mappa dell'edificio, così evitiamo di perderci come nostro solito fare"

"Io non mi perdo mai Sky" dice mettendo le braccia sui fianchi.

"Oh no assolutamente. Non è vero che la scorsa settimana ti sei persa mentre eravamo nello stesso negozio, proprio no eh"

"Stavo andando a zonzo e ti ho persa di vista, non mi sono persa" sbuffa e sbatte i piedi come una bambina di cinque anni alla quale è stato sottratto un giocattolo.

Scoppio a ridere come una scema vedendola fare così.
Sei proprio scema ragazza, stai urlando e ridendo come una cretina in mezzo al corridoio della scuola facendo fare una figura di merda anche a me.
Oh eccoti, ciao coscienza dolce e premurosa, mi sembrava strano che non fossi ancora comparsa stamattina.
Invece di blaterare e sbuffare guarda dove metti i piedi o andrai a sbattere contro qualcuno, facendo un'altra figura di merda. Anche se tanto ne sei abituata.
Vattene e piantala.

Senza badare a ciò che ha detto continuo a camminare e mi guardo intorno con occhi sognanti.
Ero intenta a brontolare con la mia coscienza che neanche mi sono resa conto che Sarah stava parlando di qualcuno.

"Mio dio Sky, guarda quella ragazza, è fantastica, voglio chiederle il numero"

"Un giorno mi faranno santa, lo ripeti costantemente per ogni ragazza che vedi" e roteo gli occhi.

Mi concentro ad ascoltarla e la fisso basita mentre camminiamo, e mi accorgo troppo tardi di essere andata a sbattere contro qualcosa di muscoloso e piuttosto forte.
Alzo gli occhi al cielo e in seguito li alzo verso il soggetto su cui sono andata a sbattere, trovandomi di fronte un paio di occhi dello stesso colore del ghiccio.

Ti avevo avvertita che saresti andata a sbattere idiota che non sei altro, ma per questa volta ti perdono, questo ragazzo è uno schianto.

Senza badare a ciò che la mia amorevole coscienza ha detto comincio a formulare un discorso che dovrebbe contenere delle scuse.

"Oh mio Dio, sapevo che sarebbe successo. Scusami ma la rintronata qua accanto a me mi stava parlando e mi sono distratta, però anche tu potresti guardare dove metti i piedi sai?!".
Dico mandando un'occhiataccia a Sarah.

Lo vedo sorridere "Brutta giornata eh? Piacere il mio nome è Nate, Nate Adams. Non vi ho mai viste in giro, siete nuove?"

Mi porge la mano e me la stringe forte, mentre io rimango come una cretina a guardare i suoi occhi.

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