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Buona lettura! 🌸

Il ritmo della musica cambia, passa da veloce a lento, così poggio la testa sulla spalla di Nate e balliamo in sintonia con noi stessi.

Nel mentre, faccio girare lo sguardo in mezzo alla pista: Justin e Lucy ballano molto felici e ridono insieme, è così bello vedere il mio amico così contento.
Accanto a loro Sarah e Paige volteggiano e si sorridono a vicenda, e quei sorrisi mi fanno notare quanto amore ci sia fra le due; poco più in là, invece, seduti sui divanetti accanto al bancone, trovo Matt e Luca che ridono come se non contasse nient'altro, come se per loro ridere fosse la cosa più importante, e mi scalda il cuore vederli così.
Anche a me piacerebbe tornare a ridere in quel modo, mi piacerebbe tornare a vivere la mia adolescenza come una vera adolescente, e non viverla da ragazza rotta quale sono. Ma purtroppo, i demoni che infestano la mia mente non mi danno pace, e a questo punto credo che non li faranno mai, poiché più passa il tempo, più la situazione peggiora e degenera, ed io mi sento sempre peggio.

Matt sta praticamente piangendo per il ridere e Luca gesticola in un modo che gli ho visto fare poche volte in vita mia. Il mio migliore amico è solito gesticolare solo quando sta facendo discorsi particolarmente seri oppure quando è sulla buona via per essere ubriaco, in quel momento in cui spara così tante cazzate, che per darsi un'aria più seria, inizia ad agitare mani e braccia, facendo espressioni davvero esilaranti. Io e lui ci siamo sempre divertiti in questo genere di serate, e nell'estate in cui mi ha lasciato Caleb la prima volta, siamo anche finiti a letto insieme un paio di volte. Ma in realtà, non sono mai stata innamorata di lui, anche se - prima dell'arrivo di Nate - desideravo succedesse, perché Luca mi conosce in un modo in cui nessun altro lo fa e mi è sempre rimasto accanto, in ogni momento della mia vita lui era li.

Sollevo la testa dal petto del mio ragazzo e dopo avergli lasciato un altro dolce bacio sulle labbra, lo prendo per mano e lo trascino ai divanetti, parecchio barcollante.
Sto per inciampare nei miei stessi poedi e mi aggrappo alla camicia di Nate, come se fosse la mia ancora di salvezza, scoppiando in una fragorosa risata.

Arriviamo al tavolo e mi sdraio sui due ragazzi dinanzi a me, che mi stanno fissando un pò perplessi, parecchio perplessi.

"Piccolo Cielo sei ubriaca?" Mi domanda Matt osservandomi con un'espressione che mi fa morire dalle risate.

Mentre rido e tiro su la testa, mi rendo conto che il mio bicchiere è vuoto ed ho finito, di nuovo, il mio drink. Lo fisso per un momento tornando, poi, con gli occhi su Matt, mentre nella mia testa penso che ho bisogno di bere ancora. Alzo la mano, con l'intenzione di rispondere alla sua domanda, e faccio un piccolo gesto con le dita creando una specie di rettangolino che sta ad indicare che sono un pò ubriaca, anche se in realtà mi sento brilla, non proprio ubriaca.

Rido come una scolaretta e getto indietro la testa per guardare il mio migliore amico, che sta scuotendo la testa, il fatto è che non capisco se è divertito oppure è uno sguardo da rimprovero.

"Tu sei ubriaca Fradicia Koala." mormora scompigliandomi i capelli e ridendo di me.

"E allora? Quante storie per un pò di alcol" sbuffo "voglio tornare a ballare e a bere." incrocio le braccia al petto e mi tiro su con il busto mentre il mio ragazzo mi osserva dall'alto alzando le mani in segno di resa, che stanno ad indicarmi che lui non ha affatto voglia di accompagnarmi di nuovo in pista.

Faccio saettare lo sguardo a destra e sinistra, dal mio migliore amico al moo amico, ma alla fine i miei occhi si fermano su Matt, facendo un sorrisetto compiaciuto. Il ragazzo mi sorride raggiante e mi prende a braccetto per poi alzarsi per andare in pista e ballare assieme.

"Vado a ballare con il mio principe, a dopo amori miei." mando un bacio volante a Luca e Nate e torno a concentrarmi per non cadere.
La musica cambia, e prende, non è più solo di sottofondo all'ambiente e sento la famigliare adrenalina che mi spinge a ballare, impossessarsi del mio corpo.

Tiro Matt per un braccio e siamo di nuovo nella mischia. Corpi contro contro, la musica e le luci a farci da sfondo in questa serata in cui volano giù i pensieri, si tirano su i bicchieri e ci si fa prendere dalla musica, tralasciando ogni cosa che ci possa distrarre da essa. Le luci si alternano facendomi sentire come se fossi sempre sotto un flash fotografico e portandomi a muovermi scuotere la testa divertita, mentre il mio amico balla dinanzi a me.
Ci spostiamo dove ci sono gli altri ragazzi e cominciamo a muoverci a ritmo della musica di Tove Lo che canta 'Stay High'.

Adoro questa canzone, è proprio la canzone perfetta per la serata che sto vivendo, così prendo le braccia di Matt e le sollevo in aria assieme alle mie. Ride con me e noto che sa muoversi molto bene. Allunga un braccio e gli prendo la mano, faccio una giravolta e mi trovo con la schiena sul suo petto.

"Staying in my play pretend
Where the fun ain't got no end
Ooh
Can't go home alone again
Need someone to numb the pain
You're gone and I gotta stay
High all the time
To keep you off my mind
Ooh-ooh, ooh-ooh
High all the time
To keep you off my mind"

Mi faccio cullare da Matt mentre abbandono tutto ciò che mi circonda e mi impongo di incastrare la mente al momento che sto vivendo con il mio amico, volta ad imprimere questa serata nella mia memoria come il più dolce dei ricordi assieme a lui, uno di quelli che ti porta a rodere di gusto quando anni avanti lo ricorderai.

"Sei proprio un bravo ballerino Matty." annuncio mentre ci muoviamo al ritmo della musica.

"Anche tu non sei niente male, ed io adoro questa canzone." ridacchia vicino al mio orecchio, proprio per farsi sentire sopra al volume della musica.

"Voglio bere" borbotto osservando i miei amici attorno a noi.

Guardo Sarah, che sta barcollando tanto quanto e me o forse anche di più, e vado verso di lei sbattendo contro Justin che si volta a guardarmi divertito con Lucy.

"Ciao Lucinda, sei molto bella stasera." urlo per farmi sentire, mentre le accarezzo i lunghi capelli marroni. I suoi color ambra mi sorridono e mi scrutano divertiti.

Mi guarda corrugando la fronte "Non ti sto facendo una cazzo dichiarazione d'amore. Dico solo che questo vestito ti sta molto bene. Giustino avrà il testosterone che gli esce dalle orecchie." continuo ridendo senza riuscire a fermare i miei pensieri.

"Grazie Sky, non penso tu sia lesbica, penso che tu sia un pò troppo ubriaca." ride assieme a me ed io la abbraccio gettandole le braccia al collo e avvicinando le mie labbra al suo orecchio.

"SSSHHHHHHHHH" le dico "Non dirlo a Nate e Luca se no, non mi fanno bere più. Io voglio ancora un drink, perciò ora tu mi accompagni da Christian."

"Chi è Christian?" mi domandano in coro Matt e Justin. Credevo di aver sussurrato, invece a quanto pare ho urlato e mi hanno sentita tutti.

Rido senza Un apparentemente motivo e rispondo farfugliando qualcosa che dovrebbe sembrare sensato "Ma.. Quel barista che dice che ho un bel temperamento perché prima mi sono sdraiata sul bancone." corrugo la fronte e rido di nuovo, indicando poi il barista.

Prendo Sarah, Paige e Lucy per le braccia e le trascino con me verso di lui.

"Ragazze" annuncio alzando le braccia al cielo "è il momento di un brindisi a noi donne. Uuuuuh" sollevo le braccia delle mie amiche assieme alle mie e le faccio ridere fragorosamente.

"Barista! Christian! Come cazzo ti chiamiiiii" urla Sarah "le donne vogliono da bere!" fa una giravolta su stessa e circonda il mio collo con un braccio ridendo, è ubriaca marcia.

"Se non mi guarda stavolta ci salto in piedi sul quel bancone" sbuffo. "Lucinda, che ne dici di fare lo spogliarello? Ai nostri ragazzi potrebbe piacere.."

Hai decisamente perso la testa. Ma dico io perché non attivi il cervello?
Zitto grillo parlante, voglio divertirmi.
Stai esagerando.
Ho per caso chiesto il tuo parere?
No ma sono nella tua testa e sono tenuta a fermarti quando fai cazzate.
Beh, non mi voglio fermare, grazie, prego e ciao.

"Ehi tu!" grida Lucy facendolo voltare "un drink per tutte e quattro, angelo azzurro" prosegue.

"Ottima scelta, poi avremo la lingua bluuuu" saltella Paige tirando fuori la lingua divertita.
I suoi lunghi capelli castano chiaro sono legati in una coda di cavallo alta, che si muova sinuosa assieme a lei, dandomi la sensazione che Paige sia la ragazza più libera e priva di pensieri del locale.

L'unica non ubriaca tra noi quattro è proprio Lucy, non so se è perché regge molto bene l'alcol o perché non ha bevuto.

"Lucindaaaaaa" la chiamo "tu non sei ubriaca, dobbiamo rimediare, subito!" annuncio abbracciandola di nuovo.

"Bevo il mio drink ora" replica avvicinandosi al mio orecchio per farsi sentire.

Saltello sul posto e la stringo fra le braccia, dando libero sfogo ai miei pensieri. "Grazie anche per rendere felice Giustino, se lo merita e tu sei davvero una brava ragazza, ma prova a farlo soffrire una sola volta.. E ti apro la testa in due, intesi?" dico puntandole il dito contro e ridendo di gusto nel vedere la sua espressione contrariata.

"Non minacciarla Sky, la spaventi!" dice Paige ridendo mentre osserva la scena.

"Nooooo" replico "Lucy è una di noi! Una di noi, Lucy è una di noi!"

Scoppiamo tutte e quattro a ridere e noto che anche la gente intorno a noi lo fa sentendomi parlare.

Ma sono così divertente?
Ridono perché sei deficiente.
Com'è che sbuchi nei momenti meno oppurtuni tu?
Sono la tua coscienza ricordi? Devo pur rompere in certi momenti. Soprattutto quando ti stai comportando da scimmia in calore.
Ma cosa dici? Smettila e sparisci, ti ho già detto che non ti voglio tra i piedi stasera. E non darmi della scimmia!
Ma se volevi portarti a letto Nate in mezzo al locale! Come faccio a non darti della scimmia?
Sta zitta stupida! Dici fesserie.

Arrivano i nostri drink, e insieme, in cerchio, solleviamo le braccia con i drink in mano.

"Alle più fighe del locale" urliamo in coro.

Porto la cannuccia alle labbra e bevo. Mi volto assottigliando lo sguardo per cercare i ragazzi e li ritrovo al tavolo dove eravamo prima.
Torniamo là tutte insieme e quando Luca mi vede con l'ennesimo drink in mano vedo che spalanca gli occhi e li rotea al cielo. Dopodiché si volta per dire qualcosa a Nate, che a sua volta mi guarda mentre mi avvicino a loro mentre sorseggio il mio angelo Azzurro.

Sbuffo e alzo gli occhi al cielo quando noto la loro espressione da rimprovero, le ragazze mi seguono per cui quando arriviamo dai ragazzi ognuna di loro si siede in braccio a qualcuno. Paige in braccio a Sarah, Lucy in braccio a Justin e io mi sdraio sui miei tre amici che mi guardano divertiti, tranne Luca che sembra piuttosto irritato. Lo fisso e aspetto che dica qualcosa come fa di solito, ma non succede. Domani mi farà la ramanzina me lo sento. Pazienza.

"Nateeee. Dormi da me allora?" dico ridacchiando.

"Si, ma non penso dormiremo date le tue pessime condizioni." dice baciandomi la fronte e stringendomi in un caldo abbraccio.

Alzo gli occhi al cielo e faccio il broncio, facendo ridere tutti e tre.

"Mi accompagnate a fumare una sigaretta?" chiede Matt.

"Subito Matty" mi alzo scattando e mi ritrovo a poggiare il drink ormai quasi finito sul tavolo per poi prendermi la testa fra le mani, pregando che smetta di girare vorticosamente. Chiudo gli ritrovandomi a sperare che la stanza smetta di girare e barcollo aggrappandomi di nuovo a Nate, mentre rido per la mia goffaggine.

Fuori mi appoggio al muro e Luca mi fissa intensamente.

"Koala, smettila di bere così." mi rimprovera mentre accende uno spinello e fa un lungo tiro da esso.
Il mio migliore amico, non è mai stato solito fumare con la stessa frequenza in cui lo faccio e lo facevo io. Luca fumava, e fuma, in momenti in cui era particolarmente arrabbiato per calmarsi, oppure in serate in cui non ha toccato nemmeno una goccia di alcool, e questa è una di quelle, poiché deve mettersi alla guida.

"Non me ne frega un cazzo di quello che mi dite tutti, se io voglio bere bevo, fine della discussione. E poi non sono ubriaca, sto in piedi guarda!" gesticolo con le mani e faccio la mossa per far vedere che sto in equilibrio alla perfezione e non sono affatto  ubriaca. Il problema è però che lo sono, e con i tacchi non credo di essere in grado di stare in piedi. Infatti, tiro su una gamba e allargo le braccia, sperando di aver trovato il baricentro, ma i tacchi mi tradiscono ed io perdo l'equilibrio barcollando, quindi per non cadere mi appoggio al muro dietro di me.

"Torniamo a casa Sky?" mi chiede Nate avvicinandosi e portandomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.

"Ma io non voglio" sbuffo e lo guardo sbattendo le ciglia. Cerco di fare la faccia più dolce e carina che sappia fare, ma lui scuote la testa divertito e mi lascia un bacio sulle labbra.

"Sei carina ma ce ne andiamo lo stesso." mi scompiglia i capelli ed intreccia le dota alle mie. "Dai vieni, andiamo a prendere le nostre cose e salutiamo gli altri." alzo gli occhi al cielo e gli stringo la mano sbuffando.

Lo tiro verso di me prendendolo di sorpresa e faccio scontrare le nostre labbra, lui mi accarezza la schiena e sussurra sorridendo sulle mie labbra "abbiamo tutta la notte.."

Sorrido a mia volta e mi scosto, rientrando nel locale. Raccolgo le mie cose, saluto chi non viene con me e usciamo.

Siamo solo io, Luca e Nate. Sarah dorme da Paige.

In macchina sento la nausea salire e rido senza sapere il motivo sotto gli sguardi dei ragazzi. Tolgo i tacchi e li prendo in mano osservandoli, sono altissimi, non mi ero resa conto di quanto mi facessero male i piedi prima di sedermi in macchina. Probabilmente sono così ubriaca che ho smesso addirittura di sentire dolore. Scrollo le spalle e cerco di pensare a qualcosa di bello mentre la nausea dovuta al mal d'auto si impossessa del mio stomaco, così stringo il sedile con le dita e fisso la strada in maniera impassibile, sbattendo solo le palpebre ogni tanto.

Luca scuote la testa divertito e si ferma davanti a casa parcheggiando con cura la macchina che i miei genitori mi hanno lasciato.

Quando scendo dalla vettura ricordo che non ho su le scarpe solo nel momento in cui la pianta dei miei piedi poggia sull'asfalto ed emetto un gemito di dolore per i sassolini che mi si conficcano nella carne.
Nate e Luca scoppiano a ridere divertiti dalla scena irritandomi parecchio.

"Che avete da ridere voi due idioti? Invece che stare lì a prendermi per il culo perché non mi aiutate?" Sbotto arrabbiata.

"Scorbutica" fa Luca.

"Testa di cazzo" ribatto acida.

"Ok, vampiro, ti faccio le mie più sentite condoglianze." si mette a gesticolare fissando me mentre mi appiggio alla sua spalla per infilarmi le scarpe. "La tua ragazza è in quel momento della sbronza in cui si rende conto che sta male quindi mal di testa, nausea.. Ed è acida, molto acida. Ti insulterà ma non curartene, non pensa davvero quello che dice." dice al mio ragazzo mentre mi sorregge.

"Sei un coglione Luca, sono qui io lo sai vero?" gli do una sonora oacca sulla testa facendogli fare una smorfia per il dolore e proseguo guardando Nate. "E comunque non riuscirei ad insultarlo perché con quei vestiti addosso è davvero sexy e l'unica cosa a cui penso adesso sono i suoi muscoli sotto il mio sguardo e se non la smetto di guardarlo gli strappo quella camicia di dosso" sputo senza pensarci.

"Anche questo non lo pensa?" sogghigna Nate.

"No beh, questo..." Luca si passa una mano fra i capelli mentre Nate ride divertito della situazione. Scuote la testa e alla fine si mette a ridere. "Va beh, insomma, auguri per la nottata che ti aspetta."

"Rimanete comunque due idioti entrambi, visto che nessuno di voi mi ha ancora presa in braccio e portata in casa" incrocio le braccia al petto e stringo gli occhi a due fessure.

Nate si avvicina e mi appoggio a lui, mi prende in braccio come una principessa ed io rido spensierata fino a quando un'altra fitta alla testa si fa sentire. Ho un brivido lungo la spina dorsale a causa del dolore.

"Io vado in camera e chiudo la porta a chiave, spero siano insonorizzate, non voglio sentire quello che farete" afferma Luca convinto mentre ci indica. Scoppio a ridere e poggio la testa al petto di Nate inalando il suo dolcissimo profumo.

"Mettiti le cuffie Luchi!" grido mentre entriamo in casa.

"Ma dove vai? Se vomita? Non lasciarmi solo Luca!" piagnucola Nate.

"Non vomiterà" ribatte ridendo.

"Come lo sai?"

"Perché lo so e basta" Fa spallucce e si chiude la porta alle spalle.

Vado in camera barcollante e lancio le scarpe per terra.
Nate entra subito dopo di me e chiude la porta con un calcio. Mi volto verso la finestra e lui mi abbraccia da dietro, facendomi sentire il suo respiro sulla pelle e provocandomi intensi brividi. Le sue mani scendono fino al mio interno coscia e mi accarezza.

"Nate.." lo richiamo. Appoggio la testa sulla sua spalla e lui mi lascia piccoli baci umidi sul collo. Mi volto verso di lui e salgo sulle punte, circondo il suo collo con le mie braccia e faccio scontrare le nostre labbra. Indietreggia fino al letto e cadiamo su di esso, io sopra di lui. Rido divertita e mi siedo a cavalcioni su di lui facendo salire il vestito e liberando le cosce.

Mi accarezza con dolcezza e delicatezza e, con una lentezza assurda, mi sfila il vestito.
Slaccio la sua camicia altrettanto lentamente mentre mi sporgo a baciarlo, gliela sfilo e la lancio sul pavimento. Mi prendo un momento per guardare i suoi muscoli sotto la luce della Luna. Faccio scorrere le dita sulla v che si forma sul bacino e mi mordo il labbro mentre le mie dita percorrono la scritta tatuata sul suo costato, la stessa scritta che possiedo io al polso.
A questo gesto fa uno scatto e si tira su con il busto, per poi attirarmi a se e baciandomi con passione. La posizione si ribalta e mi trovo sotto di lui.
Si avvicina al mio orecchio e sussurra un ti amo che mi fa girare la testa ed il mio cuore prende a battere all'impazzata.

"Ti amo Nate, adesso come non mai."

Siamo solo baci, amore, passione. Come il fuoco e la benzina. Mi lascio travolgere dal suo amore e ci richiudiamo nella nostra bolla privata nel momento in cui ci uniamo in una cosa sola.

Mi trovavo nel corridoio della scuola, vuoto e silenzioso.
L'istituto che frequentavo era sempre stato silenzioso durante l'orario delle lezioni, e durante i cambi dell'ora il caos si propagava all'interno di esso.
Le pareti giallognole e le piastrelle del pavimento color ocra accompagnavano la mia camminata tranquilla verso il bagno, mentre fischiettavo in modo scocciato e sfilavo per tutta la lunghezza del corridoio.
Mi bloccai istantaneamente quando passai davanti alla quinta dell'indirizzo di enologia. Il mio cuore prese a battere velocemente ed il respiro mi si spezzò del tutto quando vidi il ragazzo dagli occhi color nocciola ed i capelli biondo cenere uscire dalla classe e puntare i suoi occhi su di me. Presi un respiro profondo e distolsi lo sguardo mentre ripresi a camminare senza più guardarlo.
D'improvviso venni strattonata per il polso e sbattuta con violenza contro il muro, mentre la figura di Caleb mi sovrastava ed i suoi occhi si immersero nei miei.
La sua vicinanza mi faceva girare la testa, nonostante fossero passati due anni da quando lo lasciai, quando mi guardava in questo modo il mio cuore aveva la capacità di esplodere e perdere un battito per la voglia che avevo di stringerlo fra le braccia.
I nostri respiri si mischiarono e nè io, nè tantomeno lui sembravamo intenzionati a distogliere lo sguardo dagli occhi dell'altro.

"Cosa ti è successo?" Mi chiese il ragazzo portandomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio. Le mie palpebre si chiusero istintivamente quando le sue dita affusolate entrarono in contatto con la mia pelle provocandomi brividi.
Scossi il capo e presi un respiro profondo, per poi aprire gli occhi ed incontrare di nuovo le sue iridi.

"Non so di cosa tu stia parlando." Replicai distogliendo lo sguardo. I suoi occhi , mentre mi scrutavano, mi avevano sempre fatta sentire sotto analisi e nella mia testa ero consapevole che per Caleb ero un libro aperto, gli bastava guardarmi negli occhi per capire che qualcosa non andava in me. Non volevo che lui venisse a conoscenza del segreto che custodivo da due anni a quel giorno, proprio in quel momento e proprio lì, non mi pareva il caso, ed inoltre non volevo che accadesse. Caleb non doveva sapere nulla di ciò che era successo e di ciò che avevo fatto. Inizialmente lo tenni per me per puro orgoglio, lui aveva sbagliato, mi aveva tradita e non aveva voce in capitolo. Poi però realizzai che non avrei mai potuto dirglielo, poiché consapevole che si sarebbe arrabbiato se avesse saputo che cosa gli avevo nascosto ed avrei destabilizzato ancora di più il suo precario equilibrio. Mi sentivo così fragile e sull'orlo di un crollo emotivo,che il mio senso di colpa e di vuoto erano palpabili, e mi bastava essere sfiorata per spezzarmi del tutto. Gli ultimi due anni della mia vita erano stati ricchi di eventi che mi avevano distrutta e avevano risucchiato le ultime forze che mi rimanevano. Ero consapevole di essere diventata apatica, ma ormai non potevo tornare indietro nel tempo e cambiare le cose. Ero stata una sciocca a credere in un futuro con Caleb, a credere al nostro amore, perché per lui era sempre stato solo un gioco, e avevo smesso di essere la sua pedina.
Nella mia mente vi era solo caos e silenzio, nel mio cuore un vuoto ed una ferita aperta ancora sanguinante, ed il dolore di ciò che mi ero lasciata scivolare dalle mani era forte, era vivo. Il mio cuore aveva smesso di battere da due anni, e nessuno era riuscito a farlo riprendere a palpitare, nessuno a parte lui in questo momento.

"Oh andiamo Principessa, ma chi credi di prendere in giro? Ti conosco benissimo, mi sono reso conto che sei cambiata, e la cosa peggiore è che non conosco il motivo di tutto questo, è terribilmente frustrante." Disse portando due mani sotto il mio mento e facendomi alzare il viso per incontrare, di nuovo, i miei occhi. Non aveva perso l'abitudine di chiamarmi Principessa, e sentire quel nomignolo mi portò alla mente vecchi ricordi di noi insieme, ricordi che mi facevano male da morire e che desideravo di poter cancellare per sempre, come se Caleb non fosse mai esistito. Mi guardò per qualche istante, ma quando notò la mia bocca sigillata più che mai sbuffò e lasciò andare la presa sulle mia mani, lasciandomi libera. "Hai intenzione di parlare o devo costringerti a dirmelo con la forza?" Continuò poi senza togliere gli occhi dalla mia figura.

"Io non ho proprio niente da dirti, cosa non ti è chiaro?" Sbottai acida. Lui non aveva più nessun diritto su di me, nemmeno quello di farmi una sceneggiata napoletana simile. "Caleb, che cosa vuoi? Non ti è bastato quello che mi hai fatto? Tu non hai più nessun diritto su di me. Mi hai distrutta, mi hai rovinata. Ti sei preso ogni goccia del mio amore, ogni mio istante di felicità e me lo hai portato via. Lo hai bruciato e lo hai ridotto in cenere, ed ora il vento ne sta portando via i resti, portandosi via quella parte di me che mi dava ancora la forza per andare avanti. Con che autorità, adesso, vieni qui e mi sbatti al muro pretendendo risposte che non ti meriti? Non stiamo più insieme e non ci parliamo da ben due anni! Cresci Caleb, fattene una ragione e vai avanti. Io l'ho fatto, dovresti farlo anche tu." Dissi alzando le braccia in segno di resa dinanzi a lui.

Quell'affermazione lo fece scattare e mi piombò addosso di nuovo, stavolta mise le mani sul mio viso, fino a far sfiorare i nostri nasi. La sua bocca era ad un millimetro dalla mia, ed i miei occhi si chiusero di scatto a quel contatto.
Tutto questo non va bene, non deve succedere, io ho un ragazzo e non è Caleb. "Ti devi allontare Caleb, è finita, accettalo."

Poggiò la fronte sulla mia e chiuse gli occhi. "Non posso accettarlo, mi manchi da impazzire, non ce la faccio più. Dammi un'altra possibilità, ti prego. Io e te dobbiamo stare insieme." Implorò con voce tremante. Mi accarezzò il viso, e nei suoi occhi lessi quanto effettivamente sentiva la mia mancanza. Nel profondo del mio cuore ero consapevole che mi aveva amata davvero, che per lui non ero stata solo un gioco. I momenti vissuti insieme, i nostri momenti, non li aveva visti nessuno, nessuno aveva guardato dentro di lui ed era andato oltre a quello sguardo. Nessuno aveva provato a capirlo come avevo fatto io. I suoi occhi mi avevano sempre guardata come se fossi la cosa più preziosa che avesse, come se fossi la ragazza più bella del mondo, e soprattutto, mi aveva sempre fatta sentire bella. Come se fossi il fiore più bello di tutta la serra e come se fossi l'unica per lui. Fu proprio per questo che il suo tradimento mi spezzo, perché io avevo creduto a tutto questo, avevo creduto al suo amore ed ai occhi, avevo creduto al suo cuore palpitante. Ero convinta che nemmeno il migliore degli attori avrebbe potuto nascondere certi sentimenti, io mi ero addormentata con il suono del suo veloce battito cardiaco per due anni, e non potevo credere a ciò che mi aveva fatto. Non riuscivo ad accettare il suo tradimento e così, dato che il cuore mi faceva troppo male, lo eliminai dalla mia vita in modo permanente, strappai le radici profonde che aveva fatto crescere nella mia anima, fu proprio per questo che il mio cuore smise di battere, feci come se lui non fosse mai esistito ma mi accorsi troppo tardi che quando estirpai le radici del suo amore che di me non rimase più nulla e mi ero ritrovata ad essere solo un fantasma, un'anima che vagava solitaria alla ricerca della pace e della felicità. Ed a questo punto, non potrei tornare con lui nemmeno se lo volessi, non dopo ciò che avevo fatto esclusivamente per punirlo del suo tradimento. Ero stata vile e meschina, e non avrei potuto nascondergli una cosa simile. Per questo decisi che era più facile farlo se lui non mi fosse stato vicino e se avessi finto di odiarlo, trattandolo come se valesse meno di uno sputo sul marciapiede dinanzi casa mia, anche se ero consapevole di quanto male stessi facendo al ragazzo.

Scossi la testa e posai le mani sul suo petto tentando di allontanarlo ma invano, poiché lui mi bloccò con il suo corpo e dopo aver chiuso gli occhi, mi prese il viso e fece scontrare le nostre labbra.
Fu inaspettato ma anche bello da morire poter baciare di nuovo le sue labbra. Sentii le gambe farsi gelatina ed il mio cuore perdere un battito quando la sua lingua entrò in contatto con la mia, mentre approfondiva il bacio. I miei nervi si sciolsero all'istante e per un momento soltanto mi sembrò di essere tornata a vivere, e non di sopravvivere in quell'oscurità che non mi lasciava scampo da due anni. Caleb persisteva a baciarmi come se farlo fosse l'unica cosa che lo teneva ancora vita, come se un mio bacio lo avesse fatto tornare a respirare. Fu un bacio che indicava possessione e mancanza, troppa mancanza, mancanza nelle viscere. Mi feci prendere dal momento e gli gettai le braccia al collo per averlo più vicino ed inspirare il suo profumo, ma solo quando le sue mani percorsero la lunghezza della mia schiena mi resi conto di ciò che effettivamente stavo facendo. Dei brividi presero vita in tutto il mio corpo e mi pareva di sentire infinite scosse che mo stavano rianimando, che mi stavano portando di nuovo alla vita.
Realizzai che tutto questo era sbagliato e così, con tutta la forza che mi restava, lo allontanai e chiusi gli occhi cercando di trattenere le lacrime il più a lungo possibile, per non fargli notare l'effetto che aveva ancora su di me.

"Non posso Caleb, ti prego non farmi questo." Dissi con la voce e le mani tremanti.

Mi guardò con gli occhi colmi di una tristezza palpabile, con sguardo supplicante, che mi fece intendere quanto effettivamente il ragazzo teneva a me. "Perché? Perchè non ti lasci andare? Lo sentivo il tuo cuore battere veloce tanto quanto il mio quando ti ho baciata, ti prego, dammi un'altra possibilità, ti prometto che non te ne pentirai, per favore credimi." 

Il mio cuore si spezzò a sentire quelle parole, e un vuoto incolmabile si fece strada dentro di me, risucchiando le poche forze che mi rimanevano.
Scossi la testa e lasciai la presa sulle sue mani con un violento strattone, mentre ripresi il mio cammino e asciugai le silenziose lacrime che bagnavano copiosamente le mie guance.

"Io ti amo Sky, da sempre. Sei tu che mi hai lasciato andare, è soltanto colpa tua." Disse prima di rientrare in classe e sparire silenziosamente come se quel bacio non ci fosse mai stato.

Dopo quella frase, ci fu solo il buio.

Un mal di testa assurdo mi fa pulsare le tempie e la luce del sole disturba il mio tormentato sonno. Le mie guance sono bagnate dalle lacrime e la mia formate è imperlata di sudore. Sono così stanca di tutto questo, non ho più la forza per continuare in questo modo, non ce la faccio più. Qualcuno fermi tutto questo dolore, ve ne prego.

Sento mancarmi il respiro e mi alzo di scatto. Corro in bagno e con l'acqua gelata mi lavo la faccia. Torno in camera e spalanco la finestra, fiondandomi fuori per prendere una boccata d'aria e tentare di riprendere il controllo del mio corpo. Esco sul balcone con solo la camicia di Nate addosso, e sedendomi a terra accendo una sigaretta, perdendomi nei colori del cielo di prima mattina. Il sole è caldo sulla mia pelle e cerco di concentrarmi su quella sensazione per non pensare all'attacco di panico in corso.

"Respira Sky, non è niente" mi ripeto mentre faccio un lungo tiro dalla sigaretta.
Cerco di riprendere a respirare regolarmente mentre il mio sguardo si perde nella densa nuvola di fumo davanti ai miei occhi, che piano piano sbiadisce. Proprio come me, mi sento scomparire, come se fossi solo un fantasma, una figura di passaggio con un conto in sospeso in questo mondo, ma destinata ad andarsene al più presto senza più fare ritorno.

Non funziona.
Inizialmente, quando ero in cura dallo psicologo, mi disse che per calmare un attacco di panico dovevo immaginare che il soffitto della mia stanza fosse il cielo, che ci fosse l'arcobaleno, e che le pecorelle usano proprio questo come scivolo, ed io dovevo contarle. In questo modo, secondo lui, l'attacco di panico in corso si sarebbe dovuto fermare, ma la trovai la cosa più ridicola del mondo, tanto che non funzionò, proprio perché non riuscivo ad immaginare la situazione ed immedesimarmici.

Torno dentro e guardo Nate che dorme pacifico sul mio letto. Il lenzuolo che gli copre le gambe e non indossa la maglietta. Sorrido al ricordo della dolcezza che ha usato ieri sera e mi avvicino a lui. Gli scosto una ciocca di capelli dalla fronte e mi prendo un pò di tempo per guardarlo ora che dorme beato. Mi piacerebbe poter dormire in questo modo, un sonno tranquillo e privo di pensieri, privo di demoni della notte pronti a tormentarmi non appena le mie palpebre si chiudono.
Il ragazzo ha l'espressione rilassata e felice, il respiro lento, gli occhi chiusi. È proprio bellissimo. Gli bacio la fronte e mi alzo.

Guardo l'armadio e decido di andare a correre per calmare i bollenti spiriti e pensando che forse, se esco a prendere una boccata d'aria il mal di testa mi passa, ma quando ricordo il motivo di questo pulsare alle tempie mi ricredo e sbuffo.
Indosso una tuta e vado in cucina, prendo un aspirina e lascio un biglietto ai ragazzi dicendo che sono andata a correre. Lancio uno sguardo all'orologio e noto che sono le nove del mattino, almeno fino alle 11 andranno avanti a dormire.
Chiudo la porta alle mie spalle e comincio a correre. Vado verso il parco mio e di Justin.

L'aria mi taglia il viso, il sole caldo accarezza la mia pelle e il mio battito cardiaco accelera. Penso che ritornerò a fare palestra, oppure comprerò un sacco da box.
Si,forse dovrei.
Ora parli anche da sola? Ma quanto stai diventando ridicola?
Guarda che anche quando mi parli tu in realtà sto parlando da sola. Ma è mai possibile che tu metta il becco ovunque? Se non la smetti ti schiaccio come se fossi una formica.
Si sì, continua a pensarlo, tanto non puoi.
Ti odio.
Anche io amore mio.

Arrivo sul ponte e mi fermo con le mani poggiate sulle ginocchia, aspettando che il respiro torni normale.
Sento un rumore strano provenire da lontano, come di ruote, che si mischia al rumore delle macchine che passano per la strada principale a tutta velocità. Alcuni suonano il clacson, altro escono con la testa fuori dal finestrino e urlano alla vettura dinanzi a loro, e tutto questo, si mischia al chiacchiericcio dei passanti che la mattina presto fanno passeggiate, proprio come sto facendo io.

Quando mi volto vedo in lontananza Emma che si dirige verso di me con un sorriso dolce sul viso.

"Come sei mattiniera Emmuccia!" Esclamo quando è abbastanza vicina.

Ridacchia divertita dal mio tono e risponde. "Potrei dire lo stesso di te!"

"Quanto tempo che non ci vediamo." Le dico con un sorriso mentre le accarezzo i capelli. "Come stai? Che ci fai qui tutta Sola?"

"Pensavo.." fa spallucce e mi osserva con quei suoi occhioni azzurri tanto simili ai miei. "E tu?"

"Scaccio i pensieri.. Ho appena fatto un brutto sogno. Dai facciamo una passeggiata!"

Senza aspettare la sua risposta, mi piazzo dietro di lei e spingo la sedia. Emma sta in silenzio per un pò poi lo rompe all'improvviso.

"Oggi devo andare dalla psicologa, ma non ci voglio andare." Sbuffa ed incrocia le braccia al petto scuotendo il capo sconsolata.

Corrugo la fronte. In realtà anche secondo me andare dalla psicologa è solo una perdita di tempo, soprattutto dopo che l'ultimo da cui sono andata, dopo che ha sentito - o meglio ha letto dal mio diario - la mia storia, mi guardò negli occhi e mi chiese per quale motivo fossi ancora viva. Quell'affermazione mi fece andare su tutte le furie, tanto che decisi che non volevo più mettere piede dallo psicologo in vita mia, e che mi sarei arrangiata da sola. Prima di quest'ultimo, ne ebbi altri tre, ma nessuno di questi mi aiutò a risolvere il mio problema, e la cosa mi fece sentire ulteriormente in colpa, poiché ero consapevole del costo che gravava una seduta dal medico in questione sui miei genitori. Decisi così di fingere che stavo bene, e riuscii a far credere davvero ai miei genitori questo, ma quando Caleb morì la situazione precipitò a picco.

"Per quale motivo questa stronzata?" Deciso di non dire a Emma che non sopporto gli psicologi, anche perché sarebbe una contraddizione visto che studiando per diventarlo, ma questo è un altro discorso, io amo aiutare il prossimo, non importa se non sono capace di badare a me stessa.

"Io non sono pazza." Mi dice seccamente e voltando la testa verso di me. 

Mi blocco e mi piazzo davanti a lei. "Che vuol dire? Andare dallo psicologo non vuol dire essere pazzi." Le dico seria.
Ma che le salta in mente?

"Se vado significa che ho qualche problema" Mi guarda dritta negli occhi, e dalle sue iridi riesco a capire che lei non vuole accettare l'aiuto di nessuno, perché non vuole sembrare debole agli occhi della gente. Sembra proprio me.

"Ti farà bene." Ribatto alzandomi i piedi e portandomi dietro di lei continuando a spingere la carrozzina.

"Come fai ad esserne sicura?" Domanda.
In quella domanda mi pare che ci sia la fama di speranza di ottenere da me risposte che nessuno è ancora stato in grado di fare.

"Perché ne ho cambiati 4."

"Ah. Ha funzionato?"

"Per un pò si, fino a che la mia testa di cazzo non ha deciso di interrompere le sedute."

"Perché lo hai fatto?" Mi chiede curiosa. Decido di raccontarle una mezza verità, nascondendo del litigio avuto con il dottor Mura.

"Perché non mi sentivo più di andare. Non volevo accettare la realtà e non lo voglio nemmeno ora" Replico sospirando.  "Ma tu Emmuccia mia non devi commettere il mio stesso errore. Tu non ti fai schifo per delle azioni che hai fatto, tu hai subito un grave trauma che non ti fa accettare ciò che sei ora. La psicologa ti aiuterà a non mollare e stringere i pugni anche quando tutto andrà male, a tirare la corda e a non mollarla. Lei avrà l'altro capo della fune e non la mollerà. Te lo posso assicurare. Vedi Emma, io non ci vado più per il semplice fatto che mi faccio schifo e che non riesco ad affrontare a mente fredda tutto ciò che ho fatto. Tu non hai fatto niente di male, sei una ragazza così dolce e premurosa.."

"Chi ti dice che io non abbia fatto del male a qualcuno?" Mi interrompe bruscamente la ragazza.

"I tuoi occhi Emma. L'unica persona alla quale hai fatto del male è quella che vedi riflessa nello specchio la mattina." Le dico fermandomi in mezzo alla strada. Torno dinanzi a lei e le prendo il viso tra le mani, immergendo i miei occhi marroni nei suoi occhi azzurri, con la speranza che quello che sto per dirle la convincerà a farsi aiutare. Nel suo caso può funzionare, lei non ha fatto nulla di male, è una persona così pura, non meritava tutto ciò che le è successo. Questo la fa differire da me. "Emma questa sedia non ti ha cambiata, sei sempre la stessa di prima, hai un pò più bisogno di aiuto ma sei sempre tu. La tua essenza pura non cambia e non cambierà. Il fatto che tu stia seduta 24 ore su 24 non fa di te una cattiva persona, nè tanto meno una diversa da prima. Sei sempre tu. Non posso nemmeno immaginare quanto sia difficile accettare le tue condizioni, soprattutto se è accaduto all'improvviso, ma vedila come un modo per riscoprire il mondo, per vederlo sotto un'altra luce. Con i tuoi occhi Emma, puoi vedere il mondo in cui nessuno di noi è in grado di vederlo, perché tu lo guardi con gli occhi del cuore, ed il cuore non sbaglia mai. Tu non sei diversa, tu sei speciale, e non è la stessa cosa. Non vedi la luce scura che vedo io, quel nero che mi spaventa tanto ma che non fa altro che risucchiarmi, tu vedi ma la luce pura e cristallina che solo una persona come te può vedere." Le dico in tutta sincerità. "Sei la persona più pura e innocente che io abbia mai conosciuto."
Le scosto una ciocca di capelli dal viso e le sorrido nel modo più dolce che possa fare, mentre i suoi occhi tremano e tira su con il naso. Una lacrima solitaria, di gioia penso e spero, le bagna la guancia e le mie braccia circondano il suo collo impulsivamente, stringendola a me ed inspirando la fragranza alla cannella che ha addosso.

"Grazie Sky. Sai sempre trovare le parole giuste, non so come tu possa fare, davvero grazie. Ti voglio bene."

Le do un bacio sulla guancia e torno dietro di lei.
Andiamo avanti a passeggiare con tranquillità e facendo battutine ogni tanto. Passiamo per un vicolo dirette verso il centro e sentiamo della musica provenire da non si capisce dove. Seguiamo la melodia parecchio incuriosite e quando arriviamo nel punto da cui proviene rimaniamo incantate dalla ragazza con i capelli rossi che balla in mezzo alla strada.

Guardo Emma per un istante, poi torno con lo sguardo sulla bellissima rossa che si muove sinuosamente. La osservo ballare con passione, farsi trasportare dalla musica. È inespressiva, non riesco a leggere nessun sentimento sul suo viso illuminato dai raggi solari. I suoi occhi sono vuoti. Non fissa nessuno mentre si muove, balla e basta. Sembra quasi un angelo, un angelo bellissimo che danza per scacciare i suoi demoni.
Nessuna espressione spensierata, nessun sorriso, zero. Sembra quasi che, in quella piazza, sia presente solo lei e che non veda la gente attorno che la guarda. Ci mette tutta la forza che ha, la musica le entra nel sangue e si lascia andare completamente ad essa. Una nota ed un passo. Un respiro ed un altro passo.
La coda di cavallo va a destra e a sinistra, si muove selvaggia. I suoi occhi verde intenso si puntano su di me e per un misero istante incrocia il mio sguardo. Sento un brivido lungo tutto il corpo quando accade. Non ci sono parole per descrivere come balla, è magnifica, i movimenti sono più che puliti, non sbaglia un passo. La musica finisce e la ragazza si ferma in mezzo alla strada facendo un inchino e un finto sorriso di ringraziamento.

"Ehi!" urlo io.

"Sky lasciala stare lei sembra così.." nemmeno Emma trova le parole. "Vuota."

"Lei sembra.. Hai detto bene. Lo vedi anche Tu?"

Annuisce e abbassa lo sguardo.
"Ehi tu! Ballerina! Guardami! E che cazzo non sono un fantasma!"

Si volta verso di me e quando lo fa posso incrociare il mio sguardo con il suo, di nuovo. Attorno a lei sembra esserci un campo magnetico, una forza innaturale che mi attira verso di lei. La ragazza spalanca gli occhi spaventata e si volta di nuovo, stavolta comincia a correre.

"Ma Cristo! Emma aspetta qui, arrivo subito!"

Le corro dietro sperando di poterle parlare, anche se in realtà non saprei bene cosa dirle, voglio solo.. Parlarle. Non so nemmeno perché sto correndo dietro ad una sconosciuta che per di più non si ferma, anzi, quando si accorge che la sto seguendo accelera fino a che non la perdo di vista.

"Cazzo" sbraito.

Torno da Emma sempre correndo e mi fermo davanti a lei con le mani sulle ginocchia ed il fiatone.
"Allora?" Chiede curiosa e preoccupata.

"Se n'è andata, è corsa via." rispondo scuotendo la testa e poggiando le mani sulle ginocchia per riprendere fiato.

"Che strano..." replica abbassando lo sguardo e corrugando la fronte.

"Molto strano." Torno dietro di lei e riprendo a spingerla. "Dai andiamo torniamo indietro o il mio ragazzo e Luca mi daranno per dispersa."

Annuisce e sorride. Mentre spingo Emma mi volto ancora una volta verso il punto in cui la ragazza rossa danzava, sperando di trovarla ancora li. Non so perché ma ho la netta sensazione che sia sola, come se non avesse nessuno su cui contare, ed inoltre quello sguardo da gatta randagia mi ha fatta rabbrividire.
Mi ha scombussolata questa ballerina.
Dannazione a me e alla mania di parlare con gli sconosciuti. Sbuffo e appoggio i gomiti sulla sedia di Emma tornando a guardare davanti a me. Torno a casa con un pensiero in più e sperando di rivedere ballare quella ragazza tanto strana dagli occhi verdi e pieni di vuoto.

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Buon pomeriggio a tutti,
Vi comunico che alla fine mancano 12 capitoli, e che da ora in poi diventaranno abbastanza intensi.

Spero che questo capitolo vi sia piaciuto, cercherò di aggiornare al più presto.
Un bacio,
Ila_ 🌙💘

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