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CAPITOLO TREDICI - Caleb.

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Buona lettura! 🌸

Mi sveglio di soprassalto, dopo avere fatto un incubo.
Ed ecco che ci risiamo, gli psicologi da cui sono stata mi hanno detto che soffro di paralisi del sonno e che questo è dovuto a tutto lo schifo che ho nella mia testa.

Sento il battito del cuore accellelare e mi sento mancare l'aria. Il mio respiro si fa pesante e mi sento soffocare, come se qualcuno mi avesse presa per il collo e avesse iniziato a stringere.

Ecco un'altra schifo di conseguenza della mia testa incasinata, attacchi di panico.

Mi alzo e cerco di mantenere la calma perché so che se la perdo del tutto sono finita.
Vado in bagno e mi metto davanti allo specchio con le mani sul lavandino, osservo il mio riflesso mentre cerco di calmare il respiro, ma non ho successo.
Apro il rubinetto e mi butto l'acqua gelata in faccia, cercando di provocarmi una reazione, ma inutilmente.

Mi siedo per terra e mi avvolgo le ginocchia con le braccia, cominciando a dondolare.

Merda.

Sonk tornati forti come prima, non riesco a calmarmi.

Forza Sky, andrà tutto bene. Andrà tutto bene.

Continuo a ripeterlo nella mia testa.

Andrà tutto bene.

Fisso il vuoto e dondolo.

Andrà tutto bene. Dai, Sky, respira.

Uno, due, tre ...
No, no, no e no.

Andrà tutto bene.

Respiri lenti e profondi.

Andrà tutto bene.

Sento la vista annebbiarsi. Perfetto, ci mancavano solo le lacrime.

Nono, non piangere.

Il cuore a mille, il respiro sempre più veloce.

Mi prendo la testa tra le mani e mi tiro i capelli.
Reagisci, forza.

Sento la porta aprirsi, ma non ho il coraggio di voltarmi a guardare chi è.
Mi si piazza davanti una figura poco chiara.
Si abbassa, e mi prende le mani.

"Sky, guardami. Cosa abbiamo imparato insieme?"

È Sarah,la sua voce è calma e profonda.

"Sky, guardami" ripete con calma.

Mi prende la mani e le toglie dal mio viso, poi mi prende il viso tra le sue e mi spinge a guardarla negli occhi. Le sue iridi verdi sono riflesse nelle mie marroni.

"Respira, piano, come facciamo quando ti succede. Con calma. Fissa un punto e trova la tua ancora, la tua luce. Respira, con Calma."

Eseguo gli ordini, fisso un punto, la mia ancora.

Ma chi è la mia ancora?

Il respiro accelera di nuovo.

Io non ho un punto fisso, non ho un'ancora, non ho nessuna certezza.

"Sky, no. Non così. Respira. Guardami, respira."

Non ce la faccio.
Non ci riesco.

Sento Sarah alzarsi, il mio respiro ancora veloce, si sta preoccupando.

"Nate, Nate corri, ti prego!" urla.

Torna a guardarmi. "Sky, respira, ti prego, torna da me."
Le sue mani sono sulle mie spalle e mi scuotono leggermente, come a volermi far reagire.

Vorrei risponderle, dirle che non ci riesco, vorrei urlare che qualcuno mi salvi, ma mi manca troppo il respiro per farlo, ho paura di spezzarmi.

Non posso farmi abbattere da un attacco di panico.

Sento i passi svelti di Nate, credo si siano alzati anche gli altri.

"Ma che ti sei impazzita? Mi spieghi per quale cazzo di motivo urli a quest'ora del mattino?"

Ma che ore sono?

"Idiota, sky. Vai da lei, ora" scandisce bene.

"Dove è?"

"Ma sei scemo? È qua idiota che non sei altro. "

Credo di essere rannicchiata proprio bene se non mi nota. Le loro voci sono lontane, sento solo le pulsazioni del mio cuore nelle mie orecchie, sempre più forti, sempre più veloci.

"Merda"

"Sta avendo un attacco di panico, è mezz'ora che provo a tranquillizzarla ma non ci riesco. Prova Tu, falla tornare, ti prego."

Si avvicina, mi prende il viso e punta i suoi occhi di ghiaccio nei miei.

"Ehi principessa, ma che combini?"

La voce tranquilla, lo sguardo dolce e pieno di affetto.

Scuoto la testa e me la prendo di nuovo tra le mani.
Sento le sue braccia stringermi e sento il suo respiro sui miei capelli, poi lo sento darmi un dolce bacio.

"Principessa ascolta me. Ci sei?"

Annuisco.

"Okei, bene. Ascolta solo il suono della mia voce. Cancella tutto il resto e concentrati sulla mia voce. Siamo solo io e te. Andrà tutto bene, ok?"

Annuisco di nuovo.

"Ascolta Sky, adesso devi trovare un punto e farlo diventare il tuo punto. Fissa il tuo sguardo su quello e comincia a fare respiri profondi. Piano, e conta. Uno, due, tre.. Conta i tuoi respiri e guarda quel punto."

Lo faccio, fisso il pavimento e respiro profondamente.

Uno.

Due.

Tre.

Quattro.

Cinque.

"Brava, cosi. Immagina di essere sdraiata in un campo di fiori, le margherite. Respiri il loro profumo, il vento ti accarezza la pelle e il sole ti scalda. Sei felice, osservi il paesaggio, ogni minimo dettaglio, e quando una farfalla si posa sul tuo dito sorridi. Stai osservando quella farfalla, mentre sbatte le ali e prende il volo. Ti crea un senso di felicità pura." si ferma un secondo e mi stringe le mani. Poi riprende. "Benissimo, ora ripeti con me. Andrà tutto bene. Sei forte principessa, calmati. Non è nulla."

"Andrà tutto Bene" sussurro. "Sono forte, non è nulla" continuo.

"Brava così"

Continuo così e piano piano il respiro rallenta.
Il cuore rallenta i battiti fino a farli tornare regolari, così riprendo a contare.

Sei.

Sette.

Otto.

Nove.

Dieci.

Stringo forte Nate, ce l'ha fatta.
Ho davvero trovato la mia ancora.
Le lacrime scorrono senza controllo.

"Ehi principessa, visto? Sei tornata da me. È andato tutto bene."

Lo stringo ancora di più.

"Mi hai salvata." sussurro.

"Ehi, sei o no una principessa da salvare?"

Sorrido e mi stacco da lui.
"Sei tu."

"Che cosa? Chi?"

"La mia ancora Sei tu. Mi hai riportato alla realtà" continuo.

"Da bambino, dopo la morte di mio padre ero solito avere attacchi di panico, e mia madre mi calmava così. Ci Riusciva sempre."

"Tuo padre è morto? Perché non me lo hai detto?"

"Non c'è mai stata l'occasione.."

"Ma.. Ma .. Come? Cosa? Tu? Attacchi di panico?"

"Si, proprio come te. Da quanto ti succede?"

"Sono anni ormai.. Dopo un incubo tutte le volte mi succede sempre. Questo è stato abbastanza forte. Anche se, a dirla tutta, non sono incubi. L'hanno chiamata paralisi del sonno."

"Sky la paralisi del sonno è terribile, ma sei sicura?"

"Si orsacchiottino, sono sicura. Sono andata da più psicologi, circa tre o quattro, non ricordo. E tutti hanno detto la stessa cosa, paralisi del sonno."

"Da quanto non ti succedeva?"

"Da quando sono qui mi è successo solo una volta, ma non era così forte. Di solito succede dopo un trauma. Come quando sono arrivata, il trauma, almeno credo, è stato il trasferimento. Ieri non so, forse la conversazione al cellulare con mia zia."

"Cosa hai sognato?"

"Io.. Io non lo so, non ricordo. Ricordo solo che volevo urlare, volevo chiamarti, girarmi e dirti di abbracciarmi, ma non riuscivo a muovermi.
Mi sono svegliata di soprassalto e il mio cuore ha iniziato a battere all'impazzata, il respiro si faceva pesante e sentivo l'aria mancarmi sempre più, così sono venuta qua in bagno. Che mi succede Nate? Perché solo a me? Cosa ho che non va? Sono un mostro, vero?"

"Ma che dici? Che ti passa per la testa stupidina?" dice picchiettando il dito sulla mia tempia "Tu non hai niente che non va, semplicemente a quanto pare sei piena di rimorsi e di sensi di colpa. Non sei un mostro, il vero mostro è nella tua testa, si è impossessato di te."

"Che vuoi dire?"

"Il panico. È tutto li. Quello è il vero mostro. Il panico è un piccolo grande stronzo, è un infido bastardo. Ti ha fatto perdere le forze piano piano, fino a consumarti e ora si mostra così ai tuoi occhi. Ti ha risucchiato la gioia e ora ti fa provare solo dolore e tristezza. Il panico è terribile Sky, ti mangia da dentro, ti fa marcire. Devi uscirne in qualche modo, non voglio mai più vederti così."

"Io non sono triste, Nate. Io mi guardo allo specchio e non riconosco chi ho davanti. Mi faccio schifo da sola, per tutto questo. Ora ci sto trascinando dentro anche te. Succederà ancora, lo sai vero?"

Abbassa lo sguardo. "Lo so, purtroppo lo so. Ma io ti aiuterò. Hai detto che sono la tua ancora giusto? Bene. Questo vuol dire che non ci dobbiamo mai separare e significa anche che io ti riporterò a galla ogni volta, fino a quando tu lo vorrai."

"Grazie Orsetto, grazie di cuore."

Il mio stomaco brontola e Nate ridacchia.

"Forza andiamo a fare colazione, credo che qualcuno abbia bisogno di mangiare e di zuccheri, molti, moltissimi zuccheri" sorride "forza vestiti, andiamo fuori."

Roteo gli occhi. "Dispotico come sempre vedo" ridacchio "Dai, aiutami ad alzarmi."

Ride "Si dispotico come sempre, dammi la mano, ti tiro su"

Sorrido e gliela porgo, poi vado in camera e apro l'armadio, cercando qualcosa da indossare.

"Orsacchiottino?"

"Dimmi"

"Ci sono anche gli altri?"

Abbassa lo sguardo e si gratta la nuca "veramente io pensavo di uscire da soli..."

"Oh"

"Che c'è? Non ti va? Se non hai voglia possiamo uscire con gli altri"

"No no mi va, solo che.. Mi fa.. Non so, strano"

"Che cosa?"

Gesticolo con le mani indicando noi due. "Questo"

"Questo.. Cosa?"

"Oh avanti non farmelo ripetere Nate!" Dico lanciandogli la maglietta che avevo indosso.

"Non ho capito davvero quello che intendi, non è la prima volta che usciamo da soli io e te."

"Si ma prima era diverso"

"Prima di cosa? Prima di dirti che mi piaci?"

"Beh.. Si" sospiro arrossendo.

"Io non ti piaccio?"

"Non è questo. Solo, non voglio farti del male Nate."

"Tu non mi farai del male"

"Non faccio altro che ferire le persone che amo"

"Stronzate"

"È la verità."

"Si e io sono un asino che vola, su muovi quelle belle chiappe che ti ritrovi. "

"Un asino lo sei, se poi voli anche non lo so."

"Ah Ah ah, divertente, acida pure di prima mattina. Abbiamo un intero giorno da passare insieme, perciò muoviti, il tempo vola."

"Vengo solo se prima andiamo in un posto, devo vedere se trovo una persona"

"Dove? E chi?"

"Ma che ti importa? Non hai detto che saresti disposto a tutto? Bene, portami in un parco."

"In un parco? Che ci vai a fare in un parco?"

"È un parco speciale, non fare domande."

"Oh beh, okei.."

Sorride, gira i tacchi e se va, in modo che io possa vestirmi.

"Sono pronta!" Urlo dal bagno.

"Andiamo su"

Vado in salotto e trovo Paige, Matty e Sarah che fanno colazione.

"Come stai?" mi chiede Sarah.
"Che ti è successo sky?" domanda invece Paige.
"Sky? Hai pianto?"

"Una domanda per volta, grazieeee." dico io "sto bene, o comunque meglio.  E no Matty, ho impersonato una fontana." sogghigno.

"Invece di fare l'idiota rispondi alla domanda." sputa Sarah.

"Non voglio parlarne vi prego. Voglio solo mangiare fino a riempirmi lo stomaco."

Ridono tutti.
"Eh va bene, vi lasciamo alla vostra romantica giornata piccioncini."

"Oh grazie ragazzi" ridacchia Nate.

"Ehi! Non è una giornata romantica! Nate, invece di ridere come uno scemo, muovi il culo e andiamo, ti ho detto che prima della colazione dobbiamo andare in un posto."

Sbuffa "mi muovo, mi muovo. Ma io dico, non hai nemmeno bevuto, quindi mi sempre strano che tu sia così acida. Non è che per caso sei in quel periodo?"

"No idiota. Sono così di natura perché mi state tutti sul cazzo. Non c'entrano le mie ovaie e i miei ormoni." Dico roteando gli occhi e sbuffando.

"Sei in crisi di astinenza?"

"Astinenza da che? Mica mi Drogo!"

"Da quanto non fai sesso?"

Divento paonazza e mi sale la rabbia. "Ma ti sembra la domanda da fare? Invece che dire stronzate a destra e a sinistra muoviti a salire in macchina partire prima che io cambi idea e me ne vada da sola al parco"

"Guarda che se vuoi ti posso aiutare"

"NATE METTI IN MOTO E PARTI PRIMA CHE DIVENTI UNA PAZZA ISTERICA E COMINCI AD URLARE IN MEZZO ALLA STRADA FACENDO CHIAMARE I CARABINIERI E DENUNCIANDOTI PER STALKING."

"Okei, Okei. La smetto. Destinazione?"

"Centro di Seattle, da li andiamo a Piedi."

Mi guarda confuso "si capo" dice poi.

Mentre lui guida la mia mente inizia a viaggiare.
Davvero è il momento Per mettermi con lui?
Davvero mi piace?
Mi sento tremendamente in colpa verso Paolo. Io e lui ci siamo lasciati da così poco... Sospiro.

E se poi lo facessi soffrire? O peggio, se lui facesse soffrire me? Non riuscirei più a rialzarmi.
E se non funzionasse e lo perdessi anche come amico? Non accetterei di perdere un'altra persona, soprattutto Nate.

"Smettila di rimuginare principessa, ascolta il tuo cuore e non ti sbaglierai."

"Non so ascoltarlo."

"È impossibile, tutti sanno ascoltare il proprio cuore. Forse non lo vuoi ascoltare. Di che cosa hai paura Sky?"

"Di perdere te, Nate. Insomma se non dovesse funzionare, se dovessi fare qualcosa di sbagliato come al solito, se dovessi farti soffrire, non me lo perdonerei mai e ti perderei anche come amico. Io ti voglio bene Nate, non hai idea di quanto sia importante per me quello che abbiamo costruito insieme. Non sono mai riuscita ed esprimermi così con qualcuno che conosco da poco, ma con te mi sembra tutto più semplice, mi fai sentire protetta, come se nulla potesse trafiggermi, come se nulla potesse toccarmi. Sei come il mio scudo, e te l'ho detto sei la mia ancora, Nate. Lo avevo pensato, Rebekah e Peter me lo hanno detto più volte. Sapevo che avevamo un rapporto speciale, ma non avevo idea che tu riuscissi a fare ciò che hai fatto stamattina. Davvero mi hai fatto capire che sei la mia ancora di salvezza, che con te non potrò mai affondare perché sarai sempre li a salvarmi. Ma se invece io facessi affondare te? Mi è già successo, e non voglio ripetere l'esperienza per la seconda volta."

"Non ti permetterò di farlo. Te lo giuro Sky, ti giuro che farò in modo che tutto vada bene. Riuscirò a toglierti da questa merda e sarai felice, saremo felici. Te lo prometto."

"È una promessa difficile da mantenere."

"Lo so, ma io la manterrò."

Gli sorrido, mi sorride e mi stringe una mano sulla coscia.

"Siamo arrivati."
"Aspettami qui un secondo" gli do un bacio sulla guancia.

"Fai veloce, ho fame"

Alzo gli occhi al cielo ed esco dalla macchina.

Mi dirigo verso il mio parco\zona relax e comincio a guardarmi intorno.

Ci sarà Justin?
Neanche il tempo di pensarlo che sento due mani che mi coprono la vista.

Sorrido e dico "Mmm Nate non è il momento di giocare"

"Ehi! Chi è Nate?"

"Lo sapevo che eri tu!" Ridacchio.

"Sei una piccola imbrogliona"

"È nel mio stile" dico e mi leva le mani dal viso.

Mi volto e lo vedo in tutto il suo splendore.
"Ciao Jay!" dico dandogli un pugno sulla spalla.

"Ciao ragazza senza nome"

Lo guardo confusa, poi ricordo. Non gli ho più detto come mi chiamo. Ops.
"Scusa, hai ragione! Mi chiamo Sky."

"Cielo? Ma dici davvero?"

"Perché dovrei mentirti?"

Alza le mani in segno di resa.
"Qual buon vento ti porta qui stamani piccolo cielo?"

"Oh no, anche tu no... Niente volevo solo incontrarti di nuovo, mi è piaciuto parlare con te, anche se la conversazione era strana."

"Oh beh, non mettermi in imbarazzo."

Rido e poi dico "non oserei mai"
Sorride e gli sorrido a mia volta.

"Vuoi una sigaretta?" mi chiede.

Sebbene io detesti fumare senza aver mangiato di prima mattina, accetto.
"Si grazie."

"Comunque Sky, non hai risposto alla mia domanda"

"Si che ti ho risposto."

"Non mi hai detto il vero motivo. Può essere che volevi vedermi, ma ci sarà anche un altro motivo"

"Oh si, beh.. la tua citazione dello stregato mi ha fatta riflettere molto. Mi sono resa che ho davvero uno schifo nella mia testa e che volevo fuggire da questo."

"Visto? Sei come me piccolo cielo."

Ogni volta che lo dicono mi fa sempre più schifo.
"Ti prego non chiamarmi così, mi puoi chiamare persino cestino della spazzatura, scimmia, bradipo, asino.. Ma non piccolo cielo, è orribile" dico arrossendo un pochino.

"Allora ti chiamerò... Uuummm, non so ci devo pensare" mi prende le guance e le stritola.

"Ahi! Mi fai male così però!" dico ridendo.

Mi ricordo di aver lasciato Nate nella macchina solo perché lo vedo arrivare un pò irritato e con le mani in tasca che cammina a testa bassa. Credo stia imprecando.

"Principessa ne hai ancora per molto?" dice piuttosto contrariato.

Ops.

"Nate, scusa! Stavo parlando e mi sono persa via. Vorrei presentarti Justin" e mi volto a guardarlo.

La situazione è piuttosto imbarazzante, Nate lo guarda in cagnesco e Justin è piuttosto divertito da tutto ciò.

"So chi sei, giochi nella squadra di basket della scuola, sei il capitano"

A quell'affermazione Justin sorride compiaciuto "beh si" e ridacchia.

"Che ci fai con lui?"

"L'ho incontrato per caso quando sono scappata di casa dopo che abbiamo litigato e abbiamo iniziato a parlare "

"Sei geloso per caso?" Chiede il ragazzo ridendo.

Mi copro la faccia con le mani vedendo Nate stringere i pugni.
"Se io lo sono o meno non sono affari tuoi. Andiamo Sky per favore, ti ho già detto che ho fame." dice scandendo bene le parole.

"Si può sapere che cavolo ti prende?"

Fa spallucce "ti aspetto in macchina, sbrigati. Ciao capitano" dice ironicamente, poi si volta e s'incammina verso la sua vettura.
Sono basita.

"Scusa Justin, non credevo reagisse così."

"Tranquilla lo capisco, sei la sua ragazza è normale questa reazione"

"Non stiamo insieme."

"Ah, beh in quel caso non lo capisco. Visto che sei di fretta, ti va di lasciarmi il tuo numero? Così potrai scrivermi ogni volta che avrai bisogno anche solo di distrarti un pò dalla tua routine quotidiana."

"D'accordo, dammi il tuo telefono"

Me lo passa e compongo il numero.
"Ho trovato! Salvati come 'barbie' e facci una rosa rossa in parte" dice sorridente.

"Barbie? Ma davvero?"

"Si, che c'è di strano?"

"Non sembro affatto una barbie, ho capelli neri e non sono così magra e perfetta"

"Appunto, anche se nessuno è perfetto, perdiamo troppo tempo a cercare qualcosa che non esiste e mai esisterà. Comunque, ogni volta che penserò ad una barbie mi verrai in mente tu, perché sei l'esatto opposto, lascia barbie dai."

"Continuo a non capire ma okei. Ora scappo, chiamami o scrivimi così ti salverò anche io. Ciao Justin!" gli do un veloce bacio sulla guancia e corro da Nate che mi sta aspettando con la macchina già accesa.

Salgo e partiamo.

Nate è silenzioso, parecchio. Ed io sono in imbarazzo. Decido così di rompere il ghiaccio, saperlo zitto a rimuginare è irritante.
"Mi vuoi dire che diavolo ti prende Nate?"

"Te lo devo davvero dire?" dice mentre si volta a guardarmi.

Punta i suoi gelidi occhi sui miei color cioccolato.
Quello sguardo non me lo aveva mai lanciato.
È uno sguardo freddo, pieno di.. Non so paura? Rabbia?

"Nate.. Non ti fidi di me?"

"Non ho detto questo."

"Io e te non stiamo insieme." Chiarisco.

"Lo so principessa, ma lui.. Non mi piace, per niente."

"A me è sembrato a posto, hai ragioni particolari per dire una cosa simile?"

"No" sospira.

"Beh allora non lo dire. Non capisco perché ti sei comportato così, stavamo solo parlando in fin dei conti!"

"Ho pensato per un momento che lui potesse piacerti più di me."

"Sei davvero geloso?"

"Vedi la come gelosia, paura di perderti, vedila come ti pare."

"Nate se non ti fidi di me non potrà mai nascere qualcosa."

"Dimmi la verità Sky, ti piaccio si o no?"

Ci rifletto un attimo sopra. Io non sono innamorata di Nate, però la sensazione che mi fa provare quando mi abbraccia. Quegli occhi nei quali mi rispecchio così tanto, in cui rivedo me stessa; il suo dolce sorriso che mi trasmette così tanta sicurezza. Con Paolo non era così, era diverso. Credo che Nate mi piaccia, ma non so se sono pronta ad iniziare una storia.

"Si Nate, tu mi piaci molto, credo. Ma.. Io.. Non so se sono pronta ad affrontare una storia in questo momento. Sono sull'orlo di un baratro Nate, non so se riuscirò a reggermi."

"Sarò la tua colonna portante."

"Se cadrò?"

"Non te lo permetterò, e se cadrà i ti aiuterò a reggerti."

"Dio Nate! Non puoi dire qualcosa di sbagliato?"

"Non capisco" corruga la fronte.

"Sei così.. Così perfetto. Smettila."

"Principessa io sono fatto così."

"Lo so orsacchiottino, lo so."

"Ti prego non essere più geloso, perché se stessimo insieme non ti tradirei per niente al mondo. Perché avrei il ragazzo migliore del mondo."

"Lo so." dice sorridendo "non volevo fare scenate, solo che.. Vedendoti li a ridere con quel chiwawa da quattro soldi, ho avuto paura che lui potesse portarmi via la bella sensazione che mi da farti ridere. Ho avuto paura che potesse rubarmi ciò che vorrei fosse mio, perché farti sorridere è il mio unico scopo al momento e non sopporterei che qualcun altro prendesse il mio posto, quello che con fatica in questi tre mesi che ci conosciamo ho guadagnato."

"Nessuno prenderà mai il tuo posto. Sei o no il mio orsacchiottino?"

Sorride, mi prende la mano e vi ci lascia un dolce bacio.
"Proviamoci principessa, vediamo come va. Ti prometto che se non dovesse funzionare tornerà tutto come prima."

"Una volta fatto questo passo Nate non si può tornare indietro, niente sarà più come prima."

Alza gli occhi al cielo. "Perché devi essere sempre così pessimista?"

"Sono solo realista, è diverso."
"Rispondimi"

Alzo gli occhi al cielo e sorrido "dai macho, porta a mangiare questa dolce donzella se vuoi una risposta."

"D'accordo mia dolce donzella, muovi il culo e scendi dalla macchina allora."

"Come sei delicato."

Ridacchia e insieme scendiamo dall'auto.
Vado verso di lui, mi prende per mano e insieme ci dirigiamo all'entrata.
Il bar è molto carino. Ha un'aria dolce e arieggia un profumo di vaniglia, fantastico. Adoro la vaniglia.

Ci sediamo ad un tavolo vicino a una vetrata in modo che io possa perdermi a guardare la strada e la gente che passa, a guardare la loro camminata e il loro sguardo. Sembra un po maniacale, ma a volte mi ritrovo a pensare che ogni persona che passa mi possa rubare un attimo della mia vita, come se ognuno di questi sconosciuti si prendesse un pò della mia felicità ed un pò dei miei sorrisi, un pò delle mie forze indebolendomi sempre di più e rendendomi più fragile agli occhi della gente. Osservo attentamente ogni più piccolo dettaglio senza perdermi nulla ed ogni tanto incrocio il mio sguardo con qualcuno.

Nate mi riporta alla realtà porgendomi il depliant con scritto le cose che fanno per colazione e decido per un cappuccino ed una conchiglia con crema di latte.
Lui ordina invece un caffè macchiato caldo e una brioches al cioccolato.

"Grazie orsacchiottino"

"Di cosa?"

"Della colazione"

"Non c'è di che principessa."

"Perché non mi hai mai detto di tuo padre?"

"Perché non mi parli del tuo passato?"

Sto per aprire la bocca e ribattere ma mi blocco.

"Principessa, non è che non volessi dirtelo, solo che non mi sembrava il caso di venire da te e dirti 'ehi Sky ma sai che mio padre è morto?', capisci.. Non Né ho mai avuto l'occasione."

"Si beh, mi rendo conto sempre più che sappiamo poco l'uno dell'altro."

"Io non avrei problemi a parlarti di me"

"Cosa vuoi sapere? Tu chiedi e se posso rispondo, non ti prometto però di essere completa."

"Come hai conosciuto Caleb e Paolo?"

"Tutto qui?"

"Beh, non in teoria, ma in pratica per ora si, mi accontento di questo."

"Eravamo in classe insieme alle superiori. Ho fatto due anni con entrambi"

"Tutto qui?" ripete lui.

"Mi fai parlare?" Roteo gli occhi e sbuffo.

"Scusa, spara."

"Ho conosciuto entrambi in prima superiore.
Comincio con Caleb, perché è da lui che poi ha fatto il suo ingresso Paolo" dico facendo un sorriso amaro. "Ci siamo conosciuti in prima superiore, stessa classe, stesso carattere, stesso atteggiamento nei confronti della gente.
Io ero piuttosto ingenua, una ragazzina di 14 anni che neanche sapeva cos'era l'amore - giustamente perché a 14 anni non hai vissuto Nulla che vuoi saperne di amore?-  Ero appena uscita dalle medie ed ero una ragazza piuttosto timida, avevo i miei problemi con me stessa e con le persone che mi accerchiavano. Le medie per me erano state un incubo e questo mi ha fatta chiudere con me stessa. Il nostro legame è iniziato per caso, tutto è cominciato per caso. Ogni giorno facevamo qualche parola di più, riusciva a farmi aprire con lui, il giorno in cui ho tirato fuori tutto quello che avevo dentro mi sono resa conto che lui era diventato speciale e che mi fidavo delle sue parole.. Mi bastava un abbraccio e un bacio sulla fronte con le parole 'andrà tutto bene' per farmi stare meglio. Quel gesto non lo aveva mai fatto nessuno, mi sono sentita più legata a lui e con il passare dei mesi siamo diventati migliori amici. Poi però un'amica mi disse che il nostro rapporto era strano, che non sembravano due semplici amici, ma qualcosa di più e cominciò a farmi riflettere sui miei sentimenti, in modo che mi rendessi conto da sola di quello che provavo.
Mi resi conto di provare qualcosa per lui quando bastava un 'buongiorno principessa' ogni mattina, davanti a un cappuccino al bar della scuola per farmi stare bene tutto il giorno. Era così strano sentire quelle sensazioni, lo stomaco formicolava, gli occhi brillavano, era la sensazione più bella che avessi mai provato. Pensai anche di non essere l'unica - o almeno così mi pareva e lo dicevano anche tutti gli altri - che non ero l'unica a provare quelle emozioni.
Un giorno accompagnò in stazione, stavo male e avevo la febbre, e mi chiese se avevo da dirgli qualcosa, aspettandosi che gli dicessi tipo 'ehi mi piaci'. Io d'altro canto, timida com'ero non dissi nulla e risposi semplicemente che non avevo niente da dirgli e che stavo male, ero strana solo per quello.
Tutto ha cominciato ad andare a rotoli quando ho litigato con la mia migliore amica - nessuna delle ragazze che hai Conosciuto - e ho scoperto che lui scriveva a lei, si sentivano e lui voleva uscire con lei. Mi sono sentita morire e le lacrime scendevano da sole e senza controllo. Gli ho mandato un messaggio, dicendogli che di lui non volevo più sapere niente, che non doveva più rivolgermi la parola.. E se avessi avuto la forza di farlo veramente forse il resto non sarebbe successo." non faccio trapelare emozioni, la voce vuota e ferma, gelida. È così che deve essere, non devo piangere, non posso.

"Paolo?"

"Paolo è arrivato con il seguito della storia. La parte davvero brutta, ti prego non farmela raccontare."  chiedo supplicante.

"Mi basta questo principessa, mi basta questo" mi prende la mano e la stringe forte.

"Quando vorrai raccontarmi il resto ti ascolterò."

Questo ragazzo è davvero perfetto. È fantastico, mi ha ascoltato senza batter ciglio, attentissimo, non si è perso nemmeno una sillaba di tutto ciò che ho detto.

Che faccio?
Gliela do una possibilità?
Andrà per il verso giusto questa volta?

"Allora principessa? Si o no?"

*****

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