28
Carlos
Lo sciabordio delle onde, il silenzio: felicità.
Non avrei mai immaginato che fosse così semplice.
Non sono mai stato meglio di così ed è tutto merito di quell'angelo demoniaco sdraiato al mio fianco, la mia adorata Jennifer.
È tutto perfetto qui, senza rotture di palle, solo lei ed io.
Improvvisamente il mio stramaledetto cellulare mi riporta a pensieri più terreni.
Chi osa disturbare la mia prima vera vacanza con la donna che amo?
Lo ignoro, sorrido con gli occhi chiusi lasciandomi accarezzare dal sole e ritorno a godermi la pace.
«Mierda!» Tuono sentendo nuovamente la suoneria attivarsi.
Lo afferro continuando a imprecare e rispondo quando vedo lampeggiare il numero di Damian.
«Dimmi.»
«Carlos abbiamo un problema», esordisce abbacchiato.
«Sono. In. Vacanza. È una questione di vita o di morte?» Chiedo irritato.
Lui sospira rumorosamente.
«Dobbiamo riunirci tutti e quattro il prima possibile, è urgente.»
È successo qualcosa, sento la preoccupazione nella sua voce.
Di tornare oggi a L'Avana non se ne parla. Mi massaggio le tempie valutando cosa fare.
«Domani sera a Villa Falco,» confermo infine, mentre con lo sguardo percorro il corpo della mia dolce metà. Fortunatamente non sembra interessata alla mia telefonata, non mi piace coinvolgerla troppo nei miei affari, prima o poi la sua curiosità la caccerà in qualche guaio vero, lo sento.
«Ok, ci si vede», saluta chiudendo la chiamata.
Guardo il display sconcertato.
Mi ha chiuso il telefono in faccia?
Domani avrà una bella lavata di capo. Dov'è finito il rispetto per la mia anzianità? Sono il maggiore e sono in comando. Gli servirebbe proprio fare un bel giretto nell'esercito per capire come ci si comporta. Di questo passo non so proprio dove andremo a finire. Sono sempre stato accondiscendente con la mia famiglia, ma anche loro non devono mai dimenticare chi sono.
Jennifer
Io e Carlos ce ne stiamo sdraiati sotto il sole delle Bahamas sorseggiando un cocktail. Le palme frusciano mosse da una brezza rinfrescante e la spiaggia è un vero e proprio miraggio di sabbia bianca finissima, in splendido contrasto con l'indaco dell'oceano.
Mmh, Che meraviglia.
Non è facile passare da una vita all'altra e mi rendo conto che, talvolta, le cicatrici dell'anima tornino a fare male, esattamente come quelle del corpo, per questo qualche giorno fa mi ha colta di nuovo un attacco di panico, ma questa volta non ero sola. Quando sono tornata in me Carlos mi ha preso il viso tra le mani e mi ha detto che mi avrebbe portata in paradiso. Pensavo che parlasse di una sessione di sesso sfrenato, cosa che comunque mi sarebbe andata benissimo, invece, in meno di trenta minuti, ha preparato una valigia con il minimo indispensabile e mi ha comunicato che saremmo partiti.
In un primo momento sono rimasta di stucco, non riuscivo a ragionare, poi mi sono arresa e ho pensato: Al diavolo, lui sa come farmi stare bene.
E così è stato.
«Vuoi avere dei figli?» Mi interroga a bruciapelo scaraventandomi nella realtà.
Volto la testa e lo vedo sorseggiare tranquillamente il suo Cuba Libre come se non avesse detto niente d'importante.
«Cosa?»
Si gira verso di me, i suoi occhi colpiti dal sole brillano, rendendolo più bello di quanto già non sia.
«È una domanda semplicissima, Jennifer», dichiara serio in volto. «Vuoi dei figli sì, o no?»
Carlos Gardosa me lo sta chiedendo davvero?
Non riesco a respirare, mi sento soffocare, ma trovo comunque il coraggio di rispondere.
«Io... Non ci ho mai pensato dopo... » Lascio la frase in sospeso.
Perché me lo sta chiedendo?
«Ho trentotto anni, entrambi amiamo i bambini.» Appoggia il calice sul tavolino tra noi e aggiunge: «Siamo una coppia compatibile e mi piace l'idea di avere un figlio da te.»
L'ha detto veramente?
Lo guardo sotto shock con la bocca spalancata.
Oh mio dio. Oh mio dio.
«Tu... » Deglutisco, «Vuoi creare una famiglia con me?» Chiedo conferma.
Lui si acciglia, come se la mia domanda fosse stupida.
In realtà lo è , ma non riesco a capacitarmene.
«Avremo la nostra famiglia!» Afferma lapidario sedendosi rivolto verso di me.
«E quando è stato deciso?» Mi informo imitandolo.
Le nostre ginocchia si sfiorano e lui mi sorride con quella sua tipica espressione che significa: Io posso tutto.
«Adesso», dichiara risoluto.
«Veramente non ne abbiamo neanche parlato. Hai chiesto se volessi dei figli e io ti ho risposto che non ci avevo mai pensato», gli ricordo agitata.
Appoggia gli avambracci sulle gambe e mi guarda negli occhi con un'intensità da togliere il fiato.
«Ti dirò come la vedo io, ma non voglio ripetermi perciò ascolta attentamente. Corazón: noi ci amiamo, adoriamo i bambini e - considerando che staremo insieme per sempre - avremo anche una famiglia tutta nostra. Ora non ti far prendere dal panico e respira, perché so che anche tu vuoi di nuovo avere un figlio, ma ammetterlo ti fa troppo male», si ferma, mentre io non do segni di vita. Prende le mie mani tra le sue e aggiunge: «Ormai stiamo insieme da sei mesi e tu sei ancora qui perché lo vuoi.»
Continuo a guardarlo negli occhi incredula.
Figlio. Lui vuole un figlio da me.
Il cuore mi batte forte e non riesco a capire se per la gioia o per la paura.
L'idea di avere un altro figlio non mi ha mai sfiorata, ma adesso...
«Tu vuoi una famiglia con me», ripeto a bassa voce.
Lui rotea gli occhi esasperato e poi si sdraia tornando a guardare il panorama come se niente fosse.
«Inizieremo questa sera», annuncia chiudendo gli occhi mentre il sole illumina la sua pelle.
«Carlos», strillo e lui mi guarda con gli occhi socchiusi.
«Non cominciare con l'isteria, donna.»
Mi alzo in piedi e porto le mani sui fianchi mentre i miei occhi sono puntati su di lui.
«Ascoltami bel fusto» comincio irritata. «Quando due persone decidono di mettere su famiglia, prima ne parlano con calma e poi – solo se entrambi sono d'accordo - vanno avanti.»
«Bel fusto», ripete compiaciuto.
«Carlos.»
«Siamo in vacanza baby, rilassati», mi blandisce con tranquillità di un surfista. «Ne parleremo dopo, mentre staremo mettendo in cantiere nostro figlio.»
Lo ammazzo.
«Noi non facciamo proprio un bel niente, Gardosa», ringhio dirigendomi verso la riva.
«Riporta subito il culo qui, Jennifer», tuona furibondo.
Eh no, stavolta non l'avrà vinta. Vadano a quel paese lui e i suoi ordini.
Non può decidere una cosa tanto importante senza prima consultarmi. Un figlio ti cambia la vita, è una responsabilità non un capriccio.
Lui continua a chiamarmi, ma io seguito a ignorarlo. Alcune persone, intente nella loro passeggiata, mi guardano incuriosite e la cosa è molto imbarazzante.
Due braccia forti mi sollevano in aria, mi irrigidisco e strillo quando lui mi carica su una spalla e mi assesta un sonoro schiaffo sulle natiche.
Lo uccido, giuro che è un uomo morto.
«Mettimi subito giù, Carlos», protesto, scalciando.
Lui, imperterrito, continua a camminare e mi sculaccia ancora.
Ahi. Questa fa male.
«Chiudi quella bocca, sembri una gallina», borbotta in tono aspro.
Come mi ha definito? Che bifolco.
Senza pensarci due volte lo ripago con la stessa moneta conficcandogli le unghie nel sedere. Il suo costume è talmente sottile che riesco a sentire la sua pelle.
«Non mi fai niente tesoro» , commenta prima di mordermi sulla coscia.
«Tu sei fuori di testa!» Strillo mentre entriamo nel nostro cottage.
Lui chiude la porta con un calcio e poi si dirige verso la camera lanciandomi sul letto. Io rimbalzo finché non riesco a riprenderne il controllo.
Lo guardo storto soffiando via le ciocche che sono ricadute sul mio viso e mi alzo in piedi, mentre questo cavernicolo se ne sta con le mani sui fianchi e la mascella serrata.
«Spiegami che cazzo di problema hai», tuona.
«Io?» Controbatto sorpresa facendo un passo verso di lui.
Sono infuriata.
«Io non ho nessun problema», affermo risoluta puntandogli contro l'indice. «Noi abbiamo un problema.»
I suoi occhi bruciano nei miei. Fa paura, ma non ho intenzione di cedere. «Jen», mi richiama cercando di mantenere la calma. «Noi due non abbiamo nessun problema, sei tu che vuoi creare problemi.»
È fuori di testa, non ci sono altre spiegazioni.
Arrivo davanti a lui, mi sollevo sulle punte e cerco di avere un'aria minacciosa mentre avvicino il viso al suo.
«Non puoi decidere per entrambi su una cosa così importante. Dobbiamo confrontarci e poi farlo insieme. Ma tu non sai nemmeno cosa voglia dire confrontarsi con qualcuno!»
Lui mi guarda con un ghigno malvagio e io mi sento come un topo in trappola.
«Ok, "confrontiamoci"», mi fa eco accigliato sfiorando il mio corpo.
Oh no, questo non mi piace.
Indietreggio e lui viene verso di me. «Io voglio dei figli», dice inchiodandomi con il suo sguardo magnetico. «Tu vuoi dei figli», continua.
Sono in trappola con le spalle al muro e lui invade il mio spazio vitale. Appoggia le mani ai lati del mio corpo e poi inclina il viso verso il mio.
Dovrei dire qualcosa, urlargli contro, ma non riesco a muovere un muscolo.
«Ora che ne abbiamo parlato è confermato ciò che vogliamo», mormora sensuale. Con il respiro affannato guardo la sua bocca avvicinarsi alla mia.
«Carlos.»
«Fidati, lo vuoi anche tu, ma sei troppo codarda per ammetterlo», sussurra sulle mie labbra.
Il mio cuore batte talmente forte che potrebbe uscire fuori dal petto e rimbalzare per la stanza.
Amo i bambini. Amo lui.
«Noi... » Esordisco , fallendo miseramente.
«Sì, noi avremo una famiglia», conclude al posto mio.
«Ma... »
«Zitta e baciami», ordina schiacciando il mio corpo col suo.
«Forza, buttati Jennifer, ci sono io a prenderti. Non cadrai, te lo prometto», bisbiglia sulle mie labbra, accarezzandomi la nuca e continuando a guardarmi esigente negli occhi.
Avremo una famiglia, un bambino tutto nostro.
Afferro i suoi capelli, li stringo forte e lo bacio come non ho mai fatto prima.
Mi butto perché sono sicura che lui non mi lascerà mai cadere e avrà cura di me più di quanto riesca a immaginare.
Non siamo più due anime, ma una sola.
Non ho più paura perché l'uomo che amo mi protegge tra le sue braccia, mentre ammiriamo l'alba di un nuovo inizio.
Non mi sarei mai aspettata che una come me, ligia al dovere e alle regole, scegliesse un tipo come Carlos. L'ho odiato, ma oggi lo amo più di me stessa. Non sempre la perfezione appare in ciò che i nostri occhi vedono, ma il cuore sa dove guidarci per trovare l'autentica felicità.
FINE
Siamo giunti alla fine della storia di Carlos e Jennifer.
Fatemi sapere cosa ne pensate, le vostre opinioni sono importanti. Ricordo che la versione migliorata in ebook è disponibile nei vari store come amazon, google play, itunes, kobo ecc. Su wattpad lascerò sempre le mie bozze, e nelle prossime settimane cercherò di caricare anche il secondo volume della serie "Cruel Man" non vedo l'ora di sapere cosa ne pensate di Damian Montero.
In ogni caso per chi preferisce acquistare i volumi della serie lascio i link qui sotto.
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