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Prendo un respiro profondo mentre le mani stringono le manopole della moto. Mi guardo intorno cercando gli sfidanti. Nelle gare clandestine può partecipare chiunque sia nel giro, non serve fornire dati reali e ciò ha facilitato la mia entrata. È bastato entrare nelle gare più piccole e vincere diverse volte. 

In seguito ho agganciato la cerchia ristretta di Carlos Gardosa. Ho puntato molto sulla mia vittoria, ma non per il denaro. Voglio riscuotere direttamente da Carlos e rivelargli che sono io il centauro sconosciuto. Ho saputo che ogni tre mesi Carlos recluta un nuovo pilota, a cosa gli serve non è dato sapere.

Ho creato un personaggio misterioso, senza svelare chi sono. Non mi avrebbe mai notato se avesse saputo che sono una donna, ma gli dimostrerò che il sesso del pilota non conta niente.

Ho bisogno di lui, quanto lui ha bisogno di me.

Qualcuno si avvicina alla mia destra, mi volto appena ritrovandomi un uomo in sella a una MV Agusta F3. Due occhi acqua marina mi osservano con attenzione, quasi mi stesse studiando. Non può vedermi, la visiera oscurata non gli permette di capire chi c'è sotto e questo sembra turbarlo.

Si sistema i guanti senza distogliere lo sguardo, fa la croce e poi abbassa la visiera. Le scommesse stanno per chiudersi e la gente si affretta a puntare su chi credono vincerà. Guardo la strada davanti a me e cerco di concentrarmi.

Qualcuno si sistema alla mia sinistra, un altro sfidante. I miei avversari danno gas facendo i grandiosi per attirare l'attenzione su di loro. Ridicoli!

Mi sistemo meglio in sella e accendo. Ed eccolo il rombo del motore, il suono potente che esce dal tubo di scappamento. Ho scelto personalmente la mia Kawasaki Ninja e in seguito ho fatto apportare alcune modifiche per renderla unica nel suo genere, ma questo i miei avversari non lo sapranno mai.

Una ragazza vestita in maniera succinta si posiziona davanti a noi, manda un bacio volante e con movenze sensuali si toglie il reggiseno per poi sventolarlo in aria con fare provocatorio, muovendo il suo corpo a ritmo della musica in sottofondo.

Gli uomini esultano e fischiano in segno d'approvazione mentre a me viene d'alzare gli occhi al cielo. Uomini, basta poco per avere la loro attenzione.

Il momento di mostrare cosa so fare è arrivato. Ora devo concentrarmi, sto per giocarmi tutto in questa gara. Libero la mente, non penso a nulla se non al mio obiettivo. Il percorso è facile, tre giri dell'isolato e proseguire verso Embalse El Pitirre. Molte curve strette all'inizio e poi tutto lineare.

All'arrivo forse incontrerò Carlos, ma non ci conto. Sicuramente ha mandato uno dei suoi uomini per controllare la situazione, lui non si espone personalmente.

La rabbia pulsa, vive dentro di me in attesa di fuoriuscire, ma cerco di controllarla, rimanendo ermetica agli occhi del mondo.

La ragazza è sempre posizionata a pochi metri da noi. Sorride e inizia il conto alla rovescia. Il reggiseno viene lasciato andare e toccato il suolo, le moto sfrecciano dando inizio alla gara. Non esiste nulla se non io e la strada. Canticchio perché mi rilassa e arrivo in prossimità della prima curva, osservo i miei avversari che si portano avanti.

Stringo le mani al manubrio e accelero ancora di più aumentando la velocità, mi piego verso destra, il ginocchio sfiora il suolo mentre faccio la curva.

I miei avversari continuano a starmi davanti e io voglio questo. Devono abbassare la guardia e solo allora li sorpasserò mettendo tra noi molta distanza.

Quanto mi piace sfrecciare in sella alla mia moto, mi sento potente, l'adrenalina che pompa nel sangue e poi perché no, il sapore della vittoria.

Tutto scorre veloce ed è proprio l'attimo che preferisco. Non ho paura di sbagliare, non ho paura di farmi male perché io non ho nulla da perdere.

Le curve si susseguono, i miei avversari cercano di bloccare il passaggio, incuranti che sono io a voler stare dietro di loro. Ho calcolato il tempo che ci vuole per arrivare al traguardo, tra tre minuti esatti farò la mia mossa. Continuo a guidare canticchiando un motivo sconosciuto che serve a farmi concentrare.

Uno dei due dinanzi a me si avvicina pericolosamente all'altro cercando di mandarlo fuori strada, ma non ci riesce. Eseguo le ultime due curve e finalmente eccolo il rettilineo che mi porta al traguardo. Devo fare la mia mossa, ora.

Schiaccio il pulsante nero accanto alla manopola e la moto accelera andando su di giri.

Stringo i denti mentre cerco di mantenerne il controllo e appena trovo lo spiraglio tra i due li supero decisa proseguendo verso la destinazione.

Non posso distrarmi e cosa più importante, devo gestire la moto che accelera superando i 200 km orari.

Il tempo scorre veloce, l'arrivo si avvicina sempre di più e niente potrà mettersi tra me e la vittoria.

Manca poco, in lontananza vedo la folla di persone che attendono il vincitore, il battito stranamente accelera e io so esattamente a cosa è dovuto. Finalmente, dopo tanti sforzi sono a una svolta.

Taglio il traguardo mentre la folla esulta e mi fermo mettendomi di traverso. Appoggio il piede al suolo e solo allora respiro normalmente e mi sembra di non aver respirato per tutto il tragitto.

Mi guardo intorno cercando di capire se Carlos è presente, ma non lo vedo.

In compenso riconosco uno dei suoi uomini, è al telefono, sicuramente sta riferendo chi ha vinto. Rimango in allerta e osservo l'uomo.

Forza, digli che hai trovato il suo nuovo pilota, fallo stronzo.

Sto sudando freddo.

Nel frattempo arrivano anche gli altri gareggianti, uno di loro si avvicina e mi porge la mano, che non afferro. Lo ignoro perché non sono qui per fare amicizia, devo solo arrivare a Carlos.

L'uomo mi osserva attentamente, riferisce qualcosa all'interlocutore e poi chiude la chiamata.

Seguo i suoi movimenti attenta. Infila il telefono in tasca e poi si avvicina con fare disinvolto. Ora è a un passo da me.

«Complimenti per la gara», dice mentre infila la mano all'interno della giacca. «Qualcuno vuole conoscerla», conclude porgendomi una busta nera.

La prendo e annuisco, ma non parlo. Apro la busta e leggo.

Club Diablo

Calle Leonardo Valdés

Stasera ore 22

«Sia puntuale.»

Infilo la busta all'interno del giubbotto di pelle e metto in moto. Andiamo ad incontrare Carlos Gardosa.

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