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» venti


"Spero che abbia passato una piacevole serata, signor Wayne." Il sorriso eloquente del maggiordomo fece alzare gli occhi al cielo al diretto interessato. Bruce si allacciò i polsini della camicia bianca e si infilò la giacca nera del completo elegante.

"Prepara la macchina, Alfred, tra poco ci sarà la riunione con Earl." Si annodò la cravatta al collo ed uscì dalla sua enorme cabina armadio. Bruce Wayne aveva una quantità stratosferica di giacche, lavallière, papillon e pantaloni eleganti. Si chiuse la porta della camera alle spalle ed osservò la figura di Brandy avvolta tra le lenzuola di seta bianca.

Un sorriso lieve era dipinto sulle labbra della giovane donna ed aveva appoggiato la testa sul cuscino dell'uomo. La coperta le avvolgeva dolcemente il corpo, mascherando la sua nudità agli occhi di Wayne che la guardava estasiato. Si avvicinò al letto lentamente per paura di svegliarla e le accarezzò la guancia con un dito. Brandy mugugnò e si strinse di più al cuscino, ma non sollevò le palpebre.


* * *

Brandy si chiuse la porta dell'appartamento alle spalle.
Era in dannato ritardo, ma non le importava più di tanto; la sua giornata era iniziata nel migliore dei modi: il profumo maschile di Bruce la avvolgeva ed il ricordo della nottata trascorsa con lui le inebriava la mente. Anche se lui non era lì con lei, tra le morbide coperte del letto, il sentore della sua pelle aveva abbracciato dolcemente i suoi sensi.

Buttò alla rinfusa le chiavi di casa e la borsetta sul divano, abbandonò le scarpe con il tacco vicino all'ingresso e si fiondò in camera sua. Doveva essere alla centrale in meno di venti minuti.
Sbiancò non appena vide Aaron seduto sul suo letto con le braccia incrociate al petto ed un'espressione omicida dipinta sul volto: "Dove sei stata?"

"Non è il momento, sono in ritardo." Si avvicinò all'armadio e prese la sua divisa della polizia.
La indossò dando le spalle al ragazzo, che intanto stava ribollendo di rabbia. "Ne parliamo stasera, okay?"

"Brandy dove sei stata per tutta la notte?" Palmer si alzò e si avvicinò alla bionda, le vene sul suo collo pulsavano. I suoi occhi dorati erano resi scuri dall'ira e dall'odio che stava provando per quella che definiva la sua fidanzata.

"A casa di un'amica a dormire. Ieri sera siamo uscite insieme e mi ha chiesto di fermarmi da lei, visto che era tardi." Brandy era brava a mentire, aveva imparato a farlo nel corso degli anni.
La sua bugia preferita era dire che stava bene, quando qualcuno le domandava come stesse. "Ci vediamo stasera. Ciao, Aaron."
Gli stampò un bacio sulla guancia ed uscì in fretta e furia dall'appartamento. Prevedeva solo il peggio, non era sicura che si fosse bevuto la sua storiella.

*

"Michael, posso chiederti un consiglio?" Brandy si girò in direzione del suo partner e si accomodò meglio sul sedile della volante. Era da tutta la mattina che la sua mente correva da Bruce ad Aaron, senza smettere per un secondo di arrovellarsi per quello che era successo. Non era pentita, si era accorta solo troppo tardi di essere innamorata di quell'uomo affascinante quanto misterioso.

"Certo, dimmi." Miller le sorrise, dolce e genuino come solo lui poteva essere. Si voltò in direzione della sua nuova amica. "Mi sembri pensierosa oggi."

"Io sto assieme ad un ragazzo di cui non sono innamorata, è troppo oppressivo ed appiccicoso per me..." Sospirò e poi si passò una mano tra i lunghi capelli biondi. "La verità è che io amo un altro uomo ed ieri sera ho fatto l'amore con lui. Non so come dirlo ad Aaron."

"Brandy, l'importante è che tu gli dica quello che è successo, prima che sia troppo tardi. Anch'io ho visto che Palmer è molto geloso e soffocante e se tu non ti senti a tuo agio con lui, sarebbe meglio se lo lasciassi il prima possibile." Miller le accarezzò dolcemente la guancia e poi tornò ad ispezionare la strada. Brandy era contenta di far coppia con lui, Michael sapeva sempre cosa dire ed oltre ad essere un ragazzo dolce, era estremamente intelligente. Era uno degli agenti migliore al Gotham Police Department, svolgeva sempre il suo lavoro in maniera impeccabile ed era il pupillo del sergente Gordon.

"Vieni, andiamo a controllare cosa sta succedendo laggiù." Il giovane uomo scese dalla macchina della polizia e si incamminò velocemente verso un individuo losco ed incappucciato che stava per entrare in banca. La Knight lo seguì, estraendo prontamente la pistola dalla fondina legata intorno ai fianchi.

* * *

Brandy sospirò e pregò con tutta se stessa che in casa ci fossero anche Ivy e DJ. L'idea di affrontare Palmer da sola le metteva in subbuglio lo stomaco, quasi come se avesse paura di lui.
Esitò ancora qualche istante, impalata nel pianerottolo difronte alla porta del suo appartamento e - dopo l'ennesimo ripensamento - entrò. "Aaron, ci sei?" Sussurrò. Whisky le corse incontro zampettando e le saltò subito addosso. Lo strinse tra le braccia, mentre con la mano gli accarezzava il musetto peloso.

"Brandy." Asserì serio il ragazzo, spuntando dalla camera da letto. Aveva solo un asciugamano legato in vita, segno che si fosse appena fatto la doccia. Il suo petto ampio e marmoreo era ricoperto da piccole gocce d'acqua, che si mischiavano al nero dei suoi tatuaggi. "Dobbiamo parlare."

"Sì, lo so." Brandy sorrise lievemente per mascherare il leggero tremore dovuto all'ansia di affrontare quell'argomento così spinoso. "Cambiati e poi ne discutiamo con calma."
Si diresse in cucina per prepararsi un tè caldo e ristoratore.

Qualche minuto dopo erano seduti entrambi sul divano, Brandy con una tazza bollente tra le mani ed Aaron con il piccolo husky accoccolato sul suo grembo.
"Vorrei parlarti anch'io di una cosa." Disse il ragazzo.

"Ti ascolto."

"Maroni mi ha detto che gli devo portare Batgirl, sennò mi uccide. Onestamente non voglio morire, ma non voglio neanche consegnarti a lui. Dobbiamo chiedere aiuto al tuo amico Batman." Non aveva il coraggio di guardarla negli occhi, così si limitò ad accarezzare Whisky.

"Aaron..." Gli alzò il mento con un dito e gli fece voltare il viso nella sua direzione. "Non ci sarà più un noi. Io voglio chiudere la nostra relazione."

Una serie di emozioni contrastanti passarono per gli occhi dorati del giovane uomo: prima di tutto delusione ad abbandono, poi tristezza ed infine si accesero di rabbia. Rabbia accecante.

"Wayne." Mormorò alzandosi di scatto dal divano e scollandosi di dosso la mano di Brandy. "Io lo uccido."

"Aaron, calmati per favore. È colpa mia: io mi sono innamorata di lui." L'ultima frase la sussurrò a voce talmente bassa che per un instante credette che non l'avesse sentita.

"Smettila di dire stronzate. È colpa sua, se non si fosse avvicinato così tanto a te, a quest'ora tu non faresti altro che amare me. Io lo ammazzo." Aaron era furioso, le vene sul collo gli pulsavano ed aveva il respiro mozzato. "Ti giuro su Dio, che lo faccio fuori con le mie stesse mani... Ha osato toccarti?"

"Ieri sera ero con lui ed abbiamo fatto l'amore." Le lacrime ormai scendevano silenziose dai suoi occhi celesti. Tutta la felicità che aveva provato quando si era svegliata avvolta dal profumo di Bruce era svanita nel nulla, come se non avesse mai assaggiato quel sentimento così forte e puro.

"Brandy." Si voltò verso di lei. "Io ti ho detto di amarti e tu mi ripaghi tradendomi? Era la prima volta che mi esponevo così tanto con una persona e tu mi hai solo ferito. Non so nemmeno che parole usare per descrive tutto il mio disgusto nei tuoi confronti."
Aaron non piangeva, aveva solo gli occhi ricoperti da una patina di indifferenza e delusione.

"Io... Mi dispiace." Balbettò la bionda, tirando su con il naso. "Mi dispiace così tanto."

"Smettila di mentire. Non ti è mai importato di me, mi hai solo usato per tutto questo tempo. Addio." Sparì nella camera della ragazza e prese tutti i vestiti che aveva disseminato nel corso delle poche settimane della loro breve relazione. Poi uscì dall'appartamento, sbattendosi la porta alle spalle e senza voltarsi in direzione di quella che era la donna che aveva amato.

Brandy si accasciò sul divano, con Whisky che le si era accoccolato accanto e tentava di darle conforto leccandole la mano. Con l'ultimo briciolo di forza che le era rimasta in corpo mandò un messaggio a Wayne.

"Ho lasciato il mio ragazzo. Ti prego, vieni a casa mia. Ho bisogno di te."

Quando Bruce si presentò all'appartamento della ragazza - mezz'ora dopo ed interrompendo una riunione noiosissima - Brandy stava dormendo, avvolta in una coperta calda e con il suo cagnolino fra le braccia.
Si sedette accanto a lei è le accarezzò dolcemente i capelli biondi come l'oro.

"Ciao, Bruce." Mugugnò la giovane donna, aprendo gli occhi ed appoggiando la testa sulla spalla dell'uomo. "Mi sei mancato oggi."

Lui le sorrise e le appoggiò una mano sulla guancia: "Come stai?"
Poi le baciò dolcemente la fronte.

"Sollevata per quanto riguarda il fatto di aver lasciato Aaron. Impaurita se penso a noi due." Si allontanò dal miliardario. "Quello che è successo ieri sera è stato indescrivibile, Bruce."

"Cosa provi per me?" Le domandò con un filo di voce, voleva sentire quelle tre parole che gli avrebbero cambiato la vita per sempre.

"Io ti amo." Brandy gli sorrise e si sporse nella sua direzione.
Le loro labbra si incontrarono in un impeto di sentimenti ed emozioni. Le bocche danzarono fameliche e si ricongiunsero in quella pulsione ancestrale che è l'amore. "Ti amo così tanto, Bruce."

"Ti amo da impazzire, Brandy. Voglio solo te." Le sussurrò Wayne contro le labbra carnose e succose come ciliegie mature.
La strinse tra le sue braccia, esplorò il corpo della giovane donna con mani bramose di sentire ancora la sua pelle sotto ai polpastrelli. Le accarezzò il viso, i capelli, la bocca. Aveva paura che quello fosse solo un sogno e che al suo risveglio lei sparisse tra le sue dita come una nuvoletta di fumo.

La bionda gli appoggiò la mano sul petto ed arrossì: "Il cuore ti sta battendo fortissimo." Poi posò quella dell'uomo sul suo torace.

"Anche il tuo batte forte." Bruce la baciò dolcemente. Non si sarebbe mai stancato di quelle labbra dolci, di quegli occhi azzurri che lo guardavano con amore e di quella ragazza che gli aveva stravolto la vita. "Sei bellissima, Brandy."

"Hey, cosa mi sono persa?!" La voce di Ivy Jackson arrivò alle orecchie della bionda come una secchiata d'acqua gelata. Si alzò di scatto, facendo mugugnare Bruce. "È un piacere rivederla, signor Wayne."

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